giovedì 21 gennaio 2016

Tra Alpaca, tango e matè - 3 sett tra Perù,B.Aires e uruguay - fine

28 ottobre ore 08.00

B.Aires.. direzione Colonia, Uruguay.
Per ora la tappa a Buenos Aires è stata breve ma intensa; per me la capitale argentina non è solo una delle tante città visitate ma è un po’ una seconda casa, un luogo dove ci sono parte delle mie origini, quello che avrei potuto essere se mio nonno non decideva di tornare in Italia, un posto dove sentire calore ed affetto anche se a distanza di migliaia di Km.
L’arrivo due sere fa è stato molto “italiano”.. atterraggio puntuale ma attesa di mezz’ora per il bus per il terminal degli arrivi, e poi altre cose che mi fanno subito ripensare a 4 anni fa, come l’umidità che, arrivando dal Perù, la senti subito anche se siamo solo in primavera.
Il taxista che mi accompagna in centro non poteva non essere di origine italiana e tifa Boca; osservo dal finestrino.. pubblicità, case, palazzi.. quanto mi piace B. Aires

Mollo i bagagli in ostello ed esco subito, la notte risalta i colori dei neon pubblicitari in Avenida e l’obelisco c’è ancora come c'e' l’insegna con l’immagine di Evita Peron.
A cena vado alla pizzeria Guerrin, caposaldo della cultura italiana in Argentina; scritte in italiano che dichiarano “la migliore pizza del mondo”, menù con lo stemma del Genoa, gente del posto che mangia seduta o addenta un trancio volante in piedi.. mi sento come se fossi in una parte di Italia che si è fermata nel tempo.
Rientro in ostello e al bar sul terrazzo c’è un gruppo di amici musicisti, ragazzi di 20 anni che tra una cerveza e l’altra giocano a carte con le napoletane, come i nostri anziani che giocano al circolo; battute, scherzi e mi tirano dentro spiegandomi il gioco e ridendo parlando di calcio e di ragazze.
Guardando loro, per la prima volta in questo viaggio, penso che sarebbe bello essere qui con 4-5 amici, non per il classico w.end ma per un viaggio vero, come una volta.

Invece ieri è stata praticamente una giornata interamente dedicata alla famiglia; mi sveglio e mi sembra primavera inoltrata con sole e caldo.
Dopo colazione faccio un giro in centro per via Florida, un po’ in decadenza con negozi molto per turisti, ma con i bei sanpietrini e i tavolini dei caffè sui marciapiedi; proseguo per il cafè Tortoni, la Casa Rosada dove ci si aspetta a breve il cambio del governo, gli eleganti palazzi con gente che corre a lavorare.
Un po’ Europa e un po’ Sud America, forse per questo il paese non e' amato né dall’uno e né dall’altro ma è così.
Alle 11 mi trovo con le 2 mie zie e poi a pranzo anche con le mie cugine.. abbracci, saluti, sono contento ed emozionato; passeggiamo lentamente tra le vie del centro, il parco vicino al monumento dei caduti nella guerra delle Malvines e ci sediamo in un paio di caffè (bellissimi, eleganti, storici, come quello del teatro Colon) per poi pranzare in Galleria Paradiso, il miglior centro commerciale Argentino dove mangio della carne squisita.
Alle 5 lasciamo la parte turistica e con i primi pendolari andiamo verso il loro Barrio.. zona della classe media, case basse e famigliari.. che poi il Barrio è un po’ come una città a parte con i proprio negozi, la proprio chiesa, ospedale e scuola. (anche la gente quando si incontra chiede. di che barrio sei??)
Per il resto è una cena tra cucini, zii, fidanzati in cui si parla di tutto, dalla politica argentina ed italiana, alle usanze, storie personali e curiosità di calcio, del cambio valuta ufficiale/nero, alla Cina che si è presa la concessione in mezza Patagonia per l’estrazione del petrolio…ect
Rientro in auto alle 11.30, mezz’ora di strada per arrivare in centro che passo guardando le serrande abbassate di negozi con nomi italiani e dove paradossalmente ci sono meno barboni in giro che in centro.
Ed ora 3 giorni in Uruguay, un’occasione vista la vicinanza; ho sentito la ragazza uruguayana incontrata in Perù, mi ha detto di provare a contattarla in caso di bisogno che se anche lei è ancora in Perù, amici e famigliari sono a disposizione per qualunque cosa.. ma iniziamo ad arrivare alla prima tappa, Colonia.


