sabato 25 gennaio 2014

New Zealand 2013–Tra campi di Rugby,pecore e pinte di birra - parte VI


27 novembre – Queenstown

Ore 10.30
Appena finito di fare colazione con mega cappuccino e torta di cioccolato ed altra giornata di sole qui in N.Z.
Ma oggi è il giorno dell’avvicinamento a casa, il volo per Auckland è alle ore 14.15.
Ieri la giornata è stata piacevole, le due orette al parco mi avevo rigenerato e poi ho girato tanti negozi.. Rip Curl, Billabong, Quicksilver.. insomma tra una cosa e l’altra son arrivato in ostello alle 6 passate e da lì finalmente, dopo 5 giorni, ho risentito la famiglia via Skype.
La sera mi ha regalato uno di quei momenti inaspettati e indimenticabili.
Son arrivato in centro e ho visto tanta gente e tanti giovani seduti sulla spiaggia… chi mangiava qualcosa, chi beveva della birra; all’inizio non ho capito ma poi mi son reso conto il perché.
Stava per tramontare il sole e forse è stato uno dei più bei tramonti della mia vita.
Vedere il sole che scendeva dietro le montagne alla mia destra, il lago che cambiava colore, la vetta alla mia sinistra metà in ombra e metà ancora al sole, le anatre che nuotavano liberamente di fronte a me.. spettacolare..e, come dicevo, inaspettato, tanto che non avevo la macchina fotografica con me, ma solo il cell.
A rendere tutto ancora più magico c’era un ragazzo che sul marciapiede suonava un piano, uno di quelli vecchi da bar con le ruote e quindi trasportabile.
Sarà stato il tramonto, la musica triste al piano, il silenzio totale nonostante tantissima gente.
Ci son momenti speciale, spesso casuali, che per ognuno di noi rappresentano qualcosa di particolare, situazioni che solo tu le puoi capire..; quasi come a dirmi che forse è il momento di tornare a casa, o forse altro, non so.. ma queste emozioni nessuno me le potrà portare via.
Finito il tramonto e scesa la notte, mega hamburger e un paio di birre al birrificio del porto, con musica live e AllBlacks in Tv.
Queenstown si conferma di essere città da movida, ma era martedì.. tanti locali aperti ma non tanta gente.

Ora aspetto di prendere l’aereo e si torna in città ma l’avventura non è finita; domani, dopo 2 giorni a recuperare energie, avrò giornata piena… salire sulla torre Tv, andare al Mt. Eden, Eden Park (lo stadio del rugby) e se è bello prendo la bici e faccio un giro sulla costa orientale.
28 novembre – Auckland

Ore 00.30
Rientro ora in ostello.
Prima cosa… come la prima volta anche oggi son stato accolto dalla pioggia; però l’arrivo è stato diverso, sento le strade come mie e anche l’ingresso in ostello è stato un po’ come tornare a casa… far due parole con le stesse persone che mi avevano accolto 3 settimane fa e scherzare con loro, bello.
Magari son un po’ più stanco ma sicuramente più rilassato, più a mio agio.

Passare per Auckland prima di rientrare in Italia è stato certamente più costoso ma trovo interessante tornare in una città dopo un po’ di tempo e vedere l’effetto che fa e poi se domani non piove prendo la bici e vado a vedere la parte un po’ meno turistica o comunque quella che non ho già visitato.
Stasera, per cambiare cucina son andato a cena al giapponese, sempre a Ponsonby; Sushi Rolls giganti, misto pesce (capesante, gamberi e altro pescato) e un bel sake finale.
Al mercoledì il quartiere era abbastanza pieno di gente così dopo cena son tornato al solito locale Hipster.
Film anni 60 proiettati sulle pareti, live band simil Florence and the machine, vicino di bancone con giacca leopardata e una buona birra artigianale..
Penso che il viaggio non sia solo visitare cose nuove ma anche provare a vivere i luoghi così come sono e questa sera mi sentivo un po’ “local” e se magari ieri mi dicevo che forse era il momento di tornare a casa ora no, perché c’è un mondo da scoprire e vivere.

ore 16.30
Eccoci qui, l’ultima giornata ad Auckland è arrivata e dopo aver fatto anche le ultime compere mi godo un po’ di sole sulle panchine del lungo porto.
Oggi tra l’altro è anche il mio compleanno, direi 33 anni vissuti on the road; strana scelta quella di passare il compleanno nel luogo quasi più lontano dall’Italia e per di più da solo.
A dir la verità non è stata una scelta studiata, è semplicemente capitata nell’organizzazione del viaggio, ma non mi pesa più di tanto.
Una cosa stasera me la regalo, una cena al thailandese, forse il migliore provato qui.

