3 novembre - Salta / Treno delle nuvole
E' il primo giorno a Salta, le "paure" del 1° giorno sono passete e la sveglia suonerà alle 5.45, è il giorno del treno delle nuvole!
A colazione scopro quanto sono buone le mezzelune, molto simili ai nostri cornetti ma un pò più piccole e con molto più burro, e un pò emozionato arrivo in stazione.
Dalla gente che c'è si capisce che è un pò turistico, però speriamo che ne valga la pena.
Compro una bottiglietta d'acqua, delle foglie di Coca e prendo posto... che strano fa sentire che ho preso della Coca e dirlo con nonchalance.
Come al solito non sono fortunato, non sono vicino a una figa, ma i miei compagni di viaggio saranno Juan (arzillo vecchietto di B.Aires), una giovane coppia di LaPlata, un'altra coppia e una signora che ha fissuto a Napoli.
Come tutte le bellezze naturali è dura descriverle, anzi è una cosa che sarebbe meglio non fare perchè alla fine non renderai mai l'idea di come sono.. queste meraviglie bisogna vederle da vivo, viverle!
Io posso solo dire che il viaggio è un continuo di emozioni, panorami spettacolari, di architettura e che dopo poco i miei dubbi se meritava o meno questo giro in treno sono svaniti.
Quello che mi ha colpito è il continuo cambiamento di ciò che ti circonda mentre si sale (da 1.200 mt si arriva fino a 4.200 mt).
Prima le coltivazioni di tabacco (con contadini che raccoglievano a mano!), poi la grande vallata dove ora estraggono minerali e altre pietre che poi vengono esportate, subito dopo angoli di verde con animali liberi di pascolare, rocce dalle forme assurde e dai colori vari (con il rosso fuoco colore dominante), altri grandi vallate, i primi captus, le piante piccoline che non riescono a crescere più di tanto per l'altura, il tramonto con il sole che si nasconde dietro le rocce.. mozzafiato.
E poi i ponti attraversati, le manovre a zic zac del treno (l'ingegneria dei tempi per ovviare alla mancanza di potenza e riuscire a superare pezzi di salita ripida) e la Polveriera finale.. il grande ponte su cui il treno passa ad un altezza altissima che ti sembra di essere Willy il Coyote mentre rincorre Beep Beep.
Foto varie dal treno:
Oltre a queste meraviglie che si susseguivano una dietro l'altra, mi ha colpito vedere di abitanti di questi paesini con case improvvisate o contadini e famiglie che si fermavano a guardare il treno come se fosse la cosa più bella che ci sia.. e poi tutti che ti salutavano, ti sorridevano..
In quel momento ho pensato che veramente si può essere felici anche con poco, molto poco.
Per fortuna l'altura non l'ho subita, un pò di giramento di testa ma una succhiata di coca e via, passava tutto.. tra l'altro un sapore amarissimo!
Infine mi son trovato bene anche con la compagnia, tutta gente socevole con cui parlarvi di tutto.. dall'Italia, all'economia, al calcio e ovviamente delle ragazze..
e mi ha sorpreso l'affetto, magari finto ma comunque piacevole, i piccoli gesti.. dal mate offerto e bevuto insieme, al vecchio che mi continuava a parlare velocemente nonostante non capissi niente, alla fase finale quando ci hanno consegnato un attestato di presenza e il mio "gruppo" di vicini di posto mi ha applaudito, fatto festa, fatto foto.
La giornata poi è finita alle 11 e mezza di sera con birra e empanadas con il vecchio Juan e dei suoi amici che non eravano saliti sul treno.
Un gran bel giorno, ora vado a dormire, domani si parte alla scoperta del nord.. più sicuro di me e con una frase in testa, quella del saluti ricevuti dai compagni di questa giornata "Suerte, loco"
4 novembre - Il nord, ai confini con la Bolivia
Mi son svegliato bene, ancora prima che la sveglia suonasse, e poi ci son le mezzelune di colazione che mi aspettano.
Si parte per l'avventura.. niente cose turistiche come il treno di ieri (pur bellissimo), oggi ci si muove indipendenti insieme ai locali.
Le domande che mi suonano in testa sono..
Ce la farò?
Saprò mescolarmi con la gente del posto?
Avrò Paura?
Ogni tanto è bello avere dei dubbi e doverli affrontare.
Si parte dalla moderna stazione dei bus di Salta, tutt'altro che da 3° mondo anche se poi alla fine sarà l'unica stazione nuova.
Infatti tutte le altre saranno mezze improvvisate o comunque con lo stile che io chioamo "sudamericano".. caotiche (quella di Salvador il top del caos), piene di gente, con insegne colorate, con venditori ambulanti di ogni cosa (panini, bibite, giornali, ect) che salgono e scendono dai bus fermi che urlano per strada..
STAZIONE AUTOBUS DI SALVADOR JUJUY
Molte volte in questa giornata non ho fatto le foto che volevo, non perchè avessi paura ma non volevo offendere la gente, come s nella loro situazione ci fosse qualcosa di cui "vantarsi" o qualcosa da "mostrare" una volta a casa.. ho preferito assorbirle e cercare di ricordarle.
Da Salta finirò a Salvador de Jujuy.. due ore per un tragitto neanche troppo lungo ma i tempi qui sono eterni, mi ci dovrò abituare; intorno tanto verde, le solite piantagioni di tabacco e alcune industrie chissà quanto inquinanti.
