5 novembre - A due passi dalla Bolivia
Mi sveglio presto anche perchè ho dormito un pò male e alle 8 e mezza non c'è ancora in giro nessuno, meglio potrò un pò godermi da solo Tilcara.
Faccio colazione, mi pelano 20 pesos (3,5 euro, ma qui è veramente tanto) e inizio a camminare per le strade sterrate, evitando la via principale ma partendo da quelle esterne..
Strade di Tilcara
Le case basse in mattoni, alcuni venditori di frutta, il fango misto al cemento per le costruzioni, un vecchio in bici che mi saluta e un indio che dopo uno scambio di parole mi invita a casa sua per vedere gli strumenti che suona..
Mai come ora capisco quanto la prima impressione può essere quella sbagliata, il posto è totalmente diverso da quello che mi aveva accolto al buio ieri sera.
Lama
Vado a Pucara, l'insediamento precolombiano attaccato alla cittadina, di prima mattina; oltre a me ci sono solo due persone visto che i bus turistici devono ancora arrivare, fantastico.
Pucara di Tilcara
L'insediamento è sopra una collina da dove si ottiene un panorama mozzafiato delle montagne colorate dal sole e della strada che taglia la vallata verde.. una volta questa era una posizione strategica da dove le popolazioni precolombiane potevano controllare ben due fiumi, ormai ridotti a miseri torrenti.
In cima alla Pucara
La cosa che mi colpisce di più è l'altezza delle case, ma quanto erano bassi???? 1 metro e 20??
Tutto intorno è un captus dietro l'altro.. alti,bassi, verdi, alcuni morti. ce ne sono di tutti i tipi, poi sono i primi che vedo dal vivo e faccio anche la prova spina.. pungono veramente!
Torno in città e visito la piazza con le bancarelle del mercato e i soliti manifesti pro Cristina.. e mi convinco ancora di più che vuole diventare la nuova Evita.
Faccio anche il mio primo acquisto, un cofanetto porta monete fatto con il legno delle diverse piante che si trovano in zona.. la trattativa è estenuante, tra un "discuento por l'amigo italiano" e il "Yo soy Italiano, no me engañar" e tante pacche sulle spalle, riesco a portarlo via a un ottimo prezzo.
In piazza rivedo prima la coppia di ieri delle Grandi Salines (confermo.. lei che gran tette!) e poi alla stazione degli autobus Juan..
Ci salutiamo con un abbraccio visto che io prendo il bus per Humahuaca e lui torna indietro.. passando il tempo a parlarci dimentico di fare una foto alla stazione degli autobus, peccato era troppo "volgare".
Vecchio ponte che collega la città di Ticara
Dal Colectivo mi faccio lasciare a metà strada, esattamente a Huacalera, per poi andare a piedi al monolite del Tropico del Capricorno.
Nei 10 minuti a piedi guardo il paesino, qui si è proprio fuori dai circuiti turistici.. a confronto Tilcara sembra Miami visto che qui in genere la gente arriva direttamente al monolite con i bus, scende, fa la foto e riparte.
Io passo in mezzo agli abitanti, mi guardano come io guardo loro .. per curiosità.
Monolite Tropico Capricorno
Faccio le foto sulla linea del Tropico e mentre un contadino zappa la sua terra penso al caldo che sto soffrendo io e alla fatica che starà facendo lui.
Altro colectivo ed arrivo alla mia destinazione finale. Humahuaca..
Mi oriento un attimo e faccio amicizia con un giovane austriaco che, zaino in spalla, si sta facendo Paraguay, Bolivia e Argentina.
Il ragazzo è veramente forte, a 21 anni ha lasciato casa per andare a lavorare per un'associazione a Panama e ora ha deciso di fare questo giro... a volte invidio questi "pazzi" che hanno il coraggio di lasciare tutto non per 3 settimane come me, ma per mesi.. adattandosi a tutto e avendo una sola certezza, la data del loro aereo di ritorno.
Passo con lui due ore in giro per il paesino, giriamo un pò a zonzo tra strade sterrate (ormai ci sono abituato), case colorate e mercatini a ottimi prezzi (dove compro un paio di berretti tipici).
Il paesino di Humahuaca
Il posto è quello più reale di quelli visti finora, mi esalta ma mentre mangio una milanesa (panino con dentro una fettina di carne alla milanese, come in Italia) con l'Austriaco penso che passare qui il sabato sera non sia molto una grande idea.
Non cerco la solitudine, cerco continui stimoli e posti interessanti, così opto per smentire il mio programma e me ne torno a Salta..
