mercoledì 30 aprile 2008

Valencia 17-20 Aprile - provvisorio

Finalmente ho trovato un po’ di tempo per scrivere qualcosa sul weekend passato a Valencia

Per staccare un po’ abbiamo deciso di passare 3 giorni (dal 17 al 20 aprile) nella città della coppa America, siamo in 6.
Oltre a me, ci sono i soliti companeros il Rosso, Van der Melchio, il Bomba, il Vale e in più la new entry Ivo

Un po’ dati tecnici sul viaggio

Voli aerei: andata con Vueling e ritorno con Clickair. Entrambe puntuali e disponibili
Hotel: www.hotel-valencia.com in centro, nuovo, pulito e a buon prezzo.. promosso
Trasferimenti: dall’aeroporto al centro metropolitana a 1,80 € in 20-25 minuti circa
Comunque anche i taxi sono abbastanza economici, i trasferimenti dal centro per le discoteche fuori al max 10 euro a tratta.


Giovedì

Atterriamo in mattinata all’aeroporto di Valencia, tempo di prendere la metro e alle 11 siamo già operativi
La giornata la passiamo a visitare il centro storico, partendo dalla Plaza de La Reina, Plaza de la Virgen, la cattedrale (dove un prete inizia a tempestare di domande il Rosso) e la salita sulla torre del Miguelete
Il giro a piedi è piacevole e la città mi fa veramente una bella impressione
Dopo un ricco menù del dia finiamo a riposarci ai Giardini Reali, e tornando passiamo dalle Torres de Quart e Plaza Redonda

Come immaginavamo il centro lo si gira tranquillamente in una giornata e dopo un paio di birre torniamo in albergo a prepararci per la serata.

Per cena ovviamente optiamo per la Paella Valenciana, scegliamo il Ristorante La Riuà, paella ottima e prezzo buono

Dopo mangiato andiamo subito in calle Caballeros.. è giovedì sera, c’è un po’ di gente in giro ma non è pienissima…
Qui individuiamo i locali che avevamo letto prima di partire.. il Fox congo, la Bolseria, il Radio City ect..

Ne giriamo un paio ma non sono ancora pieni.. così andiamo al Fox Congo e iniziamo a fare qualche giro di ciupito
La barista, Maria, è spettacolare e non si può non ordinare da lei… Il fox congo non è granchè, età abbastanza bassa e musica che non è il massimo

Finiamo così alla Bolseria, che nel frattempo si è riempito.. qui il Bomba inizia a muoversi come i bei tempi e finiamo al bancone a parlare con due studentesse americane
Gli altri decidono di andare avanti nella discoteca la Las Animas, dove si preannuncia una festa Erasmus, e rimaniamo d’accordo che io e il Bomba li avremmo raggiunti lì

Tra un cocktail e qualche cazzata rimaniamo con le americane ancora un po’ fino a quando poi decidiamo di raggiungere gli altri

Il taxista è un vecchietto, appena gli diciamo di portarci a “las Animales” (come chiamavo io la discoteca..) iniziamo a chiedergli “ma ci sono i Melones??” , “e la buonas chicas?”. .
Lui non capisce più nulla, inizia a prendere strade a caso e si mette a raccontare un po’ di sue storie e di quando era stato in Italia….. è più carico di noi!

Alla fine ci lascia davanti al locale..Il posto è piccolo ma pieno.. iniziamo a muoverci alla ricerca degli altri.. gli scrivo che noi siamo al bancone.. ma non li troviamo
Tempo mezz’ora e di scambiare due parole con qualche ragazza.. il locale sta per chiudere…
Qui scopriamo che siamo finiti al Bar “las Animas” (vicino al centro) e non nella disco (vicino al porto)…

No problem prendiamo un altro taxi… anche a lui chiediamo info sulla disco..ect…
Alla fine ci lascia dicendoci di chiamarlo che se trovavamo qualche “Melones”
Son proprio fuori i taxisti di Valencia!
Entrati becchiamo gli altri.. la disco è piena, son le 3 e mezza ma la notte sarà lunga

Tra una bevuta e qualche ballo.. tra di noi ci si perde, ci si ritrova e ci si riperde ancora..
Io mi lancio nelle danze come di consueto..
Quando ci si diverte il tempo vola.. e la serata volge al termine…
C’è giusto il tempo, in pista, per scambiare con degli sconosciuti dei “cinque” all’americana dicendo “you are my friend”

All’arrivo nel letto l’orologio segna le 6.55 ma la prima serata Valenciana, tra chi è diventato El limonator de Valencia e chi il successore di Prandelli del premio “Seminatore d’Oro”, è stata promossa alla grande..

