sabato 30 marzo 2013

2013?.. New Zealand

Ho appena finito il racconto sul viaggio in Cina e già sto programmando il prossimo..

Ottenute le ferie e sondato il terreno se qualcuno voleva fare qualcosa..... visto che nessuno mi segue ho deciso di partire per la Nuova Zelanda.
Farò 3 settimane in mezzo alla natura, tra camminate, trekking, spiagge spero meravigliose, vulcani, geyser, rugby.. insomma si prospetta un bel tour.





Ecco il programma di viaggio che lentamente si sta defilando.

06 novembre Partenza volo da Milano ore 21.10
07 novembre volo
08 novembre arrivo ad Auckland, ore 14.00
09 novembre (sabato) Auckland
10 novembre bus per Rotoua (partenza 13.00 arrivo 17.15)
11 novembre Rotoua - geyser e ambiente Maori
12 novembre Rotoua – e bus per Turangi? (partenza 13.00 arrivo 15.04)
13 novembre Tongariro alpine crossing (scalata del vulcano) + bus notturno (partenza 1.45 e arrivo 06.50)
14 novembre Wellington
15 novembre Wellington + traghetto per Picton e arrivo a Nelson
16 novembre (sabato) Abel tasman park
17 novembre Abel Tasman park – notte a Nelson
18 novembre Auto? Discesa verso metà isola .. sosta dove capita
19 novembre auto ed arrivo a Dunedin
20 novembre Dunedin – Otago
21 novembre Bus Dunedin – Te Anau (partenza 13.55 arrivo 18.30)
22/23/24 novembre Milford Track
25 novembre fine Milford Track, Milford Sound e rientro a Te Anau
26 novembre Te Anau – Queenstown (1 ora di bus) e città
27 novembre volo per Auckland
28 novembre Auckland
29 novembre ore 18.40 volo per Italia

domenica 10 marzo 2013

La mia Cina - parte 11 - The end

30 ottobre - Shanghai

La giornata di oggi direi che è stata interlocutoria; un po’ perché ci siamo svegliati abbastanza tardi (dopo 17 giorni a girare, il dormire in un letto comodo e spazioso ha fatto si che uscissimo dalla stanza solo verso le 10 e mezza) e un po’ perché ha piovuto tutto il giorno abbastanza intensamente.
Quindi durante la classica colazione da Starbucks ci siamo messi a studiare le mosse per i prossimi giorni… eliminiamo l’eventuale trasferta a Shouzou, rinviamo a domani il giro per la concessione francese e oggi sarà totalmente dedicato allo shopping selvaggio nei mercati del “falso”.



Mentre andiamo a prendere la metro rivediamo il Bund e lo Skyline del Pudong; con questo tempo i colori son molto attenuati ed effettivamente rendono poco.. i grattacieli sembrano meno particolari e più uguali a quelli presenti in tante altre città del mondo.
Comunque raggiungiamo il nostro obiettivo con poche fermate.. è l’Underground Market presente alla fermata della Metro Science and Technology Museum.



Il mercato è proprio sottoterra, ad altezza della metropolitana e si espande per parecchi metri quadri.

Qui si trovano venditori di ogni tipi… vestiti, scarpe, cappotti, completi, cellulari, cuffie, riproduttori audio, abbigliamento sportivo, mazze da golf, borse, cinture, valigie, souvenir di ogni tipo, ect ect… qualunque cosa prodotta in Cina per le grandi e famose marche la si può trovare qui.
Ovviamente anche la qualità è variabile, si passa dal falso contraffatto malissimo a quello di buona qualità che ad occhio poco esperto può passare per originale.
Fatto sta che passiamo qui dentro 4 ore abbondanti; all’inizio giriamo curiosando e facendoci un’idea di quello che c’è e poi ci diamo dentro con gli acquisti, un po’ per noi e un po’ da portare a casa a parenti e amici.

Ad acquistare qui si vedono per lo più facce europee/occidentali.. qualche turista, qualcuno in trasferta d’affari.
E’ comunque un divertimento visto che la contrattazione è obbligatoria, così come i tentativi di “furto” di clienti tra i vari negozianti che lottano tra loro ribassandosi i prezzi.
Poi Teri mi fa spaccare dal ridere e se fossi un venditore lo prenderei a mazzate.. inizia chiedendo il costo, quando il negoziante spara alto lui ribatte con un prezzo bassissimo; poi la contrattazione va avanti, Teri non alza di un euro il suo prezzo e quando il venditore stremato accetta il prezzo proposto, lui si tira indietro e non compra nulla… da odiare!!
Alla fine usciamo dal Market con due borse belle piene a testa, il tutto spendendo molto poco.
Quando rientriamo in hotel il tempo sta finalmente migliorando ed ha appena smesso di piovere.. così stabiliamo di prepararci alla svelta ed uscire presto per la serata.

