lunedì 25 maggio 2009

Brasil 5a parte

9° giorno – 28 marzo
La solita sveglia ci sveglierà di primo mattina e il buon Vilmar ci aspetta alle 8 per andare in Argentina.
Per me l’ingresso in Argentina ha un sapore particolare, infatti ho dei parenti che vivono a Buenos Aires e già nel 2002 dovevo andare a trovarli con mia sorella.
Purtroppo la situazione in quell’anno non era favorevole e così ho sempre rimandato ma prima o poi mi piacerebbe visitarla.
Oggi, anche se per solo una giornata, finalmente supererò il confine biancoazzurro.

Dopo aver superato facilmente la frontiera ci facciamo portare nel punto dei “3 confini”, un località sul fiume dove si incrociano i confini dei 3 stati (Paraguay, brasile ed argentina).
Qui si parte con le prime di una lunga serie di foto.
Per strada, tra venditori ambulanti che riposano sotto le piante, Vilmar ci spiega come la crisi in Argentina abbia colpito duro e che per questo molti brasiliani vanno lì per le loro esigenze, anche solo per cenare!
Passando poi per la cittadina di Puerto Iguacu vediamo insegne chiuse, edifici diroccati, pochissima gente in giro.. l’effetto quasi di una città fantasma.

Il parco da questo lato è effettivamente più ampio e ti copre tutta la giornata.
Per muoversi si può scegliere tra passeggiate o l’utilizzo di un mini trenino

Come prima cosa andiamo sopra la Garganta do diablo.. dove si è praticamente in cima alla cascata più potente e, complice la giornata splendida e i colori così vivi, la vista è tutta un programma.. (un po’ bagnato…)
Successivamente, lentamente anche a causa dei 35° all’ombra, facciamo i vari percorsi a piedi (Inferior e Superior) per poter guardare queste meraviglie dai vari punti di vista.
Passiamo così l’intera giornata che chiudiamo con il giro sul gommone che ci porterà sotto varie cascate… tutto mentre Vare urla impazzito “vamos… vamos…” incitando anche 3 ragazze sedute vicino a noi.
Verso le 5 usciamo dal parco, vedo dei bambini di origine Indios che cantano per i turisti.. e un po’ mi si stringe il cuore.

Mentre torniamo in Brasile verso l’hotel penso che la scelta di passare due giorni così è stata ottima, il posto fantastico e le cose viste così difficili da raccontare e spiegare ma che mi rimarranno sempre nel cuore.

In hotel, rilassati pensiamo al sabato sera che stiamo per passare; Iguacu non sarà Rio o Sao Paolo… ma qualcosa avrà ben da offrire, no?

Docciati e rilassati siamo quasi pronti per uscire… ma all’improvviso la maledizione intestinale dopo Vare, Vale e Fede.. inizia a colpire anche a me.
Gli attacchi mi piegano ed inizio la lunga staffetta tra cesso e il letto.
Prendo il dissenten.. sto per mollare gli altri e stare nel letto.. ma l’orgoglio è troppo alto.. cavolo, quando mai mi ricapita il sabato sera a Iguacu????

Un po’ debilitato andiamo a cena sulla via principale, in un ottimo ristorante dove mangiamo veramente bene.
Qui è ancora più evidente la differenza di prezzi con Rio, infatti spendiamo veramente poco.
Al tavolo di fianco facciamo due parole con un italiano che è in vacanza da solo, è simpatico e chi dice che lavoro per il consolato italiano a Rio.
Tra l’altro ci suggerisce di andare a Porte Allegre, dove lui aveva lavorato precedentemente, e che Rio non gli piace perché troppo caotica!
Finita cena, andiamo ancora al Capitan, con il solito giro…. Chiediamo un po’ consiglio e finiamo alla discoteca ONO.

