mercoledì 22 agosto 2012

Israele 2012 - Tra il sacro e il profano - parte IV

SABATO 9 GIUGNO

E´ l’ultima giornata in Israele e, come quasi sempre durante i viaggi, dopo qualche giorno di permanenza ci sembra quasi di essere a casa; riconosci il baretto sottocasa, il tizio da cui compri l’acqua, alcuna gente che incroci per strada e che ti sembra di aver già visto.. non so, è sempre una bella sensazione.

Il bar dove andiamo a fare colazione poi è veramente particolare, tavolini piccolini, flusso di gente veloce, macchina da caffè un po’ retrò, libri da leggere appoggiati sulle mensole e la spiaggia a una centinaia di metri.. direi il posto dove vorresti fare colazione tutte le mattine.

Noi ci rifocilliamo dopo la serata precedente e tra il via e vai generale, di fianco a noi troviamo un signore che pensiamo sia uno scrittore famoso o qualcosa del genere.
Infatti appena arrivati, quando Teri gli si avvicina per prendere una sedia, lui sembra quasi sorpreso che non venga riconosciuto e che al posto di parlare del libro o di qualcos’altro gli abbia chiesto solo se il posto era libero..
Per fortuna subito dopo arriva una ragazza a chiedergli un autografo.. sennò avrebbe tenuto il broncio tutto il giorno.

Arriviamo in spiaggia in tarda mattinata e ci sembra di essere in un posto totalmente diverso da quello di ieri.
E’ più affollata di Fregene in pieno agosto.. mai vista così tanta gente.
Ogni singolo spazio è occupato da ombrelloni e sdraio e i ristoranti/bar in riva al mare sono presi d’assalto.
Noi andiamo a Gordon Beach dove, a fatica, il tipo degli ombrelloni riesce ad incastrarci tra la gente spingendo un po’ uno e un po’ l’altro.
Alla fine l’effetto location sdraio è un misto tra Twister e la tavola dello Scarabeo a fine partita.. praticamente non c’è regola.
La giornata la passiamo interamente qui in relax.. tra un bagno, una dormita, un po’ di sole e belle ragazze che passeggiano.
Stavolta oltre ai soliti racchettoni scopriamo un’altra usanza dei locali.. il sabato (che per loro è come la nostra domenica) in spiaggia ci sono gruppi di ragazze e ragazze che si ammazzano di vodka.
Solo intorno a noi ci sono 3 gruppi differenti che continuano ad aprire bottiglie e bere sotto il sole cocente. Bevono, parlano, alzano la musica, ballano.
Cavolo, si ubriacano peggio il sabato pomeriggio che il venerdì sera!!

Verso sera però inizio a non sentirmi bene.. il caldo mi ammazza e verso le 5 vado a rinfrescami in appartamento; purtroppo il misto di aria condizionata-caldo assurdo e doccia tiepida mi è fatale e da quel momento inizio a sentire delle fitte terribili all’intestino.. tanto da sudare freddo.
Lascio così gli altri da soli a fare l’aperitivo al solito posto mentre io in camera provo a riposare un po’ per riprendermi.

Alla sera usciamo a cena; eroicamente esco anch’io anche se il dolore non mi è passato.. ma cavoli, è l’ultima serata a Tel Aviv. Devo farcela.
Andiamo direttamente in Lilienblum st, la zona con più locali alternativi.. è sabato e non c’è tantissima gente e così per mangiare proviamo il georgiano-russo Nanuchka.
Già l’ingresso ha tutto il suo dire, il tipo alla sicurezza ci dice che è da 30 ore che non dorme e che è fuori come un cammello.
Il locale si suddivide in due zone, quella ristorante e quella con bar e dj… è particolare ma mi piace.
A mangiare ci sono le specialità georgiane, io purtroppo non riesco a degustarle e faccio perfino fatica a stare seduto.
Di fianco a noi c’è un tavolo di frocioni che sicuramente, vedendo che non riesco nemmeno a stare seduto, penseranno che la sera precedente l’avrò preso anch’io come loro…. Per fortuna non è così!
Comunque la zona dj è piena, ma è più da cocktail bar… da pre-serata.