Mentre sto aspettando Teri che si prepari faccio un po’ di considerazioni su Shanghai.. per quello visto finora, l’ho trovata molto moderna e potrebbe essere in qualunque altro posto del mondo; è molto differente dalla Cina vissuta finora.. mentre Pechino mantiene il suo modo originale di porsi e proporsi al visitatore, qui sembra che tutto sia stato sovrapposto al passato e che la gente cerchi di assomigliare al mondo occidentale.. mi sembra quasi di essere in Europa!
Poi un’altra cosa.. finora in giro avevamo incrociato parecchie cinesi molto molto carine, anche quando camminavi per strada l’occhio scappava sempre su qualcuna… qui a Shanghai invece no.

Alle 7 ci imbattiamo nel traffico, prendiamo un taxi per andare nel quartiere francese e ci mettiamo una vita per fare pochi km.
Quando arriviamo in questa famosa zona di Shanghai, vediamo palazzi moderni, sedi di multinazionali con vetri a specchi, macchine di lusso parcheggiate, cinema multisala ed intorno a noi è tutto pulito e preciso; è presto, così camminiamo per un po’ nella zona pedonale Xintiandi dove scopriamo che anche le costruzioni e i ristoranti son in stile europeo.
Sarà sicuramente sarà una zona molto interessante per un cinese, ma a noi, anche se molto piacevole e tranquilla, questo quartiere da un po’ quella sensazione di finto, di copia.
Comunque a mangiare andiamo in ristorante consigliato dalla guida, il xxx, che fa cucina tipica della zona di Shanghai.


Da oggi questo ristorante diventerà il nostro punto di riferimento culinario in città visto che la cena è stata eccezionale; spettacolari i famosi Dumplings alla polpa di granchio, ma anche il pollo e i noodles erano ottimi.
Finito di cenare torniamo sulla strada pedonale e decidiamo di bere una cosa al birrificio della Paulaner; son le 10 e il locale è pieno, ci sono molti occidentali ma anche tanta gente locale….. vedere i camerieri cinesi vestiti da Bavaresi ci fa morire dal ridere al contrario del conto, dato che paghiamo 20 euro per due birre medie alla spina!.
Intorno a noi notiamo anche un bel giro di pu****e, le vedi che girano per i tavoli e al bancone in cerca di qualcuno che le fermi e le offra da bere… insomma l’ambiente non ci esalta e così verso le 11 decidiamo di cambiare locale.

E’ martedì sera e prima di uscire avevo cercato su internet un po’ di locali aperti fino a tardi, tra quelli vicino a questo quartiere c’è il Soho club.
Così lo raggiungiamo e all’ingresso troviamo una discreta coda.. buon segno!
C’è la pre-festa di Halloween e pagando 100 (12 euro) abbiamo anche consumazioni illimitate tutta sera.. ovviamente noi non ci tiriamo indietro.

Il locale è bello pieno e facciamo una serie di vasche al suo interno; poi sfruttiamo un po’ del free drink e balliamo anche noi in mezzo alla pista.
Inoltre gli spettacoli proposti dallo staff son veramente belli! Dal cantante che balla come Micheal Jackson, alla sosia di Lady Gaga e poi lo show con tutti vestiti da zombie…

La serata finisce verso le 2 e mezza.. ordino l’ultima birra giusto per il gusto di lasciarla quasi piena sul bancone e ce ne andiamo; va bene così.. domani sera è Halloween e sarà la nostra ultima nottata qui!

31 ottobre – Shanghai

E’ l’ultima giornata completa che passeremo a Shanghai, incominciamo a sentire voglia di casa, di amici, di parenti.. un po’ come se il nostro percorso qui fosse quasi completato.. mancano giusto le ultime cose da scoprire e da visitare.
Per fortuna la pioggia di ieri ha lasciato spazio a una bella giornata di sole, un po’ freschina ma comunque piacevole.

