mercoledì 31 marzo 2010

Liverpool / 2 parte

SABATO

Ci svegliamo abbastanza presto, così verso le 10 e mezza siamo già in giro per la città.
Purtroppo il tempo non è bello come il giorno precedente; il sole non si vede, è tutto nuvolo e poi tira un vento gelido.

Come prima cosa ci buttiamo nel primo pub per fare colazione, essendo in Inghilterra non possiamo tirarci indietro di fronte alla famosa English Breakfast. Uova, Salsiccia, pancetta cotta, funghi, fagioli e i classici toast.

Divoriamo tutto e con la pancia piena usciamo alla scoperta dell’Albert Dock.

Come dicevo, questa è la vecchia zona portuale della città, ora ristrutturata per il 2008.
La zona ha mantenuto le costruzioni in mattoni che la contraddistingueva; in pratica c’è una serie di edifici che diventano una forma rettangolare con all’interno la zona di “attracco” e quindi parte del fiume.
Sfidiamo il vento gelido e ci facciamo la passeggiata completa attraversando le famose colonne di color arancione che caratterizzano gli edifici.

Oltre i vari musei ci sono alcuni ristoranti, la birreria The Pumphouse (il cui edificio è molto bello) e negozietti vari.
Dal lato più esposto, sulla riva, vediamo anche gli edifici “storici” della città, uno di fianco all’altro, il Royal Liver Building, Il Museum of Liverpool e il Port of Liverpool Building.
Proseguendo dentro l’Albert Dock, anche per il vento gelido, optiamo per visitare il Museo Marittimo.
Come la Tate Gallery anche questo museo è gratuito, ed è abbastanza interessante, visto che ripercorre la storia delle città e dell’importanza che ha avuto il mare e l’industria navale.
Essendo sabato c’erano anche molte famiglie che portavano i bambini a fare un giro, un po’ come mi era già successo a Stoccolma.
Sicuramente, quando le giornate sono soleggiate, qui diventa una zona diventa veramente piacevole dove passare il tempo libero.

Vista l’ora, abbandoniamo l’affascinante zona portuale e prendiamo il bus per lo stadio di Anfield dato che per le 2 abbiamo prenotato la visita guidata dentro lo stadio.

Il breve viaggio in bus ci porterà dal centro (in ordine, pulita, moderna) alla zona un poco più periferica.
Qui finalmente la città mostra il suo lato reale… con le case basse (anche queste in mattoni rossi) una di fianco all’altra, edifici trascurati e lasciati al loro destino e alcuni campetti di calcio che mi ricordano quello del mio paesino… cioè solo prato e dei pali senza rete così che ogni volta che tiravi dovevi farti la corsa per recuperare il pallone.

Anfield si presenta a noi e siamo subito emozionati.
Partono le classiche foto, immancabile quella con la statua di Bill Shankly e quella del Vale con il suo mito Pepe Reina, e poi via con il tour.

Il giro porterà noi (con altre 20-25 persone) in tutti i posti importanti dello stadio… la sala dei festeggiamenti, i corridoi stretti, la tribuna vip, la sala stampa, gli spogliatoi (con le maglie di tutti i calciatori della rosa), la zona interviste post partita, l’ingresso allo stadio con la scritta “This is Anfield”, il bordo campo e per finire la mitica Kop.

In particolare di questo giro mi colpisce ciò che trasuda dall’edificio… alcuni direbbero il “vecchio”, io dico “storia”.
Di nuovo c’è poco, sia come arredamento sia come struttura ma forse il bello è questo.
Poi la sala stampa e gli spogliatoi, piccolissimi entrambi.. altro che jacuzzi o altre cose che si possono trovare negli stadi moderni.

Tutto è affascinante e il rammarico di non aver potuto vedere una partita è enorme.
Chiudiamo il tour andando al museo, dove oltre alle varie magliette “retro” (spettacolare quella di Ian Rush) ci sono tutti i trofei vinti.
Ovviamente grande attenzione è data alla coppa vinta ad Istanbul contro il Milan… la partita della rimonta da 0-3 a 3-3
Il Vale (noto ultras bianconero) coglie l’occasione per far sorbire al Rosso (tifoso rossonero) il filmato di circa 1 ora che seguiva l’avventura del 2005… dal prepartita, ai tifosi a Liverpool, alle immagini ed interviste varie.
Per il Rosso il supplizio sarà pari a quello che provava Fantozzi quando è stato obbligato a guardare la corazzata Potëmkin.
Finito il filmato usciamo dal museo per prendere qualche gadget nello store e andiamo nel pub di fronte allo stadio.
L’avevo visto in un servizio su sky e devo dire che è molto caratteristico, nonostante sia vicino ad un luogo “turistico” come lo stadio riesce ad essere vero.. come veri sono i giocatori di freccette, i divanetti con i loro tessuti usati e la gente che guarda la partita dell’Everton in tv: partita che guarderemo anche noi bevendo le nostre pinte (alla fine saranno 3 giri)
Tra l’altro notiamo come il collegamento satellitare sia totalmente “craccato” visto che ogni tanto il segnale salta ed esce la scritta “card non abilitata”, poi il gestore va nello stanzino dietro il bancone e magicamente tornano le immagini in diretta.

Torniamo in Bus verso il centro per prepararci per la serata… che si preannuncia gelida di temperatura.

Ci prepariamo in fretta ed usciamo carichi per il sabato sera; Il rosso si è subito ambientato tanto che opta per lasciare la giacca in ostello.. mentre io e il Vale non ce la facciamo.
Torniamo a cenare nella zona del Liverpool One, ma anche qui facciamo fatica a trovare un posto libero.. l’indiano è pieno, il messicano pure.. così ci tocca andare al ristorante italiano (cosa che generalmente preferisco evitare).
Il cameriere di Milano ci esalta la nightlife di Liverpool; in se non si mangia male e anche il conto non è esagerato.
Finita cena torniamo nelle vie della sera precedente, è ancora presto ma è veramente un carnaio.. molto di più del venerdì precedente.
Decidiamo di entrare in un locale nuovo, Il Pop Word; dentro son già tutti carichi e l’ambiente sembra per un’età media un po’ più altina degli altri locali (25-35).
Ordiniamo un giro di vodka liscia mentre guardiamo in pista dove accadono le cose più assurde.
Prima una tipa balla sensuale facendo la lap dance sul palo messo in mezzo alla dancefloor, poi due una coppia limona duro sdraiandosi per terra incespicando tra le gambe della gente che stava ballando… ma il top viene toccato quando due tipe a pochi metri da noi si limonano duro più volte.. con strizzata di sedere compresa.
Io inizio a sudare… non so se per l’ultima scena oppure perché avevo su la giacca.. fatto sta che devo ordinare un whiskey e cola.
Decidiamo di cambiare e mentre usciamo ci facciamo fare una foto con il cartone delle Spice Girls (quelle dove ti si vede solo la faccia).. ormai siamo al peggiore trash mai visto.