L’ambiente è gaio, un misto tra ragazzini e gente della nostra età..
Come al solito si balla, ci si fa un’idea delle ragazze presenti.... ma l’inizio promette bene.
Ad un certo punta sul palco sale un cantante con la sua band… alla lunga sembra Ricky Martin che canta canzoni di Ligabue.

Finito il concerto si riprende con le scene “da discoteca”.. Vale continua con il suo ballo Monopasso… Vare trascina con se il Bomba e il Rosso.. ed io, un po’ delibitato dai problemi intestinali, guardo un po’ la situazione.
Alle 4 passate è ora di abbandonare il forte… io, Vale e il Rosso molliamo lì i due latin lover….

Il giorno dopo ci diranno che appena assaggiato un cocktail erano dovuti scappare per sfogarsi nel bagno della camera.. mentre faranno credere al Rosso di essere andati a casa delle due per “foder” fino al mattino.



10 giorno – 29 marzo
L’aereo che ci porterà a Salvador è per le 13, quindi sveglia con calma e flemma post serata.
Il caldo è sempre pazzesco e così verso le 11 lasciamo il nostro hotel.
Alla fine l’intera giornata sarà dedicata al trasferimento, visto che il nostro volo fa scalo con sosta di 1 ora a Sao Paolo.
Stavolta, a differenza del volo precedente, il Bomba sta bene e non rimette l’anima.
A Salvador come location per la notte ci siamo concessi una follia, spinti dal Vale e dal Bomba e dal basso prezzo abbiamo affittato delle camera in una villa/residence con piscina .. perché almeno una volta nella vita bisogna esagerare.. no??

Atterriamo all’aeroporto in tarda serata, verso le 6 ed a prenderci c’è un ragazzo italiano che lavora con Marco (il responsabile della villa) e una sua amica brasiliana.
La prima notizia non ci piace per nulla, la villa da noi scelta non è disponibile perché son saltate le fognature (ma una scusa simile non c’era anche per i famosi appartamenti a Praga???) e allora ci hanno sistemato in un’altra un po’ più lontano dal cosiddetto centro “il quartiere di Barra”
La villa infatti si trova in zona Patamares, precisamente all’interno di un complesso residenziale chiuso, dove per sicurezza si entra passando da una guardia.
Questo cambiamento di programma ci scoccia non poco anche se alla fine risulteremo soddisfatti della location.

Arrivati guardiamo la villa, la piscina con il giardinetto fuori è perfetta, ognuno ha la sua camera, gli interni e gli infissi non sono all’ultima moda ma vanno bene.
Mentre ci dà alcune “dritte” su taxi e serate io osservo Marco e non so cosa pensare.
Mi sembra il solito italiano sborone che racconta mille avventure e ti fa capire come lui si che ha svoltato… tanto da farsi 6 mesi a Salvador ed il resto a Rimini…
Non so se si capisce.. ma mi stava un po’ sul cazzo.

Una cosa giusta però ce la dice, è domenica ed in genere non c’è gente in giro.. ma siamo fortunati perché al faro di Barra si chiude la 3 giorni che celebra la nascita della città.
Quindi, ci docciamo e via di taxi verso la festa.
Una cosa che caratterizza Salvador sono le distanze, che sono enormi! Roba che per muoversi ci metti anche più di mezz’ora per la felicità dei vari taxi.

Arrivati e la situazione è questa.
Palco con band di almeno una decina di componenti, un mare di gente che dal palco arriva fino alle strade vicine che balla, canta, si dimena.. venditori ambulanti di ogni tipo, chioschetti improvvisati che fanno dalle caipirinhe a dolci.. insomma un po’ di tutto.
Tutto questo di domenica sera… capiamo subito che deve essere stata una 2 giorni di fuoco.. peccato averla persa.