Oggi decidiamo di visitare bene l’intero quartiere francese, volevamo vederlo anche di giorno dopo averci passato la serata precedente.
Torniamo in metro al quartiere Xintiandi e di giorno l’impressione non cambia.. è praticamente una piccola copia di un quartiere europeo, c’è la fontana, i negozi dai prezzi alti, gli edifici ricostruiti seguendo l’antica architettura; tutto è elegante, pulito, senza una carta per terra.. sembra quasi di non stare in Cina.


Decidiamo poi di proseguire per le strade nei dintorni, senza una meta particolare ma giusto per osservare se troviamo qualche negozietto particolare o una parte nascosta ed interessante delle città.
Però, a parte qualche venditore di vestiti classici cinesi da donna o delle boutique di moda contemporanea “particolare”, non c’è molto d’interessante.

Così decidiamo di andare nell’altra zona del quartiere, il Tianzifang.
Sicuramente questa parte ci è piaciuta molto di più.. è molto turistico anche qui, però ti da la sensazione di essere in un vecchio Hutong, un po’ come quelli vissuti a Pechino.
Le stradine piccoline, le biciclette parcheggiate, il mercato dove comprare Thè, verdure e ogni tipo di pesce; poi al di fuori del quartiere i grattacieli circondano le case basse con i mattoni grigi che ormai son diventate bar o negozi di souvenir.. sembra quasi di essere in una riserva in mezzo alla giungla.





Finito il giro, verso le 5 torniamo in hotel. Stavolta scendiamo in un fermata della metro differente dalle solite e capitiamo in mezzo a un bazar.
Ci sono una marea di bancarelle che vendono di tutto, cibo da strada, odori e profumi mai più sentiti da quanto siamo arrivati qui.
Ecco, alla fine anche Shanghai ha il suo lato cinese… magari nascosto o comunque non in vista, però c’è.. non si può cancellare il proprio essere e le proprie abitudini.
Camminando verso l’hotel abbiamo anche una visuale differente del Pudong..il sole sta tramontando ed è uno spettacolo.


Ora ci prepariamo, stasera si esce presto.. vogliamo andare a far l’aperitivo da uno dei grattacieli del Pudong.

**
Per attraversare il fiume Huangpu optiamo per una soluzione particolare, decidiamo di prendere il tunnel sotterraneo che parte dal Bund e sbuca nel mezzo del Pudong.
Il tunnel è praticamente una metropolitana adibita ad attrazione per i bambini, con maschere e pupazzi “spaventosi” che sbucano durante il tragitto.. una ca*ata che però rende meravigliati i nostri compari di viaggio.
Usciti dal tunnel camminiamo per i passaggi pedonali sopraelevati che si incastrano tra di loro e ci consentono di muoverci senza problemi nonostante incrociamo tanta gente che sta uscendo dal lavoro.

E’ buio ed è tutto illuminato ed i grattacieli visti dal basso sembrano ancora più alti.. di notte questa zona della città ci lascia senza parole.


Così seguiamo il consiglio della guida e non andiamo sulla terrazza panoramica del Oriental pearl tower ma puntiamo decisi al Shanghai Grand Hyatt tower.
Entriamo, prendiamo l’ascensore e nell’eleganza più assoluta arriviamo all’ingresso dell’hotel.. gentilmente veniamo accompagnati ad un altro ascensore che ci porterà al Cloud 9 bar, all’87 piano del grattacielo.
L’eleganza, le luci basse, la musica.. tutto ci fa sembrare di essere in un film di James Bond e l’atmosfera fa si che io ordini un Martini Dry e Teri un Apple Martini.


La vista poi è spettacolare; essendo un po’ più all’interno, oltre a vedere tutto il Bund illuminato, abbiamo anche la visuale di alcuni grattacieli ed ovviamente dell’Oriental Pearl.


Sicuramente questa è stata una delle cose più belle vissute qui a Shanghai.

Finito l’aperitivo prendiamo la metro e torniamo a Xintiandi; la cena la facciamo nel “nostro” ristorante e ancora una volta non ci delude.. i ravioli alla polpa di granchio poi son peggio di una droga, non riusciamo a trattenerci.
Per non sbagliare locale chiediamo alle nostre vicine di tavolo dove ci suggeriscono di andare; ci consigliano di andare in una bella disco lì vicino, che si rileverà la scelta giusta.