Inizia il rito del dentro-fuori tra i locali…
Torniamo nel locale studentesco della sera precedente dove la situazione della giacca mi prende male.. inizio a pensare che abbia fatto bene il Rosso.
Poi proviamo il Camel, piccolino ma sembra ben frequentato (entrati mi sembrava di essere alle percentuali bulgare di 3 tipe ogni tipo).
Mollo la giacca al tavolo di 3 ragazze e si inizia a ballare. E’ ancora abbastanza presto e non volendo fossilizzarci lì optiamo per farci fare il timbro per poi tornarci.

Torniamo allo Zoo che è già pienissimo e fortunatamente hanno il guardaroba aperto!
Conosciamo un po’ di gente e utilizziamo la macchina fotografica come apriprista.
Inizio con l’obedanze con la versione del ballo all’Americana… la tipa gradisce ma appena si accorge che son bianco decide di cambiare e passare al coloured.

Intanto passa uno spagnolo che assomiglia troppo all’amico del Vale, Ferro. lo blocco e gli faccio una foto insieme.

Le foto non si sprecano e tra ragazze varie… ci scappa anche quella con il sosia di Micheal Jackson.

Ci muoviamo al Baa Bar dove ci piazziamo al piano superiore, anche qui conosciamo un po’ di gente.. che ci prendono per le nazionalità più variegate… il Rosso viene dato per Polacco, io per Irlandese.. l’unico preso per Italiano è il Vale.

Nel frattempo riesco anche a moralizzare il Rosso, che aveva cancellato una foto.
Rimbalzati dalla più figa del locale optiamo per una mesta ritirata allo Zoo, dove chiudiamo la serata.

Alle 4 passate è l’ora dell’assciugo… tutta la gente va a mangiare qualcosa, così decido di farmi un kebab mentre il tipo di fianco a me fa cadere le patatine fritte, le raccoglie e le mangia con nonchalance.
Questo è chiaramente il gong di game over…

Torniamo in ostello a piedi (con il Rosso che cercava di convincerci a prendere un taxi perché moriva di freddo) e incrociamo due tipe vestite quasi da pornostar che però non gradiscono molto i nostri commenti.

La mattina ci svegliamo presto per il checkout delle 10, commentiamo l’ottima serata del giorno precedente e riesco anche a cadere dal letto a castello.
Il volo è nel tardo pomeriggio, così riusciamo a fare l’ultimo giro per la città.

Iniziamo dal museo dei Beatles nell’Albert Dock (carino, ma per chi conosce già la loro storia non approfondisce più di tanto) e poi girovaghiamo per i negozi del centro (dove il Rosso compra la maglia del cappellone Fellaini dell’Everton).

Alla fine questa 2 giorni a Liverpool ci ha soddisfatto, città particolare e visitabile con calma, ma con una veramente attiva vita notturna.
Mi sa che in terra inglese ci tornerò presto.

domenica 28 marzo 2010

Liverpool

Tutto nasce a dicembre con il solito scambio di mail con gli amici per riuscire a passare la giornata lavorativa senza fondere il cervello.

La mattina ha piovuto e nel pomeriggio c’è un pallido sole, sembra quasi un clima inglese... e così mi viene l’illuminazione. Perché non andare a Liverpool a vedere una partita nel mitico stadio di Anfield e goderci nel frattempo un weekend di pura nightlife inglese??

Da quel momento non lavorerò più e peggio di Mino Raiola inizio scandagliare i miei contatti per fare un bel gruppetto.
Tra sms, mail, telefonate mi sembra di essere all’ultimo giorno di calciomercato.
A fine giornata ottengo l’ok del Rosso (prima di fidanzarsi il suo era un si scontato), del Vale (ormai sempre presente e se non lo portavo ad Anfield mi avrebbe ucciso) e di Teri (altro patito di calcio con il sogno di entrare ad Anfield)

Si decide per la partita materasso Liverpool – Portsmouth di metà marzo.
Nel giro di qualche giorno ci organizziamo; volo Ryan (venerdì-domenica) a 49 euro, hotel ibis bloccato e soprattutto Teri ci regala la bomba che grazie ai suoi inciuci abbiamo 4 biglietti in tribuna gratis.

A febbraio, quando ormai siamo pronti a partire, arrivano i primi intoppi… io son in dubbio fino all’ultimo per problemi famigliari ma la cosa peggiore è che la partita diventa il “Monday Night” per esigenze televisive (io odio il calcio moderno!).
Senza partita, Teri ci lascia al nostro destino che sarà tutto Beatles, pinte e nightlife… diciamo più pinte e nightlife che Beatles.

Così disdico l’Ibis per il più economico Yha Hostel e venerdì mattina siamo pronti a salpare per Liverpool.

VENERDI’
A Bergamo, prima sorpresa, oltre a Leo becchiamo il mitico Melandri che era da una vita che non lo incontravo… nonostante i contatti telefonici non ci siamo mai incrociati durante il weekend, anche perché frequentavamo zone serali diverse.

Anche con lo sciopero, volo puntuale e, mentre il Vale come al solito si addormenta, faccio notare al Rosso che sul Magazine della Ryan ci sono le frasi da utilizzare in viaggio, una in particolare ci colpisce… “do you kiss strangers? no! let me introduce myself”

Atterriamo a Liverpool verso le 11 e mezza, prendiamo il classico black cab e in neanche mezz’ora siamo al nostro ostello, il YHA (che si dimostrerà un’ottima sistemazione come location, pulizia e costo)
Molliamo i bagagli in camera e ci fiondiamo nel giro cittadino.

C’è un po’ di sole, se non fosse per il vento si starebbe da Dio anche senza giacca.
Iniziamo risalendo la strada che ci porterà verso il centro di Liverpool; come prima cosa vediamo sulla sinistra l’Albert Dock, il vecchio centro portuale della città, trasformato in zona “culturale-turistica” con vari musei e attrazioni.
Infatti nel 2008 è stata città della cultura europea e tutto il centro è nuovissimo e pulito, ma appena si esce un attimo si intravede la vera e vecchia Liverpool.
Decidiamo di dedicare il giusto tempo all’Alberto Dock nei giorni seguenti e proseguiamo nella zona pedonale.

