domenica 7 marzo 2010

Australia - che posto!! 5 parte - Sydney

SYDNEY
Dal 1 al 7 dicembre

Come ultima tappa del nostro giro australiano non potevamo non fare la sua città più significativa e conosciuta. Sydney!

Gli amici che c’erano stati qualche anno fa ci avevano raccontato di come sia in assoluto la più bella città dell’isola ma non ci avevano avvertito di quanto fantastico sia viverci, anche se solo per qualche giorno.

Arriviamo nel primo pomeriggio, lasciando la pioggia di Newcastle, e veniamo accolti da un pallido sole che si fa largo tra le nuvole; l’ingresso in città avviene sulla nostra Hunday nera passando sopra il mitico Harbour Bridge diretti verso il nostro ostello il Wake Up.
Ci mettiamo un po’ per sistemarci, tra check-in e riconsegna auto iniziamo a girare solamente verso le 4.
Dopo un giro al vicino vecchio mercato (il City market) ci buttiamo subito nelle vie più trafficate della città, la George St e la Pitt st
Ormai, abituati alla calma dei paesini sulla costa, entrare in queste strade è un po’ come uno schiaffo inaspettato.. ma piacevole
Le strade brulicano di gente che cammina velocemente e che si ferma solo per entrare in qualche negozio e, essendo vicini a Chinatown, anche qui la presenza di orientali è altissima.

Grazie a queste ore d’ambientamento i giorni successivi riusciamo ad immergerci facilmente nella città e iniziare nella visita dei posti principali.

La mattina seguente, il mercoledì, iniziamo con un giro sulla Monorail. una specie di tram rialzato che attraversa la città e mostra i quartieri e i luoghi del centro cittadino.
E’ ottima per farsi una rapida idea della struttura cittadina, e proprio per questo è principalmente usata dai turisti (tanto che gli abitanti la chiamano “mostrorail”)
Scendiamo a metà George St e andando verso il porto attraversiamo la zona “economica” dove sono presenti gli uffici e le sedi delle grandi banche.
Così a metà mattina arriviamo finalmente a Circular Quay (il porto)
Qui troviamo finalmente i simboli più conosciuti. La moderna Opera House e l’Harbour Bridge.
Facendo concorrenza ai peggiori giapponesi ci scateniamo in foto, cercando di beccare l’inquadratura migliore.
La zona, anche se abbastanza turistica, è veramente bella e forse per la prima volta nel viaggio realizzo che sono in Australia a migliaia di km da casa!
Passiamo un bel po’ di tempo qui, in relax , osservando e godendoci il panorama, “disturbati” solo da qualche ragazza che ci chiede se possiamo farle una foto.

A piedi proseguiamo andando sotto il ponte per poi salire nel vecchio quartiere “The Rocks”. Questa è la zona antica di Sydney, una volta zona malfamata ora è diventata zona residenziale.. però ha mantenuto gli edifici con i mattoni rossi e le verande come ingresso (era da Melbourne che non le vedevamo!)

Verso l’una il Circular Quay è pieno di gente, oltre ai turisti e a chi deve prendere il traghetto per le zone poco distanti, c’è tanta gente locale che si piazza rilassata sulle panchine vicino all’Opera House.. magari a prendere un po’ di sole o a leggere un libro in attesa di tornare al lavoro.
Effettivamente il sole è caldo, è la giornata ideale.

Finalmente ci avviciniamo alla Opera House, dal vivo rende sicuramente di più che in foto, è moderna e le sue forme sono affascinanti (non quanto quelle di una bella raga però!).
Faccio la sua scalinata alla Rocky ma poi mi rendo conto di non essere a Philadelpia, è uno dei simboli del nostro secolo e sono veramente contento di averlo visto e toccato di persona.
A piedi poi passeggiamo per i giardini botanici (dove vediamo anche i pipistrelli diurni) fino ad arrivare al punto panoramico meno frequentato ma più bello, alla fine della Mrs Macquaries Rd, dove si ha una vista spettacolare sulla baia e contemporaneamente dell’Opera House e l’Harbour Bridge.

