lunedì 27 luglio 2015

Georgia - Armenia. il mio viaggio alla scoperta del Caucaso VI - fine

mercoledì 17 giugno 18.00

Finalmente si riprendono le vecchie abitudini.. quella della birretta locale come aperitivo verso le 6 è una delle mie preferite ed oggi me la sto proprio gustando dopo una bella camminata.
Infatti son a Kazbegi, una delle località montane della Georgia; non so, ma ultimamente la montagna mi fa proprio bene ed ora son proprio al top, felice per le belle sensazioni che il viaggio mi ha dato finora.
Com’è la montagna in Georgia?.. partiamo dal presupposto che questo è il posto più turistico e non è lo Svaneti ed un po’ mi cresce il rammarico di non esserci andato.
Già qua la montagna è spettacolare, vallate verdi, ghiacciai di 5.000 mt d’altezza, insenature con dentro la neve che interrompono il verde acceso, fiumi color ghiaccio e poi soprattutto è ancora tutto abbastanza vergine, poche costruzioni (per lo più case rustiche), qualche guest house.. anche se si iniziano a vedere scheletri di hotel più grandi che verranno completati a breve.

Per esempio, ora davanti a me, nella piazza principale stanno passando due vacche che girano da sole ed anche per strada non è raro imbattersi in gruppo di mucche in pascolo.
Partenza mattina presto, a Tbilisi son andato a fare colazione al solito posto.. le 3 cameriere si ricordano di me e sorridendo mi salutano in italiano.
Arrivo a Didube convinto di prendere la solita marshrutka ma mi rimbalzano a destra e a sinistra più volte.. poi mi propongono un taxi condiviso a 20 lari (al posto di 10 con la M.) ma garantendomi una sosta di 20 minuti a Ananuri.
Accetto ed ho fatto bene (nell’attesa di trovare gli altri partecipanti compro delle ciliegie al mercato, buonissime e saporite) visto che la sosta alla fortezza sul lago merita, molto fotografica.

Salendo verso Kazbegi tra le vallate aperte e verdi due cose attirano la mia attenzione, alcuni pezzi di strada ancora in rifacimento e la lunghissima coda di tir che aspetta di entrare in Russia.
Arrivo su all’1, la guest house è bella, il proprietario subito mi minaccia di offrirmi Cacha (la grappa locale) stasera e poi dopo tanto tempo ho finalmente un bagno tutto per me.

Guardo il tempo, l’idea è di scalare la vetta fino alla famosa chiesa Tsminda Sameba che svetta sulla montagna di fronte.. è tutto nuvolo, inizia a piovere e non so che fare.. aspetto 10 minuti e mentre si schiarisce lentamente decido di salire lo stesso.
Scelgo per la salita più ripida ma in 1 ora e mezza son in vetta.. grande soddisfazione e la vista da qui è unica.

La chiesa in se non conta tanto ma è la locazione la cosa importante, da qui si vede in basso e in lontananza la cittadina di Kazbegi e dall’altra parte il monte Kazbek.
Mi prendo il mio tempo, osservo le pecore al pascolo e penso che sono solo a 5 km dalla Russia.. silenzio, serenità, pace che solo la montagna può darti.

In giro per il paese

Ora la serata sarà sicuramente tranquilla, cena e poi a letto, mentre domani farò un’altra camminata al mattino per poi rientrare a Tbilisi.
A proposito di serate, ieri alla fine sono andato allo spettacolo folk che si teneva al conservatorio, prima musica persiana (affascinante ma non comprerei mai un Cd!) e poi canti popolari georgiani alcuni in costumi tipici.
Poi vado a cena dove prendo una trota con verdure e patatine e un gelato in centro ma che, anche ieri sera, era mezzo vuoto.

venerdì 19 giugno 18.00

Siamo quasi alla fine, mentre ora è tempo dell’aperitivo dove mi bevo la mia Natakhtari quotidiana dopo una giornata bella intensa ma molto piacevole con la visita a David Gareja.
E pensare che solo ieri ero al fresco in montagna, mi sembra passata una settimane mentre erano poco più di 30 ore fa.

Come avevo previsto la serata di mercoledì è stata molto tranquilla, il paese è minuscolo e già quando son uscito per andare a cena alle 8 si stava spegnendo tutto.