Vacanze in America. parte 2a

2 – 3 MAGGIO

Il 2 mattina prendiamo l’aereo per Las Vegas
Arriviamo nel tardo pomeriggio e alle 6 di sera siamo già nel nostro hotel-casinò, il Palms
La scelta dell’hotel non è casuale in quanto è il casinò ufficiale di Playboy
Giusto il tempo di sistemarci e ci buttiamo dentro alla nightlife
Che dire di las vegas?? di notte è spettacolare, tutte le luci, le varie attrazioni dei casinò e tanta tanta gente
Ovviamente non possiamo non giocare, il bello è che mentre giochi tutto il bere è gratis; quindi mentre facciamo girare la roulette le consumazioni non si contano
Proviamo qualche locale ma è mercoledì sera e la serata non decolla come pensavamo
Però ci si diverte e Marlon prova ad agganciare una tipa più fuori di noi… peccato che lo faccia con la velocità di un elefante!

Il risveglio è lento e ci buttiamo in piscina a rilassarci
Las Vegas su Marlon ha degli strani effetti



Non saranno le presenze al suo fianco??





La serata inizia al Ghost Bar dove abbiamo una visuale della città a dir poco spettacolare.. e non solo della città… ma soprattutto della barista che ci serve il Margarita

Andiamo a giocare al Venetian hotel e dopo aver clamorosamente vinto, facciamo per entrare nella sua discoteca, il Tao
Superiamo la selezione grazie a un gruppo di ragazze Inglesi.. molto Inglesi (chi vuol capire capisca), entriamo e rimaniamo a bocca aperta
Ci sembrava di essere nel telefilm su Sky, rapporto uomini–donne 1 a 1.. ma soprattutto una percentuale di fighe mai vista
Ovviamente ci si lancia in balli scatenati e sfoggiamo il nostro “ottimo” inglese
Nessuno si tira indietro,con il Caraibico in primis che sfoggia la sua abbronzatura naturale

Alle 5 passate torniamo in hotel, anche perché la partenza per il Gran Canyon era prevista per le 9.
Arrivati al Palms, il Rosso e il Bomba si giocano gli ultimi soldi.. ubriachi, restano al tavolo solo perché c’è una ragazza che si fa baciare ogni volta che vince
Il croupier li istiga simulando la strizzata di capezzoli
Non connettono più, sempre più ubriachi alla fine, insieme alla ragazza, si giocano i 250 dollari accumulati sul rosso e nero
Io non riesco ancora a crederci.. vincono

Si va a dormire dopo le 6, la sveglia suonerà alle 9 e mezza


4 maggio

Affaticati dalla serata partiamo un po’ come dei diesel
Però inizia il nostro avvicinamento al Gran Canyon
E’ spettacolare andare in auto per queste strade diritte, con un minimo di vegetazione ai lati e dalla terra dai colori giallastri e rossicci
Mentre guidiamo il Bomba ripete in continuazione “Che serata, quella di ieri è stata la disco più bella in cui sono stato” finché il Rosso gli taglia le gambe con una frase “E’ il primo posto dove c’erano più tipe che tipi.. e non ce ne siamo fatti neanche una”
Arriviamo a Kingman, dove una volta passava la famosa Route 66, la strada che collegava Chicago a Los Angeles




poi proseguiamo fino a Williams (vicino al G. Canyon) dove distrutti, crolliamo nel letto alle 11 di sera

Da qui inizia la settimana dedicata alla visita dei parchi nel West America

Alla mattina c’è subito la prima sorpresa, ci alziamo e vediamo della neve sulla nostra auto!
Superata la sorpresa ci buttiamo nella classica colazione con salsicce, uova e french toast (non quello di Road Trip!!)
Il Gran Canyon ci aspetta e l’impatto è a dir poco spettacolare! Peccato per il tempo nuvoloso.. ma vedere cosa possa fare la natura ci lascia tutti a bocca aperta





E’ incredibile come l’acqua e il vento abbiamo creato questi solchi e dato colori sempre diversi alla roccia, il tutto senza vedere una fine
Ci scateniamo con la macchina fotografica e per il resto della giornata decidiamo di fare un trail consigliato dai ranger, che ci fa scendere un po’.

Il giorno seguente, in prima mattina, prendiamo l’elicottero che ci porterà all’interno del canyon
Fortunatamente c’è il sole, da qui riusciamo a vedere bene anche il fiume Colorado; è indescrivibile!




Continuiamo a muoverci nel parco fermandoci nei diversi punti di vista e prendiamo la strada verso la Monument Valley, la terra dei film western

Dopo un pranzo a base di Hencilada e Fajtas riusciamo ad arrivare, anche grazie a Marlon che porta la nostra auto a più di 90 miglia, alla Monument giusto per vedere il tramonto



Il giorno dopo inizia la visita al parco; come descrivere questa riserva indiana degli spazi infiniti dove ogni tanto ci sono delle rocce dalle forme più strane che spuntano dal nulla???
Dopo un breve giro, decidiamo di affrontarla a cavallo come Clint Eastwood.. o meglio come Bud Spencer e T. Hill in Trinità.
A parte la mia paura iniziale, le successive due ore rimarranno memorabili sia per i scenari che vediamo sia per le risate su come conduciamo i cavalli





Infatti c’è chi rimane sempre attardato (Marlon), chi ha il cavallo che si ferma e riparte a sorpresa (Il mio) e chi si scatena in foto (il Caraibico)

