sabato 8 aprile 2017

Marzo 2017 - Mosca e l'Anello d'oro - 1a parte

02 marzo
Ore 06.00

E ci siamo, primo viaggio dell’anno.
Ormai quella che al di fuori può sembrare un’abitudine o una cosa usuale, per me è sempre un emozione coltivata da mesi di studio, di valutazioni, di sogni.

In ogni viaggio c’è un qualcosa di nuovo che si impara e qualcosa che in me cambia.
E sentire quella tensione che cresce man mano che si avvicinano le ore fino a lasciarsi totalmente andare una volta arrivati in aeroporto; sono quelle emozioni che mi fanno seguire questa strada… la mia strada.
Quando non avrò più questa tensione sarà il momento di smettere con questa che è diventata la mia più grande passione.

Si torna in Russia.. “ancora?” è stata la frase standard sentita in questi giorni; a parte che la Russia è grande 5 volte l’Europa e poi è un paese che mi piace, mi ha da sempre stimolato, è una terra dalla storia così interessante ed allo stesso tempo drammatica.

Ho deciso di tornare a Mosca, 9 anni dopo, con tanti dubbi.. sulla meta, sul periodo ma ho lasciato correre l’istinto.
E’ già strano che abbia deciso di tornare in un posto in cui ero già stato.. si possono contare sulla dita di una mano gli altri luoghi visti più volte.. Cracovia, B.Aires, Barcellona, Dublino, Londra e basta; non mi piace visitare in un luogo già visto, ho paura di veder cancellato il ricordo del primo viaggio, però qui torno dopo 9 anni e mi serve per chiudere il cerchio con il viaggio in Siberia della scorsa estate e giusto prima del mondiale di calcio del prossimo anno (che in genere porta turismo ed aumento dei prezzi).

Poi ci abbino il giro nelle città dell’Anello d’oro, le antiche capitali o città di residenza che mi porteranno a scoprire qualcosa che va oltre la facciata turistica; mi aspetto molto da Suzdal, forse la meno città di quelle che vedrò, con case in legno, monasteri e campagne spero innevate.
Mosca già solo passare dalla Piazza Rossa vale il viaggio.. quante cose sono successe.. quanti cambiamenti.. qui dove neanche Napoleone è mai arrivato.
Di certo la stagione non è delle migliori, non è giugno con le giornate lunghe e calde, non è dicembre con la magia del Natale e la neve (ed anche i -30°); anzi tutti mi dicono che è il mese peggiore per visitare Mosca.. ma vedremo.
Spero nelle campagne ancora bianche, in un po’ di sole e poi c’è più gusto scoprire una città fuori stagione turistica.
E’ nato tutto così, come quando ti lasci trascinare dal fiume e non opponi resistenza, lasci che tutto vada come deve andare, chiudi gli occhi e senti solo te stesso; e poi quell’esigenza che ogni tanto cresce dentro, quel bisogno di staccare da tutto e da tutti, di isolarsi un po’.

Ciak.. il trailer è finito, inizia l’avventura.


1° giorno

Il primo giorno di viaggio è stato principalmente di trasferimento; sveglia presto, volo con scalo a Vienna, due ore perse nel fuso orario e un’altra nel traffico per arrivare in centro.. fatto sta che arrivo in hotel verso le 5 di sera.
Mosca mi accoglie avvolta di un grigio che copre tutto il sole e fa cadere una pioggia leggera; si crea quella leggera malinconia tipica di questi mesi invernali ma che non mi dispiace, anzi..
Il viaggio scorre lento, il traffico aumenta man mano che mi avvicino al mio hotel, i palazzi in stile sovietico si alternano a nuovi centri commerciali ed ai moderni palazzi a vetri mentre con il giovane taxista parlo un po’ di calcio, dei mondiali e mi sorride quando si ricorda che da piccolo imitava Roberto Baggio.

