ore 22
Sono a Puno nella camera dell’ostello (che a dir la verità è più un B&B).
Sono rientrato dopo aver cenato in compagnia di un ragazzo francese di origini algerine che era seduto vicino a me sul bus; simpatico e alla mano e poi almeno non ho mangiato da solo e ho scambiato due parole confrontandosi sul viaggio che stiamo facendo.
Oggi alla fine è stata più che altro una giornata di trasferimento, 6 ore e mezza in bus guardando dal finestrino queste distese interminabili interrotte da qualche casa o da qualche cava da cui vengono estratti metalli o minerali vari.
Le uniche città passate si caratterizzano per le solite strade sterrate, i car wash con l’insegna con ragazze in bikini (anche se poi a lavorarci sono tutti ragazzi o uomini panzuti) e, in particolare Juliaca, per il gran mercato all’aperto che si svolge a bordo strada.
Finora il sud mi è sembrata la parte più povera del Perù ed è la prima volta che mi sento un po’ “lost in world”, poi durante il viaggio in bus ho riflettuto parecchio e, come sempre, questi viaggi mi fanno capire molto di me.
Puno non mi ha fatto una grande impressione.. una città cresciuta lungo la costa con tutte le case in mattoni rossi che si inerpicano senza regole sulla collina.
In due ore passeggio per il centro con la sua cattedrale molto spoglia, le due piazze colorate, la via con ristoranti e negozi turistici ed infine per il mercato alimentare; finito il giro “turistico” mi fermo a mangiare dei Chicharrones prima di entrare/uscire dai vari negozi di Alpaca.
L’unica cosa veramente particolare è l’abbigliamento delle donne locali.. colorato e con una specie di bombetta come cappello; peccato non essere arrivato di domenica, dicono che sia la città più folkloristica del Perù ed ogni fine settimana ci sono danze e banda musicale per le vie centrali.
Mi becco anche il primo acquazzone, per fortuna alla sera e nelle due ore in cui sono stato in ostello, ma il freddo si sente bene ed anche l’altitudine; i 3.800 mt mi fanno stancare quando cammino veloce e mi viene anche un leggerissimo mal di testa.
Chiudendo, per ora, Puno.. rimandata, vediamo domani dopo il giro sul lago e per le isole.. ora dormo anche perché i due pisco sour si fanno un po’ sentire..
20 ottobre ore 17.00 Puno
Aperitivo time in un bar sulla via commerciale di Puno; per ora dentro al bar non c’è nessuno ma almeno si vede un po’ lo struscio che si svolge al di fuori.
Da 5 minuti ha ripreso anche a piovere, una leggera pioggia che però non pesa anche perché oggi ha fatto sempre bello con sole senza nuvole fino alle 3 di pomeriggio; è probabile che faccia spesso così, mattina bello e verso sera nuvole e leggera pioggia.
Avevo rimandato Puno ad oggi..non posso dire che mi abbia completamente convinto, cioè.. è un bel posto ma molto, forse troppo, turistico.
Comunque la giornata è andata molto bene, in primis perché con il bel tempo il lago veramente si mostra con il suo vestito migliore.
Il lago è veramente enorme, soprattutto quando esci dalla baia di Puno ci sono dei punti dove la riva la si vede veramente lontana, un po’ come un piccolo mare; ma è il colore che me l’aspettavo diverso, più acceso quasi color ghiaccio, invece è molto simile ai nostri laghi.
Io ho visitato le due isole più famose, la prima (isole Uros) si caratterizza per non essere una vera e propria isola terrestre ma un insieme di spazi galleggianti sull’acqua.
Camminandoci sopra la sensazione è veramente strana, è soffice e sembra di avere dei cuscinetti di gomma sotto le scarpe; ci spiegano anche come sono costruite, utilizzando del terreno legato insieme con al di sopra queste canne di tortora che fanno da base per le case e tutto il resto.
Poi i colori dei vestiti delle donne e degli uomini sono vivaci e particolari e come trasporto usano barche fatte con bottiglie di plastica ricoperti delle solite canne di tortora.
La seconda, di nome Taquile, è veramente un’isola.. decisamente più grande e con vita più reale; ci sono le classiche colline terrazzate coltivate e la passeggiata verso la piazza principale è molto carina con i suoi archi e soprattutto perché offre viste spettacolari sul lago.
I vestiti qui sono meno colorati per via dell’origine spagnola e la gente sembra avere due attività principali, l’agricoltura e la produzione di sciarpe, guanti ed altri vestiti in lana.
Ci spiegano che i vestiti variano in base allo status sociale (sposato, nubile, governatore città..ect) e che la popolazione si autoregola con leggi proprie e rappresentanti scelti autonomamente.
A differenza delle prime isole, qui la gente non vuole che la si fotografi e questo è una cosa che mi piace; infatti, anche se gran parte del turismo arrivi qui per questi abiti particolari, quando la cosa diventa ad uso e consumo dei turisti sembra quasi come se fosse sempre carnevale.
Chiudiamo la giornata con pranzo vista lago a base di zuppa e ottimo trota alla griglia.
In generale devo dire che è stata una bella gita, il lago grazioso e la popolazione molto particolare; mi rimane il dubbio su quante di queste tradizioni vengano mantenute per volontà loro e quante per i turisti che portano parecchio lavoro e denaro.
Sceso dalla barca, a piedi faccio la strada verso il centro e finalmente vedo la vera Puno.. con botteghe artigiane, mototaxi fatti a risciò, venditori di cibo per strada, locande alla buona.. e qui mi trovo già più a mio agio.
Poi capito nel rito religioso di benvenuto ai nuovi studenti.. la strada viene dipinta con graffiti colorati, rose e altro ancora mentre al microfono si chiede al Signore una buona annata per i giovani studenti.
Alla fine Puno non è una bella città, forse troppo turistica, ma penso che all’interno di un giro del Perù sia una di quelle mete da fare.. anche solo per navigare nel lago Titicaca baciati dal vento e dal sole o per vedere i colori e la vivacità della sua gente.
Sono contento che domani ci si muova ancora.. l’ultima tappa peruviana si avvicina, mancano solo le classiche 6 ore di bus e finalmente sarò a Cusco e Machu Picchu
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