Usciamo dal film western passando dagli ultimi punti di vista e proseguiamo verso lo Utah


La sera ci guardiamo i Suns contro S.Antonio mentre ci mangiamo una pizza americana pronti per passare per lo Zion Park
Lo Zion è il più simile ai parchi delle Alpi, con molto verde e un fiume che passa in mezzo; anche qui facciamo i trail suggeriti dai ranger
La sorpresa maggiore avviene quando su un tavolo nell’area picnic troviamo una dentiera!
Un po’ stanchi e con la schiena a pezzi dalle ore di cavallo del giorno precedente andiamo verso la California!
Primo obbiettivo è la Death Valley, uno dei punti più caldi della terra.

A cena ci fermiamo a mangiare nei pressi di Las Vegas, da “Alfredo’s”, una tavola calda con casinò
Sono quasi le 9 e subito il gestore, un uomo sui 50, prima ci dice che non si può più mangiare e poi cambia idea ci porta in un tavolo
Noi speriamo venga a servirci la ben più giovane e carina cameriera.. ma niente, a prendere l’ordinazione viene lui, si siede sul tavolo vicino e, mentre ordiniamo una bistecca, inizia a succhiarsi una pustola che ha sul braccio dai cui si vede tutto il sangue
L’appetito ci passa di colpo e lui, con un colpo da maestro inizia a cantare in italo-americano “That’s Amore”
Lo assecondiamo con battiti di mani e dopo arriva la bistecca.. ne abbiamo mangiata ben poca

Usciamo e alle slot del casino vediamo un vecchio con attaccato l’ossigeno che gioca; anche questa e America

9 Maggio

Le strade della California sono tutte a gobbe e mentre ci avviciniamo alla Death Valley fa sempre più caldo
Sono le 10 di mattina ma stiamo già sudando come cammelli, lentamente ci imbattiamo in una distesa desertica ricoperta di sale, poi nel punto più basso degli Stati Uniti, ben 85 metri sotto il mare!
I posti sono talmente strani che sembrano finti




Il Caldo non ci lascia tregua e ovviamente come pranzo scegliamo di stare leggeri, cheeseburger e birra ghiacciata.
E’ tutto veramente affascinante, la “Valle della Morte” ci ha veramente conquistato con le sue forme bizzarre






Usciamo dal parco e le strade sono sempre più deserte, il panorama intorno muta in continuazione.. guidiamo con calma senza frenesia e ci gustiamo tutto il paesaggio
L’impressione che abbiamo è che la zona sia isolata ma non del tutto, infatti notiamo segni di attività umana nel terreno deserto, sembra quasi zona militare
A un certo punto prendiamo una stradina alla ricerca di una città fantasma; ci sentiamo quasi come controllati e poco dopo ci incrocia un furgoncino che poi torna indietro, noi proseguiamo ma ci è sembrato perlomeno strano
Bhò, magari abbiamo solo visto troppi film

Mentre ci avviciniamo al Pacifico la strada taglia la California, è ben diversa da quella da noi sognata; ci sono cittadine desolate, una fabbrica di sale e pompe di benzina ormai diroccate

La guida è lenta e il giorno seguente ci aspetta l’ultimo parco, il Sequoia

Sveglia presto e partenza per l’ultimo parco Americano; la strada per arrivarci ci fa passare in mezzo a tutte le piantagione di frutta, aranci e ciliegi la fanno da padroni e noi ci fermiamo per comprare un po’ di fragole fresche da mangiare mentre saliamo
La strada per il Sequoia è la tipica strada di montagna, con tanti tornati ma neanche troppo tortuosa
Entrati nel parco notiamo subito le Sequoie giganti, effettivamente di fronte a noi sono veramente enormi, andiamo a vedere il più grosso “The General Sherman”
Ammazza che base!





Passiamo anche sotto la pianta caduta e poi ci avviciniamo alla costa; domani sera è Friday night!





11 Maggio

Dopo una bella dormita ci svegliamo a Santa Barbara
Nelle nostre menti eravamo già pronti a fare il bagno, ma il vento e la stagione estiva non ancora iniziata ci porta presto a ritirare costume e a coprirci
Dopo un giro per la via principale, dove iniziamo a vedere la California dei film, fatta di mare, belle auto e belle ragazze
Prima della serata ce la spassiamo nella Jacuzzi dell’hotel e dopo, volendoci fare una birra in piscina, chiediamo al bar vicino cinque birre da portare via.. la bella barista bionda ci dice “Where you come from? Amsterdam? You cannot drink outside the bar”
E ci vien da pensare… son proprio strani questi americani

La serata promette bene e infatti non ci deluderà
Ci sono parecchi bar/club nella via principale, l’alcool scorre a fiumi (forse fin troppo)
Il Rosso e il Bomba provano a convincere la ragazze dicendo loro se vogliono provare la Jacuzzi dell’hotel
Si balla, si beve si conosce tanta gente
Come ogni serata americana alle 2 ti buttano fuori dal locale e chiude tutto
Causa troppe bevute, torniamo a fatica all’hotel (in particolare io…)


