9 ottobre
Penultimo giorno di viaggio.. anche oggi sveglia presto e, visto il bel tempo, appena finita colazione decidiamo di andare in cima alla torre di Galata.
Alle 9 ha appena aperto ed in coda non c’è nessuno, così saliamo e da qui ci gustiamo la vista sul Bosforo e su tutta Sultanahmet; tra le altre cose rimaniamo particolarmente colpiti dall’estensione della città.. anche guardando in lontananza non se ne vede la fine.
Dopo una serie di foto scendiamo e passiamo per il quartiere di Galata per poi riattraversare il ponte puntando la Moschea di Solimano.
La strada per arrivarci è tutta in salita, l’affrontiamo con buon piglio osservando i negozi intorno a noi.. venditori d’argento, padelle, set per il thè, frigoriferi, pacchi trasportati a mano o tirati sui carretti affrontando la ripida salita.. qui c’è poco spazio per i negozi per turisti e tutto sembra vita reale.
Una volta arrivati osserviamo con cura la Moschea che effettivamente è molto bella e poi, a differenza di quella Blu, è tranquillissima e con pochissimi turisti.
Oltre il suo interno guardiamo il panorama dalle sue terrazze dove la torre di Galata e i ponti sul Bosforo spiccano tra tutto il resto.
Teri poi ha un’intuizione.. farsi thè e dolce da una terrazza di un bar improvvisato in cima ad un vecchio palazzo lì vicino.. Top!
Finita la sosta andiamo sulla Mahmutpasa st in direzione Gran Bazar.. la strada è un crocevia di gente del posto che cerca l’occasione giusta tra negozi alimentari e maglioni fuori moda, e dove notiamo che alcune zone sono “segnate” dalla fede calcistica.. ci sono bandiere gialloblu del Fenerbahce, quelle giallorosse del Galatasaray o quelle bianconere del Besiktas.
Arriviamo al Gran Bazar pieni di aspettative ma a parte la sua struttura storica con gli interni particolari, le pareti antiche e le colonne vissute.. il resto è una totale delusione.
Si alternano zone con le diverse tipologie di negozi.. ma tra falsi, pashmine made in india, negozi di souvenir e vestiti copiati, solo i negozi di oro e di vero cashmere hanno roba di qualità ma a prezzi a dir poco assurdi.
Facendoci spazio tra la massa di turisti usciamo e torniamo verso il ponte di Galata dove ci facciamo un ottimo panino con il pesce grigliato e poi prendiamo il traghetto locale che ci porterà in Asia.. (detto così fa anche “figo”, ma son poi 15 minuti di navigazione..)
Attracchiamo nel quartiere Kadikoy e passeggiamo un po’ sul lungo stretto e poi nelle vie interne intorno a Moda caddesi.
Spesso si parte con l’idea che andando verso est sia tutto meno curato o comunque meno “occidentalizzato” ed invece questa zona di Istanbul è molto moderna; bei negozi e i ristoranti si alternano ai negozi di alimentari e alle pescherie che vendono pesce fresco.
Oggi è giornata di dolci e così ci fermiamo in una caffetteria per un break.. io opto per il tavuk gogsu (un budino fatto con pollo e latte) mentre Teri per un dolce con del riso dentro.
Ricaricati andiamo verso la nostra prossima meta, lo stadio del Fenerbahce
Per arrivarci attraversiamo su un ponte che passa sopra una fogna a cielo aperto.. ma una volta arrivati apprezziamo questo stadio ultramoderno.
All’esterno ci sono delle statue, noi ci soffermiamo su quella di Alex (brasiliano che giocava qui fino a pochi anni fa) e ci informiamo per il tour guidato.
Siamo sfortunati, domani sera gioca la nazionale turca e quindi il tour è sospeso.. ci tocca accontentarci di un giro dell’esterno, dello shop ufficiale (dove acquisto la maglia di Diego che mi ha dato tante soddisfazioni nel suo periodo juventino) e del museo con tutti i trofei e la maglia di van Hooijdonk.
Per rientrare scegliamo di provare il Marmaray, la metropolitana da poco inaugurata che passa in un tunnel sotto il Bosforo.
Anche qui rimaniamo parecchi sorpresi dai treni puntuali, pulitissimi, comodi e ben collegati.. il tutto per il prezzo standard per la corsa in metropolitana, 4 lt.
Rientriamo in hotel, ci rilassiamo e usciamo presto per la serata; torniamo sulla via pedonale Istiklal che anche oggi è strapiena di gente.