I km diventano veramente tanti quando torniamo verso l’ostello attraversando Hyde Park con al suo interno la bellissima cattedrale.
Dopo una giornata intensa è necessaria una birra fresca al sole prima di buttarci nelle vie dello Shopping.
Il Rosso tenta di battere il record di negozi di surf visitati e non ci riesce solo per l’orario di chiusura (le 18.00).. E’ talmente preso che nell’ultimo negozio ci avevano perfino chiuso dentro e tutti aspettavano che finisse di provare un costume!

Il giorno dopo, vedendo che non c’è neanche una nuvola, decidiamo che è il momento di andare a Bondi Beach!
Prendiamo treno e bus ed insieme ad un gruppo che unisce turisti o giovani locali con tavola da surf in mano arriviamo finalmente in spiaggia.
La location è proprio quella della trasmissione “Baywatch in Australia”.
Passeggiamo per il lungomare guardandoci attorno.. ci sono piste per gli skate, negozi di surf, ristoranti di ogni tipo e gli immancabili guardaspiaggia.
A differenza dei famosi Baywatch americani che vestono di rosso questi hanno la muta blu e girano con il mini-jeep con megafono per richiamare chi non rispetta le regole.

Le onde sono veramente invitanti ed infatti il Rosso e Mel decidono di affittarsi la tavolo e provare a sfidarle.
Mentre loro cercano di cavalcare (o almeno tentare di seguire) un’onda, io mi rilasso sulla spiaggia guardando quelli che in acqua veramente surfano alla grande.

Dopo un paio d’ora i due “Italian Surfers” tornano senza danni passiamo la giornata a goderci la vita come fa la gente del posto.

Una birra (non in spiaggia dove è vietato), guardando un po’ di ragazze e commentando le evoluzioni surfistiche dei vicini.
Prima di lasciare Bondi, ci affidiamo a un cameriere veneziano per una pizza appena decente (“Fidatevi, è come quelle che mangiamo in Italia”) e facciamo una passeggiate verso le altre due spiagge famose, quelle di Tamarama e Bronte.
La camminata è veramente piacevole, effettivamente gli scorci visti meritano veramente.

A fine pomeriggio torniamo in centro.. il Rosso riprende a trascinarci per negozi di surf, abbattendo il record del giorno precedente, fino a quando non chiudono.


Anche il venerdì viene dedicato alla spiaggia, questa volta quella di Manly.
Il traghetto da Circular Quay, ci fa godere della fantastica vista dell’Opera House e del ponte dalla baia.
Attraccati ci buttiamo in via “the Corso”, di chiara impronta italiana, e al rosso gli si illuminano gli occhi vedendo la quantità di negozi di surf; io e Mel capiamo che anche per oggi non ci sarà storia.. un altro record verrà abbattuto.
Dopo una decina di dentro/fuori lo trasciniamo in spiaggia che, anche se meno famosa e bella di Bondi, ha il suo fascino.

I due compari si buttano subito nel surf e allora ho tutto il tempo per sciallarmi un po’ al sole.
Visto che non son tipo da spiaggia faccio una camminata nei dintorni, guardo in acqua e vedo solo gente che con il surf ci sa fare.. di conseguenza non vedo né Mel né il rosso.
Vado fino alla vicina spiaggia dove faccio un tutto per poi ritornare indietro.
Facendo la stradina che congiunge i due punti balneari, vedo i famosi pini che stanno dietro alla spiaggia di Manly e vengo preso come fotografo ufficiale dalla gente che mi incontra… tanto che ben 4 persone diverse mi chiederanno di fargli una foto (non poteva mancare il gruppo di giapponesi.. uno con su la maglia di Totti)
Ritornando dagli altri trovo Mel esaltatissimo perché l’istruttore lo ha eletto come il suo “preferito” ed allora il Rosso ripiega rituffandosi nei negozi…

La penultima giornata inizia tardi a causa della lunga nottata di venerdì; il risveglio faticoso ci porterà a muoverci solo dopo mezzogiorno.
Prima tappa è il Fish Market, dove i nomi italiani imperversano.
Tra granchi, pesci piccoli, aragoste e pesci grossi vediamo come i tempi siano cambiati.. ormai ci sono gli italiani che comandano e gestiscono tutto mentre i lavoratori/venditori sono tutti orientali.
All’esterno c’è anche una targa in onore dei fondatori del mercato del pesce di Sydney. i nomi vanno da Ciuccariello ad altri cognomi “nostrani”; proprio mentre passiamo noi.. due turisti commentano il cartellone con un “mafiosi”; ci mancava la pizza e il mandolino ed eravamo al completo!