Queste vie sono tutte appena ristrutturate e si è circondati da negozi su negozi.. mi sembra quasi di essere nell’Outlet di Serravalle Scrivia, così decidiamo di uscire ed entrare nelle viuzze circostanti che almeno mantengono le caratteristiche costruzioni con i mattoni rossi e le insegne dei vecchi pub.


Sarà per la fame, ma soprattutto per la sete, che entriamo in uno di questi e siamo subito in “clima” con Fish & Chips e una pinta di birra.
Opto per una marca mai provata, la Strongbow, ricevendo insulti dal Rosso visto che scopriamo che è una birra al cidro di mele.. una cosa orrenda.
Nel frattempo notiamo che nel pub verso le 2 di pomeriggio la gente tazza già che è un piacere..
Un gruppo di ragazzi e ragazze ordina Jin-Lemon e birre in continuazione e una tavolata di 4 signore sui 40 si siede con due bottiglie di vino rosso.. e io con la mia birra al cidro di mele mi sento un po’ una fighetta.

Usciti dal pub, senza quasi volerlo, arriviamo a Mathew St, la via dei Beatles; subito ci sono le statue dei 4 ragazzi in sul cornicione di un palazzo e poi tutti i locali annessi ai Fab 4.

Davanti alla statua di John Lennon un giovane iperattivo (chissà cosa si era appena sparato) ci fa una foto ed inizia raccontarci di sua mamma italiana… e di quanto abbia nel cuore la nostra cara patria…
Lo lasciamo giusto prima che sputi una ciccata di proporzioni enormi… e dovendo scegliere tra il Lennon Bar e il Cavern Club, optiamo per il secondo.


Per chi conosce i Beatles, sa l’importanza che ha avuto il Cavern, essendo uno dei primi posti dove hanno suonato e che ha contribuito a farli conoscere.
Ora il Cavern Club è una ricostruzione di quello originale (demolito per far spazio ad un centro commerciale..) e attira migliaia di fans.
L’ambiente però è bello, con la scalinata che ti porta nel piano interrato, dove oltre al bancone c’è il palco dove suonano.
Optiamo per una pinta, stavolta normale non al cidro, mentre un cantante accompagnato con la chitarra esplora il vasto repertorio dei Beatles.
Giriamo bene per il locale dove ci sono vari spazi a loro dedicati, tra cui un filmato in cui si vede Ringo Star che ritorna nel locale atteggiandosi da gran gallo.
Usciamo guardando il programma per le serate… e purtroppo ci sono solo cover band… tra cui i famosi OAZIS e i GREEN DATE.

Torniamo nella zona pedonale e proseguiamo fino alla Torre della Radio ed andiamo al Saint George'sHall con la sua scalinata.
Il sole è sceso ed inizia a fare freddino, però la gente in giro sembra non sentirlo.. mi stupisco a guardare la gente che gira in maglietta, altri con una felpa leggera aperta..mentre alcune ragazze girano con i bigodini in testa.

Proseguiamo fino alla Liverpool Cathedral e poi decidiamo di andare in avanscoperta nelle strade della movida cittadina (Wood st, Fleet St, Seel St)
A primo impatto la zona mi piace, son tutti palazzi e case con mattoni rossi, niente sembra nuovo, al massimo è ristrutturato.. e comunque non c’è quel senso di pulizia della zona pedonale.. ci son cantieri lasciati a metà e i classici negozi di vinili.




I locali iniziano ad aprire, si capisce che è presto, ma è impressionante il numero.. e la disposizione. Uno attaccato all’altro, e questo promette bene per la serata.
Andiamo a farci un’altra pinta in un vecchio pub, il locale trasuda di “vissuto”, dentro alcuni ragazzi stanno già barcollando e al bancone ci sono dei vecchi che si fanno in solitudine la loro pinta quotidiana.

Mentre sto leggendo la targhetta che dice “il pub dove John e Paul si sono incontrati la prima volta” (etichetta che penso avranno quasi tutti i pub di Liverpool) vengo distratto dalla giovane barista.. che mi chiede cosa voglio mettendomi in faccia la sua scollatura prominente.
Inutile dire che di pinte ce ne faremo due… e constateremo che una confezione di pistacchi costa più di una pinta (2.50 sterline vs 2.00), e un vecchio con la maglia del Newcastle martellerà in un’ora più di noi nell’intero weekend.

Tornando in ostello per prepararci per la serata che si preannuncia ottima, incroceremo un gruppo di pischelli… avranno 12anni e si stanno tracannando coca corretta rum.. ed alcuni sono già sul “Mortirolo”.. guardo l’ora..Sono le 7 di sera.
Usciamo presto e ci dirigiamo prima verso l’Albert Dock (molto bello di notte!) e poi verso il ristorante “the Monro” che avevo trovato sul depliant ricevuto dall’ente turistico.
Purtroppo è pieno e quindi ci muoviamo a casaccio per le vie dei locali, c’è poca scelta così chiediamo a una simpatica signora che ci indirizza verso il Liverpool One.
Qui ci sono una serie di ristoranti etnici; indiano, italiano, grill self service.. alla fine optiamo per il meno peggio.. un falso ristorante francese.
Mangiamo una bistecca veloce mentre ci guadiamo nei tavoli vicini, ci sono soprattutto gruppi di signore “in libera uscita” il cui livello godereccio è già alto.
Scappiamo prima di diventare prede e torniamo in Fleet St.

Son solo le 10 ma per le strade c’è giù un carnaio di gente.. ragazzi e ragazze (età media sui 25) che entrano/escono dai locali, gruppi di ragazze vestite all’inglese (gonne corte, vestiti, tacchi.. tutto incuranti del freddo); gli unici con il giubbotto siamo noi.
Per riscaldare l’ambiente entriamo in un localaccio, sembra di essere a una festa universitaria.. l’età è bassina (sui 18-20) ma il posto mi piace.
E’ su due piani, tutto in legno con divani dove sedersi e i banconi che sembrano quasi improvvisati.
Il bere non costa tanto, anche se i cocktail proprio non li sanno fare.. e ci obbligherà chiedere sempre il “double” di misurini d’alcool.
Il Dj spara musica dance-elettronica piacevole da ballare, ma per ambientarci meglio non possiamo non iniziare a fare il giro dei locali.