Sono le 4 passate e ci vorranno almeno quattro ore e mezza, ma la decisione è presa.. così saluto l'austriaco e salgo sul colectivo.
Ma sottovaluto che è sabato e che molti tornano in città dopo aver fatto acquisti in Bolivia e così sul bus si trova di tutto.. giocattoli, borsoni pieni, cibo e quindi mi tocca fare le prime 2 ore fino a Salvador Jujuy seduto sugli scalini (il bus è a due piani) a parlare dell'Argentina e della vita in generale con un ragazzo dall'espressione spenta un pò mezzo-fatto..uguale al Roby-parrucchiere!
Vista dal Bus tornando a Salta
Arrivo a Salta alle 8 e mezza di sera, come è diversa l'impressione che mi fa.
Quattro giorni prima, appena atterrato, avevo quasi un pò di paura, vedevo le strade fuori dal centro come pericolose.. da evitare, ora mi sembra quasi di tornare a casa.. incredibile!. (Rileggiendo ora questo pezzo e ripensandoci, è veramente questa la sensazione che ho provato.. di tornare a casa, stranissimo... ma non solo per le strade che bene o male riconosci o per l'orientamento... ma anche come quando dici "eccomi, son tornato".. difficile da spiegare)
Anche la lingua mi sembra un ostacolo superato, parlo con tutti.. utilizzando un misto di spagnolo e italiano.. e come ultima spiaggia l'inglese.
La giornata sarebbe già stra-piena così ma è sabato sera, mi tocca uscire e vedere com'è la nightlife locale!
Sono le 18.40 di domenica e sono in piazza centrale bevendo una cerveza... come diceva la lonely planet su questo? sensazione indescrivibile.
La serata di sabato? Che dire... ho fatto più che bene a tornare a Salta!
Una volta arrivato alla Posada, doccia veloce e mi son buttato subito per le strade.
Alle 9 e mezza in giro è pienissimo, bambini, famiglie, sembra che tutta la città sia in giro... io opto per provare una "Pena", locale tipico di Salta.
Locale a luci basse dove si mangia mentre c'è uno spettacolo di musica e ballerini che coinvolgono la gente.. ormai è diventato un pò turistico, però almeno è pieno di argentini.
Mangio da solo, bottiglietta piccola di vino e un cobrito gigante (agnello). Tutto è veramente ottimo e lo spettacolo merita, la gente applaude, alcuni partecipano ballando, e a cantare prima dall'arrivo delle Spice Girl locali c'è il sosia di Albano.
Provo ad agganciare le due giovani vicine di tavolo offrendo loro una rosa (e si.. Rosario c'è anche in Argentina).. si fa due chiacchiere ma poi vengono raggiunte dai fidanzati. :roll:
Allora esco e vado nella via Balcarce.. "penas", ristobar, club, bar.. sono tutti strapieni
Bevo un caffè e un cuba ma ecco qui mi sento un pò solo. E' la prima volta che mi trovo così e non so che fare.. Le disco iniziano alle due e prima sono tutti posti con le varie compagnie sedute ai tavoli, non è facile attaccare bottone.
Che faccio? Torno a casa? Mi ubriaco? non lo so.
Passeggio avanti e indietro per la strada e anche la stanchezza sale.. sto per mollare e tornare a dormire, ma poi reagisco.. quando mi ricapita di fare un sabato sera a Salta? Mai!
Per strada fermo dei gruppi di tipe per chiedere info su locali e ora, tutte sono molto simpatiche anche se molte sono giovani giovani.
Si fa due parole, con alcune mi metto anche al tavolo con loro per una bevuta.. e poi alla due vado nel locale per noi "vecchietti", con musica latina.
Provo il loro cocktail preferito (nel senso che lo bevono tutti), il FernetBranca/Cola.. orribile!.. il bello è che quando dico a loro che in Italia nessuno beve più Fernet tutti rimangono stupiti quasi come se gli dicessi che noi non mangiamo più la pasta!
Con alcune ballo, una in particolare lo struscio è molto "avvolgente", ma non si supera mai la soglia della "qualificazione ai mondiali", poi mi fisso con una che però fa il gioco del tiramolla.. viene a ballare, si parla e poi scappa.. poi ritorna a ballare a parlare e riscappa di nuovo.
Mi sembra di essere in Italia, solo che i locali sono con molte più tipe.
Alle 4.45 esco, c'è ancora una piccola coda per entrare ma son distrutto.. son in piedi dalle 7, mi son fatto tutto il nord .. devo dormire, non ho più 20 anni e certi ritmi li inizio a patire... e poi le serate sono le ultime cose che contano in questo viaggio.
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