La giornata di oggi è andata bene ed è stata molto piacevole; sveglia con calma (tanto prima delle 9 qui non si muove un’anima), colazione e poi ho affittato la bici.
Son andato in cima al Mt. Eden che praticamente è una collina (una volta era un vulcano) dalla forma particolare e tutta verde, cratere compreso.
Poi da lì c’è una vista della città grandiosa.. si vede la baia, il centro con i grattacieli e la torre della Tv, il ponte in metallo, le isole intorno ad Auckland e la periferia con altre vette vulcaniche verdi.
Da qui, una sosta all’Eden Park dove giocano gli AllBlacks era più che dovuta, peccato non aver potuto vedere una partita di rugby, visto che ora son in Europa per i test match.

In bici poi non è mica così easy, la città è tutta Sali e scendi.. a volte mi sentivo un po’ alla Richard Virenque.
Dopo il pranzo vietnamita vado secco sulla Tamaki Drive fino a Mission Bay; la vista delle isole e della città cambia.. così come il colore dell’acqua che ogni 5 minuti è diverso per via delle nuvole che vanno e vengono spinte dal vento.
Ed infine eccomi qui, dopo una chiacchierata con la tipa del noleggio bici, a fare l’ultima passeggiata nella zona centrale e poi in ostello.. c’è da preparare la valigia.

Alla fine, prima di prendere il bus per tornare in ostello ho camminato un oretta con le cuffie nell’orecchio nel lungo porto…luogo interessantissimo con i suoi ristoranti, il continuo movimento di barche e gli spazi aperti dove puoi anche prendere un libro da un cointainer rifatto a libreria e sederti a leggerlo lì.
E’ un lento addio a questa nazione.. fosse un film, ora partirebbero i titoli di coda.


29 novembre – Last Day

Ore 11
Ultime ore, tra poco prenderò lo shuttle per l’aeroporto.
Stamattina Auckland mi lascia con la consueta pioggerellina ed ora sto passeggiando per il “mio” quartiere con i suoi negozi di vestiti alla moda, le sue gallerie d’arte, i venditori di vestiti usati o oggetti di inizio secolo.
A distanza di tre settimane posso confermare che questo quartiere mi piace, nessun brand mondiale (tipo nike, H&M..ect) ma tutte cose particolari.
Tra l’altro si vede che qui in Nuova Zelanda piace molto lo stile un po’ retro o vintage.. per esempio nel vestire vanno molto camice un po’ a fiorellini, i pantaloni stretti, i vestiti colorati che sembrano usciti da vecchi film.. uno stile un po’ alternativo.
Tra l’altro oggi mentre facevo colazione è entrato un tipo assurdo, Mac in mano, pantaloni a zampa e soprattutto girava scalzo.

La serata di ieri, come previsto, è stata tranquilla.
Son tornato al Thailandese, stesso pollo alle 5 spezie, ma prima ho preso anche un paio di ostriche con sopra quella salsa un po’ piccantina.. favolosa.
Dopo soliti locali, ma in quello Hipster c’era la copia di Björk, 2 palle!

Direi che è arrivato il momento di tirare il bilancio e non nel senso economico..
E’ stato un viaggio particolare, il secondo in solitaria; ma ho fatto tantissime cose, molte delle quali mai fatte prime, ho visto posti favolosi ed indescrivibili e mi son messo in gioco ogni singolo giorno (forse tirando il freno solo gli ultimi 3-4 giorni)
Questo viaggio forse non mi ha arricchito mostrandomi un posto nuovo e totalmente diverso dal mio mondo (come lo era stata la Cina o l’Argentina), ma in questo momento era quello che ci voleva; un viaggio in luogo con spazi aperti ed i suoi momenti di silenzio, di pace.
Un viaggio dove ho perso il conto della gente conosciuta, chi per pochi minuti chi per più giorni.. un viaggio in cui ho visto anche il cambiamento del mio modo di pormi, giorno dopo giorno sempre più sereno.
Alla fine ogni avventura aiuta a conoscere più se stessi, no?

