domenica 29 ottobre 2017

Kazakistan? o Kazakhstan? parte 4

25 agosto

Alle 6.48 puntuali arriviamo ad Astana… Il sole si è già leggermente alzato e subito riceviamo il primo impatto sulla giovane capitale dove, muovendoci in taxi verso l’hotel, scopriamo che non è per niente piccola.
Uno dei motivi per cui ho scelto il Kazakistan era la presenza dell’Expo e, dopo la bella esperienza a Milano di due anni fa, ho pensato che sarebbe stato divertente potere vedere come veniva organizzato e vissuto in un paese così lontano dall’Europa.
Per questo avevamo già preso i biglietti per il nostro primo giorno ad Astana e così, per poter riposare un paio d’orette, fare una doccia e goderci in pieno la giornata tra i padiglioni avevamo richiesto l’early check-in all’hotel.
Purtroppo l’hotel si rimangia la parola data e non ci concede la camera in quanto ancora occupata e così ci tocca piazzarci su un divano in zona colazione ed attendere qualche ora per poter disporre di un bagno dove prepararci per la giornata.

La cosa non ci rovinerà i piani e così verso le 9 siamo già in partenza verso la zona dell’Expo; dal nostro hotel scendiamo in auto verso sud, attraversiamo moderni quartieri con palazzi recenti, ponti alla “Calatrava”, incrociamo la via pedonale più famosa di Astana ed intravediamo il famoso monumento Bayterek con intorno i grattacieli dalle forme strane fino a quando non arriviamo all’ingresso dell’area costruita ad hoc per l’evento.
La prima differenza tra qui e Milano è l’assenza di code all’ingresso, in 5 minuti superiamo i controlli e siamo già nella zona visite; poi altra cosa che noto subito è la diversità dei visitatori, qui il 90/95% delle persone sono locali (soprattutto famiglie) e solo il restante è “straniero” e di questo una gran parte mi sembra più orientato al business che al turismo tipo il nostro.

Il primo posto dove entriamo è il padiglione locale, l’enorme sfera che poi sarà anche una delle esposizioni migliori e quella più incentrata sull’argomento dell’Expo, l’energia del futuro.
Sono 7 piani ed ognuno è dedicato ad una fonte naturale che può essere sfruttata per produrre energia; la struttura è veramente futuristica con ascensori centrali che sembrano navicelle spaziale con fasce luminose, vetrate che offrono una vista spettacolare sulla città ed interessanti spazi dove approfondire i vari argomenti.

Il piano più in alto è dedicato invece alla città, con dimostrazioni su come è cambiata da quando è diventata capitale (solo dal 1997) e sui progetti a venire che la renderanno ancora più moderna e particolare.
Poi si passa all’acqua, al sole, al vento, all’energia cibernetica, alle biomasse, allo spazio.. ogni piano è strutturato con una parte illustrativa che spiega i progetti e le possibili evoluzioni alternata ad una parte “divertente” che aiuta ad intrattenere giovani e vecchi.
Insomma l’expo si conferma un po’ una legoland per adulti, ma comunque interessante e divertente… e poi è bello mischiarsi con la gente del posto e leggere nei loro volti la sorpresa e la curiosità di conoscere paesi così lontani.

Usciti, dopo parecchie ore, dal padiglione principale facciamo sosta al ristorante uzbeko e giriamo le altre esposizioni.. la Russia si presenta con un enorme illustrazione dell’Artico, l’Africa con il solito bazar che non c’entra nulla, mentre quelli europei alla fine risulteranno quelli più tematici e ben fatti (soprattutto Germania, Francia e Uk – bellissimo quest’ultimo secondo me).

Non poteva mancare la visita dell’Italia ma lo stand risulterà carino ma con poco contenuto mentre a me risulterà assurdo quello degli Stati Uniti dove, più che affrontare il tema dell’Expo, trovo solo gran propaganda tra video di famiglie felici e sorridenti e gran paccottiglia a stelle e strisce offerta e regalata alla gente.

Quando i padiglioni chiudono ed arriva il buio, l’Expo da il meglio di se.. tutto illuminato con un concerto gratuito con musiche locali tra cantanti che si alternano accompagnati dall’orchestra.

