mercoledì 10 giugno 19.50
Tempo di relax; questo giro ho approfittato di un leggero acquazzone per anticipare la doccia e fare un aperitivo nel solito posto sulla Rustalevi, strada che offre sempre un ottimo struscio.
Ci voleva questa pioggia, oggi giornata di un afoso con 36° abbastanza pesanti.
Ieri sera ho fatto la prima uscita notturna a Tbilisi; a cena son andato al Azarphesha (azarphesha.com), un ristorantino che avevo trovato prima di partire.. pochi tavoli, menu con piatti della tradizione rivisitati e dove ho mangiato veramente bene! cous cous con mandorle, coriandolo con sopra una trota bella grande al forno.
Ho assaggiato anche due vini bianchi, il Mtsvane, giallino dorato molto buono, e un altro un po’ troppo secco per i miei gusti.
Dopo ho passeggiato per la città vecchia ma purtroppo, a parte la bellissima illuminazione della fortezza, della chiesa e del ponte della Pace, il resto mi ha un po’ deluso; locali che sarebbero potuti essere in qualunque altra parte del mondo, 2 vie ammassate di bar-club senza anima e per di più vuoti… magari il w.end saranno spettacolari però al martedì erano di una tristezza assurda.
Dalla stanchezza mi trascino a fatica all’ostello ma di nuovo i miei programmi cambiano.. a posto di andare subito a dormire i giovani ragazzi mi invitano a guardare la partita Georgia-Ucraina con loro; soprassiedo sulla qualità tecnica del match ma così faccio due chiacchiere mentre mi offrono vino casalingo in continuazione adeguandomi volentieri all’usanza del brindisi obbligatorio prima di bere.
La giornata di oggi l’ho passata nell’antica capitale Mtskheta; partenza mattutina da Didube ed in mezz’oretta di marshrutka si arriva in questa piccola cittadina.
La metro di Tbilisi mi colpisce sempre, struttura sovietica con scale mobili che scendono parecchio in basso ma con treni nuovi (pagati dalla comunità europea) e sistema con carta elettronica come biglietto.
Mtskheta è un paesino molto carino da visitare; prima il bel convento dove le suore mi scrutano a vista e dove ho quasi paura a fare la mossa sbagliata
e poi la cattedrale Svetitskhoveli, la più imponente della nazione per la grandezza e le mura di protezione esterne (interessante leggere la storia della tunica di Gesù)
Paradossalmente la cattedrale più grande è anche la meno “colorata” di quelle visitate finora.. forse per via dei disegni sui muri molto consumati o forse perché l’ampiezza non aiuta, ma mi ha dato questa impressione.
I georgiani sembra abbiano gusto per trovare posti meravigliosi dove costruire le proprie chiese, infatti da giardino della cattedrale si vede che svetta sul monte vicino la chiesa di Jari; la raggiungo in taxi per 20 lari, e da qui la vista sulla vallata e sull’antica capitale è unico.
Ritorno a Mtskheta, luogo che ormai si è attrezzato per accogliere turisti; due vie vicino alle mura son già tutte souvenir e ristoranti ed altre si stanno mettendo a “nuovo”.
E’ mezzogiorno e decido di spararmi 6 khinkali mangiati finalmente come fanno loro.. usando forchetta e mani, rompendo una piccola parte e succhiando il gustoso brodo caldo prima di addentare finalmente il raviolone e la saporita carne al suo interno.
Lascio questo paesino osservando dei ragazzini che si tuffano nella fontana cittadina usandola un po’ come piscina.
Sulla marshrutka chi mi becco? due signori di Firenze e con loro faccio il viaggio di ritorno parlando del più e del meno e del giro che loro hanno fanno in questa zona; è sempre bello confrontarsi su quello che si è visto e vissuto, anche per vedere se le proprie impressioni sono le stesse o se sono differenti.