Finiamo in Concert Sq. Ed entriamo al Revolution.. Altro giro e si inizia a ballare con alcune ragazze in pista.
Il bello è che in nessun posto si paga l’ingresso quindi è un continuo muoversi e cambia la gente che incontri.. magari a fine serata magari ribecchi persone incontrate all’inizio.. Cool!
Giriamo fino a quando non finiamo allo Zoo Bar.
Qui ci piazzeremo un bel pò visto che c’è la migliore musica e le migliori ragazze.

Gioco subito il jolly regalando la rosa acquistata all’esterno a una ragazza molto carina (quelle che in genere piacciono a me… biondine, piccoline, vestita un po’ vintage) la ragazza si sorprende positivamente sulla mia italianità..e parliamo un po’.
L’amica però fa ostruzione, prima fa la gelosa rubandole la rosa all’altra e poi la porta via a ballare.
Mi accorgo del primo problema, la giacca… di loro nessuno la indossa e di conseguenza non ci son guardaroba aperti… questo mi impedirà di partire con il famoso “obedanze”.
Torno dagli altri che stanno sono già al secondo shots di vodka.. poi vedo il Rosso che inizia a lanciarsi su due giovani.. ma viene stoppato visto che le ragazze preferiscono il ragazzo di colore.

Decidiamo di cambiare giriamo l’angolo e finiamo al Baa Bar.
Altro bel locale su due piani ottimamente frequentato.
In bagno veniamo giustamente presi in giro da alcuni ragazzi per le nostre giacche.. gli sembriamo dei marziani.. ma la battuta è simpatica non fatta per attaccare briga.
Decidiamo così di mollarle su una sedia e possiamo scatenarci.. Il Rosso ci trascina come sempre anche tra ragazze fidanzate tra loro...(quella che fa l'uomo sembra un ex-atleta della DDR).
Il Vale invece scatena la sua passione fotografica.. facendo il book a una vestita molto scollata, la ragazza si metterà in posa ed insisterà per farsi fotografare, tanto da lamentarsi quando stava ritirando la macchina (alla fine avremo una ventina di sue foto nelle posizioni più assurde)

Io invece, prima vengo preso da una per fare una foto con lei e scapperà come se fosse Biancaneve, poi finalmente potrò usare l’Obedanze che mi porterà a conoscere e ballare con un’altra biondina.. di cui in comune forse avevamo lo stato alticcio.


Verso le 3 decidiamo poi di tornare allo Zoo… dove rivedo le ragazze della rosa ma con la giacca non ci muoviamo a nostro agio.
Giusto in tempo per essere preso ancora in giro… stavolta da un simpatico ragazzo di colore che mi dice “You dance like an african”…


Torniamo in strada, il Rosso è impazzito … e decide di usare le frasi consigliate dalla Ryan… e chiede a tutte.. “do you kiss strangers? no! let me introduce myself”
Le reazioni sono tragi-comiche… a parte due tipe che stranamente ci danno corda.. con una delle due che mi prende sottobraccio per andare in un altro club.

Verso le 4 decidiamo che la nottata è andata… e torniamo a piedi al nostro ostello.

In generale dopo la prima serata, Liverpool mi ha sorpreso positivamente come quantità di locali e di gente in giro.
Ci si può divertire facilmente e, anche grazie alla forte presenza di polizia, non abbiamo trovato rischi di risse o “pericoli” in generale.
Anzi le persone incrociate son state quasi tutte simpatiche, pronte alla battuta e comunque sorridenti.

domenica 7 marzo 2010

Australia - che posto!! 5 parte - Sydney

SYDNEY
Dal 1 al 7 dicembre

Come ultima tappa del nostro giro australiano non potevamo non fare la sua città più significativa e conosciuta. Sydney!

Gli amici che c’erano stati qualche anno fa ci avevano raccontato di come sia in assoluto la più bella città dell’isola ma non ci avevano avvertito di quanto fantastico sia viverci, anche se solo per qualche giorno.

Arriviamo nel primo pomeriggio, lasciando la pioggia di Newcastle, e veniamo accolti da un pallido sole che si fa largo tra le nuvole; l’ingresso in città avviene sulla nostra Hunday nera passando sopra il mitico Harbour Bridge diretti verso il nostro ostello il Wake Up.
Ci mettiamo un po’ per sistemarci, tra check-in e riconsegna auto iniziamo a girare solamente verso le 4.
Dopo un giro al vicino vecchio mercato (il City market) ci buttiamo subito nelle vie più trafficate della città, la George St e la Pitt st
Ormai, abituati alla calma dei paesini sulla costa, entrare in queste strade è un po’ come uno schiaffo inaspettato.. ma piacevole
Le strade brulicano di gente che cammina velocemente e che si ferma solo per entrare in qualche negozio e, essendo vicini a Chinatown, anche qui la presenza di orientali è altissima.

Grazie a queste ore d’ambientamento i giorni successivi riusciamo ad immergerci facilmente nella città e iniziare nella visita dei posti principali.

La mattina seguente, il mercoledì, iniziamo con un giro sulla Monorail. una specie di tram rialzato che attraversa la città e mostra i quartieri e i luoghi del centro cittadino.
E’ ottima per farsi una rapida idea della struttura cittadina, e proprio per questo è principalmente usata dai turisti (tanto che gli abitanti la chiamano “mostrorail”)
Scendiamo a metà George St e andando verso il porto attraversiamo la zona “economica” dove sono presenti gli uffici e le sedi delle grandi banche.
Così a metà mattina arriviamo finalmente a Circular Quay (il porto)
Qui troviamo finalmente i simboli più conosciuti. La moderna Opera House e l’Harbour Bridge.
Facendo concorrenza ai peggiori giapponesi ci scateniamo in foto, cercando di beccare l’inquadratura migliore.
La zona, anche se abbastanza turistica, è veramente bella e forse per la prima volta nel viaggio realizzo che sono in Australia a migliaia di km da casa!
Passiamo un bel po’ di tempo qui, in relax , osservando e godendoci il panorama, “disturbati” solo da qualche ragazza che ci chiede se possiamo farle una foto.

A piedi proseguiamo andando sotto il ponte per poi salire nel vecchio quartiere “The Rocks”. Questa è la zona antica di Sydney, una volta zona malfamata ora è diventata zona residenziale.. però ha mantenuto gli edifici con i mattoni rossi e le verande come ingresso (era da Melbourne che non le vedevamo!)

