domenica 2 novembre 2014

Libano + Istanbul - parte 1

E’ sempre dura iniziare un racconto di un viaggio appena terminato; un po’ per il poco tempo a disposizione e un po’ perché le emozioni e le sensazioni si consolidano e si rischia di perdere quel patos che si prova mentre si è nel mezzo di una grande avventura.

Come mai abbiamo scelto il Libano? Sinceramente devo ammettere che la scelta è stata tutta del mio compagno di viaggio Davide; a maggio quando si parlava di fare un viaggio insieme gli ho dato carta bianca e appena mi ha detto Beirut.. ho pensato “intrigante”.
Così abbiamo iniziato a studiare cosa si poteva fare e alla fine abbiamo aggiunto anche Istanbul visto che, volando con Turkish Airlines, lo scalo nella capitale turca era obbligatorio e che nessuno dei due l’aveva ancora visitata.
Abbiamo poi messo giù un’idea su cosa visitare una volta arrivati in Libano.. all’inizio la zona “calda” e che ci suggerivano di evitare era il sud del paese per via della presenza degli Hezbollah e di guerriglieri palestinesi e quindi avevamo in mente di andare all’interno e più precisamente a Baalbek e a Beiteddine..
Come è ben noto l’avvento dell’Isis ha totalmente cambiato gli scenari internazionali e quindi all’ultimo e in loco abbiamo poi cambiato totalmente le trasferte interne, rendendo però il viaggio ancora più ontheroad ed affascinante.
Man mano che si avvicina la partenza la gente intorno a noi un po’ si incominciava a chiedere se veramente eravamo decisi ad andare in Libano… genitori preoccupati che non vedevano l’ora di vederci tornare, amici che più che altro si interessavano su Istanbul, colleghi che lanciavano battute simpatiche tipo “vedi di tornare con la testa a posto…” oppure “porta a casa una tuta arancione come souvenir”..
Anche se il top è stato in aeroporto, quando il poliziotto alla dogana guardando le nostre carte d’imbarco ci fa con faccia dubbiosa “ma che ci andate a fare a Beirut?”…

E così, dopo un rapido scalo a Istanbul, alle 14.30 di venerdì 3 ottobre siamo finalmente atterrati a Beirut.
A parte la presenza di un po’ di militari non notiamo niente di eccezionale, anche la dogana e il ritiro bagagli vengono superati velocemente e in poco tempo usciamo e troviamo il taxi prenotato tramite il nostro B&b; la cosa che invece ci spiazza un pò è il caldo assurdo, 30-35 gradi a cui personalmente non ero preparato.
Il breve tragitto verso la città ci da una prima panoramica sulla città.. tante belle auto, nuovo attaccato al vecchio, alcune guardiole con militari all’interno, manifesti con politici appesi dai ponti o attaccati alle pareti dei muri.
Per dormire avevamo prenotato in questo B&b, https://www.airbnb.com:443, Baffa House, situato nel quartiere Mar Mikhael.
Posto che consiglio altamente per qualità delle camere, prezzo e location.. infatti il quartiere Mar Mikhael si trova a 15 minuti a piedi dal centro ed è il nuovo punto di riferimento per la nightlife di Beirut.. perfetto per noi.
Poi il proprietario, Samer, è stato un padrone di casa unico.. gentilissimo, cordiale, pronto a far due parole seduti sulle sedie a dondolo del balcone facendoti sentire a casa senza mai essere invadente.

Arrivati, ci ha accolto con un acqua alle rose dandoci le prime dritte; ma la curiosità era così alta che siamo subito partiti alla scoperta del nostro quartiere camminando verso il centro città..
Subito ci rendiamo conto del fascino di Beirut, che non sta nei monumenti o posti da visitare, ma è in qualcos’altro.. che ancora non sappiamo mettere a fuoco.
Camminiamo senza meta passando tra vecchi palazzi con i fili della luce che penzolano in massa sopra le nostre teste tra scalinate colorate, murales particolari, pompe di benzina trafficate, baretti che si stanno preparando per l’happy hour o per la serata…
Ci facciamo la prima birra del viaggio in uno dei tanti rooftop.. al Saifi Urban Gardens.. da una parte la vecchia Beirut e dall’altra l’autostrada, il mare e in lontananza i nuovi grattacieli che caratterizzano l’orizzonte..
Il sole che scende, la novità di un posto nuovo, l’Almaza beer… belle sensazioni.