Sulla N. Zelanda cosa si può dire di più? Forse è la nazione “perfetta”, senza (o quasi) delinquenza, tutto è preciso al minuto o organizzato da Dio, gli abitanti son gentili e disponibili, i musei gratuiti ed in tutti danno particolare attenzione ai bambini coinvolgendoli e spingendoli a sperimentare.
Insomma, avranno anche loro dei problemi.. (’alcool, il cibo spazzatura, per esempio) ma tirando le somme hanno un gran bel stato.
Poi.. che natura ragazzi!.. ad oggi, da questo punto di vista è il luogo migliore al mondo che abbia mai visto.

E se all’inizio mi chiedevo se valesse la pena di spendere tutti questi soldi per venire fin qui, ora son stra-contento di questa scelta; sarò anche meno ricco dal punto di vista economico, ma sicuramente più ricco di avventure.

The End

martedì 21 gennaio 2014

New Zealand 2013–Tra campi di Rugby,pecore e pinte di birra - parte V

22 novembre – Milford Track

Ore 15.30
Milford Track iniziato e prima giornata molto easy; barca per arrivare al punto di partenza della camminata e poi un 5 km pianeggianti fino ad arrivare al primo rifugio.
Giornata splendida e per fortuna che si doveva camminare sotto la pioggia!
Voglio essere sincero… a parte l’ingresso in barca che ha regalato scenari mozzafiato, per il momento, il posto non mi ha sconvolto dall’eccezionalità; bella passeggiata che costeggia il fiume in mezzo al bosco, acque limpide e color smeraldo.. però diciamo che di posti così ce ne sono anche sulle nostre montagne.

Domani l’inizio dovrebbe essere simile e poi si dovrebbe iniziare a salire.. speriamo.
Per il resto facciamo un po’ il punto della situazione; cose negative.. moscerini a nastro, continuo a mettermi repellente ma son fastidiosi come pochi e poi, a sorpresa, ho scoperto che non c’è elettricità e quindi devo conservare bene la batteria della macchina fotografica per non arrivare alla fine con la macchina fuori uso.
Cose positive… oltre al bel tempo, è che ho fatto amicizia con un ragazzo coreano e praticamente abbiamo camminato insieme parlando del più e del meno ma tenendoci i propri momenti di silenzio per gustarci in pieno il luogo.
Al rifugio, tra i 40, tante coppie ed anche qui il tedesco è la lingua più usata.
Tra l’altro tutti si sorprendono del mio zaino, che è forse il più piccolo; eppure a me sembra di aver preso tutto, anzi mi pare di aver portato più cibo di quel che mi serviva.
Ho appena parlato con una giovane americana che fa il trekking con il fratello.. lui è il classico americano, baffi, pancetta alcolica, andamento tranquillo e gran caciaroni.
Ma a dir il vero penso che son qui per ascoltare la natura e non tanto la gente.. per fortuna che domani si cammina tutto il giorno.

23 novembre – Milford Track

Ore 14.15
Prima giornata di camminata conclusa, 6 ore belle intense sotto un sole splendido.
Ecco, oggi ho visto perché il Milford Tr. È così famoso!
Un continuo alternarsi di paesaggi naturistici spettacolari… prima la foresta con le piante e le rocce coperte da una specie di muschio verde, forte, intenso; in particolare sulle piante il muschio sale sul tronco e sui rami e sembra quasi una decorazione di Natale.
Il paesaggio è quello del film Il Signore degli Anelli tanto che ti aspetti che sbuchi un Hobbit da un momento all’altro.
Poi in un attimo ti trovi ad attraversare un ponte sospeso e alla tua sinistra vedi una cascata altissima o finisci a camminare in mezzo a una vallata o in riva a un fiume color smeraldo mentre ti attraversa la strada lo strano uccello Kia.
Domani dovrebbe la giornata più spettacolare con il superamento del Mackinnon pass (sperando di non pentirmi di non essere salito oggi.. visto che domani danno brutto tempo ed anche la guida ha consigliato in caso di bel tempo di fare uno sforzo e salire in cima e poi riscendere per potersi gustare il panorama senza nuvole), ma non me la sentivo… mancano ancora tanti km e domani sarà una lunga camminata.
Camminare così mi fa sentire bene anche se i mosquito non son andati via e so già che mi aspetterà una cena precotta orribile.