PIANTAGIONE DI TABACCO
Il viaggio prevedere alcune soste e nel mezzo vedi paesi veramente messi male, case di mattoni e fango, strade sterrate, canali d'"acqua" e fogne a cielo aperto, auto vecchissime tutte scassate.. ma anche qui guardi i volti della gente e non leggi miseria ma voglia di andare avanti.
Un'altra cosa che mi ha colpito è la tanta immondizia a cielo aperto, poco fuori dalle cittadine, buttata lì in mezzo ai campi o a bordo strada come se a loro non importasse.
SCORCIO DI UNA CITTADINA DURANTE IL VIAGGIO
Da S. Jujuy prendo il secondo bus per arrivare a Purmamarca.. per strada i colori sono accesi, le insegne dei bar, dei meccanici, dei negozi sono tutti vivaci..
Poi c'è il colectivo che mi incuriosisce, sarà che quando c'è una salita praticamente è fermo.. e per la gente che c'è, lavoratori che tornano a casa, giovani studenti che ascolano musica (tipo i Manà) a tutto volume dai cellulari..
Lasciando la città non passiamo più per paesini ma entriamo nella natura, le valli e le montagne colorate la fanno da padrone, vorrei fare mille foto.
VISTA DAL COLLECTIVO
Altre cose mi colpiscono per strada; i tanti simboli religiosi (tipo le casette con piccoli fiocchi tutti rossi per venerare Gauchito Gil) e la propaganda politica della presidentessa Cristina.. In giro ci sono insegne, lenzuola, manifesti, scritte sui muri (uguali a Cuba).. tutte sue e tutte in pose simil Evita Peron.
ps. dell'opposizione mai visto un manifesto.
Dopo le 4 e mezza si arriva al paesino, è carino, poche case, strade sterrate però tenuto molto bene.
PURMAMARCA
Ci cammino senza meta, tra il mercato centrale e i ristorantini fino a quando non salgo su una collinetta e ho di fronte a me la montagna dai 7 colori.
La vista vale le 4 ore di viaggio, fantastico! me lo godo da solo, seduto su questa collinetta, in silenzio.. mi gusto questa meraviglia e quello che c'è tutto intorno (le valli verdi, le altre rocce, il paesino sotto di me.) fino a quando non arrivano due ragazze e ne approfitto per farmi fare qualche foto.
IO E LA MONTAGNA DEI SETTE COLORI
Qui mi viene da pensare che e' da stamattina che non parlo con qualcuno, non so ma sto bene così.. è una sensazione strana.
Per le tre del pomeriggio si organizza l'escursione alle Grandi Salinas, distanti un'oretta di viaggio.
Il tour merita sia per la strada (Cuesta de Lipan)- mannaggia, ho scelto il posto in auto sbagliato all'andata!- che sale fino a 4.100 regalandoci la vista della rocce dalle mille forme e in alcuni punti proprio scavata in mezzo... e poi non riesco a descrivere la vista quando si guarda dalla curve e lasci dietro il letto del fiume dove finiscono queste forme ondulate, scolpite.. puoi solo pensare a quanto siano belle e basta.
LA STRADA A SALIRE
LA STRADA VISTA DALLA CIMA
Delle Salinas mi hanno colpito in particolare la forma, dei disegni a 7-8 angoli quasi a formare il pavimento di una casa, e il silenzio..
Ecco in generale si passa dal casino più assurdo (come alle stazioni dei bus) al siliezio che spezzi solo tu con le tue parole.
GRANDI SALINAS
Anche qui tre nuovi compagni di viaggio, Juan (già il secondo con questo nome) giovane di sinistra di Buenos Aires e una giovane coppia (i nomi non me li ricordo... mi ricordo solo le grandi tette di lei..e il suo fare un pò da maiala).
Anche qui mai una figa sola... vabbè, comunque si parla.. solite cose, di dove si è, che si fa, sport, chicas, B.aires, giro d'Italia di ciclismo..ect
Poi non so perchè finora quando dico che son di vicino Milano, tutti mi chiedono se tengo il Milan.. come se l'Inter non esistesse.
Finite le Salinas prendo un altro Colectivo con Juan per il paese vicino, Tilcara, così sono già avanti per domani.
FERMATA NON PREVISTA, QUALCUNO BLOCCA LA STRADA
Per dormire, Juan mi porta all'ostello dove dorme lui.. costo 15 pesos (2,5 euro).. sinceramente vedo com'è messo e poi scappo.. va bene l'avventura ma voglio riposare tranquillo, e poi non sono ancora così forte di stomaco.
Opto per un altro ostello vicino, pulito, camera singola a 40 pesos.. può andare
Inoltre Tilcara la Lonely Planet l'aveva esaltata per la sua facilità d'incontro tra viaggiatori, bho.. sarà che non è stagione ma mi sembra l'ennesima bufala sulla nightlife della L.Planet.. bufale che conosco bene (vedi Buffalo negli Stati Uniti)
Arrivo comunque che è già buio e il paese di notte non mi fa una grande impressione, non per la sicurezza (anzi è molto tranquillo) ma non mi sembra niente di che..
Dopo la passeggiata mi trovo per cena con Juan.. ristorante con il proprietario che prende la chitarra e canta e poi si siede con noi per far due parole.
Solito confronto sulle differenze tra Italia e Argentina.. non so perchè ma mi sembrano sempre più simili.. politica, economia, mangiare, ragazze.. non c'è poi questa gran differenza.
All'1 vado a dormire, prima di addormentarmi mi sale un poco di nostalgia.. sarà per il silenzio assoluto che c'è nella stanza.. però che storia, son in un paesino a pochi km dalla Bolivia, chi l'avrebbe mai pensato.
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