domenica 28 novembre 2010

48 ore di fuoco a Sofia - parola d'ordine "Osare"

5 amici
1 altro che ha paccato all'ultimo
35 euro di volo
1 peuterey invernale con 15 gradi al sole
Tutti i taxisti che ci parlavano del mondiale 82 e di Paolo Rossi
2/3 bottiglie di vodka a serata
4 locali a sera
I peggiori kebab mai mangiati
La scoperta della musica folk-disco bulgara

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L’avventura bulgara a Sofia nasce dopo un pressing asfissiante di Mel nei miei confronti.
Sia lui che il desaparecidos Colombo hanno sempre cercato di portare uno dei nostri w.end culturali nella capitale bulgara ma per vari motivi è sempre stata accantonata.
A luglio, sfiancato dal caldo estivo, vedo un’offertona della Wizzair, 29-31 ottobre and e ritorno a soli 35 euro… Mi sembra un miraggio dovuto dal caldo, ma è tutto vero.
Solito giro di sms e via, prenotiamo ben in 6.
Oltre a me, l’ormai immancabile ballerino monopasso del Vale, Giorgiao nostro Geometra di fiducia, Mel a cui la fidanzata ha concesso questa due giorni, Ivo-ski con cui non facevo una vacanza dai tempi di Valencia (dove era stato ribattezzato “el limonator de Valencia”) e per chiudere Sauro rimasto ancora ai tempi antichi di Bratislava.

Prima di partire la tensione e l’adrenalina sono a mille, le stesse che potevano provare le squadre di calcio negli anni 80-90 quando affrontavano una squadra dell’est di cui conoscevano ben poco, in un ambiente nuovo e spesso ostile.
Un’atmosfera che può far tremare le gambe o esaltare a seconda del carattare… e a noi queste situazioni ci esaltano.

Dopo che Sauro pacca per motivi lavorativi, rimaniamo in 5 e ci prepariamo alla trasferta.
L’adrenalina mi gioca subito un brutto scherzo e, incurante del meteo che dava 15 gradi, come giubbotto porto il temuto peuterey invernale, che garantisce una protezione fino a -15°.. manco andassi al Polo Nord!
Atterriamo puntuali alle 15.30 e già al controllo documenti sto soffrendo un caldo atomico.
Ovviamente vengo subito martellato dagli altri che appena mi vedono un po’ sofferente non mancano di sottolineare se stavo bene così coperto.
Nonostante l’errore tattico di partenza recupero subito la lucidità e prelevati i primi Lev contrattiamo subito per il passaggio in centro.
Con 15 lev ci facciamo portare al nostro appartamento in Pop Bogomil Str nella zona centrale.

Durante il viaggio assorbisco curioso quello che l’ambiente ci propone.
Dalla radio esce una musica strana, una via di mezzo folk-disco-pop bulgaro… non avevo mai sentito prima questa musica, che a primo ascolto ti prende.. ma alla seconda canzone inizia stufare.
Mi sembra come se noi su una base di Fargetta mettessimo un po’ di Raul Casadei, Ramazzotti e Laura Pausini tutti nella stessa canzone.
Dai finestrini invece l’impatto è molto più forte, il taxi per andare in città passa in mezzo a un campo Rom situato vicino all’aeroporto.
Tra buche in mezzo alla strada, baracchini improvvisati, un asino che trascina un carretto e case fatte alle meno peggio sembra veramente di essere in un altro secolo.
Poi man mano che ci si avvicina alla città sembra di fare un percorso storico, passando per le case in stile sovietico e il centro in gran fermento per continui lavori di ammodernamento.
Intanto il taxista cerca di parlarci, far conversazione.. ovviamente la lingua è un problema e allora di cosa si può parlare se non di calcio.
Noi parliamo dei recenti calciatori Stoičkov e Bojinov.. ma lui inizia a parlarci dell’Italia che ha vinto i mondiali… noi spariamo un Buffon, Zambrotta, Cannavaro… ma lui fa no con la testa ed inizia a dire Zoff, Gentile, Cabrini, Bruno Conti e ovviamente Paolo Rossi.

