mercoledì 31 agosto 2016

Transiberiana - 4.500 km nella vera Russia - 5a parte Krasnoyarsk

Martedì 26 luglio
Ore 14.30

Ultima tratta in treno, quella più lunga, che da Krasnoyarsk mi sta portando ad Irkutsk.. la porta d’ingresso sul Baikal.
So già che un po’ mi mancheranno questi trasferimenti in treno, le vecchiette in stazione con le magliette con scritte in inglese che molto probabilmente neanche capiscono, i thè bevuti guardando dal finestrino, il cibo preparato sul momento da madri e mogli per i loro figli e mariti, il profumo del salame, l’odore del cetriolo appena tagliato, l’osservare le nonne che fanno la maglia e i bambini che giocano svogliati al cellulare o che corrono avanti e indietro per il corridoio, gli uomini in tuta spesso con la loro panciona in bella vista e nuda.. insomma un viaggiare che forse non si usa più, più lento ma più famigliare.
Un viaggio che forse più dell’aereo collega questo immenso paese passando per i suoi villaggi fatti di case di legno con le pareti colorate di blu o verde, con il piccolo orto e le strade non asfaltate, la sua steppa, i suoi boschi che si fermano a pochi passi dalle città che d’inverno vengono nascoste dalla neve e dal freddo mentre in questa stagione esplodono di verde e del giallo dei fiori.
E il viaggio non è finito, forse è finita la parte più “reale”, quella un po’ meno turistica.. ma sono già in modalità nostalgia ed ho flash nella mia mente che mi riportano a questi giorni passati.
Il classico pane nero, le serate che ho fatto (tra le più divertenti di questi ultimi anni, anche se da solo), i taxisti che ti parlano per 10 minuti in russo anche se non capisci nulla e questo loro lo sanno, ma che ne frattempo ti stanno raccontando dei loro figli e ti dicono che il Baikal è bellissimo anche se magari non ci sono mai stati.
Sta anche cambiando il panorama dal finestrino.. per la prima volta dopo tanti km iniziano a vedersi delle collinette e dei boschi su mini alture.

L’ultima volta che avevo preso in mano il diario ero rimasto al treno per Krasnoyarsk… l’unica tratta in cui non ho dormito bene, un po’ perché in cabina mentre ero in piena fase di addormentamento sono entrati un giovane militare e una giovane ragazza che parlava inglese.. e così abbiamo fatto un’oretta a dialogare io e lei ed alla fine non sono più riuscito ad entrare nella fase di sonno profondo.
Quando scendiamo dal treno anche il giovane militare, pur non avendoci parlato, per il semplice motivo che l’ho aiutato a portare giù la borsa, mi saluta dandomi una calorosa pacca sulla spalla.

A Krasnoyarsk arrivo alle 7 di mattina, mi trascino in hotel dove ho tre ore per rilassarmi prima del tour nella riserva naturale dello Stolby.
La giornata è stata una bella sfacchinata di 20 km ma molto divertente anche perché abbiamo fatto una specie di climbing a mani nude sulla roccia salendo sulle 4 vette dei sassi più centrali; non avevo mai fatto una cosa simile.. molto forte e gran bella esperienza e poi ci voleva un po’ di natura dopo tanta città! Anche se quando siamo rientrati verso le 9 di sera era cotto.
La guida ci ha detto che siamo stati molto fortunati che la sera ha piovuto perché nei due giorni precedenti l’aria era impossibile da respirare e tutto era nebbioso per via del fumo provocato dagli incendi vicini.
Invece ieri, dalle vette, si vedeva tutto, anche la città in lontananza e l’orizzonte con i vari sassi che spiccavano in mezzo al verde delle piante che non ti sembrava possibile di averle scalate… a pensarci bene è una di quelle attività che vengono coperte dell’assicurazione medica.. meglio non averci pensato prima!
Il tour è stato molto interessante; all’inizio, mentre percorrevamo la strada del parco, la guida ci ha spiegato i vari animali presenti (anche se alla fine noi abbiamo visto solo degli scoiattoli), le varie piante, gli insetti e i batteri che vivono nella riserva.. anche se i momenti migliori sono le soste in cime alle rocce, in silenzio.. dove pace e serenità sovrastavano tutto.
Poi il gruppo era di sole 5 persone, io, una coppia di francesi, uno spagnolo e una ragazza di Mosca che ci racconta della crisi economica russa, delle mille dacie di Putin, degli asiatici che invadono la sua città venendo a far nulla ed insultare le donne… direi un bel caratterino forte.

Arrivato in hotel, doccia e son già le 10; per strada qualche giovane in giro e fortunatamente trovo un ristorante aperto.. tipico ucraino dove prendo insalata di salmone (ormai un classico) e stufato di vitello, funghi e formaggio; rientro in hotel dove crollo a dormire in pochi minuti.
Nelle ore mattutine ho passeggiato un po’ per il centro città e scopro che è il luogo delle mille fontane; per il resto sono passato per le classiche cose si trovano in una città russa.. le chiese (sempre molto frequentate), i viali lunghi km dove passeggiare, la statua di Lenin e i palazzi di nuova generazione e moderni.
La differenza qui sta nel fiume, secondo me quello sfruttato meglio con la riva piena di tavolini, giochi, venditori ambulanti.
Fermandomi a prendere un paio di panini per il viaggio parlo con il ragazzo della cassa.. starò lì un 15/20 minuti parlando di musica rock, della sua voglia di vedere l’Europa, l’assenza di libertà di movimento (Krasnoyarsk del resto è stata una delle prime città che si è ribellata all’impero sovietico e conosciuta per le proteste contro il regime), delle universiadi invernali che si terranno nel 2019 e che si spera porteranno migliorie alla città, dell’essere contento nel poter esercitare il suo inglese, che lavora d’estate per prendere una giacca della Stone Island, dei ragazzini che stanno dipingendo parti di città (tipo ringhiere o muri) per migliorarla senza guadagnare un soldo così come i vecchietti che aiutano a pulire e spazzano il marciapiede…. Bè la Russia avrà tanti problemi ma in queste cose capisco perché mi piace.
Ho ancora 5 giorni, un enormità quando si è in viaggio.. probabilmente vedrò posti più belli ma difficilmente sapranno riempirmi come questi

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