La fame avanza e in un baretto-ristorante a due passi dalla festa ci facciamo la nostra prima moqueca accompagnata da birre e caipirinhe.
Mentre mangiamo ci guardiamo un po’ in giro.. a primo impatto ci sembra la gente più rilassata, più sorridente e meno curata nell’aspetto che a Rio.
Inoltre, come mi era già stato detto prima di partire, almeno il 90% delle persone sono di colore.. visto la tribulata storia della città.

Da ridere quando un venditore ambulante prova a piazzare qualcosa al Rosso e visto il suo rifiuto il venditore gli tira uno schiaffo…
Oppure vedere come un vecchio Europeo ha agganciato una baiana con ammiccamenti e sguardi da lontano.
Così ci godiamo la fine della festa a mezzanotte e poi, di ritorno verso la villa, l’ultima birra a Pituba in un baretto con musica dal vivo.

Da domani si inizierà il vero giro di Salvador e la curiosità è forte.


11 giorno – 30 marzo
Dopo tanti giorni finalmente un giorno di pieno di relax.
Così nessuna sveglia, nessun programma particolare.. e ci si alza a casaccio.. chi prima e chi dopo.
Io con Vale e il Rosso siamo i primi a scendere in piscina verso le 9 e mezza.
Siamo gli unici, e per nostra fortuna non arriverà nessun altro nei giorni in cui siamo a Salvador.
Salutiamo Daisy (la cuoca-cameriera) che ci preparerà colazione da godersela a bordo piscina.
Che dire?.. non sarà tra le cose che preferisco… ma questo relax allo stato puro ogni tanto ci vuole!
Come colazione ci mangiamo una torta appena fatta con caffè e thè… e dal giorno successivo facciamo aggiungere anche frutta fresca (ananas, anguria e banane).

La giornata è splendida, mi metto la crema protezione 30!, e ce la scialliamo in piscina, tra due tutti e musica.

Verso le 2 e mezza andiamo in spiaggia.. purtroppo il nuovo residence (a differenza da quella scelta) è un po’ distante dal mare.. così ci dobbiamo fare almeno un quarto d’ora a piedi sotto il sole cocente.
Però così possiamo osservare ciò che ci circonda… una scuola, negozietti vari, bar improvvisati, gente che aspetta il bus cercando un po’ di ombra.
In spiaggia non c’è molta gente, è sempre lunedì… così pranziamo in uno di questi chioschi sulla spiaggia.. gamberi e pesce fresco innaffiato dalla solita birra.
A proposito di birra.. anche se tutti bevono la Skol.. a noi sinceramente non piaceva, ci risultava pensante da digerire… sicuramente meglio la Brahma o la Antarctica.
Finito di mangiare passeggiamo a lungo sulla spiaggia, più che altro ci sono ragazzi che lanciano le reti per pescare qualcosa, oppure qualcuno che corre in riva al mare.
Ma l’assenza di frenesia ci lascia gustare in pieno l’oceano e tutto ciò che ci circonda.

Senza rendercene conto son quasi le 6 il sole sta scendendo.. così torniamo a casa.. ci aspetta la prima lunga serata a Salvador.

A cena andiamo in un ristorante un po’ turistico, con le cameriere che indossano tipici vestiti di Bahia.
Polpo e pesce fresco… cena buona ma nulla di speciale.. al contrario di certe gran tope come cameriere.

E’ lunedì sera e si ripropone il solito problema che ci aveva assalito a Rio la domenica sera.
Tutti i locali/discoteche sono chiusi…. Il decantato Aeroclub, complesso pieno di bar e discoteche pieno tutti i giorni della settimana, è fallito post continue retate della polizia (sembra che ci sia scappato anche un morto poco fuori dal locale)…
La scelta è come sempre ardua… andare a bere una birra in tranquillità in piscina oppure andare alla “Santissima” il locale “particulare” di Salvador.