Verso l’una il Circular Quay è pieno di gente, oltre ai turisti e a chi deve prendere il traghetto per le zone poco distanti, c’è tanta gente locale che si piazza rilassata sulle panchine vicino all’Opera House.. magari a prendere un po’ di sole o a leggere un libro in attesa di tornare al lavoro.
Effettivamente il sole è caldo, è la giornata ideale.

Finalmente ci avviciniamo alla Opera House, dal vivo rende sicuramente di più che in foto, è moderna e le sue forme sono affascinanti (non quanto quelle di una bella raga però!).
Faccio la sua scalinata alla Rocky ma poi mi rendo conto di non essere a Philadelpia, è uno dei simboli del nostro secolo e sono veramente contento di averlo visto e toccato di persona.
A piedi poi passeggiamo per i giardini botanici (dove vediamo anche i pipistrelli diurni) fino ad arrivare al punto panoramico meno frequentato ma più bello, alla fine della Mrs Macquaries Rd, dove si ha una vista spettacolare sulla baia e contemporaneamente dell’Opera House e l’Harbour Bridge.

I km diventano veramente tanti quando torniamo verso l’ostello attraversando Hyde Park con al suo interno la bellissima cattedrale.
Dopo una giornata intensa è necessaria una birra fresca al sole prima di buttarci nelle vie dello Shopping.
Il Rosso tenta di battere il record di negozi di surf visitati e non ci riesce solo per l’orario di chiusura (le 18.00).. E’ talmente preso che nell’ultimo negozio ci avevano perfino chiuso dentro e tutti aspettavano che finisse di provare un costume!

Il giorno dopo, vedendo che non c’è neanche una nuvola, decidiamo che è il momento di andare a Bondi Beach!
Prendiamo treno e bus ed insieme ad un gruppo che unisce turisti o giovani locali con tavola da surf in mano arriviamo finalmente in spiaggia.
La location è proprio quella della trasmissione “Baywatch in Australia”.
Passeggiamo per il lungomare guardandoci attorno.. ci sono piste per gli skate, negozi di surf, ristoranti di ogni tipo e gli immancabili guardaspiaggia.
A differenza dei famosi Baywatch americani che vestono di rosso questi hanno la muta blu e girano con il mini-jeep con megafono per richiamare chi non rispetta le regole.

Le onde sono veramente invitanti ed infatti il Rosso e Mel decidono di affittarsi la tavolo e provare a sfidarle.
Mentre loro cercano di cavalcare (o almeno tentare di seguire) un’onda, io mi rilasso sulla spiaggia guardando quelli che in acqua veramente surfano alla grande.

Dopo un paio d’ora i due “Italian Surfers” tornano senza danni passiamo la giornata a goderci la vita come fa la gente del posto.

Una birra (non in spiaggia dove è vietato), guardando un po’ di ragazze e commentando le evoluzioni surfistiche dei vicini.
Prima di lasciare Bondi, ci affidiamo a un cameriere veneziano per una pizza appena decente (“Fidatevi, è come quelle che mangiamo in Italia”) e facciamo una passeggiate verso le altre due spiagge famose, quelle di Tamarama e Bronte.
La camminata è veramente piacevole, effettivamente gli scorci visti meritano veramente.

A fine pomeriggio torniamo in centro.. il Rosso riprende a trascinarci per negozi di surf, abbattendo il record del giorno precedente, fino a quando non chiudono.


Anche il venerdì viene dedicato alla spiaggia, questa volta quella di Manly.
Il traghetto da Circular Quay, ci fa godere della fantastica vista dell’Opera House e del ponte dalla baia.
Attraccati ci buttiamo in via “the Corso”, di chiara impronta italiana, e al rosso gli si illuminano gli occhi vedendo la quantità di negozi di surf; io e Mel capiamo che anche per oggi non ci sarà storia.. un altro record verrà abbattuto.
Dopo una decina di dentro/fuori lo trasciniamo in spiaggia che, anche se meno famosa e bella di Bondi, ha il suo fascino.

I due compari si buttano subito nel surf e allora ho tutto il tempo per sciallarmi un po’ al sole.
Visto che non son tipo da spiaggia faccio una camminata nei dintorni, guardo in acqua e vedo solo gente che con il surf ci sa fare.. di conseguenza non vedo né Mel né il rosso.
Vado fino alla vicina spiaggia dove faccio un tutto per poi ritornare indietro.
Facendo la stradina che congiunge i due punti balneari, vedo i famosi pini che stanno dietro alla spiaggia di Manly e vengo preso come fotografo ufficiale dalla gente che mi incontra… tanto che ben 4 persone diverse mi chiederanno di fargli una foto (non poteva mancare il gruppo di giapponesi.. uno con su la maglia di Totti)
Ritornando dagli altri trovo Mel esaltatissimo perché l’istruttore lo ha eletto come il suo “preferito” ed allora il Rosso ripiega rituffandosi nei negozi…

La penultima giornata inizia tardi a causa della lunga nottata di venerdì; il risveglio faticoso ci porterà a muoverci solo dopo mezzogiorno.
Prima tappa è il Fish Market, dove i nomi italiani imperversano.
Tra granchi, pesci piccoli, aragoste e pesci grossi vediamo come i tempi siano cambiati.. ormai ci sono gli italiani che comandano e gestiscono tutto mentre i lavoratori/venditori sono tutti orientali.
All’esterno c’è anche una targa in onore dei fondatori del mercato del pesce di Sydney. i nomi vanno da Ciuccariello ad altri cognomi “nostrani”; proprio mentre passiamo noi.. due turisti commentano il cartellone con un “mafiosi”; ci mancava la pizza e il mandolino ed eravamo al completo!


Dopo il Fish market non potevamo non andare nell’acquario di Sydney, per raggiungerlo camminiamo sopra il ponte a Darling Harbour… è sabato e la zona è piena di gente.
L’acquario è studiato bene ed il pezzo forte è quando si entra in alcuni tubi in mezzo alle vasche dove sono presenti il dugongo (troppo simpatico), il Platypus, i pesci piatti di cui non mi ricordo mai il nome ma soprattutto una serie di squali (da vicino mi impressiona la loro doppia dentatura).

Finito con l’acquario nelle nostre ultime ore a Sydney, ci buttiamo nello shopping cittadino, che il sabato è veramente impressionante per la marea di gente in giro.

