24 settembre
Ore 18
Eccomi nella piazza principale di Isfahan, il sole sta per calare, le luci iniziano ad illuminare i palazzi, ragazzi in bici o che giocano a pallone, ragazze che ciocolano come se fossero al bar, il richiamo alla preghiera che esce dalla Moschea alle mie spalle.. non ci poteva essere arrivo più magico.
Sono qui da un paio d’ore e già sono convinto che sarà la sosta più bella del viaggio, e la prima impressione sulla città e che sia quella più commerciale/turistica con i negozietti e i tanti turisti che si incrociano.. ma vedremo.
La città mi ha accolto bene, hotel centrale, piccola sosta rigenerante e via di passeggio nei viali alberati bevendo la classica spremuta di melograno con finalmente con un clima più fresco e piacevole.
Decido di concedermi uno spuntino e provare la famosa pizza iraniana.. però il fast food non la vende a tranci e quando sto per ritirarmi mi si avvicina un turisti cinese che mi propone di dividerla.
Aspettando la preparazione parlo con lui del più e del meno e l’attesa va via piacevolmente; quando è pronta la pizza, anche in due, è veramente troppa.. alla fine salterò la cena! però non è malvagia, tipo quelle nostre che compri dal panettiere, forse solo molto ma molto più farcita.. con formaggio, pollo e funghi ma senza pomodoro; in compenso ti danno delle buste di ketchap da aggiungere, cosa che ovviamente ho evitato di fare.
La giornata era di trasferimento, ma al posto del bus, ho optato per auto privata visto che volevo sfruttare l’occasione per visitare Abyaneh ed il costo era veramente conveniente.
Così lascio Kashan dopo colazione a bordo fontana e poi salgo sulla Peugeot 508 abbastanza scassata guidata da un simpatico autista sulla 50ina che spiccia giusto 3 parole d’inglese.
Il tragitto non sarà lungo e durante la strada, tutt’intorno vedo secco, quasi deserto con qualche montagna rocciosa sbriciolosa che mi ricorda un po’ il Marocco; e poi del gran nulla a parte un’industria che lavora Uranio ultra controllata dalla polizia e con di fianco un lancia razzi difensivo per eventuali attacchi aerei.
Le soste saranno due; la prima ad Abyaneh, che è un paesino incastrato nella roccia, molto caratteristico tutto color rosso fuoco.
Le case con le pareti di fango e paglia essiccati, le vie a pietre sistemate in modo da incanalare l’acqua piovana, la moschea aperta e senza tetto, le foto dei caduti nella guerra con Iraq e le bandiere nere sulle pareti delle case.
Una sosta interessante perché mi ha dato la possibilità di vedere anche la vita di paese ed uscire dal modo di fare delle città e metropoli.
La seconda sosta, a Natanz, vedrò la moschea, in rifacimento e quindi con gli interni spogli e senza piastrelle colorate così distanti da quelli viste finora, ma che ovviamente colpiscono molto meno.
Comunque per essere un trasferimento penso di aver ottenuto il massimo e quindi arrivo a Isfahan soddisfatto
25 settembre
Ore 18
La prima giornata piena in città sta finendo, sto aspettando che il sole tramonti vicino al ponte Si-o-se Pol così da poterlo vedere illuminato di notte.. e diciamo che non sarò da solo visto che qui è pieno di ragazzi e meno giovani che escono a fare una passeggiata mangiando o bevendo qualcosa senza fretta.
Ieri ho interrotto di botto il racconto perché, mentre ero in una sala da tea vicino al Bazar sono stato avvicinato più volte.. prima 3 ragazze, una un po’ pazza e così emozionata, che hanno poi voluto fare un selfie da mettere su istagram, e poi dal tavolo di vicino composto da due ragazzi, la compagna e la giovane figlia di uno dei due.
In particolare con questi ultimi si sta circa un’oretta e poi mi invitano a cena dai genitori di uno dei due.. io all’inizio rimango un po’ imbarazzato ma curioso, rifiuto un paio di volte ma visto l’insistenza alla fine accetto volentieri; sarà il punto di svolta che cambierà la serata ed anche la giornata odierna.
Ero rimasto io a ieri, verso le 6 di sera, con il sole ormai nascosto, l’aria più fresca, le luci dei negozi, i bambini in bici, le moschee e la porta del Bazar che si illuminano rendendole ancora più affascinanti con il contrasto del buio.
Dopo un po’ passeggio nel bazar, a quest’ora ci sono più locali che turisti e finisco nella famosa sala da tea.
Dicevo di questi giovani che mi invitano a cena, io sapevo che poteva capitare ma ero un po’ titubante, per me è una cosa un po’ strana..però nessuna scelta fu mai migliore.
Molto simpatici, anche la vivacissima bambina di 5 anni, li accompagno nel bazar mentre completano gli ultimi acquisti e dove io prendo dei dolci Gaz per non presentarmi a mani vuote; in auto andiamo verso casa loro, nel nord della città, e per strada capisco una cosa importante.. i banchetti onnipresenti con bandiere nere, rosse e verdi non sono fissi o qualcosa che serve per avvicinare i giovani ma sono per l’Ashura, la festa che celebra il martirio dell'Imam Hussein.
L’Ashura dura 10 giorni e in questi banchetti offrono tè e cibo gratis alla gente, un modo per commemorare questo profeta.
Accostiamo anche noi vicino ad uno di questi posti, prendiamo un tè volante (particolare con dei mini frutti che lo insaporiscono) per poi arrivare a casa loro, nella zona moderna piena di bei condomini di recente costruzione.
Infatti entrando nell’abitazione capisco che è una famiglia appartenente alla classe medio-alta; gli interni sono curatissimi, il divano e tavolo “per ospiti” in stile molto barocco, grandi lampadari, tv maxi schermo, cucina moderna a vista.. insomma, una gran bella casa.
Per me è interessante anche notare tutto questo arredamento molto “ricco”, anche solo il porta frutta secca in vetro pesante e bordi dorati.
Altra cosa che mi colpisce è la sorella, sui 25 anni, che mi apre la porta con tuta aderente, ombelico fuori, truccata, labbra forse rifatte.. insomma non mi aspettavo una vestita così in Iran.
A parte il mangiare, che era tantissimo, continuavano a riempirmi il piatto, tagliare loro la frutta..ect.. un trattamento totalmente inaspettato; interessanti poi le conversazioni, soprattutto con il padre, il vero boss della casa, con cui si parla di Italia, Iran, musica, film, pizza, lavoro, religione e tanto altro.
Mi offrono da bere anche alcolici che rifiuto optando per un tè di congedo verso la mezzanotte, non prima di aver fatto foto ricordo insieme.
Una serata inattesa ma molto bella che confermato l’ospitalità della gente e sarà sicuramente uno dei momenti di questo viaggio che ricorderò con più piacere.
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