Li lascio a Tbilisi quando scendo alla fermata della metro in direzione della Dinamo Arena, lo stadio; la visita degli stadi è un po’ un mio pallino ed anche qui non potevo farne a meno.
La fermata della metro è la stessa della stazione ferroviaria e quando scendo mi trovo immerso in un mercato all’aperto gigantesco; chi ha viaggiato in certi posti può capire.. venditori ovunque, vecchiette che vendono prodotti dell’orto, frutta, spezie, formaggi.. io non fotografo quasi mai, mi sento un po’ a disagio, ma adoro questi mercati e poi questo è immenso.
Già che ci sono faccio un giretto di supervisione alla stazione dei treni (che userò tra un paio di giorni) e scopro che è modernissima, 4 piani, centri commerciali, punti di ristoro.. non me la sarei mai aspettata così.
Lo stadio lo trovo facilmente, tra l’altro ho scoperto che giocheranno qui la supercoppa europea Barcellona-Siviglia ed infatti è in fase di sistemazione.
Girandoci intorno trovo un cancello aperto.. mi guardo intorno, non c’è nessuno e così mi intrufolo ed arrivo sulla pista d’atletica a bordo campo; qui un addetto alla sicurezza mi richiama con un sorriso e mi lascia fare un paio di foto.. peccato, già mi immaginavo una corsa a tutto campo alla Messi.
Inizio a sentire la fatica data dal gran caldo, son le 3 e mezza e dopo aver girato tutto lo stadio non trovo il negozio ufficiale della Dinamo Tbilisi, chiedo e una commessa mi dice che per il momento non c’è ma mi scrive in georgiano l’indirizzo da dare a un taxista.
Solita contrattazione, 4 lei e mi porta in periferia fino all’Accademia della squadra dove giocano i ragazzi delle giovanili.. acquisto maglietta a 60 lei contro i 100 richiesti nei negozi del centro e torno in centro soddisfatto.
Riprendo a girare per le vie del centro ma l’acquazzone arriva al momento giusto e così rientro in ostello per poi uscire e farmi questo bell’aperitivo.. vino e formaggi locali.. ma ora si va a cena
ore 24.00
Rientro ora in ostello dopo il giro serale, fatto delle belle foto e bevuto un’ultima birra in Freedom Square.
In giro tanta gente ma anche stasera bar e locali mezzi o quasi del tutto vuoti; è mercoledì e ci sta anche e così ne approfitto per osservare la gente che è passeggio.
Di notte noto ancora di più la presenza di nomadi che mendicano per strada, non sono insistenti ma sono praticamente ovunque nella zona centrale.
Ostello stranamente vuoto.. bè, Morfeo fa il suo dovere e il sonno la vince..
giovedì 11 giugno 15.30
Ultimo giorno a Tbilisi… ne ho approfittato per completare la visita della città ed ora sto pensando al viaggio notturno che mi porterà nell’altro paese che visiterò, l’Armenia.
Anche oggi devo ammettere che è stato un ritorno al viaggio lento; ho dormito parecchio, molte soste durante la giornata (come ora al parco) metabolizzando ed osservando la vita intorno a me.. forse meno cose viste ma fatte più intensamente.
La giornata l’ho iniziata ripassando per le vie della vecchia Tbilisi ed in particolare sono stato ad osservare i palazzi appena ricostruiti; di positivo c’è che almeno la maggior parte mantengono uno stile uguale al precedente anche se non so chi potrà permettersi di viverci ed infatti i cartelli vendesi-affittasi son un po’ ovunque.
Poi, visto che alla mattina c’era la luce giusta per far le foto verso la fortezza, sono tornato alla chiesa Metekhi e dai qui sono salito a piedi fino alla nuova cattedrale Sameba.
La salita sotto questo sole è stata un po’ una via crucis ma arrivato in cima ho potuto ammirare da vicino l’imponenza di questa nuova chiesa (avrà una 15ina d’anni, non di più); veramente grande e l’interno molto luminoso anche se,in parte, è ancora da completare.
