SABATO
Ci svegliamo abbastanza presto, così verso le 10 e mezza siamo già in giro per la città.
Purtroppo il tempo non è bello come il giorno precedente; il sole non si vede, è tutto nuvolo e poi tira un vento gelido.
Come prima cosa ci buttiamo nel primo pub per fare colazione, essendo in Inghilterra non possiamo tirarci indietro di fronte alla famosa English Breakfast. Uova, Salsiccia, pancetta cotta, funghi, fagioli e i classici toast.
Divoriamo tutto e con la pancia piena usciamo alla scoperta dell’Albert Dock.
Come dicevo, questa è la vecchia zona portuale della città, ora ristrutturata per il 2008.
La zona ha mantenuto le costruzioni in mattoni che la contraddistingueva; in pratica c’è una serie di edifici che diventano una forma rettangolare con all’interno la zona di “attracco” e quindi parte del fiume.
Sfidiamo il vento gelido e ci facciamo la passeggiata completa attraversando le famose colonne di color arancione che caratterizzano gli edifici.
Oltre i vari musei ci sono alcuni ristoranti, la birreria The Pumphouse (il cui edificio è molto bello) e negozietti vari.
Dal lato più esposto, sulla riva, vediamo anche gli edifici “storici” della città, uno di fianco all’altro, il Royal Liver Building, Il Museum of Liverpool e il Port of Liverpool Building.
Proseguendo dentro l’Albert Dock, anche per il vento gelido, optiamo per visitare il Museo Marittimo.
Come la Tate Gallery anche questo museo è gratuito, ed è abbastanza interessante, visto che ripercorre la storia delle città e dell’importanza che ha avuto il mare e l’industria navale.
Essendo sabato c’erano anche molte famiglie che portavano i bambini a fare un giro, un po’ come mi era già successo a Stoccolma.
Sicuramente, quando le giornate sono soleggiate, qui diventa una zona diventa veramente piacevole dove passare il tempo libero.
Vista l’ora, abbandoniamo l’affascinante zona portuale e prendiamo il bus per lo stadio di Anfield dato che per le 2 abbiamo prenotato la visita guidata dentro lo stadio.
Il breve viaggio in bus ci porterà dal centro (in ordine, pulita, moderna) alla zona un poco più periferica.
Qui finalmente la città mostra il suo lato reale… con le case basse (anche queste in mattoni rossi) una di fianco all’altra, edifici trascurati e lasciati al loro destino e alcuni campetti di calcio che mi ricordano quello del mio paesino… cioè solo prato e dei pali senza rete così che ogni volta che tiravi dovevi farti la corsa per recuperare il pallone.
Anfield si presenta a noi e siamo subito emozionati.
Partono le classiche foto, immancabile quella con la statua di Bill Shankly e quella del Vale con il suo mito Pepe Reina, e poi via con il tour.
Il giro porterà noi (con altre 20-25 persone) in tutti i posti importanti dello stadio… la sala dei festeggiamenti, i corridoi stretti, la tribuna vip, la sala stampa, gli spogliatoi (con le maglie di tutti i calciatori della rosa), la zona interviste post partita, l’ingresso allo stadio con la scritta “This is Anfield”, il bordo campo e per finire la mitica Kop.
In particolare di questo giro mi colpisce ciò che trasuda dall’edificio… alcuni direbbero il “vecchio”, io dico “storia”.
Di nuovo c’è poco, sia come arredamento sia come struttura ma forse il bello è questo.
Poi la sala stampa e gli spogliatoi, piccolissimi entrambi.. altro che jacuzzi o altre cose che si possono trovare negli stadi moderni.
Tutto è affascinante e il rammarico di non aver potuto vedere una partita è enorme.
Chiudiamo il tour andando al museo, dove oltre alle varie magliette “retro” (spettacolare quella di Ian Rush) ci sono tutti i trofei vinti.
Ovviamente grande attenzione è data alla coppa vinta ad Istanbul contro il Milan… la partita della rimonta da 0-3 a 3-3
Il Vale (noto ultras bianconero) coglie l’occasione per far sorbire al Rosso (tifoso rossonero) il filmato di circa 1 ora che seguiva l’avventura del 2005… dal prepartita, ai tifosi a Liverpool, alle immagini ed interviste varie.
Per il Rosso il supplizio sarà pari a quello che provava Fantozzi quando è stato obbligato a guardare la corazzata Potëmkin.
Finito il filmato usciamo dal museo per prendere qualche gadget nello store e andiamo nel pub di fronte allo stadio.
L’avevo visto in un servizio su sky e devo dire che è molto caratteristico, nonostante sia vicino ad un luogo “turistico” come lo stadio riesce ad essere vero.. come veri sono i giocatori di freccette, i divanetti con i loro tessuti usati e la gente che guarda la partita dell’Everton in tv: partita che guarderemo anche noi bevendo le nostre pinte (alla fine saranno 3 giri)
Tra l’altro notiamo come il collegamento satellitare sia totalmente “craccato” visto che ogni tanto il segnale salta ed esce la scritta “card non abilitata”, poi il gestore va nello stanzino dietro il bancone e magicamente tornano le immagini in diretta.