Arrivati a destinazione troviamo Daniela, la gentile responsabile, che ci accoglie in italiano e ci fa accomodare nei veramente belli e moderni appartamenti.
Li consiglio visto la posizione e l’ottimo prezzo (www.apartmentsinsofia.com).

Molliamo i bagagli e, incuriositi, ci fiondiamo subito nelle vie cittadine.
A distanza di 2 anni finalmente ritorno a vedere il cirillico, pur non capendoci nulla un po’ mi era mancato

Scendiamo dalla Maria Louiza Bov., attraversiamo il centro in Nedelia Sq. E proseguiamo per la via dei negozi, la Vitosha B.
Vista l’ora, son quasi le 5, inizia lentamente a far buio e delle principali attrattive incrociate riusciamo solo a farci un’idea veloce.
Quello che ci colpisce è che, pur essendo in pieno centro, si alternano palazzi appena ristrutturati ad altri che necessitano sicuramente di manutenzione.
L’esempio lampante è la via del nostro appartamento dove il nostro palazzo potrebbe confondersi tranquillamente in una qualunque città moderna, ma tutto intorno ci sono fili elettrici volanti, tombini aperti, marciapiedi sconnessi, muri diroccati.. il contrasto è forte.
Anche i negozi rispecchiano bene questa situazione, nella parte alta della Maria Luiza si trovano ancora negozi particolari, che vendono capi che non vedevo da anni o negozi di alimentari e elettrodomestici.. mentre nella Vitosha bl. Adidas, Mc Donald, Nike iniziano a spadroneggiare.
Il nuovo capitalismo non ha ancora mangiato del tutto la zona centrale, ma promette di farlo in poco tempo.
Rimandiamo la visita culturale al giorno seguente e prendiamo a caso delle vie laterali della Vitosha.. alla ricerca di un posto dove bere una birra.

Entriamo in un risto-bar, il locale è alla moda, elegante ma non sfarzoso ma soprattutto le cameriere sono veramente ammalianti.
La bevuta alla fine diventa un sostanzioso aperitivo, con 2 birre a testa, tagliere di salumi da 500grammi e patatine fritte..
La sorpresa arriva dal conto 3,5 euro a testa!

Rifocillati torniamo a prepararci per la serata, è il momento di testare la nightlife.
A cena andiamo nel primo posto che troviamo, l’Happy, una specie di Hard Rock locale, molto battuto tra i giovani bulgari.
Mangiamo discretamente e mentre Mel da novello Sommelier ci illustra i vini bulgari veniamo distratti dalle presenze all’interno del locale.
Oltre le cameriere ci sono due/tre tavoli di ragazze niente male.

Dopo un paio di giri di vodka iniziamo il lungo girovagare tra i locali del centro, è ancora presto per andare in disco così optiamo per assaggiare il miglior Mojto di tutta Sofia (a detta di Daniela dell’appartamento).
Finiamo nel baretto dietro l’Ex-Palazzo Reale, il luogo è carino, piccolino, luci soffuse, ma è più da coppie che da compagnia e, diciamo la verità, il Mojto non è niente di eccezionale.

Continuiamo il nostro tour attraverso i locali e ci incamminiamo nella Tsar Osvoboditel bl.
Non è neanche mezzanotte e in giro non c’è molta gente, passiamo davanti al famoso Chervilo ma continuiamo fino alla piazza Narodno.
Di notte la città è veramente bella, i monumenti illuminati la rendono particolarmente interessante e così dopo qualche foto optiamo per entrare nel primo club, il Bedroom proprio in piazza Narodno (sperando che il nome del locale non sia stato dato a caso….).

Questo club, e anche quasi tutti gli altri visitati, ci ricordano molto Belgrado.
Infatti non sono grandissimi, anzi direi piccolini e son strutturati più o meno tutti uguali.
Superato l’ingresso c’è il primo bancone, intorno alle pareti una serie di tavoli con divanetti e in mezzo tanti altri tavoli con sgabelli dove la gente prende da bere e ci balla intorno.
Ovviamente tutti questi tavoli rendono quasi minima la pista da ballo.

