sabato 20 gennaio 2018

"Welcome to Iran" part. 7

29 settembre
15.30

Appena rientrato dal giro fuori Yazd, 6 ore veramente interessanti girando per i paesini poco distanti dalla città.
Comunque ieri quando pensavo che la serata fosse finita ecco che tutto si ribalta e diventa interessante.. prima sul rooftop del ristorante incontro un gruppo di 4 ragazze e un ragazzo che erano lì per fare delle foto ed alla fine si fanno le classiche due parole, tante risate, discorsi sul cibo e sui vestiti e si chiude con il classico selfie di gruppo.
Poi, in una piazzetta davanti all’ingresso del mio hotel, era strapieno di persone, un continuo flusso di gente che andava a prendere il cibo gratis (una zuppa) servita in una cucina lì vicino.. (ho visto anche il record di persone su moto -in 4 .. padre, 2 figli e madre che teneva le zuppe con le due mani); qui c’era un bambino che ostacolava l’ingresso della mia porta ed così inizio a gironzolare fino a quando non si avvicina la famiglia della casa di fianco e curiosa mi chiede se avevo bisogno di qualcosa.
Appena dico che vengo dall’Italia il padre, che commercia tessuti, impazzisce e vengo circondato dalle ragazze della famiglia che parlano inglese.
Dopo le classiche domande, le giovani si sbottonano un po’ ed iniziano a lamentarsi delle regole attuali, dell’hijab obbligatorio, del governo e della depressione economica del paese.
Alla fine della festa vengo invitato per a casa e al suo interno trovo tutta la famiglia al completo, una 30ina di persone.. chi mangia, chi gioca, chi fuma. Io sono un po’ al centro delle attenzioni e mi offrono torta e tè.. le donne di una certa età mi chiedono se sono sposato e tutti prendono in giro la giovane con cui parlavo di più come se fossi il suo promesso fidanzato.
Rientro a mezzanotte con nella mia memoria un'altra serata a sorpresa .. chi l’avrebbe mai detto?
A volte sorge il dubbio che sia come nell’Unione Sovietica dove gli stranieri venivano invitati in finte famiglie per far vedere quanto fossero felici ma poi la spontaneità e la gentilezza non si possono costruire e quindi questi dubbi cadono subito.

Nel tour di oggi sono andato a Chak Chak, Meybod e Kharanaq e si vede che è venerdì ed è festa; tutto è chiuso e la cosa andrà avanti fino a domenica.
Per muovermi non avendo trovato tour da condividere, ho optato per un auto privata che comunque mi è costata poco per i nostri canoni.
Prima tappa sarà Kharanaq che è un piccolo storico paesino che è totalmente disabitato (solo un signore anziano ci abita ancora) con le case sono quasi tutte a pezzi, fatte di terra essiccata e con la torre della moschea ancora in piedi.

Sembra incredibile camminare sui tetti che non sai come reggano e guardarsi intorno con le piante di pistacchio che vengono coltivate nei campi vicini.

Poi il contrasto tra questo parte antica tenuta come era con accatta la parte moderna ed abitata in totale contrapposizione tra nuovo e vecchio.. tanto che mi chiedo perché, a differenza di Abyaneh, non abbiano ristrutturato le vecchie case.

I trasferimenti sono semplici, le strade in generale sono ben tenute, intorno ci sono le classiche montagne, intravedo un qanat e niente di più.
Chak Chak invece non mi ha entusiasmato, bella la posizione incastrata in mezzo alle rocce ma arrivare fin qui e fare la salita a piedi per vedere un goccio d’acqua che scende con una croce e un porta candele..
Però la gente sembra apprezzare tanto che il gruppo che trovo prima di me non si limita in selfie senza fine.

Meybod al contrario mi è piaciuta molto; è più grande e ha un antico castello costruito con lo stesso materiale delle case e poi è l’unico punto che si eleva sulla città e dalla sua cima si può controllare tutto l’orizzonte e quindi la vista è molto bella.