Ci scateniamo nel fare svariate foto al famoso tram rosso (con i ragazzini aggrappati sul retro per non pagare il biglietto) che porta a piazza Taksim e facciamo una deviazione andando fino all’elegante Pera Palace Hotel, appena ristrutturato e famoso per essere il luogo in cui alloggiava Agatha Christie e dove probabilmente ha scritto Assassinio sull’Orient Express.
Tornando sulla via principale veniamo travolti dalla fiumana di gente ma la serata scorre via piacevolmente.
Facciamo doppietta, mangiando due ottimi kebab a testa e camminiamo per la zona del mercato.. dove trattiamo per del caviale proveniente dall’Iran e dove vediamo l’impasto del pane, fatto a sfoglie sottili sottili piegate su se stesse come lenzuola.
Rientrando in hotel riflettiamo sul viaggio e su come a Beirut ci sentivamo quasi abitanti della città.. mentre qui siamo dei turisti.. niente di più.
10 ottobre
E come tutte le cose belle, prima o poi arriva la fine..
Ci alziamo, facciamo il checkout e molliamo i bagagli in hotel.. il volo partirà solo alle 8.30 di sera e praticamente abbiamo tutta la giornata da sfruttare.
Però come sempre, gli ultimi attimi di un viaggio son sempre quelli più lenti, quelli dove in genere non si ha voglia di correre da una parte all’altra ma si cammina piano lasciando scorrere tutto quello che ci passa intorno.
Istanbul ci lascia con una giornata fantastica, forse la migliore da quando siamo qui.. così prima tappa è tornare nella piazza della Moschea Blu per fare alcune foto con il cielo limpidissimo.
Intorno a noi guardiamo i vari venditori ambulanti.. acqua, brezel, pannocchie, succo d’arancia o di melograno.. e noi optiamo per assaggiare quest’ultimo, non male.
Seconda tappa è il bazar delle spezie che speriamo sia migliore del gran bazar; sarà che è più piccolino o che i prodotti in vendita ci stuzzicano di più, ma questo sarà una bella scoperta, tanto che acquistiamo del thè e qualche spezia da portare a casa (curry, coriandolo..ect).
Praticamente quello che volevamo fare l’abbiamo fatto e ci avanza ancora più di mezza giornata.. così prendiamo il taxi ed andiamo alla chiesa di Chora.
Il taxista è un fenomeno.. ci parla di calcio e si dichiara gran tifoso del Fenerbache ma prima di scendere prova a chiederci se gli cambiavamo un 50 euro tutto macchiato.. richiesta ovviamente rispedita al mittente.
La piccola chiesa di Chora è quella che ho trovato più affascinante tra tutte quelle visitate qui.. non la più bella ma quella che più mi ha lasciato a bocca aperta.
I suoi mosaici sono di una precisione assoluta ed è incredibile come siano resistiti al dominio ottomano; poi al di fuori dalla chiesa si trovano poi alcune particolari case storiche in legno tutt’ora abitate.. non come quelle dietro ad Aya Sophia.
Rientriamo e l’ultimo pranzo lo facciamo al mercato del pesce.. stesso posto rustico del primo giorno e stramangiata con palamita, triglie e calamari.
Ormai siamo alla fine, anche volendo non abbiamo più le energie per muoverci e entriamo in piena in modalità “relax-on” e ci concediamo gli ultimi due sfizi..
Un dolce alla pasticceria del Pera Palace Hotel e una birra sul rooftop di un hotel a due passi dalla Torre di Galata.
Siamo talmente rilassati che quasi rischiamo di perdere l’aereo.. visto che tra la mezz’ora persa in hotel (il taxi chiamato non arrivava più) e il traffico pazzesco arriviamo al check-in giusto 1h e 5 minuti prima del volo.
Decolliamo guardando le infinite luci delle città ed il volo va via rapidamente chiacchierando con la bella tipa di Milano che avevamo vicino a noi..
Son stati 8 giorni in cui abbiamo visto due luoghi così diversi tra loro, ognuno con qualcosa di particolare e che son stato stracontento di visitare.
A distanza di un mese dal mio ritorno, posso dire che di Istanbul conservo un ottimo ricordo; è una città bellissima e assolutamente da visitare.. ma i momenti e le situazioni che ricorderò più a lungo son quelle vissute in Libano.. è lì mi son sentito veramente in viaggio, è li che mi son sentito veramente stimolato.
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