Dal 19 al 22 novembre
La mattina del 19 prendiamo il primo aereo interno; grazie al cambio di fuso nonostante le 4 ore di volo arriviamo verso mezzogiorno.
A Perth veniamo subito accolti da un forte vento che ci fa rimpiangere i 35° di Melbourne.
Per andare in centro prendiamo lo shuttle bus all’esterno dell’aeroporto… peccato che di shuttle avesse solo il nome e forse l’anno di costruzione di quelli usati dalla NASA (1972)
Qui incontriamo un personaggio di gran livello: l’autista, un vecchio con baffi uscito direttamente da Woodstock.
Prima ci aggancia chiedendoci se io e il Latin Lover (Così chiama Mel, visto che aveva su una maglietta con quella scritta) dovevamo andare in centro.
Poi fa lo stesso con altri passeggeri.. facendoci aspettare 20 minuti all’interno del pulmino nella speranza di riempierlo.
Al primo semaforo viene chiamato dalla guidatrice dell’auto dietro di noi perché aveva lasciato aperto lo sportello del portapacchi… (e per fortuna che nessuna valigia era già partita sulla strada..)
Infine molla una tipa a 500 mt dal suo hotel tanto “it’s more fast by foot”… e quando risale pianta una delle scoregge più rumorose che abbia mai sentito..
Soddisfatti dell’accoglienza ricevuta molliamo i bagagli in ostello ed iniziamo con il giro per il centro cittadino.
In se la città non ci colpisce troppo positivamente.. forse risente del confronto con Melbourne.
Però si vede che è forte crescita, ci son cantieri ovunque e nuovi grattacieli in costruzione; del resto Perth, sfruttando la sua posizione, è diventato il principale porto d’accesso delle merci cinesi.
Anche il Mall (la zona dei negozi) è abbastanza “senza personalità” e l’unica parte che troviamo interessante è la zona del porto con il Bell Tower e il vicino Kings Park.
Nel pomeriggio passato per il centro, a farla da padrone è il forte vento che costringe Mel a mettere la felpa sopra il maglione (mentre io continuerò a girare in polo e bermuda) e la presenza di una marea di cinesi (alcune niente male…)
Proprio una di queste, al bar, viene conquistata dal mio fascino e ci ammicca alla cassa sorridendo e ridendo… ma al posto di darci due birre come ordinato, ci porta due cioccolate bollenti… (ovviamente sempre ridendo).
Per fortuna nei due giorni seguenti utilizzeremo l’efficientissimo Metro-treno per andare sulla costa.
Infatti il giorno seguente lo passeremo a Rottnest Island, un’isola a mezz’ora dalla costa, famosa per le sue spiagge dove si può girare solo in bici o in bus.
Sfruttando la bella e calda giornata, di prima mattina andiamo a Fremantle, la cittadina da cui partono i traghetti per l’isola.
Qui ci fidiamo di una vecchia migrante italiana di Campobasso, che per colazione ci rifila la Beef Pie… la temuta torta ripiena al ragù, che se la mangi alle 9 di mattina la digerisci alle 5 di pomeriggio
E’ sempre vero che non bisogna mai fidarsi degli italiani all’estero…. Anche se si tratta di un’arzilla vecchietta.
Dopo mezz’ora di traghetto, prendiamo le bici e ci mettiamo a girare.
L’isola regala veramente dei panorami spettacolari, collinette che nascono spiagge selvagge, spiagge lunghissime e deserte, reperti di navi che ammainarono contro le rocce che scorgono dall’oceano, il faro che emerge dal centro dell’isola, alberi piegati dal vento, laghi salati…
Poi girando in bici, e allontanandosi dalla “città”, incontri sempre meno gente e I sali-scendi diventano più faticosi anche a causa del vento.
Prima di mangiare un hamburger nel peggiore (e unico) pub dell’isola son riuscito a staccare Mel sulla salita più faticosa, quella per il cannone.