24 novembre – Milford Track

Ore 16.00
Alla fine ieri non ho resistito, viste le previsioni meteo per oggi, son partito e son andato sul al passo Mackinnon.
1 ora e mezza circa, tutti tornanti a salire con la vegetazione che cambiava e passava da foresta tropicale a paesaggi alpini con piante basse e fiori simil margherite.

La vista in cima merita la fatica… tante vallate e tutt’intorno una serie di vette di cui alcune innevate; da qui vedi lontano e piccolissimo il sentiero da dove siamo arrivati e dall’altra parte quello che faremo domani.
Penso che ho fatto bene a salire con il bel tempo visto che il giorno seguente, quando tornerò, la vista sarà totalmente diversa.
Finora son contento, forse un po’ stanco anche perché oggi è stata un’altra bella scampagnata; dopo le 9 ore di ieri (visto che oltre alle 6 per arrivare al rifugio, ho aggiunto altre 3 per salire al passo e tornare indietro), oggi altre 6 ore.
Riscalando il passo sembrava di essere in un posto totalmente diverso dove le nuvole ed una leggera pioggerella ci accompagnano fino alla cima.
Non so perché ma il Milford Track me l’aspettavo così.. piovoso, non soleggiato, con la camminata frenata dal vento e dalle rocce scivolose e stamattina la vista dal passo è stata, se possibile, ancora più bella.
Nuvole che per pochi minuti scoprono le vette per poi tornare a nasconderle subito dopo, uccelli Kia che sembra che usino le rocce come trampolini di lancio, il solo il fischiare del vento nelle mie orecchie… ancora adesso non mi sembra lo stesso posto di ieri.
La discesa invece è stata per lo più noiosa, ma a me in generale non piace la discesa in montagna e poi è tutta roccia ed ha anche iniziato a piovere bene.
Solo quando si incrociava una cascata la strada si faceva interessante… il momento più bello è l’arrivo alle cascate Sutherland Falls, le più alte della Nuova Zelanda, che proprio danno un senso di potenza assoluta.
Arrivato al terzo rifugio non c’era ad aspettarmi una doccia calda ma solo mosquito aggressivi che mi obbligano ad entrare subito nella zona cucina.
Stasera però niente cibo precotto, di quella schifezza basta, vado di panini che mi son rimasti piuttosto!

Comunque Milford Track è una bella esperienza per me.. due anni fa avevo detto che mai avrei fatto viaggio zaino in spalla ed invece ora sto facendo 53 km così e poi il sentiero è semplice ma sotto la pioggia devi essere preparato perché questa ti rallenta e rende più difficile il tutto.
A parte i soliti fenomeni del gruppo ho fatto amicizia con tutti… scambio battute, si scherza e si ride, ci si aiuta ed un gruppo di signore di Wellington mi hanno preso in simpatia e mi hanno anche offerto la cena ieri sera; mentre le camminate le faccio in compagnia del ragazzo coreano, simpatico e molto curioso su Italia ed italiani.

Domani si finisce, ci sta… 4 giorni son più che sufficienti e poi ho camminato nella foresta tropicale, son salito su vette con panorami assurdi, ho attraversato ponti di legno legati con delle fune alle piante, mi son messo alla prova come campeggiatore… ma ora una doccia calda me la sogno!
E poi ora, dopo tre giorni di camminate, con me non verrebbe neanche una nigeriana di Nibbio!
Domani l’idea è di svegliarsi presto per fare le ore restanti e poi magari concludere con la crociera nel fiordo.

26 novembre – Queenstown

ore 12.30
Eccomi a Queenstown, città famosa per essere il posto dove è nato il bungee jumping e di conseguenza cittadina orientata tutta sull’esperienze adrenaliniche.
Io però non farò niente di tutto questo visto che oggi è la mia giornata di riposo.. girerò un po’ di negozi, mangerò rilassato e cercherò di riscaldarmi al sole visto che ci saranno 10°.
Anche perché ormai sento il mio viaggio sulla via della conclusione, queste che mancano non sono giornate piene, anzi.. e poi dopo 3 settimane passate a fare le cose più disperate senza aver un momento libero, ci vuole un po’ di relax prima di rientrare alla normalità.
A dir la verità si poteva anche tagliare 1 giorno ad Auckland e tornare prima, ma va bene così.
Son state 3 settimane fantastiche, adoro quando in viaggio si è sempre in movimento, sempre a fare qualcosa o a preparare la prossima avventura.
E anche questa volta è stata così intensa che mi sembra di essere via da mesi.