Bellissima la vista della montagna e della chiesa Tsminda Sameba senza una nuvola mentre il sole lentamente se ne andava.
Esco dalla Guest House, giro per il paese nelle sue strade non asfaltate e scendo nella piazza principale; mentre i supermarket stanno chiudendo vado subito al ristorante per evitare di restare senza cena.
Infatti sono l’ultimo cliente ma mi fanno lo stesso un barbecue misto pollo/manzo e patatine con la loro salsina che mi fa impazzire.
Finito di cenare o mi accoppio con una mucca che gira libera o torno a casa… optando per la seconda scelta appena entrato mi blocca il padrone di casa, mi aveva promesso Cacha e Cacha sarà.. non mi posso tirare indietro; al tavolo con gli altri ospiti polacchi e russi (che sono anche le due nazionalità più presenti qui) vanno via 3 caraffe di vino fatto in casa e 3 bicchieri di Cacha, tutto accompagnato da cetriolo crudo tagliato a spicchi ed usato un po’ come salatini-patatine da noi.
Abbandono il tavolo appena in tempo per evitare l’arrivo della 4a caraffa di vino e torno in camera a dormire un po’.
La mattina mi sveglio alle 5 per vedere l’alba sul ghiacciaio e sulla chiesa.. alba che vale la sfacchinata ma che purtroppo non mi farà più riaddormentare;

così tiro le 7 per scendere, farmi colazione ed organizzare con il proprietario la mattinata.
A caro prezzo (ma purtroppo girando da soli è così) prendo un autista che mi porterà a Juta e mi aspetterà mentre faccio 2-3 ore di camminata in questa valle; il viaggio e l’attesa valgono i 60 lari richiesti, sono solo una 15ina di km ma quasi tutti sono sterrati e per esempio passiamo anche in mezzo ad un torrente bello alto.
Il paese di Juta è un classico paesino di montagna.. 4 case, orto, un torrente che passa in mezzo.. a parte questo, purtroppo stanno costruendo anche qui, 1 hotel è stato appena completato e penso che a breve ne seguiranno altri.
La camminata che faccio mi porterà fino ai piedi del monte Chaukhebi.. tutto verde, nessuno intorno a me, giusto qualche tenda, cavalli che pascolano liberi, silenzio, un falco che vola alto e che sembra mi segua; il bello di questi posti sta nel loro essere selvaggi, forse si differenziano dalle nostre Alpi perché hanno le valli un po’ più ampie.. ma sono abbastanza simili.

Dopo 3 ore di camminata torno alla Guest House e scendo subito in piazza per prendere la marshrutka per Tbilisi; poca gente e sono abbastanza stanco, la sveglia alle 5 e la camminata si fanno sentire.

Da Didube mi trascino in ostello e dopo aver pranzato con 6 Khinkali crollo nel letto; ben riposato esco la sera pronto per vivere la nightlife.
Ormai sento Tbilisi un po’ come casa, mi muovo ad occhi chiusi e vado prima in una vineria sotterranea e poi torno al ristorante Azarphesha dove mi vizio prendendo cotoletta di maiale con salsa d’albicocche ed un tris di formaggi locali
Entrambi i posti belli ma anche questa sera avrò una conferma, turisti a parte in centro di gente locale non c’è né… saranno i prezzi, l’orario, il giorno settimanale ma veramente poco movimento.
All’ostello non riesco ad evitare il solito vino J e finisco a parlare con due malesiane appena arrivate.

Invece oggi devo dire bella bella giornata a David Gareja; luogo difficilmente raggiungibile con le marshrutka e quindi vado con Envoy Tour che si conferma ottima soluzione (gruppi piccoli, oggi eravamo solo in 5, giuda giovane e simpatica e pranzo in famiglia locale)
Ne approfitto anche per chiedere lumi alla guida sulla forte presenza degli Usa che ho notato in questi giorni e mi viene spiegato come, in questo momento, l’America sia uno dei mercati di scambio commerciale più importante per loro.. dall’economia, alle spese militari, ect.. aggiunge poi che la via dedicata a Bush è data perché è stato il primo presidente a venire qui dopo la dichiarazione d’indipendenza.
Sicuramente senza gli Stati Uniti la loro economia farebbe parecchi salti indietro e forse anche da questo si capisce la nutrita presenza di turisti americani, in proporzione più che gli europei.
La distanza da Tbilisi non è molta però molta è su strade veramente brutte, in particolare nell’ultimo pezzo passiamo veramente in mezzo al nulla, km e km di valle sterminata senza case o altro avvicinandosi sempre di più verso l’Azerbaijan.
Il panorama è diverso, più simile all’Armenia, meno verde, più rosso e roccioso con forme rotondeggianti.
Il monastero forse è una delle cose più particolari viste qui; la sede più in basso e mezzo scavato nella roccia e in parte anche abbastanza moderno, con pannelli solari per esempio.. del resto dei monaci ci vivono ancora.
Ma la parte più bella è quella che si raggiunge in vetta, dopo una salita, dove ci sono queste vecchie “case” per monaci, templi e perfino una chiesa interamente scavata dentro alla roccia.. spettacolo!
Ora una parte è visibile perché dei bombardamenti hanno distrutto la parte esterna della roccia e quindi l’interno è visibile con la luce del sole; io scendo anche in un cunicolo sotterraneo e, una volta passati per la stretta fessura, all’interno si apre una specie di casa dove le pareti hanno ancora dei dipinti sacri ben conservati.. incredibile a dirlo da fuori.
A tutto questo c’è l’aggiunta che siamo sul confine, da una parte Georgia e dall’altra Azerbaijan; camminando sulla vetta della montagna in alcuni tratti mettiamo piede proprio nell’altro stato.. il fascino del proibito.


