sabato 24 febbraio 2018

"Welcome to Iran" part. 10 - Fine

3 ottobre
Aeroporto ore 11

Sono in attesa di prendere l’aereo che mi riporterà a Teheran.

Stamattina mi sono svegliato presto per poter vedere le ultime cose in città.. i bazar che aprono e soprattutto il Pars museo che è piccolino ma con un paio di chicche che mi sono piaciute.. tipo la spada dello scià ed un corano scritto con lettere dorate.

Per il resto la serata è andata bene, dopo aver mangiato un kebab di pollo al limone ed insalata, ho rivisto il mausoleo illuminato che con il buio rende ancora di più e passeggiato per il bazar che lentamente chiudeva prima dell’ultimo tè sul rooftop dell’hotel.

Adesso sono curioso di vedere se le sensazioni a Teheran saranno diverse da quelle di due settimane fa, poi ho veramente tanto tempo per godermela bene e per fare gli ultimi acquisti.

Pensandoci potevo prendere il bus notturno per guadagnare mezza giornata ma tra che il volo costava veramente poco e poi inizio a sentire un po’ gli anni e ad apprezzare un minimo di comodità.

Ore 17.30

In hotel dopo la prima giornata che mi riavvicina a casa; alla fine il rientro a Teheran è stato piacevole con un bel vento che rinfresca e il riemmeggersi nella frenesia che mancava nelle altre città

Sarà anche brutta e caotica ma la capitale la trovo mille volte più vibrante ed interessante di Shiraz (che se non fosse per Persepoli non consiglierei di fermarsi più di tanto)
Comunque arrivo in hotel, mollo in fretta il bagaglio e corro al vicino museo di gioielli dato che è l’ultimo giorno in cui è aperto tra quelli che passerò qui e non voglio perdermelo.
Il museo si trova nel caveau della banca centrale ed è qui, oltre che nei palazzi reali, che vedo la vera ricchezza e sfarzo degli Scià; posate, piatti, spade, gioielli di ogni tipo, manciate di diamanti e tanti oggetti ornati di rubini, smeraldi, perle ed oro.

Il trono non mi ha impressionato ma le corone ed il famoso mappamondo costruito interamente di pietre preziose (verdi per il mare, rubino i continenti con Iran e Inghilterra con brillanti) sono quelle che mi lasciano a bocca aperta.

Uscito dalla Banca mi invento una meta simbolica, una lontana fermata della metropolitana, cammino osservando i diversi negozi (sempre raggruppati per categoria) ed entro in un supermercato alla occidentale; qui compro dei datteri e si genera un simpatico siparietto con chi mi aiuta a sceglierli tra freschi o di lunga conservazione.

La commessa mi saluta sorridendo con un “ciao Italia” e tornando in strada mi vengono alla mente due differenze evidenti tra qui e il resto del paese; in giro ci sono molti più uomini che donne e le donne indossano si l’hijab ma coprendo molto meno la testa ed il viso.
Quando ero atterrato mi sorprendeva vederlo indossato da tutte mentre ora spicca come qui, a Teheran, venga più che altro usato come sciarpa od oggetto alla moda, lo si nota appena.

Viene buio presto e mi manca quella birretta delle 6 che mi aiutava a ripensare alla giornata, a fare una sosta prima di cena… diciamo che quando arrivo a questo orario inizio a far fatica a trovare qualcosa di particolare da fare e così l’unica è camminare ed osservare.