Usciamo e torniamo sulla Rothschild st.. per essere una “domenica” sera ce n’è in giro di gente! non è il deserto che ci aspettavamo, però si vede che son tutti posti da bere una cosa post cena, abbastanza tranquilli.

Alle 11.. dal dolore devo mollare e torno in appartamento lasciando gli altri in “vita” e quando li vedo tornare verso l’1 mi dicono che son passati dal Clara Beach ma non c’era granchè e anche sulla via principale la gente stava andando a casa.
La notte la passo male.. a fatica riesco a dormire un po’ alternando dolore a passaggi in bagno.

Domenica 10 GIUGNO

Ultimo giorno, il nostro volo è alle 17, quindi abbiamo l’intera mattinata a disposizione.
A me il dolore va e viene ma fatica riesco comunque a muovermi.. così dopo colazione e alcuni acquisti nel negozio vicino (in particolare la crema Ahava, prodotta con i minerali del mar Morto) andiamo a vedere la vecchia cittadina di Jaffa.

Giaffa Vecchia è praticamente l’unica attrazione storica di Tel Aviv, è l’antico porto dove perfino i Veneziani arrivavano con le loro navi per trafficare le merci orientali.
Ci passiamo un paio di orette camminandoci con calma.. il mercatino delle pulci, le antiche costruzioni ormai diventate gallerie d’arte moderne e la Moschea Al Bahr.
Pur essendo la zona più antica il tutto ha un sapore di “moderno”; sarà la recente riqualificazione o i nuovi ristoranti turistici ma per me la cittadina ha perso un po’ di fascino.
Sicuramente la cosa più bella è la vista della spiaggia e della città “nuova” che si ottiene dalla collinetta in cima ai giardini.

E’ mezzogiorno e tornando verso il centro facciamo un po’ di lungomare..
è l’ultima immagine di Tel Aviv, è arrivata l’ora di prendere i bagagli per andare in aeroporto.

Ci avevano avvisato di essere in aeroporto 3 ore prima della partenza, all’ inizio pensavo fosse un pò un'esagerazione.. però quando a dirtelo sono quelli di Alitalia, il tizio dell'appartamento e il taxista.. direi che si inizia a pensare che forse un motivo c'è.
un 5 km prima dell'aeroporto c'è una specie di casello, alcuni vengono lasciati passare e altri fermati.. a noi (che eravamo su un pulmino da 6) ci hanno fermato, è salito militare con mitra a farci un paio di domande e a controllare i bagagli.. comunque rapido.
In aeroporto prima di fare ogni check-in c'è il primo controllo passaporto.
Coda abbastanza lunga anche perchè ad ogni persona vengono chieste parecchie cose.. diciamo un 10 minuti almeno a testa.. noi siamo stati una mezzoretta in coda prima del nostro turno.
Anche qui, forse perchè eravamo gruppo di 5, i controlli sono stati dettagliati. prima hanno preso un passaporto a caso e controllato con un pc se era originale. poi hanno allontanato uno a caso e fatto un bel pò di domande (sul tipo di viaggio, luoghi in cui eravamo stati, dove abbiamo dormito, posti visti, ect ect), diciamo un 5 minuti pieni.
Finito con lui, il poliziotto è tornato da noi e ha chiesto altre cose standard come se qualcuno ci avesse regalato qualcosa o se avevamo lasciato il bagaglio incustodito.
Superato questo controllo :shock: , ci hanno messo degli adesivi sul passaporto e abbiamo fatto il controllo del bagaglio.. (è forte che la macchina poi sputa fuori il bagaglio.. quasi lanciandolo sul nastro)...; ovviamente a uno di noi gli hanno poi fatto aprire la valigia per controllare bene il contenuto.

Dopo il tutto torna nella normalità, check-in - controllo bagaglio a mano standard e infine l'addetto di frontiera per stampa passaporto in uscita.
Più che i controlli in se, si perde tanto tempo per le code che si formano ad ogni step.. loro comunque sempre gentilissimi e disponibili.. alla fine diciamo che per far tutto con calma ci abbiamo messo 2 ore / 2 ore e 1/4

Sul volo di rientro cerco di addormentarmi, questa volta non riesco a pensare alle belle esperienze e ai luoghi fantastici visitati.. il dolore assorbe ogni mio pensiero, non vedo l’ora di arrivare a casa.