Per dargli 1 minuto e mezzo ho usato i trucchi più subdoli del ciclismo mondiale.. facendo finta che mi fosse caduta la catena, l’ho fatto scendere dalla bici e quando si era distratto son ripartito con uno scatto del miglior Virenque.
Così abbiamo passato una delle più belle giornate australiane.
L’ultimo giorno finalmente il Rosso finisce i suoi impegni “lavorativi” e ci troviamo con lui di prima mattina a Fremantle.
Questa cittadina è veramente bella, nonostante la sua storia portuale ha mantenuto una vivibilità assoluta ed è un piacere girare per le sue strade con i caffè in stile italiano, i piccoli negozi, il caratteristico mercato coperto e l’ambiente rilassato.
Ci colpisce anche la statua in memoria di Bon Scott dei mitici Ac Dc.
Dopo un giro verso le antichi carceri e lo stadio di football australiano (che confrontandolo con quello Melbourne sembra come paragonare San Siro con lo stadio della mia città – Verbania) andiamo nel posto più caratteristico della città… la birreria (https://www.littlecreatures.com.au/)
Ci piazziamo in un tavolo fuori, con il sole, ci godiamo il pesce locale (l’ottimo Barramundi) e ce la scialliamo.
Per chiudere la bella giornata, andiamo a prendere un po’ di sole sulle spiagge di Cottesloe.. E’ ancora presto per fare il bagno ma sull’oceano vediamo i primi surfisti e le prime manze in costume…
Dei tre giorni passati nel “Western state”, sicuramente ci ha un po’ deluso Perth città, però meritano un salto le spiagge (sicuramente meglio in estate con meno vento) e ci sono piaciute parecchio la cittadina di Fremantle e l’isola di fronte!
Per la sera, a Perth finalmente abbiamo provato un vero weekend australiano!
Dopo aver parlato con un amico che aveva fatto 8 mesi in città e con il Rosso che era andato in avanscoperta.. abbiamo preso l’ostello in una delle zone dei locali.. a nord della stazione in Aberdeen St.
Per iniziare, il giovedì sera, ci spariamo il primo canguro (la carne non è male.. sembra un po’ il nostro manzo..). e dopo cena veniamo raggiunti dal Rosso scappato dalla sua comitiva
Seguendo la soffiata del nostro amico, andiamo decisi al Deen dove il giovedì sera c’è la festa brasiliana…
Il Rosso ci inganna con un tiro mancino.. infatti non ci dice che è obbligatorio avere il passaporto per entrare (la fotocopia non va bene).. e siamo costretti a correre in ostello.
Fatta di nuovo la coda, entriamo e il locale è già un carnaio.
Giriamo per le 4-5 sale e vediamo che il livello alcolico è già altissimo.. ragazze in minigonazze che ballano, che bevono… anzi.. che bevono di brutto..
L’impressione subita a Melbourne sui tipi è altamente confermata.. sono dei gran buzzurri!... diciamo sullo stile inglese. e in più dei martelloni della madonna.
Ci provano con tutte… e con modi da lord (in genere approcciano la tipa con una sonora pacca sul culo… cosa che comunque le ragazze non disprezzano)
E’ incredibile ma forse siamo i più sobri dentro al locale… e proprio mentre ordiniamo da bere arriva “il personaggio” della serata.. un collega di corso del Rosso.
Il ragazzo (soprannominato “il Banana”) è carico… parla con accento romagnolo e vuole a tutti i costi farsi un’asiatica.
Ordina 3 jug di birra e chiama a noi delle tipe e poi andiamo a ballare…
Alle 12.30 la festa è già al top… conosciamo un po’ di gente mentre il Banana dispensa consigli a tutti… Al Rosso suggerisce le tipe da cui andare mentre a me di non ballare come Gigi Dag.
Mentre ordiamo un Whisky e Cola, il Banana aggancia la più collassata della serata.. e va a segno.. peccato che la ragazza dopo vada a segno con altri, lasciandolo rosolare nella gelosia.