Per noi la giornata non finisce dato che avevamo preso i biglietti per assistere al Cirque du Soleir.. io ero abbastanza dubbioso ma alla fine sarà una gran sorpresa!.. lo spettacolo è coinvolgente, con acrobati, motociclette, mangiafuoco, equilibristi, ballerini, musica dance dal vivo.. uno show che mi ha conquistato e lasciato a bocca aperta.
Prima di rientrare in hotel c’è lo show delle luci sul padiglione a sfera e fontane illuminate al ritmo di musica.. e devo dire che non poteva esserci migliore chiusura.

Alla fine l’Expo può piacere o no, io lo trovo divertente e un’occasione per passare una bella e particolare giornata… insomma, torno in hotel contento dopo questa intensa giornata.


26 agosto

Siamo agli ultimi giorni e dopo una decina di giornate belle intense inizia a farsi sentire un po’ di stanchezza; poi la giornata di ieri ha dato quasi il colpo di grazie e quindi, quando mi sveglio verso le 7, sono stanco morto.

Per questo sabato abbiamo in programma un tour presso la riserva naturale di Korgalzhyn, patrimonio dell’Unesco e famosa per la concentrazione di diverse specie di uccelli in un ambiente naturale non intaccato dalla presenza dell’uomo.
Sul pulmino del tour siamo una decina, l’età media è abbastanza elevata, ma forse io sono tra quelli con meno forza.. per fortuna le 2 ore di viaggio mi aiutano a riprendermi così da potermi godere in pieno la giornata.

Prima sosta è al museo illustrativo costruito nel villaggio di Korgalzhyn, dove abbiamo una spiegazione ed introduzione di quello che rappresenta il parco, dalla sua istituzione agli animali e alla flora presenti e come cambiano e si muovono in base alle diverse stagioni.
Il museo risulterà molto interessante e prima di addentrarci al suo interno ci fermiamo da una famiglia per un pranzo tipico, buono ma non al livello di quelli fatti a Saty.

Rimpinguato lo stomaco finalmente partiamo con il nostro minibus su strade sterrate o spesso create sul momento alla ricerca degli uccelli che visitano la riserva in questo periodo, ma la speranza di tutti è di vedere il famoso pink flamingo.
Alla prima fermata scopro che le nostre soste saranno diverse sessioni di Birdwatching, cosa che non avevo mai considerato finora ma che trovo fin da subito particolare e fin divertente il vedere ad occhio nudo così lontano ed invece tramite i cannocchiali così vicino come se fossero a pochi metri e soprattutto nel loro habitat senza percepire la nostra presenza.
Poi tra i compagni ci sono veri appassionati, con macchine fotografiche con obiettivi giganteschi che ci aiutano a cogliere particolari che ci erano sfuggiti; tra gli altri vediamo pellicani, uccelli con becco bianco e lungo, anatre, cigni e soprattutto il famoso fenicottero rosa.
Molto bella anche la sosta sulla riva del lago salato, dove passeggiamo calpestando la vera steppa, vediamo la vegetazione sul fondo del lago ed assaggiamo la sua acqua salata.
Prima di rientrare il tour ha organizzato un picnic nel mini villaggio presente all’interno della riserva, un’ottima sosta sia per il cibo (molto buono) sia per la possibilità curiosare tra casette in legno, vecchie auto e docce e lavatoio particolari.


Il viaggio per Astana durerà un paio d’ore, all’inizio veniamo seguiti da alcuni uccelli che sembra ci salutino e poi assorbisco i salti dovuti dal manto stradale e penso che da oggi non mi lamenterò più delle condizioni delle strade di Verbania; altra cosa che ho notato è l’assenza di immondizia buttata a bordo strada.. non so se per paura, per cultura o per il poco turismo, però è una cosa che mi colpisce positivamente.

Dopo una giornata del genere, arrivare ad Astana di notte e con tutto illuminato mi sembra di entrare a Las Vegas.. è sabato sera, il traffico è pazzesco ma, tempo di litigare con un taxista uzbeko, rientriamo in hotel.
Domani ultimo giorno insieme per Astana, ormai la fine del viaggio si sta avvicinando.