A distanza di due mesi posso dire di essere soddisfatto di questo viaggio, c’è stato un po’ di tutto; cultura, religione, divertimenti, belle donne.. e poi Gerusalemme è veramente un posto magico, un posto che ti fa ripercorrere migliaia di anni di storia e dove respiri, come in nessun altra città, l’insieme di diverse religioni che convivono a fatica gli stessi luoghi.

Ma.. ripensandoci ora ….… il dolore intestinale dell’ultimo giorno non sarà stata la punizione per tutti i miei peccati???

sabato 18 agosto 2012

Israele 2012 - Tra il sacro e il profano - parte III

Venerdì 8 giugno

Ci alziamo a metà mattina, questa è la prima giornata totalmente dedicata alla spiaggia e al relax.

Colazione al baretto vicino all’appartamento e verso le 11 siamo già sistemati sulle sdraio sotto gli ombrelloni in Frishman Beach.
Tra un tuffo in acqua (che devo dire non è male..ok non sarà il mare della Sardegna ma non è neanche quello di Riccione!), un pisolino e un pranzo leggero (che fighe che c’erano al baretto) la giornata vola via che è una meraviglia.

In spiaggia c’è gente ma non è strapieno, quindi si sta bene; però durante la giornata un paio di cose mi saltano all’occhio.
Le ragazze vengono in spiaggia quasi tutte truccatissime e piene di gioielli e poi il lungoriva è tutto occupato da gente che gioca a matkot (i racchettoni), che sembra essere la vera passione della città.

Come sempre io a metà pomeriggio mi stufo di stare seduto in spiaggia così, con la scusa di cambiare i soldi, decido di farmi un giro.
Inizio a scendere dalla Hayankon st e percorro un po’ della Allenby st.. i negozietti non sono nulla di particolare, praticamente uguali a quelli che si troverebbero in qualunque altra città di mare.. l’unica differenza è l’immancabile metal detector all’ingresso del centro commerciale.
In giro noto gli effetti della Gay Parade che c’è appena stata e che si è conclusa nella spiaggia dell’Hilton hotel (Gordon Beach).. gruppi con atteggiamento molto gaio che sventolano bandiere multicolori, coppie omosex che si baciano per strada e musica technohouse sparata a mille.
Per fortuna la nostra spiaggia e i locali da noi frequentati non hanno risentito della giornata dedicata a loro!!! Sennò penso che gli altri mi avrebbero scotennato.
Dall’Allenby torno passeggiando sul bellissimo vialone Herbert Samuel.. il lungo mare è veramente fantastico e penso che se vivessi qui ci verrei a correre tutti i giorni
Intorno a me guardo gli edifici che stanno sul lungo mare.. si vedono vecchie case a 2-3 piani che si alternano ai palazzoni ipermoderni dalle forme particolari e tutti a specchi che si alzano nel cielo per 7/8 piani.
Qui il settore edilizio sicuramente non sente la crisi, infatti spesso si vedono attaccate alle pareti delle vecchie costruzioni nuovi progetti con figure avveniristiche… immagino che tra qualche anno qui potrebbe essere molto differente.

Raggiungo gli altri in spiaggia, anguria rinfrescante al baretto seduti ai mini tavolini e lentamente il sole scende e si fa sera.
Come aperitivo andiamo in Allenby st, ci facciamo un paio di birre guardando gli europei in un pub e poi andiamo a prepararci per la seconda serata..