Dopo il Fish market non potevamo non andare nell’acquario di Sydney, per raggiungerlo camminiamo sopra il ponte a Darling Harbour… è sabato e la zona è piena di gente.
L’acquario è studiato bene ed il pezzo forte è quando si entra in alcuni tubi in mezzo alle vasche dove sono presenti il dugongo (troppo simpatico), il Platypus, i pesci piatti di cui non mi ricordo mai il nome ma soprattutto una serie di squali (da vicino mi impressiona la loro doppia dentatura).

Finito con l’acquario nelle nostre ultime ore a Sydney, ci buttiamo nello shopping cittadino, che il sabato è veramente impressionante per la marea di gente in giro.

Per le serate, in genere devo dire che Sydney regala molte possibilità di svago, ovviamente essendo una città molto grande non sempre è facile trovare il posto “migliore” e si rischia di girare a vuoto quasi tutta la sera oppure non trovare la zona o il club più vicino alle proprie esigenze.

Dalla prima serata, essendo martedì, non ci aspettiamo granchè.. così ci muoviamo nella zona centrale, vicino al nostro ostello nella zona tra George St, Pitt st e Liverpool ST.
Cena a base di canguro (sempre ottimo) in un risto-pub, poi quasi per caso entriamo in uno dei tanti hotel (così son chiamati i pub) che propone una band dal vivo.
La band spinge con i soliti brani rock, e la pista è piena di gente che canta, balla e beve.
E’ strapieno… così non ci facciamo desiderare ed ordiniamo da bere.
Al bancone incrociamo il “rompiballe” numero uno.. è l’addetto della pulizia del pavimento che gira con secchio e straccio e pur di pulire anche l’angolo più nascosto vicino al bancone ti spinge via energicamente.
E’ incredibile, ovunque giri nel pub dopo 5 minuti ti viene a rompere… anche in pista!
Capirò poi il motivo, il pub è aperto 24 ore su 24 e questo è il metodo per pulirlo in tempo reale
L’atmosfera è bella e c’è gente di qualunque tipo… in pista si segnalano due “callarone” in caccia (per poco entriamo anche noi nel mirino.. ma riusciamo a scampare il pericolo)
Poi c’è una biondina martellata da un tipo con la maglia di Diego Maradona, ovviamente il rosso non perde occasione per rompergli le uova nel paniere andandogli a cantare la canzone “Ho visto Maradona.. ho visto Maradona.. o mammà mi sono innamorà”
A metà serata Mel viene quasi preso di forza da una francesina... mentre una Rossa (non il rosso) balla scatenata facendosi i tipi che gli passano di fianco; quando la band finisce tutta la gente scende in una saletta al piano inferiore.. dove si chiude la serata bevendo e ballando.
Niente da dire, per essere martedì… gran serata e torniamo a casa un po’ barcollanti.
E’ sempre il rosso l’ultimo a mollare quando in ostello aggancia una svizzera e va con lei a fare colazione... senza però riuscire a piazzare il famoso “colpo di coda”

Da mercoledì sera il gong di inizio serata è scandito dall’autoparlante presente in camera, ogni giorno verso le 6 / 6 e mezza in tutte le camere dell’ostello parte la voce “Wake Up.. Wake Up”… e via con le varie offerte e notizie sulla serata del suo discopub (il Side Bar).
Immancabile monito per dire che è arrivato il momento di muoversi e scaternasi!
Seguendo i consigli della Lonely (che sto iniziando ad odiare) andiamo nella zona “viva” di Sydney. Oxford St.
Mangiamo al ristorante balcanico, dove l’attempata cameriera/proprietaria, visto che siamo italiani, si siede al nostro tavolo e si mette a raccontare un po’ della sua storia ed usciamo alla ricerca delle movida!
Non so se la pensate come me, ma la cucina balcanica a me piace sempre.. anche se un po’ pesante