Sistemato in hotel esco a fare una passeggiata; sono praticamente in centro, vicino alla vecchia sede del Kgb ed alle strade pedonali Nikolskaya e Kuznetskiy Most.
Rimango sorpreso dai cambiamenti in questi 9 anni… qui il lusso domina, i palazzi sono tutti rinnovati e riconvertiti in negozi di grande marche, ci sono ristoranti sempre aperti (e che nei giorni successivi scoprirò essere diventati veloci nel servizio, totalmente il contrario di prima) e tutto è pulito.
L’ingresso in Piazza Rossa è sempre un emozione, è buio ma il Cremlino ed i magazzini Gum illuminati rendono tutto magico e bellissimo.
Oltre a me, una decina di turisti che fanno le foto, qualche persona a passeggio e gli operai che stanno smontando la pista di pattinaggio e le decorazioni che hanno illuminato i mesi natalizi.. la primavera sta arrivando anche qui.

Vado a bere una birra alla Cidreria, posto piccolo con giovani che si incontrano per far due parole, una ragazza che si fa i selfie da postare chissà su quale social ed è qui che aspetto un’amica conosciuta in transiberiana l’anno scorso.


2° gio

E’ la giornata dedicata alla parte più turistica e famosa della città.. e sto parlando della Piazza Rossa e del Cremlino
La giornata è grigia, il sole appare giusto per qualche minuto ad illuminare le cupole dorate o colorate delle tante chiese che spuntano all’interno e all’esterno del Cremlino.

Nel mio avvicinamento a piedi, percorrendo le strade fatte la sera precedente, osservo i primi momenti di vita quotidiana… macchine costose bloccate nel traffico, belle donne che passano il tempo facendo colazione e spettegolando tra loro e qualche uomo d’affari che cammina veloce per le strade.

Fuori dai magazzini Gum mi imbatto nei sosia dei personaggi più famosi della storia russa.. Stalin, Lenin, Putin e Napoleone cercano di strappare una foto ai pochi turisti presenti mentre io più che altro mi chiedo quale sarà il prossimo personaggio che verrà dopo l’attuale presidente.
Il lato turistico del viaggio si appropria anche di me, le tante foto che cercano di immortalare il momento, anche se poi alla fine quello che rimane più impresso è quello che ci si porta dentro.
La piccola cattedrale di Kazan (ricostruita dopo che Stalin l’aveva fatta demolire e l’unica veramente utilizzata per pregare dalla gente comune), la porta Resurrezione, l’imponente palazzo del museo di Storia, il mausoleo di Lenin.. ma soprattutto le mura del Cremlino con le sue torri che separano la vita politica da tutto il resto.
Cammino senza fretta muovendomi attore alle mura arrivando alla piazza dalla quale parte la via Tverskaya, una delle principali arterie commerciali, dove i palazzi in stile sovietico risaltano e ti ricordano dove sei; perché appena scendi sottoterra, per andare alla metro, entri un grande centro commerciale dove le belle commesse aspettano i clienti e dove si trova ancora il primo Mc Donald’s aperto in Russia… Ho ancora in mente le immagini della coda alla sua inaugurazione nel 1990, km e km di coda per poter assaggiare un pezzo di occidente, di America… mentre ora giusto una giovane coppia addenta svogliatamente un mini panino.

Solo qui troverò mondiali, in questa piazza, troverò un riferimento ai prossimi mondiali di calcio, con un orologio che scandisce i giorni e i minuti che mancano all’inizio dell’evento che, ad oggi, non è così sentito ed atteso
Cerco l’ingresso al Cremlino, attraversando i giardini Alexandrovsky e passando per la tomba del soldato ignoto arrivo alla torre dalla quale si accede suo interno.
Questa volta la visita del Cremlino la faccio in modo accurato, attento, curioso, dedicando il giusto tempo ad ogni cosa.
Entro ed esco dalle varie Chiese/Cattedrali (degli Apostoli, dell’Arcangelo Michele, dell'Annunciazione) e soprattutto di quella che mi rimarrà più impressa, la bellissima Cattedrale della Dormizione con il suo esterno a mattonelle e l’interno luminoso e pieno di icone… chiesa dove era stato incoronato zar Ivan il Terribile e dove, si narra, anche Stalin pregò per chiedere di fermare l’invasione nazista.
Oltre alla parte religiosa cammino nella grande piazza rinchiusa dalle mura, rivedo la campana ed il cannone giganti che a distanza di 9 anni non hanno ancora suonato una volta o sparato un colpo, ed il palazzo dei Congressi costruito nel periodo sovietico.
Tutte queste contrapposizioni di eventi e momenti storici.. ed ora, con futuro e passato che si incrociano, e Putin in mezzo a fare da spartiacque.