Per le serate, in genere devo dire che Sydney regala molte possibilità di svago, ovviamente essendo una città molto grande non sempre è facile trovare il posto “migliore” e si rischia di girare a vuoto quasi tutta la sera oppure non trovare la zona o il club più vicino alle proprie esigenze.

Dalla prima serata, essendo martedì, non ci aspettiamo granchè.. così ci muoviamo nella zona centrale, vicino al nostro ostello nella zona tra George St, Pitt st e Liverpool ST.
Cena a base di canguro (sempre ottimo) in un risto-pub, poi quasi per caso entriamo in uno dei tanti hotel (così son chiamati i pub) che propone una band dal vivo.
La band spinge con i soliti brani rock, e la pista è piena di gente che canta, balla e beve.
E’ strapieno… così non ci facciamo desiderare ed ordiniamo da bere.
Al bancone incrociamo il “rompiballe” numero uno.. è l’addetto della pulizia del pavimento che gira con secchio e straccio e pur di pulire anche l’angolo più nascosto vicino al bancone ti spinge via energicamente.
E’ incredibile, ovunque giri nel pub dopo 5 minuti ti viene a rompere… anche in pista!
Capirò poi il motivo, il pub è aperto 24 ore su 24 e questo è il metodo per pulirlo in tempo reale
L’atmosfera è bella e c’è gente di qualunque tipo… in pista si segnalano due “callarone” in caccia (per poco entriamo anche noi nel mirino.. ma riusciamo a scampare il pericolo)
Poi c’è una biondina martellata da un tipo con la maglia di Diego Maradona, ovviamente il rosso non perde occasione per rompergli le uova nel paniere andandogli a cantare la canzone “Ho visto Maradona.. ho visto Maradona.. o mammà mi sono innamorà”
A metà serata Mel viene quasi preso di forza da una francesina... mentre una Rossa (non il rosso) balla scatenata facendosi i tipi che gli passano di fianco; quando la band finisce tutta la gente scende in una saletta al piano inferiore.. dove si chiude la serata bevendo e ballando.
Niente da dire, per essere martedì… gran serata e torniamo a casa un po’ barcollanti.
E’ sempre il rosso l’ultimo a mollare quando in ostello aggancia una svizzera e va con lei a fare colazione... senza però riuscire a piazzare il famoso “colpo di coda”

Da mercoledì sera il gong di inizio serata è scandito dall’autoparlante presente in camera, ogni giorno verso le 6 / 6 e mezza in tutte le camere dell’ostello parte la voce “Wake Up.. Wake Up”… e via con le varie offerte e notizie sulla serata del suo discopub (il Side Bar).
Immancabile monito per dire che è arrivato il momento di muoversi e scaternasi!
Seguendo i consigli della Lonely (che sto iniziando ad odiare) andiamo nella zona “viva” di Sydney. Oxford St.
Mangiamo al ristorante balcanico, dove l’attempata cameriera/proprietaria, visto che siamo italiani, si siede al nostro tavolo e si mette a raccontare un po’ della sua storia ed usciamo alla ricerca delle movida!
Non so se la pensate come me, ma la cucina balcanica a me piace sempre.. anche se un po’ pesante

La Lonely mi tira il secondo pacco sui divertimenti.. dopo che in America aveva spacciato Buffalo come la “Miami del nord” ora ci segnala Oxford St a Sydney come una delle più vive e piene di locali.
Il panorama usciti dal ristorante è desertico… qualche pub aperto, dei bar che stanno chiudendo, mancava solo la palla di fieno che rotola
Dopo avermi preso i giusti insulti dai due compari notiamo del movimento ed entriamo in un club in uno scantinato.
Il locale ha una bella location con due sale arredate in modo strano.. tra divani, candelabri, ambiente un po’ ricercato-chic-trasandato.
Dopo poco le sale si riempono di gente abbastanza strana..
C’è quello con il cappello da cowboy, quello con la barba alla Bin Laden, tutti vestiti molto ricercato.. con il proprio stile.
E proprio mentre ci muoviamo verso un gruppetto di ragazze niente male ci taglia la strada un albero di natale…. Si.. un tipo vestito con le decorazioni per l’albero, dalle palline ai festoni ed altre decorazioni.. gli mancavano solo le luci che si accendono e si spengono.

Visto l’ambiente “gayio” cambiamo location e finiamo a Kings Cross dove la situazione cambia.
Questa zona è famosa per essere il quartiere a “luci rosse” della città ma ormai è stato ripulito e a parte qualche locale “particolare” ci sono principalmente discoteche e discopub.
Appena scesi dal taxi incrociamo 3 tipe fuorissime ed attacchiamo bottone con una che ha il padre italiano.
Le tre son proprio bone, e il Rosso prova l’attacco alla più fatta del gruppo.. ma niente. E’ un bordello assurdo, mi fanno parlare al telefono con un’amica che ci invita in qualche altro posto…. Ma non si capisce bene dove.
Così, dopo questo delirio, lasciamo le ragazze al primo taxi e facciamo un giro per il quartiere.
Allontaniamo le richieste delle ragazze seminude che vogliono portarci in qualche strip-club e andiamo in una discoteca frequentata da giovani backpackers.
E’ strapieno ed è sempre il Rosso che inizia a fare qualche conoscenza.. ma ormai è tardi (son quasi le 2) e il meglio è già piazzato.
Proviamo un altro posto ma poi ripieghiamo sul pub della sera precedente.. dove beviamo l’ultima birra e torniamo in ostello, non prima di venire richiesti da alcune ragazze per una foto in quanto italiani.

Il giovedì sera patiamo la stanchezza del lungo viaggio e della giornata a Bondi, quindi ce la prendiamo con calma e finiamo con uscire tardissimo, alle 11 di sera.
Ceniamo al Thailandese (dove capiamo che Mel proprio non apprezza la cucina orientale) e poi giriamo i pub vicini all’ostello. prima di tornare a dormire abbastanza presto passiamo dal solito posto, che è semi vuoto, e dal “three monkeys” il posto che sembra giusto per noi… le 3 scimmie (alcoliche)..