Dopo un C.d.a. degno della Fiat pre-acquisizione di Opel, la decisione cade sulla Santissima….
Arriviamo in taxi, scendiamo e subito capiamo l’andazzo… ragazze che arrivano tutti tiratissime, che salutano sorridono, qualcuna azzarda già invitandoti ad entrare…
Abbiamo capito… questo è l’ Help di Salvador

Vicino all’ingresso ci sono due uomini, sulla 50ina, e appena ci sentono parlare in italiano… uno di loro interviene con “Eccoli qui.. i soliti italiani caciaroni”
Così si avvicinano e scambiamo due parole…

Max, con capello bianco di media lunghezza gellato all’indietro, è il leader maximo… dopo aver divorziato, si è innamorato di una brasiliana che ora ha lasciato e ha comprato una villa lì in zona.
L’amico, capello bianco riccio spettinato, occhiali fondo di bottiglia alla Colo, si spaccia per dirigente accompagnatore dell’Ancona Basket e alzando le braccia tende subito a chiarire che lui “non è mai andato con una puttana”.
Qui incominciamo a farci due risate… Max prende sotto consegna Vare.. ed inizia a sparare dritte e perle a ripetizione “Io c’ho messo dieci per scoparmi una brasiliana senza pagarla.. fidatevi”… “questa che è appena entrata merita, me la son già passata io”.. “Non ho ancora capito di voi chi è quello che scopa..” .. le spara così grosse che sembriamo catapultati nel set di Natale a Rio… ed infatti poi lo chiameremo Christian (De Sica)

Per non esser da meno, visto che siamo entrati in confidenza, entra in scena il suo amico… quello che non era mai andato con una puttana.
Inizia dicendoci che ieri si era fatto fare un bel pompino nel suo Apa-hotel.. poi parlando di Rio dice testuale.. “Gran troiame… ad un certo punto ne stavo portando in camera due.. poi mi son detto.. non è che sto esagerando???”..
In particolare fa amicizia con il Rosso.. visto che la ex ragazza del marchigiano è delle nostre parti e lavora nella sua stessa struttura.. tra l’altro ex ragazza apostrofata come gran pompinara da Christian De Sica.

Finalmente ci decidiamo ad entrare, c’è un palco dove si esibisce una band che propone musica brasiliana, mentre per la sala ci sono ragazze ai tavoli, oppure che ballano..
Intanto Christian-Max non smette di dar consigli .. “quella è fidata.. la conosco”… “vedi a me piacciono così, di colore”.. “Ti do il mio numero.. così se domani volete farvi un caffè con qualche ragazza in villa da me”
Così la serata prosegue tra ragazze che tentano di far conversazione
Di piacevole, personalmente, c’è solo lo spettacolo sul palco, la band è veramente brava così come i ballerini/ballerine; per il resto che dire?.. tutto molto triste.

Dopo poco ne abbiamo abbastanza e verso le 3 usciamo dalla “Santissima” (di cui apprezzo molto l’ironia del nome…) per andare a dormire, sarà per la stanchezza o per le caipirinha ma facciamo l’errore di non chiedere il prezzo prima di salire.. così quando arriviamo ci spara un prezzo manco fossimo giapponesi a Roma.
Post minacce di chiamare il suo responsabile lo liquidiamo al prezzo giusto (sempre alto secondo me) ed entriamo in casa.

Andiamo a dormire, e son contento che domani c’è la visita al Pelorinho il centro storico di Salvador.

giovedì 21 maggio 2009

giovedì 7 maggio 2009

Brasil 4a parte: Foz do Iguaçu

7° giorno – 26 marzo
E’ così.. siamo alla partenza… l’aereo per Foz do Iguacu parte nel primo pomeriggio e quindi abbiamo tutta la mattinata per noi.

