Saranno i -4 gradi di oggi contro i 25-30 di Melbourne e Sydney oppure il fatto che, quando torni da tre settimane più che intense, la quotidianità ti fa sembrare che il tempo scorra così lento.. tanto che un giorno ti sembra lungo quanto una settimana.
Il viaggio in Australia nasce quasi per caso, non è uno di quelli che hai sempre sognato (tipo gli Stati Uniti per me) o di quelli pensati per anni e anni e sempre rimandati.
E’ nato quando il Rosso ci dice che, per lavoro, andrà a fare 2 settimane di corso intensivo a Perth (“e dove si trova questa Perth??” è stata la prima reazione comune) e che vorrebbe attaccarne altre due per girare l’isola australiana.
Da qui partono i soliti sondaggi… e, tra valutazioni di budget e di ferie disponibili, ci troviamo a partecipare alla “missione Mr. Crocodile Dundee” io e il buon Melchio.
Organizziamo così il nostro tour che prevedere 3 trasferimenti interni con la Qantas e circa 1.000 km in auto.
Io e Mel partiremo una settimana prima della fine il corso del Rosso e arriveremo a Melbourne per poi ricongiungerci con lui a Perth.
PARTENZA
E’ venerdì 13 novembre, il nostro volo partirà alle 21 circa e mentalmente non siamo ancora preparati a quello che ci aspetta.
Tra volo, scalo a Dubai e fuso arriveremo a Melbourne alle 6 della domenica mattina.
L’aereo della tanto decantata Emirates è meno comodo di quel che pensavamo e il tempo trascorre con le solite cose.. si guarda qualche film, si mangia, si dormicchia tra gente che russa e bimbi che piangono e si parla con i vicini.. tra cui una ragazza di Modena che va a Brisbane e una tedesca che non la smette più di farci domande…
MELBOURNE
Dal 15 al 19 novembre
Atterriamo a Melbourne puntuali e superato il controllo cibo all’ingresso (perché da/per l’Australia non si può portare nessun tipo di alimento, visto i danni subiti dalla contaminazione degli anni passati) ci immergiamo in piena mattina nell’atmosfera della città che ci accoglie con i sui 25 gradi un po’ ventosi.
Una caratteristica che noteremo anche nei giorni successivi e che comunque ci immaginavamo è la modernità di quello che ci circonda.
Gli edifici più antichi risalgono all’800 (inteso come 1.800…..) e tutto intorno si sono sviluppati i grattacieli che però non stonano come accadrebbe in una città medio-grande europea, anzi ci stanno bene e caratterizzano il paesaggio.
Oltre questo, un'altra cosa piacevole sono i numerosi parchi/punti verdi e l’efficienza dei numerosi mezzi pubblici.
Dei 4 giorni che abbiamo passato a Melbourne, uno lo faremo a Philip Island con i suoi pinguini mentre gli altri tre li dedicheremo a viverci la città.
In particolare abbiamo fatto a piedi quasi tutto il centro commerciale della città (il CBD) con il municipio, la moderna cattedrale di fronte alla piacevole e sempre viva Federation Square, la Flinders Station, Il Parlamento (dove all’inizio volevano intervistarci chiedendoci un parere sulla politica attuale), Chinatown (che è stata la prima in assoluto in Australia) e la vista dall’alto dall’88 piano dello Skydeck
Ovviamente il centro non è centro se non c’è la via dei negozi.. (Bourke St) e per noi è stato quasi assurdo vedere l’albero e gli addobbi natalizi con sole della madonna e più di 30°!
Poco fuori dal centro ci sono zone contrastanti tra loro; da una parta le zone moderne del Docklands, quartiere appena sistemato con il nuovissimo porto e lo stadio di Football Australiano, e del Southbank con casinò e ristorante pieni a tutte le ore; e dall’altra parte le strade che si estendono verso nord che conservano i tratti della loro recente storia, in particolare le case basse con il cancello che abbellisce l’ingresso e la piccola veranda.
Bellissimo è stato il giro in bici per la Lygon St, la strada degli italiani dove, per il momento, si regge ancora all’invasione cinese e si trovano ristoranti e caffetterie con nomi famigliari (Don Vincenzo, ristorante Borsari, Pizza Mia, parrucchiere Pippo, ect) o negozietti che vendono gli Agnolotti fatti in casa e altre specialità.