A pranzo dalla famiglia il cibo è ottimo, tutto fresco e fatto in casa, e parlo volentieri con gli altri 4 del gruppo.. io, come sempre, parlo bene dell’Italia.. non sopporto quelli che sparano a zero sulla propria nazione quando sono via, e cerco di spingere la gente a venire a visitare il nostro paese.

Rientrando a Tbilisi vedo come sta mutando la città, in periferia è quasi finito un grande centro commerciale “american style”, cavolo come cambiano velocemente le cose .

Domani, ultimo giorno di viaggio.. niente tour nella zona del vino, nessuno mi voleva seguire e non c’erano gruppi a cui aggiungersi.. non era una priorità ma vorrà dire che me la prenderò con calma, quello che volevo fare l’ho fatto.. presto si torna a casa.

Sabato 20 giugno. ore 17.00

E l’ultimo giorno è arrivato
Oggi è stata una giornata a rilento, non sono riuscito ad organizzare il tour nella zona dei vigneti, peccato.. a saperlo tornavo un giorno prima ma è andata lo stesso bene, visto che oggi ho potuto osservare la città nei suoi punti più nascosti notando quei piccoli particolari che a prima vista mi erano sfuggiti.. i murales, le pubblicità politiche, un progetto di rinnovamento di un palazzo, una nuova visione di alcune zone.. è stato interessante.

Già mi son alzato abbastanza tardi, ho riposato un po’, colazione nel solito posto verso le 9.30 e la cameriera che mi conquista ogni volta, con quei occhioni e quel sorriso.. oggi ero talmente distratto che non sapevo cosa ordinare e le ho anche chiesto se mi dava qualche consiglio per la serata.
Poi son passato dalla parte alta della Rustalevi e dalla sua bicicletta gigante per poi scendere al museo nazionale dove entro e giro per le 4 mostre presenti; la più interessante sarà quella sui gioielli da cui capisco l’abilità che avevano in questo campo già nei tempi prima di Cristo e poi il museo occupazione sovietica, abbastanza scarno di informazioni, giusto qualche reperto e un video sui bombardamenti del 2008.
Forse mi ripeto spesso ma girando per Tbilisi, ho una sensazione di cambiamento.. il centro si ammoderna sempre di più, cantieri nuovi, ristrutturazioni con prossime aperture di catene internazionali simil starbucks o Subway, supermercato Carrefour attaccato ad un vecchio mercato.
E poi il turismo, ora incentrato tra russi e backpackers europei ma che, come in tanti altri posti, si passerà a breve a quello di massa.
Nel mio girare senza meta, facendo attenzione a dove comprare per evitare di pagare lo stesso prodotto il doppio, inizio a fare qualche acquisto.. ovviamente vino, thè e marmellate.
Ripasso dal mercato delle pulci, stavolta per 4 lari prendo un vinile di Celentano in russo.. poi pensavo di tornare alla nuova chiesa Sameba ma rinvio, alla fine l’ho già vista e preferisco rilassarmi senza correre a destra e a sinistra tenendo le ultime energia per la serata.