I tre giorni seguenti ci serviranno per ricaricare un po’ le pile e salire lentamente fino a San Francisco
Qui passiamo da Morro Bay, città di pescatori con un vento pazzesco, da Montery, cittadina ben tenuta dove passiamo la domenica pomeriggio, e da Santa Cruz
Da Santa Cruz ci aspettavamo molto, in quanto è famosa località di surfisti e con un’università abbastanza conosciuta
Il primo giorno siamo rimasti un po’ sconvolti dal deserto che c’era per strada e perchè la zona del molo era piena di barboni
Ovviamente avevamo sbagliato strada, infatti il giorno dopo scopriamo la via principale e vediamo la vera Santa Cruz
Molto viva, librerie aperte fino le 10, bar, locali un po’ underground.. peccato sia lunedì sera!
In questi giorni cogliamo l’occasione di andare al largo a vedere le balene


15 - 19 Maggio

Finalmente arriviamo a San Francisco, l’unica città di cui tutti parlano bene
Effettivamente Frisco è come te la raccontano, ma anche molto di più

Come inizio seguiamo la Scenic Drive in auto, che ci porta in tutti i punti della città
E’ tutto un sali-scendi, di strade discese e salite ripide, mi sembra di essere M. Douglas nel telefilm “Le Strade di S.F.”





Andiamo a mangiare un pranzo orribile da Hooters (non potevamo non farlo!)
Notiamo le continue differenze della città, dal quartiere per hippy tutto colorato, a quello gay con il bandierone arcobaleno che sventola, al centro commerciale con i suoi negozi, al porto con dietro Alcatraz, a Chinatown e per finire a Little Italy
E’ questo che ci piace, tanta diversità in poco spazio

La sera giriamo vicini al nostro albergo,nella zona di Union Square; è martedì sera, ma entriamo in una festa organizzata dalla sezione legale di Princeton
Ma la stanchezza vince e torniamo a dormire

Il giorno dopo passiamo il mitico Golden Gate, con tappa a Sausalito
E’ solo un ponte, ma è affascinante



Giro al porto, e poi tristemente lasciamo quella che è stata la nostra casa per parecchi giorni.. la mitica Mitsubishi Ende

Ovviamente per muoverci useremo i turistici Cabs, e poi andremo a visitare Alcatraz, che io suggerisco anche solo per il gusto di entrare in qualche cella.
Per il resto ci muoveremo a piedi un po’ senza meta, giusto per gustarci la città in tranquillità
Finiremo a mangiare a Chinatown un ottimo cinese (sei portate senza neanche una cosa fritta!, ma era cinese???) e a intravedere le code per entrare nei dormitori per barboni

Per le serate, anche se in mercoledì e giovedì, ci siamo sempre divertiti
Il mercoledì finiamo in una disco al 50° piano di un hotel; anche qui c’è una presenza femminile che sembrava surreale (ma chi lo dice che le americane sono ciccione???)

Il giovedì proviamo un paio di club nella zona nuova di S.F., il “Soma” dove si trova un ambiente meno elegante, più underground
Qui le consumazioni costavano la metà.. e quindi ne bevevi il doppio!

Il sabato abbiamo l’aereo per il ritorno, la città ci saluta alle 6 di mattina con la sua nebbia bassa, i nostri volti sono un po’ tristi ma soddisfatti

E come diceva Mikey all’inizio del nostro viaggio “Take it easy”

martedì 29 aprile 2008

Un anno fa..... Vacanza in America...

1 Sogno
6 Stati
3.064 Miglia
I nostri States

Partiamo in 5, ispirati da centinaia di film, da “Sognando la California” a “Paura e delirio a Las Vegas” passando da “Road Trip” ma soprattutto da “Vacanze in America” con J. Calà e C. De Sica

Oltre a me c’è:
Matteo “Il Rosso”, fisioterapista di successo, già presente nell’ultimo Pubcrawing e nella cena di Piacenza.
Federico “Dive”, detto Marlon per la somiglianza a M.Brando nel film “Il Selvaggio”.
Federico, consulente d’azienda, detto “Bomba”.
Valentino, detto il “Caraibico” per la sua abbronzatura costante durante tutto l’anno.

La partenza è prevista il 26 Aprile con arrivo a Boston, la città dove sono nati gli Stati Uniti d’America.
Dopo un volo tranquillo arriviamo al famigerato controllo doganale statunitense; gente ci aveva allarmato raccontandoci le storie più assurde, tipo ore d’interrogatorio sul motivo del nostro arrivo ect ect …
Ma alla fine dopo aver risposto alle poche domande di rito passiamo la dogana e iniziamo a respirare l’aria statunitense.
Il primo impatto con la città è forte nel senso che ti sembra tutto nuovo ma anche già “visto”.