Anche qui l’attenzione mi cade sulla croce (chiamata Croce di Santa Nino), fatta come se i due legni fossero legati insieme da una corda (che sarebbero i capelli della Vergine Maria).. molto particolare.
Uscito dalla lunga camminata che porta alla chiesa vado verso il moderno palazzo Presidenziale, anche questo progettato dall’architetto italiano Michele de Lucchi, ma prima mi fermo in una viuzza da un panettiere.. compro del pane farcito con patate e dalla finestra intravedo il forno tipico georgiano, quello con la forma cilindrica/ovale dove il pane viene cotto attaccandolo alle pareti bollenti; ne approfitto e gli chiedo se posso fare una foto, l’uomo è gentilissimo e mi spiega anche come lo fa.
Arrivato al Rike Park, mi godo un po’ le fontane anche se non c’è tanta gente..anche perché sarà pure bellissimo ma non ci sono posti all’ombra e quindi continuo sulla Erekle II Street, la via più turistica, dove trovo la chiesa più vecchia di Tbilisi e la famosa torre dell’orologio squadrata.
Prima di arrivare qui al parco son passato anche dalle due strutture più moderne, il famoso Ponte della Pace ed il nuovo municipio; quest’ultimo in particolare è iper moderno e tecnologico.. cosa che proprio non ti aspetti.
Ore 21.00
Son sul treno che mi porterà a Yerevan, cercherò di dormire il più possibile appena superato il confine.
Gli ultimi momenti in Georgia son stati belli intensi.. di emozioni, cose condivise e guardandomi in una vetrina ho visto quell’espressione sorridente (forse un po’ da ebete..) che mi viene in questi casi.
“Live your life” mi ha detto al momento dei saluti un neozelandese, amici fatti la prima sera in ostello appena atterrato ed oggi mi hanno aspettato per salutarmi (visto che era il loro ultimo giorno) aprendo una bottiglia di vino.. grandi abbracci e quasi una lacrimuccia mi è venuta; amici di pochi attimi ma che ricorderò sempre.
E poi l’arrivo qui nella nuova stazione dei treni.. dove scopri che la facciata, i negozi e tutto il resto è modernissimo mentre i binari e i treni sono ancora quelli di parecchie decine d’anni fa.
Il treno è il tipico mezzo sovietico e la “controllora” della carrozza appena vede il mio passaporto cambia volto.. dallo sguardo duro e rigido passa ad un sorriso pazzesco ed insieme finiamo a cantare una strofa della canzone italiana più famosa.. non sto neanche a dirvi qual è.
Son momenti che non rimangono in foto e che non puoi raccontarli, ma dentro di te li hai ben scolpiti .. di sicuro più di una cattedrale o di un bel quadro.
Prima di rientrare in ostello, dopo il parco, ero andato anche al mercato delle pulci.. tanta cianfrusaglia, molti reperti del periodo sovietico, qualche quadro, ma niente di introvabile; io prendo due monete con su Lenin per pochi spiccioli e niente altro.
Volevo prendere il modellino di una vecchia Lada per il nipotino, ma mi sparano 10 euro per un modello nuovissimo spacciato per made in Cccp… e non scendeno di prezzo.. ma pensa te!
Di Tbilisi cosa mi rimane? bella città, molto fotografica e girabile piacevolmente in un paio di giorni
Un posto in evoluzione, con una zona turistica ben delineata ma che appena si supera tutto cambia, non solo nei palazzi e nelle costruzioni ma proprio nello stile di vita..; mercati, piccole botteghe, gente al parco a rilassarsi e, diciamolo, prezzi anche 3 volte più bassi.
La cabina del treno non la condivido con la bellissima ragazza armena che è sulla stessa carrozza, ma con uno scozzese abbastanza simpatico con cui parlo di whisky, rugby e football.. vabbè, non si può avere tutto.
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