Camminandoci al suo interno conosco una famiglia di Teheran in vacanza, uno è tifossimo della Juve (ma come si fa??) e mentre parlo con i più giovani la madre ci riprende con il cellulare, quando ci salutiamo tutti mi salutano con affetto e con il solito selfie tutti insieme.
Dopo il castello giro per la città andando a vedere l’antica ghiacciaia (molto bella e incredibile immaginare come possa venire conservato il ghiaccio qui) e la torre dei piccioni.

Che dire? È un giro che non tutti fanno ma se si ha tempo lo consiglio anche per non vedere solo le grandi città ma anche i posti un po’ più piccoli.
Alla fine, alla lunga, Yazd mi ha conquistato, bel posto e bellissima gente

30 settembre

Ore 11

Una cosa che voglio anticipare sui posti dove dormire; qui a Yazd ho pernottato al più famoso silk Road Hotel e sui servizi offerti non posso dire nulla di negativo però ha quel non so che, quel modo di fare, un’accoglienza poco naturale che evidenzia il fatto che sono i leader turistici in città.. non so se ci tornerei.
Ora sono sul bus che mi porterà a Shiraz, alla fine nonostante la giornata di festa si viaggia in cui tutto è chiuso almeno il trasferimento riesco a farlo.. per fortuna, anche perché sono qui dopo una corsa assurda

Dovendo partire alle 10.30 faccio colazione con due ragazze polacche conosciute ieri sera e poi 45 minuti prima della partenza chiedo un taxi per arrivare alla stazione degli autobus.. peccato che non avevo considerato la processione e rimango bloccato nel traffico per parecchio tempo.

Passo da “me la prendo con calma” a “ora rimango a piedi” e così mentre guardo l’orologio in continuazione stimolo il taxista a spingere sull’acceleratore; lui sembra raikkonen dei bei tempi ma arriviamo alle 10.35.
Ormai rassegnato corro verso l’imbarco chiedendo di “shiraz” fino a quando non scopro che in questi casi l’autista aspetta un 15 minuti se vede che manca qualcuno e mi rassereno.

Ieri sera è stata un’altra di quelle serate magiche; sono uscito verso le 4.30 e ho voluto salutare Yazd nella stessa maniera di quando sono arrivato.. perdendomi nei vicoli vicino alla prigione di Alessandro.

Passeggiando non trovo una persona che non sia vestita di nero e tutti si dirigono verso una moschea o un punto di raccolta per la celebrazione di Hussein; in un parchetto mi siedo e faccio la mia attività preferita.. guardare la gente gustandomi l’aria fresca che annuncia la sera.
Tempo qualche minuto e vengo avvicinato da una ragazza che mi offre un cioccolatino e con cui parlo una buona mezz’ora e poi un signore che in stentato inglese mi fa anche vedere la foto della sua famiglia.
Vado a vedere il tramonto nel posto della prima sera, mi sento veramente in pace con me stesso, a mio agio, pronto a dare e a ricevere ogni tipo di input positivo.

Yazd non avrà tanti bei posti da visitare ma mi ha dato la possibilità di interagire con la gente e quel profumo di terra di confine.. me la ricorderò a lungo.

Dopo il tè ceno lì, provo la zuppa del posto (Ash) che ha un gustoso retrogusto di menta e involtini vegetariani.. tutto squisito e poi condito da una vista spettacolare dominata della moschea illuminata.
Visto che il posto è piccolino mi chiedono se possono far sedere al tavolo due ragazze polacche.. ovviamente non mi rifiuto, loro sono appena arrivate e quindi passo l’ennesima cena in compagnia.
Dopo un paio d’ore con loro decido di camminare un po’ da solo e torno nella piazza centrale dove si ripete la processione che avevo già visto la prima sera.. ma la partecipazione e la gente in giro è una cosa inimmaginabile e non oso pensare a come sarà la domenica.

Ora passiamo queste ore sul bus, sarà una giornata sonnolenta, ma ci sta anche perché ieri sera era un continuo di messaggi su istragram con gli amici iraniani incontrati finora.. Shiraz è a poche ore ed una nuova avventura sta per iniziare.

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