Prima di andarci, camminiamo un po’ per il solito viale, evitiamo di entrare alla Paulaner e veniamo abbordati da una ragazza..
Si avvicina, ci chiede da dove veniamo, ci fa complimenti.. le solite cose; subito la raggiunge anche un’amica e ci propongono di andare insieme al Karaoke… ovviamente facciamo un tira e molla e alla fine le lasciamo lì e andiamo da soli nella disco.
E’ Halloween e c’è parecchia gente, il locale è alla moda e sembra di essere in una disco occidentale.. c’è il sosia di Mike di Xi’an a fare il Vocalist e in pista e intorno ai banconi ci sono anche parecchi occidentali, quasi tutti in maschera.
Passiamo qui un tre ore ma la serata non decollerà mai.. ci son quelle serate dove sembra tutto perfetto ma in cui non ti senti in forma o comunque con pochi stimoli.. non so.
Alla fine balliamo un po’, beviamo un po’ (io anche un paio di cuba nel tentativo di accendere la nottata), vediamo qualche bella ragazza.. ma tutto qui.
Quando rientriamo in taxi verso le 3, la nostra auto viene affiancata da un altro taxi che viaggiando a 50 km/h ci mostra un cinese trattenuto dall’amico che sbocca fuori dal finestrino.. queste sono scene Pulp che mi piacciono.


1 novembre – il Rientro

E’ l’ultimo giorno… è sempre triste dirsi addio o comunque lasciare un luogo in cui si è stati bene; prima di partire non avrei mai pensato di trovarmi così bene qui, di visitare posti così interessanti e soprattutto di vivere tutte queste grandi esperienze.
Son contento e torno a casa molto soddisfatto.

Oggi, per prima cosa, ci siamo svegliati alle 7 perché volevamo capire come si presenta il Bund alle prime ore della mattina.
Fortunatamente è una giornata di sole ed arrivati sulla passeggiata vediamo un luogo diverso da quello a noi proposto nei giorni precedenti; i turisti e gli uomini d’affari hanno lasciato il posto ai tanti vecchietti che usano la passeggiata come palestra personale.
I maestri di Tai-chi vengono seguiti silenziosamente dalle loro “giovani” leve, arzille signore ballano musica popolare, altre fanno delle strane movenze sventolando il loro ventaglio, una vecchietta semi-immobile gioca a badminton con la figlia, un signore cerca di far volare altissimo il suo aquilone… son immagini di una Cina che forse sta scomparendo ma per noi più vere e reali che mai.







Quando verso le 8 e mezza il Bund viene lasciato da queste persone facciamo colazione e poi ritorniamo in hotel per preparare i nostri bagagli.. dobbiamo lasciare la camera ma avendo il volo all’ 1 di notte abbiamo praticamente l’intera giornata a nostra disposizione.
Così decidiamo di farci di nuovo tutto il Bund a piedi per poi raggiungere la città vecchia di Shanghai che è poco distante.
Durante la passeggiata venivamo fermati da due ragazze che con la macchina fotografica in mano ci chiedono “make a picture, please”.. Teri ormai preso dalla sindrome della rockstar (in declino) si mette già in posa per farsi fotografare con loro un po’ come era successo per tutto il nostro viaggio... peccato che le ragazze volevano farsi fare una foto.. non fare una foto con noi!.. This is Shanghai, not China.

Arriviamo nella città vecchia attraverso la strada-bazar che la collega dal Bund; alla fine questa zona si rileverà totalmente ricostruita, con le case ricostruite seguendo i vecchi principi architettonici ma con i negozi di souvenir al loro interno.






Intorno a noi una quantità assurda di turisti.. peccato perché il posto, con i canali d’acqua e i suoi giardini, sarebbe stato veramente piacevole.
Entriamo anche nell’antico giardino botanico, un oasi di tranquillità in mezzo alla città che ci consente di rilassarci un po’.




Finito il giro decidiamo di chiudere alla grande, prendiamo la metro e torniamo nel nostro ristorante; son quasi le 2 ma è ancora aperto e così possiamo assaporare ancora i ravioli alla polpa di granchio, i noodlees e altro cibo sublime.
Ormai siamo in “modalità off” e dobbiamo cercare come riempire le ultime ore.. proviamo ad andare alla ricerca di un nuovo mercato del falso nei dintorni della People’s Square, camminiamo.. camminiamo ma l’unica cosa che troviamo è l’incrocio di superstrade sopraelevate che sembra di essere a Los Angeles.

Alla fine troviamo un mercato che vende oggetti elettronici taroccati, son 4 piani e puoi trovare di tutto, dalla macchina fotografica, al pc portatile ed ovviamente i telefonini..i prezzi son incredibili, per esempio il nuovo Iphone lo trovavi a 20 euro… girovaghiamo e poi optiamo per tornare sul Bund dove incrociamo uno dei tanti set fotografici matrimoniali che guardano i grattacieli del Pudong.. senza esagerare in questi tre giorni ne avremo beccati una centinaia.