Il club è mezzo vuoto, effettivamente è ancora presto, ci facciamo convincere dalla tipa all’ingresso e così, per iniziare a carburare, prendiamo posto in tavolo e ordiniamo una bottiglia di vodka e una serie di succhi di frutta e lemon.
Anche qui la sorpresa arriva quando arriva il conto.. 72 lev per tutto, quasi 7 euro a testa.. che vengono sborsati da Giorgiao che fa il signore e offre per tutti.
Lanciati da questa scoperta iniziamo ad muoverci, brindiamo con i vicini di tavolo, qualcuno inizia a ballare, si scherza, si ride ect anche se il locale non si riempe come speravamo.

Vista la posizione tattica del tavolo (vicino al bagno delle donne) Giorgiao, Ivoski e il caraibico (Vale che come sempre si fa trovare più abbronzato che mai) tentano di far conoscenza con le ragazze che passano ma senza risultati eclatanti.

Intanto Mel butta giù vodka come fosse acqua incurante che fosse appena mezzanotte.
Quando vediamo che il club proprio non si vuole riempire finiamo la bottiglia e facciamo un salto “on the dancefloor”.
Qui Ivoski è il gran mattatore, inizia a danzare con le due cubiste e altre ragazze che erano in pista… e pensare che finora in tutta la mia vita non l’avevo mai visto ballare.

Io, per il momento, trattengo il famoso ObeDanze per tempi migliori, resto in fase di studio guardingo come un giaguaro.. e alla fine in giro ci sono solo le poche ragazze già conosciute prima.
Veniamo immortalati anche dal fotografo del sito ufficiale per la nightlife (www.disco.bg) ma il Bedroom sembra quasi ci voglia mettere a dormire piuttosto che altro..

Noi siamo caldi e carichi ma il Bedroom no.. quindi non ci resta che muoverci verso altre mete.

Prendiamo un taxi e in 5 nella stessa auto andiamo in un locale che avevo selezionato prima di partire, il Tiffany club.
Anche questo locale è strutturato come l’altro e dopo un giro di ricognizione ci piazziamo come al solito al tavolo ordinando la classica bottiglia di vodka.
Il gestore del locale viene da noi e ci dice che quello che abbiamo è il tavolo migliore, effettivamente è posizionato in mezzo agli altri giusto sotto il palco dove ballare.. siamo nel cuore del locale.

Purtroppo anche questo non è pienissimo, però c’è più gente ma soprattutto più ragazze che al Bedroom.
La vodka inizia a fare il suo effetto e ci iniziamo a scatenarci in giro.

Il Vale inizia con il suo ballo monopasso, sempre uguale e cerca di attirare nelle danze le vicine di tavolo;

Ivoski si scatena e sale sul palco a ballare, prima con la cubista e poi, quando lei scappa, sul palco rimangono solo lui e un energumeno bulgaro che si muove come il mitico “Ali G”.

Intanto Mel, a seguito dell’assunzione di vodka, assomiglia sempre di più a Krasic, il calciatore della Juve, tanto che i suoi capelli sembrano fatti dallo stesso parrucchiere.
Io finalmente attivo il famoso Obe-danze, e inizio ad intrattenermi con una bella mora di un tavolo vicino.. alterno i passi di danza a dialoghi impegnati, fino a quando mi mostra la fede; alla Umberto Smaila in “Colpo grosso” cerco di spostare la discussione su ben altri argomenti ma senza successo…

Tornato dagli altri vedo Giorgiao e Ivoski al tavolo con 2 ragazze e la nostra bottiglia
di vodka ormai quasi finita.

Dopo un po’ è ora di cambiare club, breve “riunione” per decidere dove andare e via.
Direzione Mascara!

