Purtroppo è arrivato il giorno in cui dobbiamo lasciare Vilnius.
Ci svegliamo con calma e prepariamo la valigia, all’una arriva Dana, la signora degli appartamenti, e le lasciamo le chiavi.
Un po’ tristi mangiucchiamo qualcosa in un risto-bar messicano e ci avviamo verso la stazione.
Per andare a Kaunas stavolta optiamo per il treno, almeno possiamo dire di aver provato quasi tutti i mezzi di locomozione in questo viaggio.
Mentre siamo in attesa guardiamo le altre persone che lo prenderanno.. ovviamente non si sprecano le fighe..
Con nostra sorpresa il treno che arriva è modernissimo, all’interno i sedili sono larghi e ultra-comodi.. tra di noi pensiamo che finalmente c’è qualcuno che usa i soldi della comunità europea al posto di mangiarseli.

Durante l’oretta di viaggio la stanchezza affiora, così riesco a godermi del panorama solo tra un pisolino e l’altro.
A Kaunas abbiamo prenotato presso la LITiNTERP Guest House, sistemazione più che dignitosa in una via che incrocia la strada principale, la Laisves.
Raggiungiamo l’ufficio dell’affitta camere che ci porta in un palazzo a fianco.
Quando apre il portone la sorpresa è il sentimento più ricorrente in noi.. le scale sono in legno marcio, le pareti dei muri sono di un verde forte tutto scrostato, ragnatele ovunque, crepe sui muri che sembrano siano sul punto di cadere.
Ormai siamo abituati agli atri dei palazzi ex-sovietici..ma questo è sicuramente quello messo peggio!
Quando il Vale chiede se deve lasciare aperto il portone, Giorgiao ridendo risponde “ovvio, così scappiamo”.
Ovviamente, una volta aperta la porta della nostra stanza, la modernità e la pulizia sono sui nostri standard, quindi buttiamo i bagagli ed andiamo alla ricerca di una buona birra fresca.
Iniziamo così a visitare la città, partiamo dal suo monumento più famoso, la cattedrale di San Michele Arcangelo.
Notiamo subito la differenza con Vilnius, qui anche i monumenti più importanti sono tenuti alla meno peggio.
Ci fermiamo subito per una sosta birra in un baretto nella pizza della Cattedrale, ci rilassiamo al sole e guardiamo il poco struscio cittadino.
Proprio mentre siamo seduti al bar, dal palazzo dove eravamo sotto noi, cade un pezzo di muro.. che per poco non ci prende in testa.
Da qui capiamo che la città è molto diroccata….
Proseguiamo il giro camminando per la lunga Laisves iela; essendo domenica tutti i negozi sono chiusi e non c’è molta gente in giro, però la poca che è in giro è molto molto interessante!
Vicino alla bella fontana che taglia la via incrociamo un italiano in bici, ci ferma e ci chiede consiglio su un hotel a basso prezzo.
Parliamo un po’ con lui e scopriamo che sta facendo da Belluno a Capo Nord in bici in solitaria.. affascinati da quest’avventura ci facciamo raccontare un po’ e gli suggerisco poi di scrivere sul sito di OTRA.
Continuiamo il giro cittadino entrando sulla Vilniaus gatve andando nella parte storica della città.
Anche qui c’è il fascino della città poco curata, della vera Lituania non della Vilnius sistemata per i turisti.
Fantastiche sono le cabine telefoniche che becchiamo.
Altra sosta birra assaggiando dei formaggi locali e vista la poca gente e la stanchezza torniamo in appartamento a docciarci per la cena.
La sera usciamo e come pensavamo in giro non c’è quasi nessuno.
Optiamo per farci una pizza in un ristorante italiano, l’unico frequentato e alla fine la pizza non è così malvagia (bella la storia che nel menu vengono segnati i cm di diametro per poter scegliere la grandezza).
Al tavolo di fianco c’è una situazione paradossale… una coppia (lei una gran topa..) che fa tutta la sera a non parlare, mangiano, pagano, si alzano, si salutano quasi senza sfiorarsi e si separano.
Dopo cena proviamo andare al B.O. bar, ma a parte qualche giovane non c’è nessuno; così svegliamo il taxista che dormiva a bordo auto e torniamo a dormire.
L’indomani mattina, lasciamo la camera e andiamo in aeroporto.. purtroppo dobbiamo tornare a casa.
Sul volo Kaunas-Milano c’è gente di ogni tipo, ribecchiamo anche i due italiani incrociati velocemente a Vilnius il venerdì sera al Brodvejus.
All’imbarco c’è una Rossa spaziale con una canottierina che lascia intravedere tutto… e che quasi mi tenta di prendere un biglietto aereo anche per lei… ma purtroppo dovrò accontentarmi di tornare a casa con Giorgiao e il Vale.
Il volo prosegue tranquillo, svegliati giusto da un italiano d’altri tempi (un 50enne con anellazzo d’ora) che insegna parole in italiano alla sua giovane vicina (che ha due bombe paura).
Anche questa è andata… e in autostrada sulla Bergamo-Milano ho già chiamato il mio medico per farmi prescirvere del Prozac… la depressione post viaggio mi colpirà anche questa volta.