Mentre il cameriere si rifiuta di dare un altro Whisky e Cola a Mel (che sinceramente era ancora tra i più sobri) facciamo un po’ di conoscenze che però non fruttano niente.
Il venerdì sera lo faremo solo io e Mel.
Un po’ cotti dalla giornata a Rottnest Island, mangiamo una delle migliori bistecche del viaggio e ci carichiamo a bicchieri di vino.
Per le strade intorno ad Aderdeen St c’è veramente tanta gente, è venerdì sera e sembra che tutti siano in giro.
Seguendo sempre il consigliere-amico andiamo al Mustang, pub in stile americano con live band.
E’ stracolmo, ci facciamo un paio di giri di Jeger e la band inizia.
Si sente la gente che inizia a cantare e ballare i Jet con “She's A Genius”.
Anche al bancone si attacca bottone facilmente con le tipe che vengono ad ordinare da bere.. son scatenate!.. e allora ci lanciamo in pista anche noi al ritmo dei pezzi più ballabili.. da Bon Jovi ai The Fratellis, Ac Dc, Green Day..ect.
Poi proviamo a cambiare locale, visto che la zona ne è piena e si ha solo l’imbarazzo della scelta.
Proviamo il Library, mezzo vuoto ma con interessanti frequentazioni…, il Paramount, con sala con live music e sala disco.. frequentato però da ragazzini e chiudiamo con un locale pieno di impasticcati..
Con il senno di poi..era sicuramente meglio stare al Mustang o riprovare al Deen.. ma la curiosità di provare posti nuovi era troppa.
Prima di tornare in ostello notiamo che le strade sono piene di polizia e tutti i mezzi hanno la minigabbia dove mettere i ragazzi che girano collassati per strada o che accennano a risse... Roba dell’altro mondo per noi….
L’ultima sera, il sabato, cambiamo zona. Al posto di quella centrale andiamo a Leederville.
Ceniamo con ottimo pesce (http://www.kailisbros.com.au/) dove abbiamo di fianco classica tavolata di vecchi italo-australiani e verso le 10 andiamo al famoso Leederville Hotel (www.leedervillehotel.com/)
Bè spettacolo, con tipe che ballano nelle gabbie e gente che si trascina da una sala all’altra.
Son tutti fuorissimi e anche stavolta siamo noi i più sobri… un po’ frenati dalla stanchezza cerchiamo di fare il nostro..
Mel tira fuori l’arma segreta che finora non ha mai fallito.. la macchina fotografica.. però per la prima volta, le tipe non vogliono farsi fotografare… e più che una mossa d’approccio è una mossa che le allontana
Spiazzati, il Rosso cerca di attuare la sua classica marcatura a uomo mentre io mi spengo un attimo.. per poi venire scosso (come una scarica di un fibrillatore) quando la ragazza davanti a me si alza la mini mostrando il suo lato B.
In pista la situazione è migliore, con il Rosso gran mattatore, vediamo anche una tipa che cade dal cubo cercando di limonare il tipo di sotto… ma poco dopo mezzanotte (!!!) il locale chiude.. lasciando almeno metà dei presenti quasi collassati
Per noi è presto, così in taxi andiamo nella zona di Suriaco dove anche l’età è un po’ più alta…
Entriamo a fatica nel club GOLD, sempre ben frequentato.. ma dopo poco molliamo il colpo.. anche per la stanchezza e per la sveglia alle 9 della mattina seguente
L’ultimo sussulto avviene quando, poco dopo essere saliti sul taxi, un tipo rimasto a piedi lancia la sua giacca contro il mio finestrino mezzo aperto…
Dopo questa tre notti, per le serate australiane abbiamo due termini: ubriache e molto hot… però, personalmente, non ho trovato un ambiente così favorevole per un viaggiatore, anche perché il modo di divertimento è abbastanza diverso dal mio (anzi direi dal nostro.. inteso come Italia ed Europa) ma è molto vicino allo standard inglese.
Ma siamo pronti a ripartire e l’aereo di domenica ci porterà ad Alice Springs, la zona che mi ha regalato più emozioni.