A cena poi giro alla ricerca dei 3 ristoranti segnalati sulla guida ma li trovo chiusi alla sera e così mi “accontento” dei classici spiedini di carne con pomodoro e funghi, che tra l’altro trovo molto saporiti.. magari domani sera mi muoverò nei quartieri alla moda per cercare un bel ristorante.
Manco poco da visitare ed anche i giorni che rimangono sono solo 2.. chissà se Teheran mi apparirà totalmente diversa o no

4 ottobre
Ore 18.00

Appena rientrato in camera dopo più di 9 ore in giro per Teheran; posso dire che ormai ho quella sensazione di completezza.. quella che si raggiunge in genere alla fine di un viaggio quando si è più che soddisfatti per aver fatto tutto o quasi.
Quello che volevo e che potevo fare l’ho fatto e ora mi rendo conto che la scelta sul posto è stata quella giusta.. sono veramente contento, appagato

Manca ancora un giorno ma mi conosco, l’ultimo è sempre il più triste, il meno propositivo e poi penso che anche Teheran abbia scoperto tutte le sue carte dopo l’intera giornata di oggi.
Ho un unico rimpianto, data la chiusura totale, avrei dovuto/potuto stare a Yazd un giorno in più dove c’era la grande cerimonia religiosa e dove avevano creato uno spazio per i turisti dove poter assistere all’evento anche dentro alla moschea; sarebbe stato interessante.. vabbè, non tutto riesce perfetto anche se quella domenica inattiva non riesco proprio a digerirla.

Oggi invece è stata la giornata della scoperta dell’altro volto di Teheran; se i primi giorni avevo fatto i posti più turistici nei dintorni del Bazar, oggi sono andato verso nord; poi è arrivato finalmente il fresco, con tempo variabile misto nuvole e pioggerella.

Prima tappa l’ex ambasciata Usa, lo stabile che fu sede fino alla rivoluzione religiosa e qui mi torna in mente il film di ben affleck “Argo” che raccontava la storia dell’attacco e degli ostaggi americani.

Al suo esterno i murales che dipingono gli Stati Uniti come la morte e al suo interno trovo il museo “13”; con la guida si cammina nei vari locali che conservano ancora la documentazione e gli strumenti usati all’epoca e un insieme di fotografie (dove noto che gli ostaggi vengono sempre ripresi sorridenti o mentre mangiano)..impressionante come la tecnologia si sia evoluta ed anche gli strumenti di decodifica sembrano lontanissimi dai nostri tempi.


Il giro si chiude con un video che cerca di dimostrare come gli Usa in tutto il mondo tramino per i loro affari e sono loro ad invadere paesi e creare guerre mentre l’Iran, così temuto, non ha mai attaccato nessuno.. alla fine è una gran propaganda.
Forse il paradosso maggiore è che tutto questo è nel quartiere più “americano” della città con alti palazzi a vetri e bei giardini curati.


Da qui salgo senza fretta verso il parco Laleh; il quartiere è più elegante, meno traffico, palazzi e negozi migliori.. sembra un’altra città; il parco non è niente di che, un gran polmone verde che riesce a dare ristoro ai tanti abitanti in fuga da rumore e stress e poi ci si trova il museo di Arte Moderna.

Fu fatto costruire dalla moglie dello scià ma è un peccato che i tanti quadri di artisti famosi occidentali non siano esposti ma tenuti in magazzino, e quindi trovo solo opere recenti.

Comunque è molto particolare e anche la gente che lo frequenta si vede che fa parte di una classe sociale medio/alta.. un po’ come tutto il quartiere; e questo mi aiuta a capire che Teheran non è solo bazar e traffico ma molto di più.
Prima di andare al vicino museo dei tappeti concedo una seconda change alla pizza e questa volta si fa mangiare, ovviamente evitando di mettere il ketchup sopra.

Il museo dei tappeti ha una gran bella esposizione dove si può notare il diverso stile in base alla zona di provenienza; in una parte sono rappresentati momenti di una tipica giornata, in altri il tema floreale, altre con le forme geometriche.. poi alcuni sono grandissimi e simmetrici alla perfezione.