Andiamo al bar in cima all’osservatorio per bere l’ultima birra… il sole tramonta e lentamente le luci si accendono… il sipario cala e a noi tocca abbandonare il palco.. si torna a casa.






***

Ero venuto a vedere se la Cina poteva essere la nuova superpotenza mondiale e anche per capire che direzione stesse prendendo.
Non lo so, ho visto tante differenti “Cina”.. moderne e rurali, curiosa e distaccata, tradizionale e futurista, ricca e povera, aperta e chiusa… sarò io che non ho capito che cosa è ora questo immenso paese, ma forse perché è la stessa Cina che non ha una direzione precisa.
Sicuramente è un paese in mutamento.. casa, strade, metropolitane, palazzoni.. ci sono cantieri ovunque e la velocità in cui cambiano le cose è pazzesca.
Oggi guardando Shanghai ho forse visto la parte più occidentale del nostro trip.. però ho anche notato che le 1000 luci del Bund e i quartieri ordinati della concessione francese sono solo la vetrina da mostrare al mondo, alla fine bastano un paio di fermate di metropolitana e si torna in quartieri simili a quelli delle altre città in cui siamo stati.
Forse ora Shanghai mi sembra la copia di una città europea, un po’ come tutti quei prodotti finti che si trovano nei mercati del falso.. uguali identici ai nostri ma senza personalità storica, senza emozioni.
Ecco, la Cina è tutt’altro che questo.. è un piatto dai gusti differenti ma tutti molto saporiti e la mia speranza è che questa corsa all’ammodernamento non la faccia diventare una copia scintillante e un pò kitsch di quello che c’è nel mondo, perché così perderebbe il tanto fascino che attualmente possiede.
Spero anche non perda anche la curiosità e la semplicità incontrate finora… quelle di un bambino che ti guarda stupito perché sei “diverso”, le ragazzine e il vecchietto che ti chiedono di far la foto insieme per poterla mostrare agli amici, il vicino di tavolo che ti invita ad sederti con loro e con uno stentato inglese cerca di comunicare.. queste son le cose che rendono unico un viaggio…

Manca 1 ora alla partenza, ho visto ora le occhiaie che ho.. son state 3 settimane intense come poche altre finora….solo una cosa posso aggiungere..
Cina, grazie.

lunedì 4 marzo 2013

La mia Cina - parte 10

Alla fine anche Guilin ci ha regalato una vera pazza notte in salsa cinese.
Eppure, quando siamo usciti, visto il venerdì sera a dir poco deludente, non eravamo molto carichi e fiduciosi.

A cena siamo andati in un ristorante consigliato dalla guida, l’abbiamo trovato a fatica in quanto più che un ristorante è una cucina con dei tavolini fuori dove sedersi e mangiare.
Be, abbiamo preso i famosi Dumpling ed erano fantastici.. ne abbiamo ordinati di diversi tipi per poterli assaggiare un po’ tutti e si scioglievano in bocca.

Il tutto innaffiato da birra e in una situazione molto particolare.
Infatti i tavoli all’esterno erano bassissimi, quasi per bambini e poi tutt’intorno potevamo osservare come la via si animava durante il sabato sera.. con ragazzini in giro con i cellulari, i vecchi che giocavano a mahjong, i ristoranti che buttavano avanzi nel cassonetto arrugginito, biciclette e motorini che strombazzano.. un po’ di tutto.
Poi quando avevamo quasi finito, un signore, nostro vicino di tavolo, si mette a far due parole con noi.. si parla delle solite cose ma è bello sentire la sua voce curiosa e divertita.

Finito di cenare torniamo sulle vie principali che sono pienissime di gente.. nella piazza centrale poi sembra di essere ai baracconi.. ci sono ambulanti di caramelle, venditori di pupazzi e poi delle macchine simil-autoscontro con i genitori che fanno fare un giro ai bambini più piccoli; praticamente di sera la piazza diventa una pista e la gente ci cammina in mezzo tranquillamente.