Inoltre è pieno di gelaterie, non solo Lygon, ma tutta l’Australia.
Proprio in Lygon un pomeriggio ci siamo fermati a mangiare un gelato e alla fine abbiamo passato più di mezz’ora a chiacchierare del più e del meno con il proprietario (Roberto) e sua moglie.
Sempre in bici abbiamo fatto la Brunswick St, la via più alternativa, con negozi eccentrici e pub strambi.. tanto che mi ricordava una piccola Candem Town di Londra.
Carino è stato anche il Queen Victoria Market dove trovi di tutto.. venditori di souvenir, fruttivendoli che si danno battaglia di prezzi urlando, pesci, panetterie e carne varia.
Durante il nostro giro nel Market è facile che siamo finiti nella trasmissione “turisti per caso” giapponese che stava proprio riprendendo mentre commentavamo l’ITALIAN PROSCIUTTO in vendita da un macellaio.
Melbourne ci ha dato l’impressione di una città in crescita ma comunque dove si vive bene e dove si ha l’opportunità di fare molte cose.
A primo impatto con la gente si notano alcune cose.. tipo che son patiti di tatuaggi (quasi tutti ne hanno uno e molti son assurdi.. tipo la faccia di Hulk verde sul polpaccio.. o ragazze che hanno tatuate le spalle fino all’altezza seno..) e che molti ragazzi giovani portano i baffi..
Poi vanno matti per il vino, sia bianco che rosso, e appena possono organizzano barbecue tra amici… tanto che in città è pieno di luoghi pubblici dove cucinare e mangiare.
Parlandoci vedi che son molto rilassati (non immaginate nei paesini come se la prendano ancora più comoda) e cercano di godersi la vita...
Sembrano tutti innamorati dell’Italia, appena gli dici da dove arrivi ti senti subito rispondere “Cool!”, poi è pieno di ristoranti italiani o con nomi italiani.
Da non credere alla presenza di cinesi o asiatici, c’erano momenti che mi sembrava di essere arrivato a Pechino più che a Melbourne, con i locali di Karaoke (dove ovviamente non siamo riusciti a entrare) o massaggi thailandesi.
Facendo da domenica a mercoledì purtroppo, a Melbourne, non abbiamo potuto approfittare della vita notturna… anche se tutte le sere ci abbiamo provato
Domenica siamo partiti forte con l’aperitivo lungo lo Yarra River nei baretti sotto la Federation Sq.; mescolandoci alla festa Polacca (??!!) le birre a nastro ci hanno illuso su una serata all’insegna della pazza gioia alcolica.
L’ottima carlton draught (alla fine la migliore tra le birre provate) insieme alle ragazze ben svestite (minigonnazze e magliette scollate si sprecavano) facevano il loro effetto.

Al calar del sole, rifugiati al Transit hotel (così si chiamano i pub), la situazione è sempre calda ma facciamo giusto in tempo a conoscere il personaggio del locale, un vecchietto che martella tutte, e un paio di ragazze.. prima che verso le 10 tutto si spegnesse!!
E iniziamo a convivere con l’indole ubriaca e buzzurra dei ragazzi… quando son “in pista” è facile vedere gente che si scontra, minacciano botte e fanno i duri…
La serata la chiudiamo al casino, dove ci buttiamo via 20 dollari alla roulette prima di tornare al nostro ostello dove, in preda alla carlton draught, speravo di ribeccare la biondazza che durante tutto il check-in ci aveva fatto intravedere le mutandine..
Il martedì dopo aver chiesto a mille persone, lo passiamo in Swanston St, al Cookie, l’unico pub/club decentemente frequentato quella sera.
E’ un bar normalissimo, un po’ alternativo, dove i tavoli mantengono la privacy con dei separè molto anni 50.
Noi ci mettiamo al bancone, nel giro di mezz’ora vediamo un gruppo di giovani americane sgolarsi l’impossibile.. io cerco di farmi notare passando davanti al loro tavolo 5 volte per andare in bagno.. ma le tipe sembrano non accorgersene o forse non sono interessate.. tanto che due si baciano tra loro..
Tornando al bancone, mi gusto Mel che per sporgersi a guardare cade dalla sedia.. e poi si mettono vicino a noi due stra-fatte (di cui una molto bona) che si fumano del crack con tranquillità.