Peccato che l’esposizione sia come quella di un grande negozio in un hangar e senza nessuna spiegazione su come vengano preparati.
La giornata sarebbe già stata full ma cammino per andare al centro commerciale tramite la metro ma non so cosa sbaglio e finisco in piena periferia al museo della Rivoluzione Islamica, dove però non entro e decido di rientrare qui in hotel


A distanza di 2 settimane riesco a cogliere anche piccoli spunti che magari prima mi erano sfuggiti.. come che in metro durante i giorni lavorativi la divisione uomini/donne nei vagoni sia più marcata e pochissime usano i comparti misti, poi sempre in metro dove passano i venditori ambulanti ed hanno un oggetto diverso ogni giorno (lo spremiagrumi, il carica batteria, ect), che nel traffico i peggiori nemici sono i motorini che arrivano da ogni direzione e con quel rumore che me lo ricorderò a lungo.

E poi un poco sono anche non pulitissimi, alla fine la mattina le strade sono sempre pulite ma anche perché tanti ragazzini/uomini passano la serata a rovistare i cestini cercando plastica, cartoni o altro
Bho, questi sono spunti odierni.. ora esco a cena ma per far serata aspetto il w.end a Kiev

05 ottobre
Ore 16.00

E ci siamo, la giornata è passata più veloce del previsto ed è stata più interessante di quel che pensavo anche se ora sto pensando che ho voglia di tornare, di andare a casa a condividere queste emozioni con le persone più care perché, anche se per ora non ho ben realizzato, qui ho veramente avuto tanti tanti bei momenti.
Sono fortunato, finora ho avuto modo di vedere tanti posti e l’Iran rientra di sicuro tra quelli più particolari, non posso dire tra i più belli o tra quelli che hanno lasciato il segno nella mia vita, ma sicuramente uno di quelli che mi fa dire “non è come pensavo”.
Forse anch’io ho raggiunto quella maturità e consapevolezza che mi aiuta a prendere il meglio di ogni situazione nuova e qui di occasioni ce ne sono state parecchie

Oggi mi sono svegliato con la gente tutta contenta, erano 5 mesi che non pioveva e nella notte ne è scesa parecchia; in compenso alla mattina era ancora grigio ma non mi ha demotivato nell’andare alla torre Azari che forse è il simbolo architettonico della città.
Uno di quei monumenti moderni che chissà se resteranno per millenni o no, ma che ora identificano questa città che di storico ha effettivamente poco.
Dopo qualche foto entro dentro, la vista dall’alto con le nuvole mi impedisce di vedere le montagne ma almeno emerge la torre della tv che sale nel mezzo delle infinite costruzioni.
Al suo interno incontro dei signori che si presentano come un regista famoso ed altri che stanno facendo un sopralluogo insieme al direttore del palazzo per un futuro show televisivo… li seguo nella guida anche se non capisco se mi stanno perculando o meno, comunque il giro sarà interessante e si chiuderà con il consueto selfie tutti insieme.
La torre, all’interno, ha un po’ di tutto.. cinema, museo, sala congressi.. insomma, cercano di usarlo e ne sembrano abbastanza orgogliosi.

Da qui in metro (circa 40 minuti) vado al bazar e torna il sole; la gente lo affolla, soprattutto per il cibo e per il loro fast food con lunghe code e poi tutti a mangiare su piccoli tavolini o seduti sulle panchine.
Io ci passeggio tra turisti che fanno foto, locali che fanno shopping ed anch’io decido di spendere gli ultimi soldi prima di tornare in hotel per preparare le valigie.


Incamminandomi trovo un locale che fa un solo piatto, quello che mi aveva suggerito Amir, praticamente un bollito della vacca con pezzi ossa accompagnato dal brodo di cottura che è saporito e denso che più non si può; sono le 3.30 ma non ho dubbi e ci entro.. chef Rubio sarebbe orgoglioso di me, il mio medico un po’ meno.


Ora ultima sosta nel parco e poi rientro, domani a quest’ora sarò a Kiev, ma quello è un altro viaggio.. qui in Iran ho chiuso ed il classico sorriso senza motivo è dipinto sulla mia faccia… è un buon segno

FINE