Stavolta decidiamo di cambiare totalmente zona, niente Porto e dintorni ma scendiamo direttamente in taxi nella zona Neve Tsedek.
Ci facciamo lasciare all’imbocco della Nahalat Binyamin ed esploriamo questa nuova parte di città.
Come primo impatto in giro pensavo ci fosse molta più gente, ok c’è qualche persona qua e là ma niente macello infernale ma poi scopriamo che la zona più viva è intorno a Rothschild St e Lilienblum st..(la via più alternativa).
Decidiamo di mangiare un hamburger nel posto consigliato dalla Lonely, l’Agadir Bar Burger.
Ambiente informale, maxischermo con partita europei, tavolo di lesbiche tedesche davanti a noi, giovane coppia che si porta il vino da casa.. insomma il posto ci piace.
Il maxi hamburger non è niente male e così verso mezzanotte possiamo iniziare la nottata.
Su mia iniziativa puntiamo secchi al Sublet Roof Top Bar; il posto l’avevo trovato su internet e mi sembrava molto interessante.. purtroppo quando arriviamo scopriamo che oggi è chiuso.
Ormai siamo dei professionisti e non ci facciamo prendere dal panico, così fermiamo due tipe che passavano di lì e chiediamo un posto alternativo.. e ci indicano il Clara Beach che è proprio lì di fronte.. del resto ci vanno anche loro!
Al di fuori del Clara c’è un po’ di coda, ma niente di eccessivo.. poi quando arriviamo davanti all’ingresso, guidati da Teri, ci fanno entrare subito passando davanti agli altri.. magari ci hanno confuso con qualcun’altro, non lo so.. ma un’entrata così trionfale non la facevo da anni!
Superato l’ingresso entriamo e siamo subito concordi tra di noi.. questo è il posto giusto.
Praticamente si tratta di un locale all’aperto, con 3 postazioni bar, una pista dove ballare, dei tavoli tutt’intorno; il tutto su una terrazza proprio sul mare.. gran bella location.
Intorno a noi la gente ci piace, nessun tamarrone.. età media tra i 25 e i 30 e bella musica.
Dopo un giro di perlustrazione ci facciamo il primo giro di vodka.. e poi il secondo.
Proviamo a lanciarci on the dance floor… il famoso Obe-danze e rimasto purtroppo in Italia, però ci iniziamo a divertire.
I compagni a dir la verità sembrano un poco spenti.. così faccio un giro alla "Rino".. cioè da solo e inizio a fare un po’ di conoscenze.
Si fa due parole, diciamo che sono abbastanza incuriosite su come mai abbiamo scelto questa meta e comunque sfoggio alla grande il mio abbigliamento alla Mario (il gestore del disco pub di rifermento a Vb).. abbigliamento che consiste in camicia a righine bianca-azzurre, pantaloni giallo spento e scarpe chiaramente scure.
Tornati dagli altri, vediamo che intorno a loro l’ambiente si è scaldato.. sul tavolo di fronte una tipa balla scatenata sul tavolo e io provo ad attaccare bottone con le nostre vicine.
Verso le 2 torno in ronda; mentre la maggioranza delle ragazze è tutta presa a farsi le foto per poi pubblicarle su facebook o simili, noi (io e Vale) ci avviciniamo al bancone per un giro di vodka.
Tempo zero ci troviamo a parlare con due belle ragazze.. una bionda e l’altra mora con carnagione un po’ scura.. cmq due tipe decisamente interessanti.
Passiamo l’ora seguente con loro…si parla, si beve, ci si conosce meglio… fino alle 3, quando il locale inizia a chiudere.
Non volendo lasciare gli altri.. ci diamo appuntamento con le tipe al Cat&Dog, anche se poi riflettendoci non è stata una gran mossa.. dovevamo affondare i colpi del giaguaro e brillantemente andare direttamente con loro.

Il Cat & Dog è peggio della serata precedente.. ancora più affollato e ancora più in stile “metà anni 90” con techno che spinge a manetta, gente che sgomita per andare al bancone e gay che approcciano pesantemente.. diciamo che il club è abbastanza insopportabile.
Troviamo anche le tipe.. ma son in pista prese a ballare scatenate e ormai un po’ stanchi e soprattutto parecchio infastiditi dal locale le abbandoniamo al loro destino e torniamo mestamente in appartamento.
Son le 5 passate.. facciamo un giro sul lungo mare, la pace e la tranquillità del posto fa sembrare le ore precedenti lontano mille miglia.. e così capiamo che è ora di andare a dormire.