Esco passando sotto la torre più famosa, la Spasskaya, l’unica con l’orologio (voluto da Stalin) e che guarda la più famosa cattedrale di Mosca.
La cattedrale di San Basilio con le sue celebri cupole colorate si conferma essere più bella fuori che dentro.. anzi, al suo interno non sembra quasi una chiesa, con dipinti strani sulle pareti, piccoli passaggi, quasi senza un ampio spazio per pregare…. però all’esterno lascia sempre a bocca aperta.

Scendo e vado sul ponte sulla Moscova, da dove c’è la più bella vista della città e dove rimango parecchio tempo per gustarmi il tutto.... le mura del Cremlino che nascondono solo parzialmente le cattedrali e le sue cupole, la Cattedrale di San Basilio al suo fianco ed il lungofiume che indirizza lo sguardo verso la Cattedrale del Cristo Salvatore.

Dopo una pausa pranzo veloce (in un posto che scopro poi essere un ristorante in stile italiano con musiche di Ramazzotti ed altri successi anni 70-80 che due ragazzi vicini di tavolo ballano riprendendosi con il cellulare) entro dei magazzini Gum con il loro lusso quasi pacchiano, quasi a creare un mondo immaginario, così in contraddizione con le code che c’erano per comprare un po’ di cibo negli anni della Perestrojka, e proseguo per le vie commerciali Tverskaya, Kuznetskiy Most, Stoleshnikov con negozi molto occidentali e prezzi direi poco accessibili (maglietta della Bosco sport 100 euro e in un supermarket 2,50 euro per una Spaten e 3 euro al kg per le arance)
E’ qui e nei centri commerciali con i suoi fast food che il capitalismo ha vinto la battaglia con le idee comuniste.

Rientrando in hotel costeggio il palazzo del vecchio Kgb, leggermente rialzato con l’ingresso verso il Cremlino che sembra quasi che lo guardi e lo controlli, come se avesse lui il vero potere.

E’ venerdì sera, in altri viaggi sarei pronto ad affrontare la nightlife, che di certo a Mosca non manca, ma invece passo la nottata nella zona nuova della città, la Moscow City.
Il quartiere finanziario, con i suoi grattacieli a vetri che 9 anni fa non c’erano, l’hotel Ukraina (uno delle 7 sorelle, i grattacieli a “torta” del periodo staliniano) diventato radisson hotel e le mille luci che illuminano la notte.

3° giorno

Dopo un paio di giorni inizio ad abituarmi e a muovermi in città con più dimestichezza; ogni tanto spunta anche un po’ di sole anche poi non riuscirò ad approfittarne del tutto.
Mi sveglio non troppo tardi e il mattino ritorno a passeggiare sulle vie pedonali passate velocemente ieri.
La prima tappa sarà al museo dei videogiochi sovietici, in piena Kuznetskiy Most; quella che doveva essere una breve sosta si trasformerà in 1 ora e mezza abbondante dove provo un po’ tutti i giochi presenti.
Fa un po’ strano giocare con i giochi degli anni 80, tra un primordiale tetris, giochi in cui sparare, il mitico bombardiere sottomarino, l’hockey (dove vengo sconfitto da un ragazzino di 7/8 anni).. mi diverto parecchio.
Bello l’ambiente con tanti genitori che portano i loro figli a provare i giochi con cui si divertivano un tempo e anche il fatto che si usano i vecchi copechi sovietici.

Da qui proseguo verso la Cattedrale Cristo salvatore passando per i Tsum (molto simili ai magazzini Gum), il Teatro Bolshoi (molto bello, ma avrò la fortuna di entrarci l’ultimo sabato e guardarmi un balletto) e la nuova statua eretta a Vladimir (non Putin.. ma molto hanno il dubbio che sia perché hanno lo stesso nome).