Verso le 10 e mezza dobbiamo decidere dove andare, passiamo davanti alla birreria Paulaner ma non ci sembra molto movimentata così proviamo ad andare in locale che avevo trovato su internet mentre ci preparavamo.. il Joyce.
Entriamo dentro e finalmente troviamo il posto che fa per noi.. è la classica discoteca cinese, con tavoli e divani ai lati, tanti tavolini con sgabelli, bancone e il cubo rialzato che fa da pista da ballo.
La musica non è martellante, un giusto mix di disco commerciale e così ci piazziamo al bancone ad aspettare gli eventi.
Iniziamo a bere una serie di birre e prendendo quelle di importazione l’iter è complicato.
Noi la ordiniamo al cameriere al bancone, questo chiama un collaboratore che poi manda un galoppino a prenderle nel retro per poi riportarle al cameriere che ce le apre.
Nel frattempo vediamo che il locale si riempie e l’ambiente si surriscalda.
I Cinesi per il momento fanno solo una cosa.. giocano a dadi ai tavolini e bevono.. bevono e giocano.. giocano e bevono.. si interrompono solamente quando parte la famosa canzone Gangnam style per i quali vanno a dir poco pazzi.
Tra un ballo e qualche birra passiamo la serata lì.. e verso le 2 arrivano anche gli occidentali visti al Paulaner, son tutti in maschera anche loro per halloween.
Proseguiamo poi anche in un altro locale fino alle 5 quando si va a mangiare qualcosa in una via piena di venditori di cibo da strada.


28 ottobre – Guilin e arrivo a Shanghai

E’ domenica e dopo aver fatto le 6 di mattina la sveglia è obbligatoriamente suonata tardi.
Poi la giornata odierna è dedicata al trasferimento in aereo verso Shanghai ed avendo il volo alle 7 di sera e non dovendo fare nessun escursione abbiamo potuto prendercela veramente comoda.
Così ci svegliamo, commentiamo la pazza notata precedente, prepariamo i bagagli e liberiamo la camera poco prima di mezzogiorno.

Facciamo una rapida colazione ed andiamo a visitare la città di Guilin, visto che finora l’avevamo vista solo di sfuggita.
Il tempo non è granché, è tutto nuvolo e a volte scende una leggere pioggerella.. siamo stati fortunati, fare oggi la crociera o le colline di risaie non sarebbe stato molto bello, buon per noi.
Come anche a Chengdu, la domenica le città sembrano prendersi un po’ una pausa, il traffico, qualche negozio chiuso ma soprattutto l’atteggiamento della gente è più rilassato e solo le varie comitive animano un po’ le vie centrali e i luoghi d’interesse turistico.



Prima meta del nostro giro odierno è stata la Collina della Proboscide dell'Elefante, che è un po’ il simbolo della città di Guilin.
Entriamo al parco (anche questo abbastanza caro) e scaliamo senza fretta la collina che termina con la famosa proboscide.
Dall’alto osserviamo come si sviluppa tutta la città, le case e gli hotel la fanno da padrone e sono interrotti solamente dal fiume (che tra l’altro ha uno strano colore verde).
Quando scendiamo arriviamo finalmente nel lato migliore per osservare questo famoso scorcio.. effettivamente ha una forma un po’ da elefante e le foto che facciamo penso rendano un po’ l’idea.





Intorno a noi si alternano diversi gruppi di Cinesi e a volte osserviamo le foto che fanno.. son troppo assurde, chi con la proboscide tagliata, quelli a mezzo busto, quelli che coprono la collina con il loro corpo.. spettacolari.
Quello che invece sorprende è il loro modo spontaneo di essere.. non si fanno problemi a girare in canotta bianca o perfino con la maglietta alzata in modo da mostrare la pancia gonfia.. in Italia sarebbe impensabile trovare una comitiva così, tutti sarebbero precisi o comunque posati. Qui invece ognuno fa quello che si sente.
Ma la scena migliore accade quando una bambina si avvicina a noi e ci chiede se può far una foto con noi.. i genitori con un sorrisone mai visto prima ci fotografano con lei e poi ci chiedono se possono farla anche loro.
Una volta dato il via, poi si sono susseguiti altri a chiederci di fotografarci insieme.. eravamo quasi più ricercati noi che la proboscide dell’elefante.

Finita la visita proseguiamo verso le 2 pagode presenti nel laghetto artificiale, ci camminiamo intorno ed essendo domenica troviamo sono parecchie coppie che fanno il giro romantico sulle barche a remi che si possono affittare.