Il primo giorno ci serve d’ambientamento e facciamo un giro in centro e subito ci accorgiamo della forte impronta irlandese che ha la città; case di mattoni rossi, tanti pub e soprattutto un tempo alquanto freddo e variabile
Dopo un paio di birre locali, l’ottima Samuel Adams, per la cena andiamo sul sicuro fiondandoci al Legal See Food, famoso ristorante di pesce.
Quasi tutti rimaniamo soddisfatti dell’ottimo Cioppino (una zuppa di pesce con aragosta, cozze e vongole) tranne il Rosso che aveva optato per il più fritto dei fritti misti che abbia mai visto!
Essendo giovedì sera torniamo verso il nostro albergo, che scopriamo essere in piena zona universitaria e a due passi dallo stadio dei famosi “Red Sox” la squadra di Baseball di Boston
Nella via vicina allo stadio ci sono parecchi bar/club, qui c’imbattiamo con la prima stranezza della mentalità americana.
In quasi tutti i club non puoi entrare se non hai 21 anni e ovviamente il passaporto che lo dimostri.
Noi avendo lasciato il passaporto in hotel ritorniamo mestamente verso casa per riposarci; però appena entrati in hotel convinco facilmente Marlon a uscire di nuovo e ci ributtiamo nella “movida” universitaria
Entriamo in un locale dove c’è una festa che celebra l’anniversario di Israele.
E lì iniziamo a ballare e a fare conoscenze.. l’ambiente è giovane, sui 20-23 anni, ma ci si diverte facilmente

Il fuso orario incomincia a farsi sentire e verso le 12.30!!!! torniamo in albergo giusto in tempo per sentire il nostro vicino di camera che ci da dentro come un riccio.

27-28 aprile
I due giorni seguenti sono dedicati alla visita della città; il venerdì, visto la pioggia, la passiamo nella zona di Harvard, la famosa università, dove scopriamo alcuni corsi interessanti



e poi ci dirigiamo nel centro commerciale più grosso di Boston
Il sabato, fortunatamente splende il sole e possiamo dedicarci a seguire il Freedom Trail, in pratica si tratta di seguire una striscia di mattoncini rossi che ti portano in giro per la città passando per tutti i punti storici
Si parte dal parco centrale dove c’è la State House e si prosegue lungo i punti che hanno scandito l’indipendenza degli States dall’Inghilterra
Ovviamente si passa anche da Little Italy, dove per qualche momento sembra di essere tornati a casa; qui nei negozi si trovano le foto dei festeggiamenti per l’ultimo mondiale e cassette di Little Tony e Caterina Caselli!




Alla fine c’è l’immancabile vista panoramica dal 52° piano del Prudential Center Skywalk



Tra le cose che ci hanno colpito di più c’è la vicinanza tra gli edifici storici e gli enormi grattacieli tipici dell’America

Nelle due sere, oltre ad abbuffarci di ottimo pesce, abbiamo continuato a vivere la Boston by night.
In particolare il Sabato è “full” in ogni posto e anche il più insignificante dei pub può diventare occasione di divertimenti e ottime conoscenze
Proprio il sabato, mentre io venivo scambiato per un giapponese, il “Rosso” ha inventato il cosiddetto “ballo del petto”


La domenica mattina ritiriamo l’auto noleggiata e partiamo alla volta delle cascate del Niagara.

Qui incominciamo a conoscere l’altra America, quella fatta di grandi spazi e di natura; la strada taglia zone mezze paludose e boschi
Dopo un ottimo hamburger con la solita Samuel Adams a Springfield, guardiamo un pezzo della partita tra Red Sox e N.Y. Yankees e poi attraversiamo la capitale dello stato di N.y., Albany
Facciamo un giro in auto e capitiamo per sbaglio nei quartieri periferici; case semi distrutte, gente seduta per strada che ci guardava passare, pattuglie di polizia che fermavano dei sospetti.
Non dico di aver avuto paura ma mi sembrava di essere entrato dentro il classico film americano dove c’è la lotta tra bande
Neanche mezz’ora d’auto e il film cambia, si passa alla “Casa nella prateria”; infatti tutto l’ambiente che ci circonda ricorda i campi coltivati e case isolate o quasi
Decidiamo di fermarci a dormire a Rome
Alle 8 facciamo una cena pessima nell’unico ristorante aperto (la catena Denny’s) e dopo cerchiamo un posto dove bere una birra
Finiamo nel classico baretto di paese, dentro ci saranno al massimo 6-7 persone che giocano a freccette
Qui il barista, Mikey, ci chiede cosa facciamo e come mai siamo a Rome; poi inizia a parlare di suo nonno calabrese e un po’ della sua storia
Brindiamo alla sua e alla nostra mentre nel jude box passano “Money” dei Pink Floyd e “Light my fire” dei Doors
Quando lo salutiamo ci lascia con una frase che caratterizzerà il nostro viaggio “guys, Take it easy”


30 Aprile – 1 Maggio
Gli ultimi due giorni nell’est li passiamo alle cascate del Niagara e a Buffalo
Arrivati alle cascate iniziamo a visitarle, sono belle anche se immaginavamo fossero ben più grandi e soprattutto ci fa uno strano effetto vedere tutto intorno palazzi e casinò
Sembra quasi che le cascate siano state create in mezzo a una città!




