25 ottobre ore 17.30
Ultime ore a Cusco ed in Perù.. sono in ostello e sto bevendo un Coca-Thè mentre guardo Argentina-Australia della coppa del mondo di Rugby commendandola con un francese.
Ultima giornata molto carina, anche se, pur vedendo posti veramente interessanti, dopo Machu Picchu era difficile trovare qualcosa che mi sorprendesse ancora di più.
Ieri dopo l’aperitivo è stato un lungo aspettare il treno delle 6 che mi ha portato in ostello non prima delle 10.30 di sera; devo ammettere che ero stanco morto e che dopo la doccia sono crollato nel letto.
Stamattina il risveglio alle 7 è stato abbastanza pesante, mi sarei girato volentieri dall’altra parte ma avevo la mezza giornata da fare al di fuori di Cusco, alle Salinas Inca e a Moray.
Ho scelto questo giro e non il classico tour Ollantaytambo, Pisac e Chinchero perché quest’ultimo forse lo consideravo troppo simile a M.P. e poi così ho mezza giornata per godermi le ultime ore a Cusco.
Nel tragitto verso le Salinas di Maras sosta in un villaggio molto carino dove viene spiegata l’arte tessile locale, con la colorazione dei tessuti in modo naturale (utilizzando piante o insetti), la tessitura utilizzando antichi strumenti in legno e la conclusione con la filatura con il fuso.
La prima vera tappa sono le Salinas che venivano già sfruttate dagli Incas; è interessante vedere il corso d’acqua salato che risalta e si differenzia dalla zona circostant, e poi vedere che ci lavorano ancora a mano fermandosi solo nei mesi in cui piove, sembra quasi di tornare indietro nel tempo..
E diciamo la verità, le Salines sono veramente molto fotografiche!
In un chiringuito provo la Chicha, un liquore a base di mais, dolce e poco alcolico tipico di qui.. a me personalmente ha ricordato un po’ il nostro vin brulè.
A Moray invece penso sia indispensabile andarci, qui gli Incas testavano l’agricoltura per adattarla ai diversi climi presenti nel loro impero, dal freddo delle Ande Argentine al caldo tropicale dell’Ecuador; avevano creato un impianto naturale dove nelle terrazze riuscivano a simulare le diverse condizioni climatiche (più o meno esposto al vento freddo, più in alto o meno, più caldo o più umido) per poi scegliere quale piantagione coltivare nelle singole zone.
Ingegnoso e poi le forme delle terrazze a cerchi che erano anche un ringraziamento alla pachamama, la terra.
Rientrando osservo la vita contadina che si sviluppa lontano dalla città di Cusco, attività gestita a mano con la terra di un color rosso fuoco, quasi argilloso.
La città di domenica è più tranquilla, giusto in piazza San Francisco c’è festa con musica, bancarelle che vendono cibo alle famiglie.
Vado al mercato che finalmente trovo aperto, mangio un cevichè di trota e frullato di papaya e arance e poi curioso osservando i vari banchi; un po’ assomiglia agli altri mercati peruviani ed al di fuori dei classici venditori si trovano giocattoli, vestiti, verdura particolare e frutta.
Il resto della città è semideserto, qualche turista e poco altro.. vado al museo di Arte Popolare, dove noto le rappresentazioni religiose e quelle che descrivono la vita quotidiana; nel museo ci sono solo io ed una scolaresca, i bambini mi salutano tutti in inglese, magari sanno dire solo “Hello, my name is..”, però la semplicità e l’allegria che trasmettono è contagiosa.
Spendo gli ultimi Soles e niente, le somme le tirerò alla fine, quando sarò in aeroporto, ma ora mi sento soddisfatto di questo viaggio.
26 ottobre ore 13.00 + 2
Aeroporto di Lima, sono già sull’aereo della Lan che mi porterà a Buenos Aires.. è finita una parte di viaggio, anzi è finito un viaggio ed ora ne inizia un altro; un viaggio più corto, più famigliare, un deja vu, ma nonostante questo riesco ancora ad emozionarmi.
Il Perù è finito come si doveva finirlo, con un ottima cena, forse la migliore di queste due settimane, ed un paio di Pisco Sour a chiudere la serata.
Prima di cena, finita la partita di rugby, preparo la valigia, sistemo i vari acquisti (avrò con me almeno una tosatura completa di Alpaca) ed esco a passeggiare per le strette vie mentre scende una pioggia fine, quasi malinconica.
A cena stesso ristorantino provato con l’uruguayana e prendo Alpaca su letto di riso, tutto delizioso; il locale ha giusto 3 tavoli, cuoco tuttofare un po’ lento ma con cui mi fermo a parlare prima di andarmene e che mi spiega come e dove compra i prodotti locali.
Finisco al Museo del Pisco, locale un po’ fighetto e per turisti ma è l’ultima sera.. prendo 2 pisco sour seguendo la band che fa pezzi rock e rientro alle 11.30, un po’ sbronzo per cocktail e stanchezza ma contento della serata.
Della giornata odierna posso dire ben poco, 2 aerei diversi da prendere e 2 ore che perderò con il cambio di fuso orario; sul primo volo ho avuto la possibilità di riflettere sul viaggio.
Anche perché sono state due settimane molto molto intense e devo ancora metabolizzare il tutto, ma le prime sensazioni generalmente sono quelle giuste e posso dire che è stato un gran bel viaggio.. cavoli.. ho visto posti bellissimi, vissuti in luoghi così diversi dall’Europa, conosciuto ed incontrato tantissima gente .. molto più di quello che immaginavo.
Se devo cercare una pecca, il Perù non mi è entrato dentro come altri posti.. come la prima Polonia, la Russia, l’Argentina, la Cina o per ultima la Georgia; però è un viaggio che, tornando indietro, sceglierei di fare al 110%...
Ora mi vengono in mente tutti i posti visitati.. Lima, non bella ma da fare per scoprire cos’è oggi il Perù; Paracas, pacifico paesotto con le sue bellezze naturali; Arequipa ed il Colca, la vera sorpresa, bella città e gran trekking tra paesini ancora reali e poco turistici; Puno, le delusione, troppo turistica, caotica (ps. Riguardando le foto oggi, invece, posso dire che la delusione un po’ mi è passata..) ed infine Cusco e Machu Picchu, che per me rimangono posti che un viaggiatore deve fare almeno una volta nella vita.
Anche la giornata “persa” ha dato un po’ di avventura, una scossa, e mi ha consentito di interagire con la vera gente del Perù, non solo con quelli che generalmente sono a contatto con i turisti.
Questo e tutte le altre persone incontrate hanno inconsciamente reso “mio” il viaggio.. un viaggio su luoghi già molto visitati ma loro lo hanno reso a me unico.
Ora Argentina.. dove ho un ricordo speciale, è un po’ il mio ponte d’accesso al Sud America, anche per stile di vita che sta in mezzo tra Perù ed Europa.
Si parte, l’aereo sta decollando ed ora inizia un nuovo viaggio.
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