Il tempo scorre veloce così chiudiamo la nostra visita andando a cambiare dei soldi in banca e a mangiare nella “street food”, dove ci sediamo e prendiamo del riso con pesce e verdure.
Verso le 4 torniamo in ostello a prendere i bagagli ed in taxi andiamo verso l’aeroporto.. nel durante vediamo un incidente tra un’auto e un motorino, la tipa in moto cade, si rialza, non guarda neanche i danni e riparte.. incredibile.

Arriviamo a Shanghai alle 21.30 passate; appena sceso dall’aereo Teri si fionda sui pc che danno connessione internet presenti in aeroporto per controllare il risultato della Juve.. che purtroppo ha vinto.
Visto l’ora non possiamo prendere il treno super-veloce Maglev che viaggia a 350 km/h e dobbiamo affidarci ai taxisti di turno; a parte il fatto che facciamo una coda della madonna il problema è che ci tocca forse il taxista più pazzo di Shanghai.
In autostrada viaggia a una velocità pazzesca sorpassando a destra e a sinistra, il tutto mentre tiene il finestrino abbassato e la radio che spara musica house a palla.
Di colpo poi, abbassa la radio e chiede se ci disturba se risponde al telefono.. ma che cavolo.. fino ad ora ci hai rotto i timpani con l’autoradio e ora ci chiedi se ci disturba una telefonata???
Vabbè, comunque in 30 minuti esatti siamo davanti al nostro hotel, l’Astor House Hotel.

Infatti per il gran finale avevamo deciso di alloggiare comodi e un po’ sopra il nostro budget e quindi avevamo prenotato questo storico hotel a due passi dal famoso Bund.
L’Astor House oltre ad essere un ottimo hotel è anche una attrattiva turistica, infatti tutte le guide fanno partire l’itinerario consigliato del Bund da qui, visto che in passato ci avevamo dormito Charlie Chaplin e Albert Einstein.
Entriamo nella hall e andiamo alla reception, la sala bar è elegante e curata e di fronte a noi c’è un cartello con scritto che è richiesto un abbigliamento decoroso.
Noi arriviamo così.. Teri con jeans semi-strappati ed io con pantaloni north face e maglietta con la lingua dei famosi Rolling Stone che quasi mi sembro Mike Jagger.

Comunque facciamo il check-in e saliamo in camera accompagnati dal fattorino che porta le nostre valigie.. in pochi giorni siamo passati dal puzzolente ostello di Xi’an a questo antico ma semi-lussuoso hotel.

Sistemati, andiamo a dormire.. domani è lunedì ed andremo alla scoperta di Shanghai, la città più moderna e cosmopolita della Cina.


29 ottobre – Shanghai

Eccoci a Shanghai… città che ci ha sorpreso ma finora anche un po’ deluso.. perché alla fine è come ce l’aspettavamo ma allo stesso tempo è diversa da quello che in fondo pensavamo/speravamo di trovare.

Alla fine Shanghai è forse l’emblema della Cina moderna, la città più occidentale, lo specchio da mostrare al mondo con orgoglio, il luogo più all’avanguardia e futuristico, ma anche il posto più “freddo” e sicuramente quello meno diverso dal nostro mondo.
Diciamo che Shanghai, in questa prima giornata, ci ha dato quella sensazione di atterraggio morbido che ci farà ritornare nel “nostro” mondo con calma, una tappa intermedia tra la Cina visitata finora e l’Europa.

La giornata inizia di prima mattina, il tempo è bellissimo, sole e zero nuvole.
Facciamo colazione da Starbucks e poi possiamo dedicarci all’intera visita del Bund.
Effettivamente il valore scenografico di questa zona è notevole, la lunga camminata sul lungofiume ci consente di vedere l’altra sponda da tutte le sue angolazioni con i suoi famosi grattacieli colorati che fanno gara a chi è più alto.










All’inizio il Bund ci lascia un po’ spaesati, è tutto pulito… preciso.. non sembra quasi di essere in Cina.
Veniamo poi subito colpiti da una bella scena; superato il Waibaidu Brigde arriviamo al Monumento agli Eroi del Popolo e qui troviamo una scolaresca che sta effettuando una commemorazione.. è stupendo vedere questi giovani ragazzi che, tutti ordinati e precisi, recitano frasi e poesie in onore dei soldati che hanno perso la vita in battaglia.


Con l’aiuto della guida proseguiamo poi nella parte bassa del Bund, osservando meglio i vecchi palazzi coloniali che ora son diventati banche o boutique di lusso.