Torniamo in Bus verso il centro per prepararci per la serata… che si preannuncia gelida di temperatura.
Ci prepariamo in fretta ed usciamo carichi per il sabato sera; Il rosso si è subito ambientato tanto che opta per lasciare la giacca in ostello.. mentre io e il Vale non ce la facciamo.
Torniamo a cenare nella zona del Liverpool One, ma anche qui facciamo fatica a trovare un posto libero.. l’indiano è pieno, il messicano pure.. così ci tocca andare al ristorante italiano (cosa che generalmente preferisco evitare).
Il cameriere di Milano ci esalta la nightlife di Liverpool; in se non si mangia male e anche il conto non è esagerato.
Finita cena torniamo nelle vie della sera precedente, è ancora presto ma è veramente un carnaio.. molto di più del venerdì precedente.
Decidiamo di entrare in un locale nuovo, Il Pop Word; dentro son già tutti carichi e l’ambiente sembra per un’età media un po’ più altina degli altri locali (25-35).
Ordiniamo un giro di vodka liscia mentre guardiamo in pista dove accadono le cose più assurde.
Prima una tipa balla sensuale facendo la lap dance sul palo messo in mezzo alla dancefloor, poi due una coppia limona duro sdraiandosi per terra incespicando tra le gambe della gente che stava ballando… ma il top viene toccato quando due tipe a pochi metri da noi si limonano duro più volte.. con strizzata di sedere compresa.
Io inizio a sudare… non so se per l’ultima scena oppure perché avevo su la giacca.. fatto sta che devo ordinare un whiskey e cola.
Decidiamo di cambiare e mentre usciamo ci facciamo fare una foto con il cartone delle Spice Girls (quelle dove ti si vede solo la faccia).. ormai siamo al peggiore trash mai visto.
Inizia il rito del dentro-fuori tra i locali…
Torniamo nel locale studentesco della sera precedente dove la situazione della giacca mi prende male.. inizio a pensare che abbia fatto bene il Rosso.
Poi proviamo il Camel, piccolino ma sembra ben frequentato (entrati mi sembrava di essere alle percentuali bulgare di 3 tipe ogni tipo).
Mollo la giacca al tavolo di 3 ragazze e si inizia a ballare. E’ ancora abbastanza presto e non volendo fossilizzarci lì optiamo per farci fare il timbro per poi tornarci.
Torniamo allo Zoo che è già pienissimo e fortunatamente hanno il guardaroba aperto!
Conosciamo un po’ di gente e utilizziamo la macchina fotografica come apriprista.
Inizio con l’obedanze con la versione del ballo all’Americana… la tipa gradisce ma appena si accorge che son bianco decide di cambiare e passare al coloured.
Intanto passa uno spagnolo che assomiglia troppo all’amico del Vale, Ferro. lo blocco e gli faccio una foto insieme.
Le foto non si sprecano e tra ragazze varie… ci scappa anche quella con il sosia di Micheal Jackson.
Ci muoviamo al Baa Bar dove ci piazziamo al piano superiore, anche qui conosciamo un po’ di gente.. che ci prendono per le nazionalità più variegate… il Rosso viene dato per Polacco, io per Irlandese.. l’unico preso per Italiano è il Vale.
Nel frattempo riesco anche a moralizzare il Rosso, che aveva cancellato una foto.
Rimbalzati dalla più figa del locale optiamo per una mesta ritirata allo Zoo, dove chiudiamo la serata.
Alle 4 passate è l’ora dell’assciugo… tutta la gente va a mangiare qualcosa, così decido di farmi un kebab mentre il tipo di fianco a me fa cadere le patatine fritte, le raccoglie e le mangia con nonchalance.
Questo è chiaramente il gong di game over…
Torniamo in ostello a piedi (con il Rosso che cercava di convincerci a prendere un taxi perché moriva di freddo) e incrociamo due tipe vestite quasi da pornostar che però non gradiscono molto i nostri commenti.
La mattina ci svegliamo presto per il checkout delle 10, commentiamo l’ottima serata del giorno precedente e riesco anche a cadere dal letto a castello.
Il volo è nel tardo pomeriggio, così riusciamo a fare l’ultimo giro per la città.
Iniziamo dal museo dei Beatles nell’Albert Dock (carino, ma per chi conosce già la loro storia non approfondisce più di tanto) e poi girovaghiamo per i negozi del centro (dove il Rosso compra la maglia del cappellone Fellaini dell’Everton).
Alla fine questa 2 giorni a Liverpool ci ha soddisfatto, città particolare e visitabile con calma, ma con una veramente attiva vita notturna.
Mi sa che in terra inglese ci tornerò presto.
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