Venerdì sarà la migliore serata a Sydney
Iniziamo forte cenando al bar sotto l’ostello.. bistecca, patatine e birre a quasi 8 euro
Alle 10 l’ambiente è già caldo, trascinati dal mitico Dj Josh.. prima di scatenarci gli chiediamo di mettere su il nostro inno nazionale “L’italiano” del mitico Toto Cutugno,ma incredibilmente non l’ha!... fossimo stati in un paesino della Russia l’avrebbero sicuramente messa

Qualche giro di vodka e poi torniamo a Kings Cross… il delirio è qui, giovani e meno giovani invadono i locali e le strade.
Un gay ci rimbalza all’ingresso del locale più cool (il World Bar) e ripieghiamo sul vicino “Candys”.
In coda conosciamo delle austriache e ci imbattiamo nella solita procedura di face controll
A parte controllare l’abbigliamento, controllano i riflessi della persona.. iniziamo con chiederti quanti cocktail hai bevuto.. dopo la tua risposta ti chiedono quanto hai bevuto a cena… ed iniziano a contestare la tua risposta.
Se si è abbastanza lucidi si entra, sennò si rimane fuori
Noi entriamo al Candys tranquillamente… un paio di vodke e poi in pista.. dove becchiamo l’ennesima figlia di italiani.. ma quante sono!?!
Balliamo un po’ e facciamo la foto anche con il Dj.

Dopo aver conosciuto tutte le ragazze del locale.. usciamo e proviamo al “The World”.. stavolta il gay non c’è più ed entriamo.
Il locale è pienissimo… della gente che piace a noi, cioè di bonazze!
Proviamo quello che bevono tutti.. il thè alcolico, praticamente ti compri una teiera con dentro liquore da shots.
Il locale è veramente bello e a metà serata finiamo sul divanetti invitati da un gruppo di ragazze….

A fine serata lasciamo le ragazze e, visto che avevamo il timbro, rientriamo al Candys.. ma capita la cosa più assurda…
Guardo una tipa, la saluto da lontano.. dopo poco arriva il suo ragazzo che aveva visto la scena ma non viene da me… va dal buttafuori che mi prende e fa uscire dal locale.
Così verso le 4 giriamo per le strade di Kings Cross dove conosciamo Loris e fidanzata, giovane toscano con tipa fottutissima, dove ci parla della sua Australia lavorativa.. e spara a zero sull’Italia.
Qui mi accorgo di una differenza… una volta chi lasciava il nostro paese per lavoro non vedeva l’ora di tornare e comunque decantava le bellezze che aveva lasciato… ora invece chi va via, parla male dell’Italia.
Su suo suggerimento chiudiamo la nottata al “Trademark Hotel”, locale abbastanza ben frequentato (anzi .. direi il meglio frequentato).

L’ultima sera proviamo a cambiare zona, a cena andiamo nella mondana darling Harbour, cena a base di pesce e poi giriamo nei bar sul lungo baia.
Il movimento è interessante, tante gente in giro.. un po’ di tutte l’età, ma soprattutto tanti gruppi di ragazze vestite “da sera”
Iniziamo da un baretto, dove al bancone c’è uno dei tanti giovani italiani che hanno scelto di fare il “Working holidays” in terra australe.
Seguendo la gente finiamo alla discoteca “home”, l’età è un po’ bassina e anche la musica è da maranza… peccato, perché c’erano parecchio belle tipe.
Allora seguiamo il consiglio del barista italiano e andiamo verso il centro commerciale della città, nella zona alta verso Circular Quay.
Andando in là conosciamo l’ennesima giovane australiana figlia di un italiano (di Ischia per l’esattezza) che era tanto bona quanto ubriaca e aimè tanto giovane.
Camminando per le strade gremite di George St arrivamo all’Ivy club.
All’esterno ci son auto della madonna, tipo ferrari e Lamborghini, ma nonostante questo superiamo il face controll (con il buttafuori che tempesta di domande il Rosso) e ci fiondiamo dentro
Il club è bello e la gente va dai 25 ai 35 anni.
Chiudiamo la serata in questo bel club, tra docce d’acqua in mezzo alla pista che partono all’improvviso e poliziotti che, sfruttando il fascino della divisa, martellano le tipe di brutto.


Il nostro volo è previsto per la sera.. così lasciata la stanza, di domenica mattina, facciamo un ultimo giro.
Prima andiamo nella zona oltre Oxford st., ora un po’ in decadenza visto che tutti i posti alla moda si sono trasferiti verso Darling Harbour, e poi ci perdiamo nell’enorme rete di negozi sottoterra (sono incredibili, sembra di essere in una città a parte)
Un po’ di nostalgia è già presente nei nostri visi. E per le ultime ore, visto la giornata di sole, ci sdraiamo in mezzo al parco.

Ormai son passati tre mesi dal mio rientro dall’Australia e posso dire che le emozioni che mi hanno dato quei posti, solo in pochi altri luoghi le ho avute.
Alcune delusioni ci sono state (es. Surfers Paradise) ma in generale..mi viene da dire solo “ragazzi.. che posti”

Cool!

martedì 2 marzo 2010

Il Pagellone di Bellinzona

Con un po’ di ritardo… riesco a fare le pagelle della consueta festa carnevalesca in quel di Bellinzona.
Anche quest’anno, solito casino con divertimento assicurato e tutti (o quasi) presenti!




RISTORANTE CINESE

Immancabile la cena al ristorante del venerdì sera.
Veniamo accolti dalla giovane figlia cinese che in dialetto ticinese appena ci vede esclama “Ma voi siete quelli dell’anno scorso!?!”
Il cibo in se non è male, ma il conto rimane salatissimo nonostante rimaniamo accorti sul vino.
“DELITTO AL RISTORANTE CINESE” voto 5

COLO

Il “compagno” Colomboski come l’anno scorso agisce in doppia veste.
Il venerdì, lasciato single, parte male non indossando il vestito alla Borat (causa freddo) e ripiegando sul solito vestito da chirurgo alla George Clooney.
Poi viene perso dal gruppo pochi metri dopo l’ingresso al Carnevale e ritrovato solo la mattina mentre dormiva come un ghiro nel suo letto con le guance rosse per gli schiaffi ricevuti.
Il sabato, in versione maritino sobrio, si preoccupa di stare alle nostre calcagne alla ricerca di materiale per il suo famoso archivio da Kgb
SOLITARIO (il vene) e COLONNELLO (il sabato) voto 8

CASTE

Il bomber parte lamentandosi del vino Ticinese che gli propina il ristorante cinese.
Fa due serate in versione Bill Murray in Ghostbusters riuscendo a perdere la pistola dell’acchiappafantasmi già nella prima serata
Rimane uomo di poche parole… ma quelle che dice lasciano il segno; dopo la scena dell’anno scorso in cui non riusciva a chiedere l’acqua a Manuel, quest’anno al risveglio cui spiega a voce bassissima come abbia ordinato “del Pinooot”
TIZIANO CRUDELI L'URLATORE voto 8