Sul fiume invece è incredibile vedere il continuo passaggio di navi cargo, ogni 5 minuti ne passa una piena di merci.. di certo non si può dire che la Cina sia un paese non in movimento.
Ce la prendiamo talmente con calma che in un attimo arriva mezzogiorno e così decidiamo di farci birra e sandwich dalla baretto in cima all’osservatorio dal quale abbiamo una doppia visuale.
Se guardiamo da una parte vediamo gli “antichi” palazzi di fine 1800 che hanno in cima almeno una sventolante bandiera della nazione, mentre se voltiamo lo sguardo dall’altra troviamo il moderno skyline famoso in tutto il mondo.


Ormai abbiamo quel clima da fine viaggio, lo percepisco da come ci muoviamo con calma, senza fretta, ci prendiamo i nostri tempi senza correre.. ma non per questo siamo meno attratti ed interessati da quello che vediamo.

Dopo proseguiamo presso la via commerciale, la Nanjing Road.

Per prima cosa entriamo nell’appena ristrutturato Peace Hotel dove la sua eleganza signorile ci riporta un po’ indietro nel tempo a quando faccendieri e signore in abiti eleganti frequentavano questi posti.
Poi torniamo alla modernità camminando per la strada pedonale che ha ai suoi lati i negozi delle marche più famose.. (ci colpisce la vetrina di un centro commerciale che è un grosso acquario con dentro un piccolo squalo).
Anche qui i centri commerciali con marchi occidentali sono semi-vuoti, anzi direi proprio vuoti.. finora il consumismo non ha ancora attaccato la classe medio-bassa.
Per curiosità entriamo anche nel negozio sportivo della Li-Ning.. la sua linea sportiva è uguale identica alle più famose Nike, Adidas e perfino alle Diadora.

Usciti di poco dalla via principale facciamo uno spuntino di ravioli e involtini comprati da un venditore di strada e poi, quando è buio, torniamo verso il Bund.
La cosa fastidiosa durante la camminata in Nanjing Road è il continuare a venire agganciati da personaggi che ti propongono di tutto.. si avvicinano e iniziano a sparare a raffica le seguenti proposte “orologi? Borse? Vestiti? Massaggi? Sex massage? Sex?”.. non fai in tempo a cacciarne uno che subito si avvicina un altro.

Alle 5 e mezza è già buio e puntiamo ad andare in uno dei bar del Bund per vedere il Pudong e i suoi grattacieli tutti illuminati.
Prima di entrare al Bar Rouge veniamo avvicinati da un ragazzo e da una signora.. ci parlano del più e del meno in inglese fino a quando non scappa la classica proposta dell’andare in una casa da Thè con spettacolo.. non poteva proprio mancare il tentativo di truffa! Ovviamente liquidiamo i due ed andiamo al Bar Rouge..
L’ambiente è moderno e si trova sopra ad una galleria d’arte.. si vede che Shanghai sta spingendo parecchio da questo punto di vista.
Bè di notte la vista è a dir poco spettacolare, le luci la fanno da padrone e penso che anche solo per questo valga la pena di venire a Shanghai.








Noi ci beviamo il nostro Negroni mentre il locale lentamente si riempie.. più che altro ci son turisti o occidentali che lavorano qui e che si bevono una cosa dopo il lavoro.
Quando scoccano le 7 torniamo in hotel per rilassarci un attimo per poi uscire a cena, è lunedì sera e sinceramente non ci aspettiamo molto.

Poi quando siamo usciti a cena, troviamo anche il tempo cambiato.. ora c’è una leggera pioggerellina che da anche un po’ di fastidio.
Per mangiare andiamo in un ristorante consigliato dalla guida dentro una traversa del Bund; il posto è giovanile e ben frequentato tanto che dietro di noi c’è tavolata di 6-7 tipe americane di cui alcune niente male
Finalmente prendiamo il famoso granchio peloso di shanghai con riso e gamberi; cena veramente ottima e comunque a buon prezzo (30 euro in 2, pur essendo a due passi dal Bund).
Usciti dal ristorante la pioggia è ancora più intensa e così optiamo per tornare in hotel.

Non so domani che giornata ci aspetta, anche perché le previsioni danno brutto tempo e decideremo appena svegli cosa fare, però son curioso.. voglio vedere se tutta Shanghai è così.. o se nascosta da qualche parte c’è ancora la sua anima storica, dove ritrovare il vero stile di vita cinese.
Anche perché secondo me questa occidentalizzazione non può durare e soprattutto non potrà mai conquistare l’intera nazione.