venerdì 26 dicembre 2014

Le mie mille luci di New York / parte 3

Sabato 25 ottobre ore 14.45

Son su una panchina al sole a Brooklyn mentre mi godo la vista della bassa Manhattan e del famoso ponte… spettacolo!
Comunque questo viaggio è un continuo input di cose da fare che mai avrei immaginato prima di partire; effettivamente Ny è un insieme di “quartieri” così diversi uno dall’altro e così grandi che potrebbero essere 4-5 città separate.

Da ieri il sole ha scacciato via le nuvole e così la mattina, dopo la solita colazione al Little Cupcake Coffee a base di cheesecake, son andato a farmi la passeggiata a Central Park.
I colori non erano ancora totalmente autunnali però le foglie iniziavano a diventare di un giallino/rosso che rende tutto così fotografico.
Partendo dall’ingresso in Columbus Sq. (con la statua di Colombo circondata dai grattacieli) son salito fino al castello Belvedere e mi ha sorpreso trovare all’interno del parco delle vere strade dove si può passare in bici, sui pattini o correndo.. ma del resto è enorme.
Dopo una bella visita la cosa più particolare sono i grattacieli che spuntano da dietro le piante imponendosi con la loro altezza.
E poi il sole, i colori, vedere un gruppo di bambini che raccoglie le foglie con la scuola, il lago, le anatre.. tutto questo mi ha dato serenità, mi sentivo in pace con me stesso.
Il parco è veramente bello e l’unica cosa un po’ deludente è lo Strawberry Fields dedicato a J.Lennon.. alla fine è un disegno nel pavimento preso d’assalto dai grupponi turistici che lo fanno diventare l’unico luogo non tranquillo del parco.

Per prendere la metro per Harlem ho passeggiato un po’ a caso nell’Upper West Side; si vede che è la zona più ricca.. tutto è tenuto meglio ed è anche il primo posto dove per strada i caucasici sono in maggioranza.

Totalmente differente è Harlem!
Anche se ora non è più quella di una volta e sta prendendo una svolta più turistica, la differenza con il centro è notevole.
Uscito dalla metro il 90% delle persone intorno a me sono afroamericani, tanto che tutti mi sembrano assomigliare o a Spike Lee o a Morgan freeman o ad Ice Cube, ed anche le case e le costruzioni son differenti; non ci sono più i grattacieli ed i negozi hanno vestiti così particolari che non si trovano in centro.
Camminando sulla 145th si trovano venditori ambulanti che vendono un po’ di tutto (spille sul blackpower, cd masterizzati, oggetti vari, profumi), ragazze/i con sedere enormi, il gruppo che parla dei diritti dei neri, giovani in bmw con vestiti colorati e un po’ assurdi, gente che fa rap per strada, capelli incredibilmente gonfi e ricci… che dire? Molto particolare.
A pranzo vado da Sylvia’s a provare la cucina del sud.. pollo fritto, waffle con marmellata e birra di Harlem… mancava giusto una pannocchia ed era perfetto anche se le porzioni erano enormi ed ho fatto un po’ fatica a finire tutto.
Dopo pranzo giro all’Apollo Theatre e soprattutto allo Studio Art Museum; museo che propone alcuni artisti famosi e che dà la possibilità ai ragazzi del quartiere di esporre le proprie creazioni.
Molto interessanti le opere, in particolare quelle in cui una foto veniva scomposta e riprodotta in piccoli numeri colorati e simmetrici che davano una sfumatura nuova e una visione differente dell’originale; di queste, in
particolare la serie degli alberi mi ha tenuto incollato un bel po’.
Da qui salgo fino al Rucker Park; proprio 10 giorni prima di partire avevo visto un servizio in cui il grande Federico Buffa decantava la storia e la leggenda di questo campo di basket e della sua mitica partita dell’estate del 71.
Peccato che in quel momento non ci giocasse nessuno però il giro nella parte alta di Harlem è stato interessante anche perché da lontano ho visto l’imponente nuovo stadio degli Yankees.

Per non farmi mancare altri sbalzi, prendo la metro e vado diretto a Time Square.
In 15 minuti si torna al centro del mondo… anche se di giorno l’effetto è diverso, le luci ed i maxischermi son sempre impressionanti.
Fuori dal Nasdaq c’è gente in giacca e cravatta che osserva il lancio di chissà quale nuova quotazione ed il resto della piazza è preso d’assalto dai turisti.
Io faccio un po’ di shopping partendo dal bellissimo m&m's store e mi convinco che un bambino diventerebbe pazzo in questa zona!

Per restare in tema vado al Rockefeller Center a fare il biglietto per l’indomani per il Top of the Rock e a farmi un giro al Lego Store.
Manca l’albero di natale ma la sua pista di pattinaggio fa molto Natale; è molto “scenografica” anche se per pattinare è sicuramente meglio quella di Bryant Park.

Mentre fa sera e diventa buio finisco sulla 5th Av e andando verso Central Park diventa la strada che tutti conosciamo.. negozi di lusso, marchi famosi e gente in giro con tanti sacchetti.
Per una commissione entro da Abercrombie, ci sono solo italiani e francesi e l’ambiente è claustrofobico.. pessimo..
Non so, ma questa atmosfera.. con la gente, la sera, i negozi.. mette voglia di fare shopping, è un po’ come i giorni prima di Natale; e poi chiudo il tour con i due negozi classici… l’Apple Store e il Fao Schwarz.


L’Apple Store è gigantesco ed è strapieno di gente.. la coda per le pagare sarà di almeno mezz’ora e di cassa non c’è né solo una.
Il Fao è famoso per i film “mamma ho perso l’aereo” e “Big”… e mi sa che quando torno a casa me li riguardo.

Arrivo in ostello distrutto ma contento, Ny è una di quelle città DA fare, un posto incredibilmente diverso e ricco di spunti; è amichevole, sicurissima e si gira facilmente.
Anche questa storia dei film, basta un negozio di giocattoli visto in tv e la mente si riempie di ricordi piacevoli, alcuni che mi riportano alla mia infanzia.

E’ venerdì sera e non posso non uscire.
La gente cena dalle 7 fino a mezzanotte ed in giro è pieno; vado al Delicatessen su Prince st.. bisteccona guardando la bella gente di Ny… sul menu mi colpisce un vino nebbiolo delle mie parti in vendita a 52 dollari.
Le tipe son in tiro e di fianco ho tre ragazze che parlano un po’ in stile “Sex on the city”; nel frattempo ho provato ad infiltrarmi in un addio al nubilato ma dopo una ventina di minuti la cosa non è decollata e così son andato in un locale che sparava musica rap commerciale.
Livello alcolico alto, approcci decisi che mi confermano che qui sono molto diretti nell’abbordaggio.
Alle 2 esco e mi trascino a dormire.. stanchissimo ma più ricco e con un pensiero fisso.. ”che cosa fantastica è viaggiare”.