IVO

Supereroe non per caso.
Travestito da Robin è il re del privè insieme a Batman (Mel)… il famoso tendone dietro al muro dei cessi.
Martellatore incessante, non molla il colpo neanche alle 6 di mattina nel tentativo di raccogliere “il meglio” della piazza.
Peccato non riesca a bissare i risultati eccellenti degli ultimi anni
INCOMPRESO voto 8

VALE

Uno dei “belli di Ceredo” arriva il sabato in compagnia di Carlitos e riesce a farmi spendere 5 euro in chiamate visto che si perde nella metropoli di Bellinzona.
Inizia carico piazzando il nuovo record di velocità in bevuta di birre durante il giro nel tardo pomeriggio tra le vie cittadine.
Anche lui in versione Ghostbusters entra bene nel ruolo del Dott. Egon Spengler e nella nottata si muove per le strade del carnevale con la naturalezza che aveva Giucas Casella quando camminava sui carboni ardenti
CHIMICO voto 8

MEL

Ecco l’altro supereroe del gruppo.
In versione Batman fa con Ivo la coppia più temuta del carnevale.
Per questa volta riesce a non essere il più fuori del gruppo e a tornare a casa tutto intero.
Anzi, si rileva uno dei più sobri e dei più attivi delle serate anche se non si muove dal Privè neanche dietro torture saudite.
Visti i risultati domenica mattina rimpiange il costume da donna che gli aveva regalato tante soddisfazioni (es "non ti sei mai fatta un supereroe?".. "no.. e non mi interessa")
MATURATO voto 8

OBE

Fa un carnevale in Doubleface.
Del venerdì, vestito da sceicco arabo, si ricorderà ben poco… l’effetto Braulio lo porterà a passare la serata prima in compagnia di Rudi e Max Merlo e poi nel Privè con i supereroi (e il palo in mezzo alla pista).
Si riprende giusto alla fine per dar manforte ai martellamenti di Ivo e per perdere il turbante.
Al Sabato torna al caro vestito da Bambino e torna sulla retta via… importunando a destra e a sinistra (poliziotte, infermiere, tipe senza voce) fino a quando minaccia una 16enne classe 1993, con sui stava parlando, di denunciarla per molestie sui minori (tutto mentre lui gli tocca il culo)
MOLESTO (il venerdì) MOLESTATORE (il sabato) voto 7

MANUEL

Sfoggia il vestito nuovo… in pratica un misto tra un promotore finanziario, mister muscolo e Schwarzenegger nel film “una promessa è una promessa”.
Pur perdendo il primato di “peggior lavandino” del gruppo non rinuncia ad aver il frigorifero con la spesa nella sua stanza.
Anche lui di casa fisso al Privè, dove strappa un bacio voluto alla ragazzina di turno… peccato che potrebbe essere sua figlia
NOTTI MAGICHE (inseguendo un goal) voto 8

RUDI e MAX

Li metto insieme visto che son coppia fissa.
Cercano di dare un po’ di ordine a partire dal momento della spesa fino all’aperitivo.
Eroico Max che riesce a resistere con maschera da sci anche all’interno del tendone.
e quest'anno niente “tendone Giorgio Basso”
COMMENSALI voto 8


TEO RIVA

La new entry fa un ingresso con il botto.
La prima sera (dopo aver portato via a Manuel lo scettro del bevitore di liquori) parte vestito da Ghostbusters per poi diventare lui il fantasma.. tanto che lo perdiamo nella seconda piazza e lo rivedremo solo la mattina seguente.
Veniamo poi a sapere che ha passato la notte in stazione (“non era male.. c’era la musica, gente…”).
Il sabato capisce finalmente dov’è il Privè ma passa metà serata da bravo angioletto e, quando torna libero, cerca di recuperare ma rimane in affanno.
CAPOSTAZIONE voto 8

SAURO

Insieme a Manuel fanno la coppia più cool del momento… uno che sembra Schwarzenegger e l’altro il generale Badoglio.
Peccato che uno sta facendo fallire la California e l’altro firmò l’armistizio italiano della seconda guerra mondiale.
Un generale tutto genio e sregolatezza.. soprattutto quando si tutta a peso morto sulla siepe dell’ostello.. ottenendo un taglio al gomito
IDEE IN PROGRESS (lapo) voto 8

GIORGIO

Il cardinale Giorgione nelle movenze ricorda il protagonista di questo dvd http://www.dvdland.it/nicom1/p_547062/dvd_hard/le_perversioni_del_cardinale.html peccato non sia ambientato in quel di Bellinzona.
Ricordando che l’anno prima aveva colpito senza fiatare… il sabato lo marco a uomo nella speranza di un bis…. speranza che si infrange dopo essere usciti a mani vuote dal bar “dove si becca sempre” (quello in cima alla scalinata).
Dopo un sabato pomeriggio in sofferenza passato in camera a riprendersi regala il colpo migliore del weekend quando sabato notte, al rientro in ostello, va a in bagno a sparare una bomba liberatoria… mentre nel bagno a fianco una coppia ci dava dentro di brutto
MORALIZZATORE voto 8

FEDE

L’ultimo dei Ghostbusters fa capire subito di che pasta è fatto… tanto da sostituire la pistola acchiappafantasmi con l’estintore del piano.
Dopo questa perla in giro sfodera il suo fischio da stadio tanto che lo sentono anche in frontiera.
L’ho visto a tratti… per il suo continuo girare tra i tendoni e i bar cittadini… ma conoscendolo so che è una certezza.
GIGI LA TROTTOLA voto 8

CARLO

Ritorna a Bellinzona dopo anni d’assenza, presentandosi con lo stesso vestito di Don Buro
Già fuorissimo all’uscita dell’ostello, supera il controllo cantando la famosa canzone di Lia De Bahia (quella che fa… “a me piace tutto lo ragazzo italiano.. xche sono vera-veramente bravo a fare l’amore..”) peccato sia più stonato del Principe Filiberto.
Anche lui si fissa nel Privè, dove le ragazze lo eleggono come il prete più richiesto del carnevale.. tanto che se avesse presieduto messa ci sarebbe stata un’affluenza record.
Torna in ostello barcollante come ai tempi di Basilea.
MAGO SILVAN “Sin Sala Bin” voto 8