Alla sera ci buttiamo a capofitto nella nightlife di Beirut.. e bisogna dire che la sua fama è del tutto meritata.
Quasi per caso, prima di cena, scopriamo un locale appena aperto.. Il junkyard; un posto fatto con tutte cose riciclate o di recupero.. per esempio il bancone ha un trattore che esce e dove puoi sederti, sulla parete c’è il muso di un camion, i tavoli sono delle vecchie saldatrici, container riutilizzati come palchi.. veramente un luogo particolarissimo e anche molto ben frequentato.
A cena non possiamo non andare ad assaggiare la cucina libanese.. andiamo all’Enab, intorno a noi tavoli di ragazzi e ragazze vestiti all’occidentale che mangiano fumando un narghilè e noi che ci sbizzarriamo con le Meze..
Hummos, Tabbouleh, involtino di formaggio (rikakat), salsiccia (makanek), patate al coriandolo, formaggio grigliato (Halloumi) e chiusura con grigliata mista. Sapori intensi ma non pesanti.. cena promossa.
Girovaghiamo per Armenia St e il macello di gente in giro è pazzesco… tutti i baretti così tranquilli al pomeriggio sono presi d’assalto di gente, ci saranno un 500 mt dove tutti i locali sono concentrati e la gente è in mezzo alla strada a bere, parlare, ascoltare musica.
Ci sono parcheggiatori che ritirano auto e le piazzano da qualche parte, le più belle vengono parcheggiate davanti ai locali, tanto che non è strano trovarsi un Ferrari parcheggiato in mezzo a tutta la gente.. ma del resto il parco auto è veramente d’alto livello, Range Rover-Ferrari-Porsche-Mustang…
Torniamo al Junkyard dove qui il livello alto è quello delle tipe presenti… sono veramente belle le ragazze.. i lineamenti, gli occhi, tutte molto curate… e poi vestono in maniera provocante, non si tirano indietro con l’alcool e con i balli.. è una situazione che non mi aspettavo ma che mi esalta.
Beviamo un paio di Moscow mule fino a quando la nostra vicina fa di tutto per farsi abbordare..
Tra una cosa e l’altra è agganciata e finiremo per passare tutta la sera con lei e il suo gruppo di amiche-amici.
Noi ne approfittiamo per conoscere meglio le usanze del posto..
Per esempio che chi è mussulmano non praticante e quindi beve, esce alla sera, balla come qualunque altra ragazza occidentale.. poi che a Beirut ci sono quelle 2-3 discoteche-in (dove bisogna avere la prenotazione per entrare) e sennò si passa il tempo in questi locali e per strada fino a tardi.. che pagare in lire libanesi o dollari per loro è indifferente.. che i ragazzi pensano all’oggi, non guardano alla guerra civile del passato o a quello che sarà in futuro, vivono il momento..
Con loro passeremo il resto della serata, andando in diversi locali con la loro auto (incredibile come prendano l’auto anche per fare solo 500 mt di spostamenti); Davide insiste anche per andare in un locale a loro sconosciuto (le Boite) che si rileverà luogo con cantanti neomelodici libanesi.
Dopo il classico hotdog asciuga alcool, chiuderemo la serata in un piccolo club di Hamra, dove io mi intrattengo con una delle ragazze, che lavorando anche lei nel settore finanziario, tra le altre cose parliamo anche dell’economia libanese e dell’importanza che ha il segreto bancario e che per questo molti portano soldi e vengono ad investire lì.

La prima serata è stata più che interessante; mi ha sorpreso l’energia, la voglia di fare e di divertirsi e il voler ostentare la propria ricchezza… e domani si scopre la Beirut di giorno.

4 ottobre

La mattina ci svegliamo presto ed andiamo nella sala per far colazione.
Parliamo un po’ con Samir, ci presenta il suo bambino di circa 1 anno mentre ci gustiamo la prima colazione libanese.. yogurt, cetrioli, pomodorini freschi, olive, caffè stile turco, una specie di pizza con su l’origano, frutta ed un superbo dolce preparato da suo madre (una specie di pasta di riso con noci e frutta)
Oggi è la giornata dedicata alla scoperta di Beirut e così ci incamminiamo a piedi verso il centro ripercorrendo le strade che la sera precedente erano invase di gente.
L’ambiente è ovviamente più tranquillo e gli scorci che si propongono a noi son così particolari che è fin difficile spiegarli.
Ci sono le officine che puliscono auto nuove fiammanti o riparano vecchi automezzi, serrande di negozi chiuse con sopra disegnate immagini particolari (bellissimo quello in cui ci sono due militari armati ed uno sta disegnando il simbolo della pace), gruppi di fili elettrici penzolanti che passano da un palazzo ad un altro, negozi artigiani di fianco a gallerie d’arte, gruppi di persone sedute a bordo strada intenti a far nulla e a guardare la gente che passa, scalinate ripide con gradini tutti colorati..
Man mano che poi ci avviciniamo verso il centro aumentano i cantieri di nuovi costruzioni e tutto si fa più nuovo e moderno; solo la Gouraud st sembra abbia mantenuto e ristrutturato i vecchi palazzi, tutto intorno trovi costruzioni anni 60 con di fianco il cantiere di un nuovo modernissimo condominio.
Finora a Beirut capiamo che non c’è molto da vedere in se.. ma son queste continue contraddizioni che la rendono particolare ed affascinante.
Arriviamo nel centro e vediamo l’esterno della moderna moschea Mohammed Al-Amin, di fronte c’è la concessionaria della Ferrari e di fianco la Cattedrale Maronita.. penso che solo qui sia possibile una cosa del genere.
Per entrare nella Nijmeh Square, ristrutturata di recente dopo che è terminata la guerra civile, dobbiamo passare un posto di blocco in quanto tutti le strade che consentono l’accesso o sono chiuse o hanno dei militari che controllano il flusso di gente; la sensazione è stranissima, tutto è chiuso, solo pochi bar e negozi son aperti e poi ci sembra quasi di essere in gabbia o in una riserva.
Capiamo che la paura di attentati, in particolare verso i simboli occidentali, è alta.