29 ottobre ore 16.00
Montevideo

Tardo pomeriggio, mi bevo un thè in un bar sulla via principale della città; una pausa lunga visto che bene o male ho già visto quel che mi interessava della città.
Posto strano questo Uruguay, così uguale e così diverso dall’Argentina.. molto simile per quanto riguarda le abitudini, dal dulce de leche, al matè, alla pizza, l’asado.. ma a guardare bene trovo molte differenze tra i due paesi.
Forse in Uruguay si sta meglio, anzi.. levo il forse, non solo per la tranquillità economica ma in generale c’è uno stile di vita più rilassato; si vive meglio anche se personalmente l’Argentina, e B.Aires in particolare, ha un’eleganza che qui si sognano.
Però sono contento di questi 3 giorni, ho visto una nazione nuova, che non immaginavo così e che difficilmente avrei visitato se non fossi tornato dai parenti.

La prima tappa è stata Colonia; minuscolo borgo coloniale a 1 ora di nave da B.Aires; capisco perché è così apprezzato dai portenos che lasciano la città per rilassarsi qui, tra strade a ciottoli, case base colorate, mura dell’antica fortezza, porto turistico e rilassante passeggiata sul lungo fiume/baia con le sue spiagge.

Subito mi rendo conto di una parlata leggermente diversa e mi sorprendono due cose; l’uso che tutti fanno del matè (e questo sarà uguale in tutto l’Uruguay, in ogni angolo trovi qualcuno che beve o si sta facendo il proprio matè con il termos) ed il cambio pesos argentino/pesos uruguayano, dove praticamente applicano l’ufficiale da una parte e quello del mercato nero dall’altra, confermandomi la convenienza ad utilizzare i dollari in terra argentina.
A pranzo a Colonia provo il famoso Chivito.. fetta di carne alla griglia, prosciutto, uovo, salse e formaggio;
saporito e ricco ma abbastanza pesante tanto che mi concederò due ore di siesta sdraiato sulla spiaggia prendendo il sole ed ascoltando musica.
Alle 3 mi muovo in bus verso Montevideo; 3 ore in cui dormicchio le prime 2 osservando il paesaggio per il resto del tempo.
Il paese mi sembra molto agricolo, non rurale, ma con una forte impronta verso l’agricoltura; Montevideo invece mi ricorda da subito B. Aires, ma con uno stile tutto proprio, più easy e oltre al matè in giro non è difficile trovarsi qualcuno che si fa una canna al parco o in giro.
Il centro di Montevideo è più piccolo, nella piazza principale svetta il palazzo Salvo che in altre città si mimetizzerebbe tra tanti altri più alti e moderni, mentre qui rimane il punto di rifermento per i suoi abitanti.
Alla sera mi concedo un buon Asado, del resto anche qui sono famosi per la loro Parrilla, ed una birra nell’unico pub frequentato.

Oggi la giornata è stata interamente dedicata alla visita della città.. inizio dalla piazza Indipendecia con l’immancabile protesta (questa volta contro la privatizzazione della scuola) e proseguo per le vie dei negozi dirigendomi verso il porto e città vecchia.
Ci sono tante botteghe, pochi negozi con marche internazionali, insegne in italiano che avranno parecchi anni e poi la città vecchia che trovo abbia un gran potenziale turistico con il vecchio porto ora ristrutturato e pieno di ristoranti e locali dove si stanno preparando alla parrillata/grigliata di mezzogiorno.
Visito il museo del Carnevale, dopo quello di Rio è tra i più importanti del Sud America, dove trovo grandi facce come maschere, colori sgargianti, vestiti folkloristici, video delle edizioni passate.. il museo è piccolino ma molto carino.
In taxi vado allo Estadio Centenario; mi tornano in mente i racconti di Federico Buffa del mondiale di calcio del 1930; lo stadio è come una vecchia nonna.. i suoi anni li vedi tutti ma ti affascina con la sua storia e la sua maestosità.
Pensi ai campioni che hanno giocato e trionfato qui e ti senti in un luogo mitico.
Rientro a piedi verso il centro, milanese di pollo ed empanadas.. piatti tipici di qui, non leggeri ma li voglio provare e chiudo la giornata comprando la maglietta di calcio del National dall’amico della ragazza conosciuto a Cusco.
Nel negozio passo un 15-20 minuti a confrontarci sul calcio, le rivalità ed un vecchietto che entra nel discorso parlando dei calciatori dei suoi tempi; scopro che Recoba pur essendo legato al National è apprezzato ed amato da tutti, anche da quelli del Penarol e di conseguenza anche l’Inter è parecchio amata qui.
Questa è Montevideo, non è la piccola Buenos Aires e nemmeno New York.. è semplicemente l’anima dell’Uruguay, dove tutto è più lento e calmo.

31 ottobre 11.00

Buenos Aires, penultimo giorno; ormai inizio a sentire un po’ la nostalgia di casa.. come quasi sempre quando si avvicina la partenza per ritornare.
Poi in questo viaggio ho visto 3 posti così diversi tra loro, come mi sembra lontano il Perù!.. così differente da qui sia per la gente che per lo stile di vita, e poi quelle due settimane così intense che si contrappongono a questi giorni più calmi e rilassati.