Tra le due, sicuramente le più belle sono quelle canadesi, che sono a ferro di cavallo
In serata arriviamo a Buffalo, città post industriale che la Lonely Planet spacciava come la “Miami del Nord”!
Forse questa la bollerei come la ca**ata più grossa mai detta dalla Lonely
Il primo impatto è di una città rimasta ferma agli anni ’70 dove, anche a girare in centro, non hai mai la sensazione di sicurezza.
Arrivati al Best Western, usciamo alla ricerca della famosa nightlife di Buffalo, non prima di aver cercato di abbordare la ragazza alla reception

Appena usciti dall’albergo veniamo subito fermati da almeno tre tipi che ci chiedono soldi con le scuse più disperate e svoltato l’angolo dei ragazzi fuori da un bar chiedono secchi “guys, gay?”
Sempre più scoraggiati andiamo nella via più viva di notte (sempre secondo la lonely)… sarà stato anche lunedì sera.. ma c’era più gente in giro a Piacenza alle 5 di notte!

Ripieghiamo in un bar, il “Bada Bing”
La situazione era sconfortante, c’erano tre uomini al bancone che guardavano la partita di baseball, noi cinque, due ragazze al bancone e le due bariste
A un certo punto la situazione diventa surreale, una ragazza inizia a baciarsi con l’altra e poi l’amica si alza la maglietta davanti a una cameriera
Noi ci chiediamo dove siamo capitati mentre le due ragazze continuano a baciarsi.
Dopo le bariste vengono lí da noi e iniziamo a parlare del più e del meno, a sorpresa una di loro, Gina, inizia a premersi le tette davanti a noi



Ormai il locale sta chiudendo e dopo qualche birra andiamo in hotel, ovviamente senza Gina e amica


Il giorno seguente giriamo un po’ per Buffalo.. la nostra impressione non cambia; la città è veramente grigia, notiamo che tanti negozi e bar sono stati chiusi
Probabilmente risente ancora della crisi industriale del decennio precedente
Giriamo e finiamo con mangiare le famose Buffalo Wings, ali di pollo fritte.
La cosa che ci colpisce di più è che tutta la città è in fermento per le semifinali di conference di hockey, infatti quella stessa sera c’è la partita contro N. York,
Tutta la gente con cui parliamo ci invita, anzi quasi ci obbliga, a tifare stasera per loro
Noi non ci tiriamo indietro, “Go Sabres!!”









La sera, dopo aver visto la partita, in strada torna a non esserci nessuno; così andiamo al solito bar dove c’è la serata Karaoke
Qualche birra e mi lancio in una performance degna dei migliori AC/DC con “you shook me all night long”

http://www.youtube.com/watch?v=JJpGbJNlJwM


Niente a confronto di quello che ci aspetterà nelle prossimi due notti a Las Vegas.

domenica 27 aprile 2008

E' dura giocare domenica mattina

Sono appena finite le partite di Serie A..
a parte le 4 scoppole prese dal toro.. oggi è dura..

Son cotto

Comunque son abbastanza soddisfatto di questa mattina, pur avendo pochi cambi e molte defezioni siamo riusciti a prendere 2 punti su 3
A pochi minuti dalla fine pensavo già di fare il colpaccio grazie alla punizione calibrata del Teo.. e al goal di rapina alla Inzaghi del Vale.
Ma ok... va bene così!
Della squadra mi è piaciuta la grinta e la reazione dopo lo svantaggio.
Poi ormai stiamo segnando tutti i campi della zona.. l'anno scorso S.anna, quest'anno il nostro con Zad e oggi ad Arizzano..
In quale non abbiamo sboccato???


Dai che domenica torneranno i piedi buoni...

Comunque sempre forza Massimo Crippa..

sabato 26 aprile 2008

In attesa Valencia.. rispolveriamo Belgrado!

Come tutti gli anni novembre è il mese giusto per una bella Zingarata

Per quest’anno diamo retta a Van Der Melchio e si decide di andare a Belgrado, passando per Budapest
Siamo i 5 degli States, con V.d.M. al posto dei Marlon

Arriviamo a Budapest il giovedì sera puntuali, tempo di prendere un taxi e arriviamo al nostro alloggio, il Carmen mini hotel

Alle 9 e mezza di sera siamo già operativi, ceniamo in Ferenciek tere e andiamo nella vicina Nagymezö alla ricerca di qualche pub dove iniziare a bere qualcosa
E’ giovedì sera ma i locali non sembrano riempirsi, così ci buttiamo al Soho London pub e tra un Unicum e un Jägermeister la serata inizia a scaldarsi

La via continua ad essere più deserta della Death Valley così dopo mezzanotte, dopo aver scartato il School Club, non ci rimane che puntare alle disco dei Mammut centro commerciale