Comunque ero rimasto all’ultima serata nell’hut del Milford Track.
La pioggia anche l’ultimo giorno non smesso per un minuto, ma giusto così.. il Milford è famoso per essere in una zona dove piove quasi sempre e già aver avuto 2 giorni di sole su 4 è stata una gran fortuna.
E poi con la pioggia l’ambiente intorno è più bello, le cascate son più rigogliose, i sentieri son interrotti da ruscelli d’acqua e la foresta da più l’idea di essere quella tropicale..
Le ultime 6 ore e 18 km di cammino erano tutti pianeggianti e io, insieme al coreano, le abbiamo affrontate di buon passo tanto da arrivare all’imbarco alle 12.40 dopo essere partiti alle 7.
In queste 6 ore, come dicevo, c’è stato quasi un riepilogo di quello incontrato in 4 giorni di cammino.
Incredibile vedere il numero di cascate che scendono dalle pareti delle montagne, anche volendo contarle avrei perso il conto; poi i ponti di legno e corda, da quelli più sicuri a quelli che ballavano manco fossimo sulle montagne russe; i tronchi che bloccavano il sentiero da scavalcare; i torrenti che ti tagliavano la strada e dovevi ingegnarti su come passarli per bagnarti il meno possibile.
Non so, l’ultimo giorno,come ambientazione, mi sembrava quasi quella di Apocalypse Now.

Ma alla fine del sentiero la soddisfazione era unica; nelle foto, sul mio volto, si vede la stanchezza per la camminata, per le notti nel sacco a pelo, per l’acqua preso camminando, per il peso dello zaino, per l’assenza di doccia, per il cibo scadente, per l’assalto dei mosquito…. Ma si vede soprattutto la gioia di aver visto posti bellissimi e di aver superato una prova nuova.
Ovviamente all’arrivo ho aperto quell’unica birra che avevo portato nel mio zaino per 4 giorni; una birra gustata lentamente, ma buona come poche altre nella mia vita.

Ora finita questa esperienza direi che la rifarei ancora e non cancellerei nulla… è stato incredibile e adesso mi sento ancora più carico di prima.
Quando son arrivato a Milford Sounds, alle 3, nonostante fossi bagnato e stanco ho voluto fare lo stesso la crociera di 2 ore nel fiordo.
Primo perché so che qui non ci tornerò e poi perché era il completamento di questi giorni.
La crociera, che tra l'altro quasi perdevo per salutare il gruppo delle signore di Wellington, l’ho fatta con tempo splendido… (nel senso perfetto per il luogo, e quindi con nuvole e leggera pioggia).
Mentre gli altri sulla barca (ben pochi a dir la verità) guardavano le cascate io studiavo le coste frastagliate ed una volta in aperto oceano mi son gustato l’ingresso nel fiordo.
Incredibile la visuale da lì con in fondo le vette ancora innevate… e poi sulle coste, oltre alle solite foche c’erano 2 pinguini nani, non me li aspettavo.. che sorpresa!
Ieri sera invece, dopo una lunga doccia calda, mi son concesso una cena con i fiocchi.
Riso e aragosta dei fiordi con vino Riesling e prima di andare a dormire una birra al pub con il coreano, così da salutarci.

Stamattina, altra sveglia alle 6 per fare la valigia e prendere il bus.
La zaino sembrava leggerissimo e mentre le solite canzone mi accompagnavano durante il passaggio tra i pascoli, pensavo di essere già pronto per la prossima avventura, il prossimo viaggio.. da affrontare con il sorriso sulle labbra e sempre aperto a scambiare due parole con il vicino di turno.
Ora sinceramente sento un po’ la stanchezza e poi son già andato al Kiwi park per vedere dal vivo il famoso uccello locale, che ha un becco lunghissimo e per mangiare sembra quasi che entri con tutto il becco sottoterra.

Vado a mangiare qualcosa, giro al porto, negozi e poi ostello, domani si torna al Nord… e tra 3 giorni esatti sarò in aeroporto pronto per tornare a casa.

Ore 14.30
Dopo un ottimo fish&chips ho scoperto i giardini pubblici di Queenstown, dove ora son seduto con vista lago a prendere un po’ di sole.
I giardini son il top per rilassarsi.. con i vecchi che giocano a bocce, i giovani a frisbee, e la gente che passa in bici nello sterrato vicino al bosco..
Bella cittadina questa Queenstown.