Un po’ più tranquilla è la situazione ai vicini Beirut Souks.. dove tutto è il contrario a quello che noi associamo alla parola Souk… è praticamente un moderno centro commerciale con le stesse marche che abbiamo noi (c’è anche Boggi Milano).
Di particolare c’è il mercato alimentare che si tiene solo il sabato… produttori delle zone agricole vengono qui a vendere i loro prodotti.. noi assaggiamo acqua di rose, fagottini ripieni di formaggio, salmone affumicato, vino, ostriche e una specie di piadina squisita.
La stanchezza del viaggio, della serata e il caldo (saremo sopra i 30°) ci porta a volere tornare a fare un oretta di relax al nostro appartamento ma prima andiamo fino al nuovo porto passando in mezzo a tutti questi nuovi grattacieli a specchio che da vicino però sembrano deserti e vuoti… gli unici presenti sono i portieri e guardie che continuano a dirci che non possiamo fare foto.
Prima di prendere il taxi arriviamo anche al famoso Holiday Inn bombardato che non è ancora stato ristrutturato e che spicca in mezzo a tutte queste costruzioni nuove ricordando alla gente di qui il loro non lontano passato.

Verso le 3 e mezza prendiamo un taxi per tornare nella nostra zona… peccato che, visto il traffico, il taxista ci lascia in pieno quartiere armeno a 20 minuti a piedi dal nostro B&b.. però alla fine ne approfittiamo per vedere anche questa zona di Beirut.
Sembra un altro paese… venditori di gioielli, negozi di cambi, vestiti fake, pulmini condivisi, confusione tipica del Medio Oriente.
Tutte queste contrapposizioni ci incuriosiscono e poi possiamo dire che qui la guerra di sente, si respira.. dai militari presenti quasi ovunque, ai palazzi bombardati, ai consigli su non andare in determinati posti ai murales che invitano alla pace e a quelli invece che vanno contro i turchi.

Riposati e rinfrescati verso le 6 usciamo per la nostra seconda serata in quel di Beirut.. è sabato sera poi!
Iniziamo con la camminata del lungo mare partendo dal moderno porto fino ad arrivare a quasi alle sue famose rocce.
Anche la passeggiata è ricca di spunti.. dal nuovo porto moderno con ricchi yacht attraccati andiamo verso est nella zona mussulmana.. si vedono i pescatori, gruppi di ragazzi, famiglie sedute sulle panchine che fumano narghilè, gente seduta sulle rocce in attesa del tramonto, ragazzi/e che fanno le foto davanti ai grandi yacht, gente seduta in auto accesa per far funzionare l’aria condizionata, palazzi abitati che usano dei teli come facciata nei quali si vede l’ambiente interno.
Arriviamo tardi per il tramonto sulle rocce e così beviamo un succo di mango e rientriamo in taxi nella nostra zona..
Mi viene da pensare che qui tutto è così differente.. il ricco è vicino al povero, il nuovo al vecchio, il sacro al profano, l’islamico all’occidentale, il tranquillo al minaccioso.

All’aperitivo andiamo al solito posto, il Junkjard e a cena proviamo il ristorante armeno.. abbastanza simile al precedente ma con alcune portate differenti tipo un pesce simil merluzzo in carpione, il basturma e una torta di formaggio
E’ presto ma proviamo a sfondare nel famoso Skybar.. non abbiamo il tavolo né ingresso in lista e sappiamo che sarà dura riuscire ad entrare…. Ed infatti quando arriviamo all’ingresso e vediamo la coda, il livello di tipe presenti (da perderci la testa), i parcheggiatori che sistemano una lamborghini gialla, un porsche cayenne e una ferrari capiamo che a meno di una botta di fortuna saremo rimbalzati.
Nella mezz’ora che passiamo in coda vediamo passare davanti a noi ragazze di ogni razza con una cosa in comune… sono tutte pazzesche… basta pensare che delle tipe davanti a noi vengono rimbalzate anche se sono in lista perché non ritenute abbastanza carine.

Non perdiamo altro tempo e così molliamo il colpo ed andiamo nell’altra zona famosa per la sua nightlife.. la Sodeco-Monot; se confrontata con la nostra zona questa è un po’ più tranquilla, è più stile inglese.. con pub, live music..
Ci beviamo una birra (finalmente assaggiamo la 961 Brewery) mentre un cantante si improvvisa come cover dei Coldplay (con il suo amico tastierista che in botta totale fa morire dal ridere con le sue performace alla tastiera).

Con un po’ di delusione torniamo a Mar mikhael, ci facciamo l’ultimo Moscow Mule ed andiamo a dormire verso le 4… anche perché domani andiamo verso Sud, Sidone e Tyra ci aspettano.

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