La Lonely mi tira il secondo pacco sui divertimenti.. dopo che in America aveva spacciato Buffalo come la “Miami del nord” ora ci segnala Oxford St a Sydney come una delle più vive e piene di locali.
Il panorama usciti dal ristorante è desertico… qualche pub aperto, dei bar che stanno chiudendo, mancava solo la palla di fieno che rotola
Dopo avermi preso i giusti insulti dai due compari notiamo del movimento ed entriamo in un club in uno scantinato.
Il locale ha una bella location con due sale arredate in modo strano.. tra divani, candelabri, ambiente un po’ ricercato-chic-trasandato.
Dopo poco le sale si riempono di gente abbastanza strana..
C’è quello con il cappello da cowboy, quello con la barba alla Bin Laden, tutti vestiti molto ricercato.. con il proprio stile.
E proprio mentre ci muoviamo verso un gruppetto di ragazze niente male ci taglia la strada un albero di natale…. Si.. un tipo vestito con le decorazioni per l’albero, dalle palline ai festoni ed altre decorazioni.. gli mancavano solo le luci che si accendono e si spengono.

Visto l’ambiente “gayio” cambiamo location e finiamo a Kings Cross dove la situazione cambia.
Questa zona è famosa per essere il quartiere a “luci rosse” della città ma ormai è stato ripulito e a parte qualche locale “particolare” ci sono principalmente discoteche e discopub.
Appena scesi dal taxi incrociamo 3 tipe fuorissime ed attacchiamo bottone con una che ha il padre italiano.
Le tre son proprio bone, e il Rosso prova l’attacco alla più fatta del gruppo.. ma niente. E’ un bordello assurdo, mi fanno parlare al telefono con un’amica che ci invita in qualche altro posto…. Ma non si capisce bene dove.
Così, dopo questo delirio, lasciamo le ragazze al primo taxi e facciamo un giro per il quartiere.
Allontaniamo le richieste delle ragazze seminude che vogliono portarci in qualche strip-club e andiamo in una discoteca frequentata da giovani backpackers.
E’ strapieno ed è sempre il Rosso che inizia a fare qualche conoscenza.. ma ormai è tardi (son quasi le 2) e il meglio è già piazzato.
Proviamo un altro posto ma poi ripieghiamo sul pub della sera precedente.. dove beviamo l’ultima birra e torniamo in ostello, non prima di venire richiesti da alcune ragazze per una foto in quanto italiani.

Il giovedì sera patiamo la stanchezza del lungo viaggio e della giornata a Bondi, quindi ce la prendiamo con calma e finiamo con uscire tardissimo, alle 11 di sera.
Ceniamo al Thailandese (dove capiamo che Mel proprio non apprezza la cucina orientale) e poi giriamo i pub vicini all’ostello. prima di tornare a dormire abbastanza presto passiamo dal solito posto, che è semi vuoto, e dal “three monkeys” il posto che sembra giusto per noi… le 3 scimmie (alcoliche)..

Venerdì sarà la migliore serata a Sydney
Iniziamo forte cenando al bar sotto l’ostello.. bistecca, patatine e birre a quasi 8 euro
Alle 10 l’ambiente è già caldo, trascinati dal mitico Dj Josh.. prima di scatenarci gli chiediamo di mettere su il nostro inno nazionale “L’italiano” del mitico Toto Cutugno,ma incredibilmente non l’ha!... fossimo stati in un paesino della Russia l’avrebbero sicuramente messa

Qualche giro di vodka e poi torniamo a Kings Cross… il delirio è qui, giovani e meno giovani invadono i locali e le strade.
Un gay ci rimbalza all’ingresso del locale più cool (il World Bar) e ripieghiamo sul vicino “Candys”.
In coda conosciamo delle austriache e ci imbattiamo nella solita procedura di face controll
A parte controllare l’abbigliamento, controllano i riflessi della persona.. iniziamo con chiederti quanti cocktail hai bevuto.. dopo la tua risposta ti chiedono quanto hai bevuto a cena… ed iniziano a contestare la tua risposta.
Se si è abbastanza lucidi si entra, sennò si rimane fuori
Noi entriamo al Candys tranquillamente… un paio di vodke e poi in pista.. dove becchiamo l’ennesima figlia di italiani.. ma quante sono!?!
Balliamo un po’ e facciamo la foto anche con il Dj.