Questo club è il migliore in cui siamo stati, entriamo poco dopo le 2 ed è pienissimo.
Dopo il classico giro di perlustrazione andiamo a prendere qualcosa da bere, ordino 5 Whisky Cola e da quel momento i ricordi son sempre più annebbiati.
Tra le varie situazioni che il giorno dopo ricordo la più divertente è vedere Krasic-Mel che lancia il ghiaccio del cocktail e prende in viso il Caraibico Vale.
Poi a un certo punto, dopo il classico Obe-danze, mi ritrovo avvinghiato a una bella bionda, mentre approfondisco la conoscenza vedo Vale e Giorgio in posizione da buttafuori che si mettono tra noi e il ragazzo con cui stava parlando prima la biondina… altro che guardie del corpo!
In generale successivamente vedo sparire ancora Giorgiao e Ivoski, probabilmente con qualche tipa, mentre le altre ragazze fermate da noi non son molto socievoli.


Verso le 4 ritiriamo la giacca dalla signora al guardaroba (anche questa è una caratteristica di tutti i locali, al guardaroba c’è sempre un’attempata signora sulla 50ina, in genere sempre gentilissima e truccatissima), sembra l’ora di tornare a dormire ma Ivo e il Vale hanno ricevuto una dritta da alcune ragazze.. andare al Night Flight, che tra l’altro è vicino anche al nostro appartamento.

Il Night Flight, a causa del livello alcolico, verrà subito ribattezzato Park to Fly tanto che il taxista ci metterà un po’ a capire dove vogliamo andare.
Questo club, secondo me, è molto bello, abbastanza grande anche se pure qui lo spazio è occupato principalmente dai tavoli.

La musica disco-folk bulgara impazza e si vede gente scatenatissima e in generale la qualità delle ragazze è molto alta!
Mel inizia a danzare come se fosse natio bulgaro mentre noi conosciamo un po’ gruppo di ragazzi e ragazze che ci invitano al tavolo per bere qualcosa.

Verso le 5 e mezza, nonostante la festa all’interno del club non vuole finire, abbandoniamo il campo e ci rechiamo all’appartamento.
Con Mel a letto io e Giorgiao optiamo per provare uno dei tanti kebab presenti… una roba atomica tra carne, cipolle, salse piccanti, patatine fritte che oltre ad asciugarti ogni goccia di alcool ingerita ti rende un alito che ammazzerebbe chiunque incroci.

Mettendomi a dormire penso che era mai avrei pensato di divertirmi così a Sofia.

La mattina ci alziamo abbastanza di buon ora, la giornata splendida sembra l’ideale per fare una visita della città.

Verso le 11 siamo già per strada e la priorità è trovare qualcosa da mangiare.
Scendendo dalla via Maria Louiza evitiamo il kebabbaro della sera precedente fino a quando arriviamo al Mercato Centrale proprio vicino alla piazza principale.
Entriamo a fare un giro e subito m’immagino come possa essere stato questo posto 20anni fa, e come sarebbe stato emozionante viverlo allora.
Oggi è un mercato pulitissimo e ordinato, dove si trovano un po’ di tutto, dal fruttivendolo alla macelleria.
Saliamo al piano di sopra e dovendo scegliere tra l“italian restaurant pizzeria” e la catena bulgara di hamburger/kebab optiamo per la seconda.
Sistemato lo stomaco, usciamo dal retro dove ci imbattiamo subito nella Sinagoga cittadina, purtroppo non è aperta, ma ci facciamo un bel giro tutt’intorno.
Da lì torniamo sulla via principale dove ci imbecchiamo nella Moschea di Banya Bashi (con il suo minareto che si distingue in mezzo ai palazzi) e nei bagni pubblici.
Questo zona, con il parchetto e la fontana centrale è molto carina.


Poi proseguiamo fino alla vicinissima Piazza Indipendenza.
Qui i segni del cambiamento degli ultimi vent’anni sono molto più evidenti: al posto della statua di Lenin c’è la statua dedicata a Santa Sofia (che un po’ mi ricorda la facciata del teatro di Vilnius), dove c’erano i vecchi magazzini Tzum ora c’è un modernissimo centro commerciale e la vecchia sede del partito comunista sembra un palazzo “senza personalità”.

Facendo pochi passi poi si vedono due chiesette, la Sveta Petka (molto particolare perché è interrata, per vederle bisogna scendere nel sottopassaggio pedonale e ti si appare di fronte.. peccato che praticamente attaccata alla chiesa ora c’è un bar che con i suoi tavolini sembra quasi una sua prosecuzione) e la Sveta Nedelja (famosa per l’attentato a cui da il nome, praticamente in mezzo all’incrocio!)