La giornata è fantastica, il sole splende, non c’è neanche una nuvola.. peccato aver avuto i primi due giorni di tempo incerto…
e così, tra chi dorme collassato (Fede), chi va in giro da solo (Vare) e chi fa un po’ di shopping di ricordi e souvenir vari (io, Vale ed il Rosso) lasciamo una Rio nella sua veste migliore.. un po’ come quelle ragazze che dopo la prima uscita ti sorridono maliziose e sembrano dirti “guarda che il meglio devi ancora scoprirlo..”
Io e Vale non rinunciamo a fare un tutto nell’oceano.. sembrerà strano ma è il primo bagno che facciamo a Rio… quasi incredibile a raccontarlo.

A mezzogiorno arriva lo strafatto dell’olandese a prendere le chiavi.. lo salutiamo con il suo slang da fumato e andiamo verso l’aeroporto.
Qui il bomba incomincia a non sentirsi bene, ha problemi di stomaco ed intestino… la maledizione, dopo Vare e Vale ha colpito anche lui!
E’ bianco come una mozzarella di bufala e a metà strada fa accostare l’autista per sboccare… operazione che ripeterà anche in aeroporto.
Il volo per Iguacu dura un paio d’ore, in cui cadiamo in un sonno profondo fino al nostro arrivo a tarda serata.
Iguacu ci accoglie con un caldo umido pazzesco; la città è organizzata per il turismo.. infatti in aeroporto ci sono una marea di depliant, cartine, mappe, pubblicità e cosa ancor più triste due ragazze vestite da “ballerine native” che pubblicizzano una ciurrascheria..

Ormai è già buio così prendiamo un taxi per portarci al nostro Hotel, il Taroba Express, un 3stelle che per 16 euro a testa al giorno ci darà una doppia ed una tripla.
Siamo parecchio stanchi così ci facciamo un hamburger veloce ed andiamo a dormire.
Domani sveglia alle 7, sarà una giornata piena ed intensa.


8° giorno – 27 marzo
E’ il primo dei due giorni che passeremo ad Iguacu, per oggi il programma prevede la visita della Diga di Itaipu e la visita del parco dal lato più panoramico, quello brasiliano.
Alle 8 ci troviamo con Victor, un amico di Mario, che per una spesa ridicola ci farà da taxista per l’intera giornata.

In una ventina di minuti siamo all’ingresso della diga.. .per chi ha poco tempo da dedicare alle cascate (cioè un solo giorno) non consiglio di andare ma se invece ce la fate la suggerisco. Non tanto per quello che c’è da vedere ma per farsi un opinione su questa costruzione.
In pratica è una diga enorme costruita nelle mezzo della foresta che regola il flusso del fiume Iguassù; ovviamente, di base, immagino nessuno sia favorevole ad una costruzione del genere però bisogna anche considerare che soddisfa il fabbisogno energetico del Paraguay ed il 30/40% dell’intero Brasile.
La visita, sotto un solo cocente, risulta composta prima dalla visione di un filmato che “sponsorizza” gli effetti benefici della diga, e da un pulmino che si avvicina passando di fianco alle enormi turbine fino ad arrivare al lago artificiale che si è creato.
Nulla di incantevole, ma comunque interessante.

Così alle 9 e mezza siamo per strada, su suggerimento di Victor facciamo una deviazione in Paraguay, dove attaccato al confine c’è un mercato dove trovi di tutto a prezzi bassissimi.

Dal finestrino osservo ciò che mi circonda.. vedo le case basse senza piani superiori, cavalli che mangiano nei prati, i vari negozietti con le tipiche insegne sudamericane tutte colorate dipinte sulle pareti, gente seduta sulle loro sedie all’ombra all’esterno delle case, vegetazione varia…