A proposito di serata, ieri son finalmente riuscito a fare qualcosa.. ma del resto era venerdì sera.
Per cena vado vicino a casa, nel primo ristorante mi rimbalzano perché sono da solo e così opto per quello di fronte.. insalata fresca, trota, anguria e due belle birre..per un totale di circa 9 euro.
Poi inizio a girare tornando nella zona della vecchia Tbilisi, il centro sembra abbastanza vuoto ed inizio a pensare di non riuscire più a scovare la nightlife come una volta ma alle 11.30 le strade piano piano si riempono.
Vado all’Irish Pub, pinta di stout e gran live music; non c’è tantissimo ma mentre ero al bancone mi metto a parlare con una tipa che sta ordinando anche lei.. sapendo che ero lì da solo mi porta al tavolo con amici e amiche e finiamo a ballare rock in pista io e lei.
Peccato che verso l’1 la musica finisce e tra una cosa e l’altra, con il gruppo, non si riesce ad organizzare di andare da qualche altra parte.
Comunque in se, nightlife abbastanza deludente.. poca gente, poche ragazze e locali abbastanza “finti”.
Tornando verso l’1.30.. la Rustaveli è deserta, anche le vecchiette che chiedono la carità son andate a dormire e lo stesso vado a fare anch’io.

Invece per stasera, l’ultima serata a Tbilisi, potrei anche andare a cena con lo spagnolo un po’ colla conosciuto in Armenia.. di sicuro poi mi sgancio e riprovo a tornare al pub.

Domenica 21 giugno. ore 14.00

Ci siamo, è arrivata la fine.. tra mezz’ora il taxi mi porterà in aeroporto e concluderò questo viaggio.
In genere questo è tempo di bilanci ma per ora non mi sento ancora pronto per farli, sarà la stanchezza dell’ultima intesa serata, sarà che essendo ancora in città non mi sento partito del tutto.. però posso dire che era un viaggio sul quale avevo molte aspettative e devo dire che le ha rispettate in pieno.
Due paesi così vicini ma così differenti.. paragonandoli all’universo femminile, per me la Georgia è come una bella donna, tutti vedono la sua bellezza e lei lo sa e fa di tutto per risaltarne la visibilità, mentre l’Armenia è meno bella ma ha un fascino nascosto, misterioso.. e questo ti intriga e ti conquista giorno dopo giorno.

L’ultima serata è stata la più pazza ed imprevedibile del viaggio.. verso le 8 faccio per uscire e cenare con lo spagnolo ma il ragazzo dell’ostello mi ferma per aprire la bottiglia di vino che gli avevo regalato come ringraziamento e da lì la serata finirà alle 6 passate.
Aspettando che smetta di piovere, beviamo vino sul terrazzo con due ragazze polacche appena arrivate e poi noi 4 andiamo in disco verso l.1.30
Locale che non sarà il massimo, forse un po’ da fattoni, con sala Tecno e (per fortuna) una di House, però la compagnia è ottima, ci si diverte e concludiamo la serata insieme.

Tornando al viaggio, pensandoci ritengo di aver fatto bene a fare entrambi i paesi.. una Georgia che sta correndo verso l’Europa, è uno di quei paesi in transizione che adoro visitare.. mi ha ricordato la Polonia di 10-15 anni fa, luoghi che cambiano.
E poi l’Armenia, più chiusa in se stessa, con la capitale che è tra le città più pulite ed ordinate che abbia mai visto e con la campagna povera ma dignitosa.. nazione che è un po’ Russia, un po’ Medio Oriente ed un po’ occidente.
In entrambi i paesi, oltre alle mille emozioni, ai viaggi in marshrutka, alle avventure.. mi rimane il contatto con la gente… disponibile, rispettosa, pronta ad aiutarti.. ovunque ho trovato gente splendida; questa è la cosa più bella di tutto, interagire con chi vive qui.
Ultima considerazione.. voglio Toto Cutugno ambasciatore d’Italia.. la felicità ed il sorriso della gente appena sapeva che ero italiano non si può descrivere e non ha prezzo.. siamo amati e penso anche un po’ invidiati; io nel mio piccolo ho sempre cercato di reagire con un sorriso, dare una piccola mano, un gesto gentile come aiutare con i bagagli o fare due parole anche se stanco, per far si che anche in futuro possa ancora accadere che rispondendo “italiano” alla domanda “di dove sei?” ti senti dire con un gran sorriso “ah.. italiano, italiano vero”.

L’ultima corsa in taxi verso l’aeroporto per me è sempre una delle più gratificanti, è l’ultimo passo verso il ritorno a casa e ti lasci alle spalle esperienze, luoghi e una piccola parte della tua vita.
Ci salgo dopo aver salutato le 2 polacche con un lungo abbraccio e mentre dalla radio del taxista parte Bruce Springsteen con la sua armonica nella mia mente mi passano veloci i volti di tutte le persone incontrate ed in quel momento realizzo veramente che questo viaggio è terminato.