Qui inizio a maledire la scelta del Peuterey, ci saranno 17 gradi e un gran bel sole e io son in giro con il giubbotto più pesante che abbia.. ovviamente gli altri non mancano di prendermi in giro per questo.

La serata precedente e il caldo non mi abbatte e proseguiamo andando al Palazzo Presidenziale e al cortile interno dove c’è la chiesa più vecchia della città, la Rotonda di San Giorgio.

Entriamo anche all’interno che pur essendo piccolissimo è forse il luogo che più mi ha colpito.
Uscendo siamo subito nella piazza Battenberg dove spicca il palazzo Reale, ora sede della galleria nazionale.
La piazza mantiene un po’ quel sapore di fine anni 80, con il traffico e le auto parcheggiate; la cosa mi riporta un po’ a quando ero bambino quando le auto anche in Italia si impadronivano di piazze e vie ormai diventate pedonali.. un po’ come nel film “Il ragazzo di campagna” di Pozzetto dove in corso Vittorio Emanuele a Milano le auto sfrecciavano senza problemi.

Carino è anche il parco di fronte dove spicca il Teatro Nazionale.

Andando avanti vediamo la chiesa russa, che riconosciamo subito, e saliamo verso il luogo più conosciuto di Sofia, la cattedrale ortodossa di Aleksandar Nevski.

A vederla da lontano è imponente come nelle foto e, anche perché intorno non ci sono altre costruzioni, spicca veramente.
L’interno invece è un po’ una delusione, molto buia, direi un po’ spoglia, forse è che vedendola da fuori così maestosa, un interno così “povero” lascia un po’ con l’amaro in bocca.

Le fatiche della nottata e della camminata si iniziano a far sentire e sentiamo il bisogno di far un pit stop.
Uscendo dalla cattedrale però non possiamo non passare al mercatino presente nel giardinetto vicino.
Più che gli oggetti in vendita, per lo più medaglie monete libri mestoli ect, mi piace osservare i venditori.
Non urlano, non sbraitano e anche quando ti avvicini per guardare bene qualcosa stanno seduti come se a loro non importasse di vendere.
Qualcuno gioca a scacchi e altri parlottano tra loro ridendo e scherzando… magari di quei turisti che comprano oggetti ormai rotti o in disuso a prezzi 10, 20,50 volte superiori a quelli che loro avevano pagato al momento dell’acquisto originale.
Comunque tra gli oggetti interessanti ci sono parecchie macchine fotografiche anni 70, il casco-berretto in pelle per i motociclisti d’epoca e perfino un casco da pilota d’aereo.

Ridiscesi nella piazza Narodno ci spingiamo fino allo spoglio monumento dell’armata rossa nel parco Borissova e poi decidiamo di tornare sulla Vitosha per bere un paio di birre dove ridiamo della nottata precedente e delle impressioni che ci ha fatto Sofia di giorno.
Visto il poco tempo, la visita è stata veloce, ma ci ha permesso di intravedere cosa sia oggi Sofia e cosa potrebbe diventare nel futuro.

Verso le 5 torniamo in appartamento per un riposo pre-serata, disturbati solo da Giorgiao che si spacca un piede dando un calcio al gradino che c’è per entrare in bagno.

Un paio d’orette e ci si prepara per il sabato notte, che si preannuncia ottimo.

martedì 23 novembre 2010

Le migliori (o peggiori) foto di Stoccarda

Queste son le peggiori foto di Stoccarda.... (sinceramente ne avrei di molto peggio)


L'inizio



La quiete prima della tempesta



Un porco



Dracula Vale



Uguali!



No comment..



Ore 18.50.. si cambia tendone.



Mi sa che era a fine serata...



E' Fede o Molinaro dello Stoccarda?



Da mangiare, Specialità tedesche.



Il cinghilotto e la ragazza sobria



Latin Lover



Sculacciato dall'americana sburza



Scuola di Polizia



Anche Zad in grande forma