Il confine con il Paraguay praticamente non esiste, se si vuole solo andare a fare un giro in città si passa senza controllo passaporto.
Visto i prezzi convenienti i brasiliani hanno un limite nella spesa mentre i “turisti” possono comprare di tutto.
Il mercato è un insieme di venditori ambulanti e magazzini a 3 piani con dentro centinaia di negozi di elettronica, vestiti, scarpe di “marca”.
Per strada invece ci sono improvvisati baracchini che vendono cibo.. è tutto molto movimentato attivo.. più che essere in un mercato sud americano mi sembra di essere nel sud est asiatico.. con le moto che ti sfrecciano a poca distanza senza rispettare precedenze e limiti.
Così ci addentriamo nella fase del mercato più famosa.. la contrattazione..
FASE A - non appena guardi un articolo si avvicina il venditore che ti esalta il prodotto che stai guardando.. anche se magari in quel momento pensavi a tutt’altro…
FASE B – dopo aver chiesto il prezzo, il venditore spara un prezzo così assurdo che non lo compreresti neanche se fossi in Italia.
FASE C – appena vedono la tua faccia di reazione al prezzo…. Il venditore lo abbassa subito di un buon 30%... Solo perché hai una faccia simpatica o perché da quel momento sei diventato il suo miglior amico
FASE D – o rimani lì’ a contrattare e tiri come minimo un altro buon 20%... oppure te ne vai.. e di colpo non sei più il miglior amico del venditore.
Alla fine di tutto questo.. lasciamo perdere l’elettronica per mancanza di fiducia.. e prendiamo qualche souvenir Inca.

Così si riparte verso il parco, l’ultima immagine del Paraguay è un edificio in sistemazione dove ci sono degli operai che lavora su un’improbabile impalcatura di legno…
Mentre il termometro tocca i 32°… facciamo il nostro ingresso nel parco, prendiamo il pulmino che ci porterà all’inizio del sentiero che ci porterà alle cascate.

Il sentiero non è lunghissimo, poco più di un km, così lasciamo andare avanti tutta la gente e rimaniamo in coda a goderci tutto.
Lentamente ci avviciniamo alle cascate che si mostrano a noi poco alla volta.. prima lontane e poi sempre più vicine…
Mentre camminiamo volano tranquillamente intorno a noi farfalle colorate… arancioni, azzurre, gialle… e poi un’animale strano.. diciamo uno scoiattolo un po’ più grosso.
Siamo quasi a fine sentiero e qui ho l’immagine più bella della giornata.. tutte le cascate con la loro ampia grandezza e un arcobaleno che va a spegnersi all’interno.
Come per il Gran Canyon, queste bellezze naturali non si possono spiegare… bisogno solo viverle.

Abbrustoliti dall’umidità e dal sole.. lasciamo le cascate e andiamo al “parco degli uccelli”.. che non è un parco per gay… ma una ricostruzione della fauna presente nell’intero brasile.
Così ci muoviamo tra uccelli coloratissimi, fenicotteri, struzzi, centinaia di tucani… e poi con coccodrilli, boa, il cobra, l’iguana.. perfino una tarantola ect ect
Il massimo è stato quando siamo entrati in una gabbia piena di uccelli coloratissimi.. all’esterno c’era un cartello che diceva “Entrate a vostro rischio e pericolo”… qui il Rosso fa partire una foto con flash… e di colpo 5-6 pappagalli son partiti a razzo e per poco non tranciavano via la testa a me e al Bomba.

Dopo 1 e mezza.. torniamo da Victor.. e stremati ci porta in Hotel dove ci piazziamo in veranda e ci facciamo una birra in pieno relax.
E’ venerdì e per mangiare andiamo a “El Capitan”.. posto straconsigliato non per la cucina ma per come è frequentato.
Effettivamente il movimento di tipe è ottimo… gran belle fighe, in percentuale anche meglio di Rio… però la stanchezza avrà il sopravvento.
Due cose caratterizzeranno le due serate ad Iguacu… la composizione dei tavoli nei bar (in genere 3-4 tipe e 1-2 uomini) e le auto da tamarro che continuano a sfrecciare su e giù per la via principale con la musica a palla.
La stanchezza però la farà da padrone.. e dopo una passeggiata suona il gong della 12ima ripresa… e ci manda tutti a dormire…

Domani ci aspetta l’Argentina..