Ci fondiamo al Dokk, l’ambiente promette bene..e anche qui iniziano a partire consumazioni a nastro
Tra un’imitatrice bionda di Shakira e una che sembra la professoressa che tutti sognavamo, iniziamo a ballare

Ci si diverte parecchio e mentre io cerco di usare il classico passo del “surfista”, già collaudato in America, anche il Rosso e gli altri si scatenano
Iniziamo a fare qualche conoscenza, però l’inizio non è dei più promettenti.
Subisco senza colpe un “Italiani Stronzi” però, più ostinato di Inzaghi davanti alla porta, non mi demoralizzo.
La serata va lentamente scemando e dopo gli ultimi drink abbandoniamo il campo con un divertente 0-0

Per il taxi ci affidiamo al Bomba che, dopo aver contrattato con il taxista, saggiamente rifiuta i 10 euro iniziali per accettare i 3.000 (circa 12 euro) fiorini richiesti la seconda volta


Torniamo in camera giusto per svegliare la povera signora alle 4 di mattina passate e sprofondare nel sonno..
Domani ci aspetta la visita di Budapest e il trasferimento verso Beograd!



Ci si sveglia di buon ora, fatta colazione in una pasticceria e iniziamo a girare la città

Anche se la giornata non è delle più belle, si parte dal Parlamento, per proseguire sul ponte delle Catene con i suoi leoni da dove osserviamo da la parte antica di Buda
Giriamo con calma e piedi per finire fino alla Basilica di Santo Stefano

Il primo impatto con la città è piacevole e sinceramente non me l’aspettavo così bella e interessante


Verso l’una ci chiama l’autista della Gea, dandoci appuntamento da lì per quindici minuti
Purtroppo l’attesa sarà ben superiore in quanto aveva sbagliato strada…

Una volta caricati iniziamo il viaggio verso Belgrado, c’è chi si addormenta subito mentre io guardo la città mentre l’attraversiamo.
Ci fermiamo a prendere delle altre persone in piena periferia di Budapest
Le sensazioni sono forti, e la cosa che mi colpisce di più sono i grandi e moderni centri commerciali in mezzo ai classici casermoni post-comunisti

L’autista si perde di nuovo e prima di uscire da Budapest ci mettiamo un’altra ora.

Il caldo all’interno e la stanchezza per la serata precedente fanno effetto e crolliamo nel sonno


Ci svegliamo giusto in frontiera
Personalmente era la prima volta che passavo una frontiera dell’est via terra e osservo con interesse
In coda si vedono auto controllate meticolosamente, un famiglia che porta una lavatrice oltre confine e gente che si fa circa un km a piedi per poter prendere il pullman di linea dall’altra parte


Passato il confine proseguiamo in autostrada, poi si entra in una strada statale per andare a Novi Sad
Qui passiamo in mezzo a paesini in mezzo alla campagna, scorgiamo che la strada ha i ripari fatti di sassi e i cartelli segnalano pericolo causati dai calessi
Un’altra cosa curiosa, è che quando entriamo nelle città, per esempio Novi Sad, ci sembra tutto abbastanza moderno, in totale contrapposizione ai paesini passati prima


Dopo ben quasi 7 ore di viaggio arriviamo a Belgrado
In periferia veniamo accolti da cassonetti bruciati ma la situazione cambia completamente quando vediamo da lontano il centro illuminato
Bellissimo!


Tempo di docciarsi ed usciamo alla ricerca di un ristorante nella Skadarlija Ulica.

Entrati nel ristorante, il posto ci piace subito
C’è un complesso che suona musica serba, due/tre grosse tavolate di gente locale
Mangiamo antipasto locale (prosciutto crudo locale, formaggi, olive, fagiolata) e carne da favola!
L’atmosfera al ristorante era bellissima, infatti con la “band” iniziano a cantare anche alcuni clienti; noi assecondiamo con le mani
Tutto questo mentre fuori inizia a nevicare.

Finita la cena è ora di iniziare a gustarci la movida di Belgrado

Il freddo è pauroso, la neve scende a raffica
Andiamo al Mr Stefan Braun, situata al 9 piano di un appartamento.
Il posto è piccolino (noteremo in seguito che sarà una costante per tutti i club di Belgrado) ma molto ben frequentato e tra l’altro si paga solo il guardaroba.
Beviamo qualcosa ma, tra che lo spazio è limitato e tra che viene proposta house pesante a manetta , a malincuore decidiamo di cambiare locale

Ci fondiamo al Bar Balthazar soprannominato da me “Bar Barthez”!
Anche questo posto è piccolino, 3 piccole sale con un enorme bancone in mezzo, ma c’è la festa dello Jägermeister e l’ambiente è molto vivace e non ci si mette molto a far amicizia

Come al solito i drink non si sprecano anche se c’è chi fa peggio di noi , sarà l’alcool ma ogni volta che andiamo al bancone troviamo uno che assomiglia al padre di Raikoneen !