Alla Cattedrale mi ritrovo con lei ed avrò l’opportunità di passare il resto della giornata con una “guida” locale.

La chiesa, completata solo nel 2000, è veramente bella.. oltre che imponente, al suo interno ha dei dipinti e delle icone che mi sono veramente piaciute.. noto tra l’altro che nei dipinti sulle pareti è molto difficile trovare personaggi femminili in relazione alla vita religiosa o dei diversi santi.
Poi il ponte pedonale che porta verso sud regala una vista spettacolare sulla Cattedrale e sul Cremlino in lontananza.

La giornata di “visita” la chiudiamo alla Galleria Tret'jakov dove sono esposti i principali pittori russi; passo quasi 3 ore osservando i diversi stili di pittura.. tra l’uso forse eccessivo di colori scuri, dipinti in cui vengono rappresentate battaglie, volti donne e la natura e la campagna siberiana.
Il sabato notte si avvicina, è buio e non sono ancora abituato a non lasciarmi attirare dai canti delle Sirene provenienti dalle discoteche che costeggiano la Moscova, ma non cedo e finiamo a passeggiare nel parco Gorky, (che mi riporta al famoso per il film poliziesco degli anni 80), illuminato dalle luci natalizie sulle piante e dalla pista di pattinaggio ancora attiva e intorno al Cremlino illuminato di notte.


4° giorno

La domenica mi sveglio lentamente, preparo il bagaglio che userò per i prossimi 4 giorni nelle città dell’anello d’oro e verso le 11 esco in strada.
In giro c’è poca gente ed anche il traffico non sembra quello di una megalopoli; passeggio attraversando il parco che si completa con la fermata della metro Trubnaya dove si vede l’effetto della primavera con piante spoglie e un leggere pantano fatto di neve sciolta, terra ed il primo verde che cerca di uscire allo scoperto.

L’obiettivo della mattinata è la visita del Museo storico sui Gulac; voglio affrontare anche questa parte di storia russa, una delle sue parti forse più tragiche e dolorosa (forse anche perché recente).
Il museo è piccolo ma moderno ed al suo interno viene ripercorsa la storia di quello che è accaduto.
Si inizia a descrivere chi erano gli “oppositori” finiti nel mirino, poi si passano a vedere le strutture delle carceri, i lavori forzati (tipo ferrovie) che dovevano affrontare, la localizzazione dei campi ed anche le difficoltà che i sopravvissuti hanno avuto nel ritornare alla vita quotidiana.
Molto particolare anche la contrapposizione dei video.. dove si alternavano le interviste di chi era stato prigioniero (dai futili motivi per l’arresto alle condizioni di vita che doveva subire) ed i video di propaganda dell’epoca dove tutto sembrava felice e piacevole.
Direi un museo piccolo ma molto intenso.

Dopo un pranzo che mi aiuta anche a ripararmi dal freddo (forse è stata la giornata più fredda a Mosca) vado a vedere il museo di Tsereteli.
Questo artista georgiano non lo conoscevo prima di partire e le sue opere mi hanno abbastanza sorpreso.. a parte che passa dalla pittura alla scultura su bronzo con grande disinvoltura, e poi anche lo stile è molto particolare.
L’opera più famosa è la mela con al suo interno una serie di situazioni spinte, quasi pornografiche, che rappresentano il peccato; e poi le sculture in bronzo, dalle dimensioni assurde, tra cui spunta una di Putin gigante.
I quadri invece un po’ alla Botero ma con uno stile molto personale che lo rende unico.

Lascio momentaneamente una Mosca moderna, molto europea, con ricchi e lusso ma anche con tanta cultura, tradizioni e momenti di vita reale, comune.
Una città molto diversa da quella vista 9 anni fa, con prezzi abbastanza alti nonostante il cambio favorevole, negozi e ristoranti aperti 24 ore al giorno, palazzi in centro puliti e diventati negozi soprattutto di marche occidentali, “Italia” onnipresente tra ristoranti e negozi e dove, a differenza che nelle città attraversate con la transiberiana, il ricordo sovietico è stato sepolto da un pezzo.

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