L’ultima sera a Montevideo è stata abbastanza tranquilla, solita parrillata con lomo (filetto) spettacolare e giro per le strade del centro; ma tra la pioggia e locali semivuoti torno a casa abbastanza presto.. si vede che il centro non è il posto migliore per la nightlife.
Ieri invece è stata una giornata in modalità “off” e fino alle 13.30/14 è stata di trasferimento; colazione e città vecchia e poi 2 ore e mezza di traversata con la nave veloce.. forse più veloce dei miei pensieri che passavano nella testa.
Rientro a B. Aires e ritrovo il sole, le strade piene e gli immancabili personaggi che propongono il cambio in nero; faccio un giro alla Galleria Pacifico, bei negozi ma prezzi come o più alti dei nostri.. con il cambio ufficiale non si può dire che B.A. sia a buon mercato, anzi forse è la più cara del Sud America.
Rientro in ostello passando per le vie laterali, ogni tanto qualche punto mi ricorda il mio viaggio di 4 anni fa e alle 5 di sera mi trovo con una mia parente.
Andiamo al famoso Cafè Tortoni; la storia di questo paese, seppur breve, è passata anche da qui.. scrittori, tango, bancone in legno, pavimento e tavolini usurati da chissà quanti caffè.. sicuramente è stata la cosa più bella della giornata.
Passeggiamo, la gente rientra a casa, un thè in uno dei tanti caffè eleganti della città e poi ristorante a provare la pasta fatta in casa.. non male dai, tra le migliori di quelle che si possono trovare all’estero.
Passiamo la serata a parlare della politica, del Sud America, l’Europa, dei cileni, ect ect.. Rientro alle 11, tempo di andare al bar in cima all’ostello e trovo subito dei soci per una partita a calcio balilla mentre si beve Quilmes.

01 novembre 16.30

Ci siamo, sono sull’aereo che mi riporterà a casa, in Italia… sono passate 3 settimane ma sembrano 3 mesi, già in Perù mi sembrava di essere stato una vita fa e devo ammettere che sono anche un po’ contento di tornare.. condividere le mie esperienze, riabbracciare i miei famigliari, incontrare gli amici, giocare a calcetto, tutte quelle piccole cose che però sono molto importanti per me.
Lascio l’Argentina con un legame ancora più forte di quello che avevo prima di partire, qui c’è una parte delle mie radici, c’è gente con cui ci si vuole bene anche se ci si sente poco e ci si vede ancora meno; cose difficili da spiegare o scrivere.
Si può forse riassumere con una frase uscita spontaneamente all’aeroporto salutando i miei famigliari che mi chiedevano avevo messo in valigia per ricordarmi di questo viaggio; ho risposto che le cose più belle sono qui, nel mio cuore.

L’ultimo giorno è stato diverso dai soliti giri turistici, dopo la mattina in cui ho girato per il centro, Casa Rosada e dintorni;
poi trasferta a Tigre, città di villeggiatura a mezz’ora da B. Aires, il classico posto che la gente di città apprezza per staccare dalla frenesia ed evadere un po’.
Il Rio del fiume Lujan, con le passeggiate verdi, il mercato un po’ turistico, i negozi che vendono oggetti in legno, i ristoranti, le barche ed i catamarani che navigano nelle nel Rio ed il bellissimo hotel d’epoca a 5 stelle ora diventato museo con giardino curato ed elegante.
Da qui giro per salutare altri parenti, un 3 ore piacevoli e chiuso con la “migliore pizza del mondo” (classico per i Portenos) a casa di mio cugino fino all’1 di notte tra partita in tv e musica locale.
Rientro in centro e scopro che è il sabato sera dei musei aperti, è pienissimo di persone e ne approfitto per fare l’ultima passeggiata tra l’obelisco illuminato e gente che entra esce dai caffè; ne approfitto per visitare la mostra su Evita Peron prima di andare a dormire non senza essere passato dal bar dell’ostello.

Oggi, un po’ come sempre accade nel giorno di chiusura, stanchezza, malinconoia, riflessioni.. questi sono gli stati d’animo che mi accompagnano; spendo gli ultimi pesos nel mercato domenicale di San Telmo ma ormai la testa è in Italia.
Mi ritrovo più povero di soldi ma più ricco di vita, d’esperienze, di gente incontrata, di amore e di luoghi bellissimi scolpiti nella mia mente.
3 viaggi in 1.. Perù con le sue attrattive naturali e storiche; Uruguay luogo pacifico, poco turistico e B. Aires, città che adoro.
Un viaggio che così completo che mai lo avrei immaginato prima di partire.. ora ho sonno, dormirò cullato dai ricordi..