La serata sarà molto propizia e verso le 4 chiudiamo il locale…

La neve scesa è parecchia, e le strade sono tutte un manto bianco, il tempo di fare qualche foto e optiamo per un taxi..
In salita continua a sbandare, un po’ a destra e un po’ a sinistra, fino a quando è costretto a fermarsi perché due “amici” si stanno menando in mezzo alla strada
Stavamo già scivolando all’indietro.. quando i due smettono e si mettono a spingere l’auto per farla ripartire
Che grandi!

Finiamo in albergo giusto per vedere al bar una “panterona” d’altri tempi e per crollare in un sonno tremendo!


sabato e la domenica pomeriggio saranno dedicati alla visita delle città
Anche durante il giorno il tempo non è stato clemente, pioggia e neve hanno fatto da padroni

Comunque visitiamo le principali attrattive della città, ovviamente con i dovuti pit-stop a base di birra

Passiamo dalla Fortezza del Kalemgdan (molto caratteristica con tutta la neve, ma la vista dall’alto ne risentiva parecchio), la Kneza Mihailova, la piazza della Repubblica, il Parlamento la cattedrale di Saint Sava e in generale tutto il centro

Inoltre non potevamo non andare al Maracanà della Stella Rossa.. dove ha allenato il mitico Walter Zenga!
Tra l’altro arrivati all’esterno dello stadio, tutto era chiuso.. ma dopo aver chiesto al custode se potevamo fare un giro.. lui ci ha aperto le cancellate e siamo riusciti ad entrare sugli spalti!
Spettacolare vedere il campo totalmente innevato con tutti i seggiolini rossi intorno


In generale la città mi è piaciuta, di sicuro la neve ci ha impedito di cogliere in pieno le bellezze che può offrire, infatti son curioso di vedere come si presenta verso primavera o estate!
Pensavo di trovare una città meno moderna, invece non si discosta molto dalle altre capitali dell’est Europa
Dà segnalare che la domenica non c’era in giro nessuno, e anche i bar / negozi erano quasi tutti chiusi o deserti


Per i ristoranti siamo andati in quelli consigliati dalla zingaguida
Il sabato al ristorante “?”, promosso a pieni voti, mangiato la carne cucinata al “satch”.. (una favola) e bevuto parecchio..
Inoltre rapporto prezzo/qualità altissimo
Mentre la domenica al ristorante “Tri Sesiri”, anche questo buon ristorante con il cameriere che continuava a parlarci di calcio, di Berlusconi, del Milan che aveva mangiato lì e del politico De Michelis



Mentre alla sera, abbiamo battuto tutti i principali club di Belgrado…

Al sabato, subito dopo il ristorante, ci fondiamo in un appartamento al primo piano che spara musica a palla.
Il tempo di entrare ed ambientarci, e capiamo di essere capitati ad una festa privata; c’è chi ci accoglie a grandi abbracci e chi ci guarda storto (mi sa che avevano paura che gli finivamo le scorte d’alcool… )
Finiamo la nostra birra, salutiamo e sotto enormi fiocchi di neve entriamo nel club più vicino.. il White
E’ ancora presto (verso mezzanotte) e il locale non è ancora pieno..
In pratica è dentro una grotta tutta dipinta di bianco, con il solito bancone e i soliti tavolini che occupano quasi tutto lo spazio
Con calma il locale si riempe, e tra un Ballantines, uno Jager e qualche ciupito la serata va sempre meglio
La gente sembra un po’ più “fighetta” ma l’ambiente è molto buono
La serata procede al meglio e per chiudere torniamo al Bar “Bartez”..

Verso le 5 torniamo a fatica a piedi al nostro albergo… tra una caduta nella neve e uno scivolone arriviamo al nostro albergo distrutti ma soddisfatti


La movida di Belgrado è stata promossa! Anche se in generale mi aspettavo molto di più
Come voto gli darei un bel 7 e 1/2 ma secondo me d’inverno ci sono posti migliori per il divertimento
Sicuramente da riprovare con la bella stagione


Il lunedì mattina ci aspetta il viaggio di ritorno a Budapest.....

Ieri.. 25 aprile

Si incomincia sempre dal fondo...
bè.. ieri c'è stato il recupero della gara di C.s.i. della nostra squadra di calcio a 7

Ebbene visto che domenica mezza squadra era in quel di Valencia.. (su cui aprirò un post molto interessante....) abbiamo giocato ieri
Direi che la corsa per il campionato continua.. a 3 giornate dal termine siamo in testa

Ovviamente ho dato il solito grande contributo alla squadra... in fatto di birre post gara...

Direi comunque che siamo al top della forma...


Ora metto un di foto fatte nel primo tempo... così sarà contento Carlitos...

Si Inizia

Oggi... ho deciso.. proviamo a creare il mio blog...
sinceramente forse non so neache bene cosa sia un blog.. però dalle soprese nascono sempre le cose migliori!

Eccomi.. l'idea di partenza è raccontare un pò dei miei viaggi e di tutto quello che gira intorno.. partendo ovviamente dagli amici!

Come si dice in questi casi....
Vamos!