Dopo aver conosciuto tutte le ragazze del locale.. usciamo e proviamo al “The World”.. stavolta il gay non c’è più ed entriamo.
Il locale è pienissimo… della gente che piace a noi, cioè di bonazze!
Proviamo quello che bevono tutti.. il thè alcolico, praticamente ti compri una teiera con dentro liquore da shots.
Il locale è veramente bello e a metà serata finiamo sul divanetti invitati da un gruppo di ragazze….

A fine serata lasciamo le ragazze e, visto che avevamo il timbro, rientriamo al Candys.. ma capita la cosa più assurda…
Guardo una tipa, la saluto da lontano.. dopo poco arriva il suo ragazzo che aveva visto la scena ma non viene da me… va dal buttafuori che mi prende e fa uscire dal locale.
Così verso le 4 giriamo per le strade di Kings Cross dove conosciamo Loris e fidanzata, giovane toscano con tipa fottutissima, dove ci parla della sua Australia lavorativa.. e spara a zero sull’Italia.
Qui mi accorgo di una differenza… una volta chi lasciava il nostro paese per lavoro non vedeva l’ora di tornare e comunque decantava le bellezze che aveva lasciato… ora invece chi va via, parla male dell’Italia.
Su suo suggerimento chiudiamo la nottata al “Trademark Hotel”, locale abbastanza ben frequentato (anzi .. direi il meglio frequentato).

L’ultima sera proviamo a cambiare zona, a cena andiamo nella mondana darling Harbour, cena a base di pesce e poi giriamo nei bar sul lungo baia.
Il movimento è interessante, tante gente in giro.. un po’ di tutte l’età, ma soprattutto tanti gruppi di ragazze vestite “da sera”
Iniziamo da un baretto, dove al bancone c’è uno dei tanti giovani italiani che hanno scelto di fare il “Working holidays” in terra australe.
Seguendo la gente finiamo alla discoteca “home”, l’età è un po’ bassina e anche la musica è da maranza… peccato, perché c’erano parecchio belle tipe.
Allora seguiamo il consiglio del barista italiano e andiamo verso il centro commerciale della città, nella zona alta verso Circular Quay.
Andando in là conosciamo l’ennesima giovane australiana figlia di un italiano (di Ischia per l’esattezza) che era tanto bona quanto ubriaca e aimè tanto giovane.
Camminando per le strade gremite di George St arrivamo all’Ivy club.
All’esterno ci son auto della madonna, tipo ferrari e Lamborghini, ma nonostante questo superiamo il face controll (con il buttafuori che tempesta di domande il Rosso) e ci fiondiamo dentro
Il club è bello e la gente va dai 25 ai 35 anni.
Chiudiamo la serata in questo bel club, tra docce d’acqua in mezzo alla pista che partono all’improvviso e poliziotti che, sfruttando il fascino della divisa, martellano le tipe di brutto.


Il nostro volo è previsto per la sera.. così lasciata la stanza, di domenica mattina, facciamo un ultimo giro.
Prima andiamo nella zona oltre Oxford st., ora un po’ in decadenza visto che tutti i posti alla moda si sono trasferiti verso Darling Harbour, e poi ci perdiamo nell’enorme rete di negozi sottoterra (sono incredibili, sembra di essere in una città a parte)
Un po’ di nostalgia è già presente nei nostri visi. E per le ultime ore, visto la giornata di sole, ci sdraiamo in mezzo al parco.

Ormai son passati tre mesi dal mio rientro dall’Australia e posso dire che le emozioni che mi hanno dato quei posti, solo in pochi altri luoghi le ho avute.
Alcune delusioni ci sono state (es. Surfers Paradise) ma in generale..mi viene da dire solo “ragazzi.. che posti”

Cool!

1 commento:

Ago ha detto...

Obe sei un guardone!!!!
se non mi sbaglio qualcuno sosteneva di non aver fatto proprio nulla e di essere stato scambiato x un altro!
ribadisco... GUARDONE!!!! :D