Alla fine, finita l’ultima birra prima di andare veniamo abbordati da una Cilena, che entra nel locale.. ci fissa, si avvicina e mi saluta…
Quando gli presento Mel, lei da in escandescenza per il nome Fabio (a suo dire il classico nome italiano) e scompare…
L’ultima sera, il mercoledì, in giro per strada c’è parecchia gente… la maggior parte cinese… e andiamo al Rooftop bar & cinema, praticamente sopra il Cookie..
La location è ottima, sul tetto di un grattacielo, dove bevendo ci si gode delle luci della città.
Però non è il Cookie.. e di cose strane non accadono.
Giornata fantastica è stata la trasferta del lunedì a Philip Island.
Questa meta è famosa per due cose: il circuito del motomondiale e i pinguini che al tramonto arrivano dall’oceano dopo la pesca per tornare a dormire sull’isola.
Visto che di notte i mezzi dall’isola verso Melbourne scarseggiano, siamo costretti a prendere un tour organizzato che durerà mezza giornata (http://www.bunyiptours.com con certificazione “EcoTour”)
Siamo una 15ina e partiremo da Melbourne verso l’1.
Per occupare il pomeriggio, oltre alle due ore di viaggio, ci porteranno alcuni posti caratteristici nelle vicinanze.
Prima ci fanno girare per una riserva con animali tipici… peccato che ci sia solo un solo koala, che sembrava morto, un solo wombat, che dormiva dentro un tronco, un solo emu, un solo dingo… e una decina di wallaby e canguretti.
Poi ci portano a vedere la ricostruzione di una vecchia fattoria… dove possiamo girare liberamente guardando l’interno della casa, la falegnameria, il fabbro e mentre il gruppo si gode la tosatura di una pecora.. noi osserviamo le vacche (non quelle che piacciono a noi…), i cavalli e i tori pascolare.
Nonostante la tosatura ci è piaciuto, sembrava quasi di stare in un ranch
Prima del tramonto passiamo per la spiaggia più bella dell’isola, la Woolamai beach, veramente affascinante nonostante il vento fortissimo; e i Nobbies, le rocce panoramiche che con l’oceano creano un gran panorama.
Nel frattempo proviamo a far conoscenza dell’unica ragazza interessante del tour, una giovane franco-canadese che viaggia sola.
A pranzo si siede vicino a noi per mangiare i “delicious sandwich” forniti dal tour e sparo due cazzate, tanto che Mel mi affibbia il primo soprannome del viaggio.. “Joe Calamita” per la mia (non) capacità di attirare le ragazze.
Peccato che poi non spiaccicherà più una parola con nessuno!
Mel invece si inizierà a lamentare per la cena a base Pizza (sempre fornita dal tour e dagli ingredienti a noi sconosciuti) mangiata alle 5 e mezza in riva all’oceano con vista ponte e con tanto di numerosi gabbiani inclusi.
Poi finalmente arriva il momento dei pinguini, ci mettiamo sulle gradinate un’ora prima del tramonto durante la quale, mentre ci copriamo dal freddo, riesco a beccarmi la cagata di un gabbiamo sulla spalla e un cinese dietro di noi apprezza con rutti e scoregge il pasto appena finito.
Però questa attesa è stata ripagata quando arrivano i primi pinguini, son troppo buffi.. piccolini, li vedi muoversi come l’ ”omino Michelin” tutti in gruppo.
Partono decisi verso la riva, ci ripensano, poi il gruppo si suddivide in 2, alcuni salgono finalmente verso la terra mentre altri tornano in acqua.
Veramente belli e divertenti
Inoltre quando sembra tutto finito, tornando verso il visitor center, sotto le passerelle li vedi molti vicini che salgono con il loro passo.. alcuni guardandoti stupiti altri girando su se stessi.
Verso le 9 e mezza è tutto finito, torniamo sul bus stanchi dalla giornata ma contenti, non prima però di aver cercato il colpo gobbo con la canadese..
Visto che aveva dimenticato il pacchetto in caffetteria, lo recuperiamo da veri gentleman, ma in cambio otteniamo un distaccato “thanks”…. Altro che Joe Calamita!! E mi vien da pensare “per fortuna ci sono i pinguini…..”
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