mercoledì 30 aprile 2008

Vacanze in America. parte 2a

2 – 3 MAGGIO

Il 2 mattina prendiamo l’aereo per Las Vegas
Arriviamo nel tardo pomeriggio e alle 6 di sera siamo già nel nostro hotel-casinò, il Palms
La scelta dell’hotel non è casuale in quanto è il casinò ufficiale di Playboy
Giusto il tempo di sistemarci e ci buttiamo dentro alla nightlife
Che dire di las vegas?? di notte è spettacolare, tutte le luci, le varie attrazioni dei casinò e tanta tanta gente
Ovviamente non possiamo non giocare, il bello è che mentre giochi tutto il bere è gratis; quindi mentre facciamo girare la roulette le consumazioni non si contano
Proviamo qualche locale ma è mercoledì sera e la serata non decolla come pensavamo
Però ci si diverte e Marlon prova ad agganciare una tipa più fuori di noi… peccato che lo faccia con la velocità di un elefante!

Il risveglio è lento e ci buttiamo in piscina a rilassarci
Las Vegas su Marlon ha degli strani effetti



Non saranno le presenze al suo fianco??





La serata inizia al Ghost Bar dove abbiamo una visuale della città a dir poco spettacolare.. e non solo della città… ma soprattutto della barista che ci serve il Margarita

Andiamo a giocare al Venetian hotel e dopo aver clamorosamente vinto, facciamo per entrare nella sua discoteca, il Tao
Superiamo la selezione grazie a un gruppo di ragazze Inglesi.. molto Inglesi (chi vuol capire capisca), entriamo e rimaniamo a bocca aperta
Ci sembrava di essere nel telefilm su Sky, rapporto uomini–donne 1 a 1.. ma soprattutto una percentuale di fighe mai vista
Ovviamente ci si lancia in balli scatenati e sfoggiamo il nostro “ottimo” inglese
Nessuno si tira indietro,con il Caraibico in primis che sfoggia la sua abbronzatura naturale

Alle 5 passate torniamo in hotel, anche perché la partenza per il Gran Canyon era prevista per le 9.
Arrivati al Palms, il Rosso e il Bomba si giocano gli ultimi soldi.. ubriachi, restano al tavolo solo perché c’è una ragazza che si fa baciare ogni volta che vince
Il croupier li istiga simulando la strizzata di capezzoli
Non connettono più, sempre più ubriachi alla fine, insieme alla ragazza, si giocano i 250 dollari accumulati sul rosso e nero
Io non riesco ancora a crederci.. vincono

Si va a dormire dopo le 6, la sveglia suonerà alle 9 e mezza


4 maggio

Affaticati dalla serata partiamo un po’ come dei diesel
Però inizia il nostro avvicinamento al Gran Canyon
E’ spettacolare andare in auto per queste strade diritte, con un minimo di vegetazione ai lati e dalla terra dai colori giallastri e rossicci
Mentre guidiamo il Bomba ripete in continuazione “Che serata, quella di ieri è stata la disco più bella in cui sono stato” finché il Rosso gli taglia le gambe con una frase “E’ il primo posto dove c’erano più tipe che tipi.. e non ce ne siamo fatti neanche una”
Arriviamo a Kingman, dove una volta passava la famosa Route 66, la strada che collegava Chicago a Los Angeles




poi proseguiamo fino a Williams (vicino al G. Canyon) dove distrutti, crolliamo nel letto alle 11 di sera

Da qui inizia la settimana dedicata alla visita dei parchi nel West America

Alla mattina c’è subito la prima sorpresa, ci alziamo e vediamo della neve sulla nostra auto!
Superata la sorpresa ci buttiamo nella classica colazione con salsicce, uova e french toast (non quello di Road Trip!!)
Il Gran Canyon ci aspetta e l’impatto è a dir poco spettacolare! Peccato per il tempo nuvoloso.. ma vedere cosa possa fare la natura ci lascia tutti a bocca aperta





E’ incredibile come l’acqua e il vento abbiamo creato questi solchi e dato colori sempre diversi alla roccia, il tutto senza vedere una fine
Ci scateniamo con la macchina fotografica e per il resto della giornata decidiamo di fare un trail consigliato dai ranger, che ci fa scendere un po’.

Il giorno seguente, in prima mattina, prendiamo l’elicottero che ci porterà all’interno del canyon
Fortunatamente c’è il sole, da qui riusciamo a vedere bene anche il fiume Colorado; è indescrivibile!




Continuiamo a muoverci nel parco fermandoci nei diversi punti di vista e prendiamo la strada verso la Monument Valley, la terra dei film western

Dopo un pranzo a base di Hencilada e Fajtas riusciamo ad arrivare, anche grazie a Marlon che porta la nostra auto a più di 90 miglia, alla Monument giusto per vedere il tramonto



Il giorno dopo inizia la visita al parco; come descrivere questa riserva indiana degli spazi infiniti dove ogni tanto ci sono delle rocce dalle forme più strane che spuntano dal nulla???
Dopo un breve giro, decidiamo di affrontarla a cavallo come Clint Eastwood.. o meglio come Bud Spencer e T. Hill in Trinità.
A parte la mia paura iniziale, le successive due ore rimarranno memorabili sia per i scenari che vediamo sia per le risate su come conduciamo i cavalli





Infatti c’è chi rimane sempre attardato (Marlon), chi ha il cavallo che si ferma e riparte a sorpresa (Il mio) e chi si scatena in foto (il Caraibico)

Usciamo dal film western passando dagli ultimi punti di vista e proseguiamo verso lo Utah


La sera ci guardiamo i Suns contro S.Antonio mentre ci mangiamo una pizza americana pronti per passare per lo Zion Park
Lo Zion è il più simile ai parchi delle Alpi, con molto verde e un fiume che passa in mezzo; anche qui facciamo i trail suggeriti dai ranger
La sorpresa maggiore avviene quando su un tavolo nell’area picnic troviamo una dentiera!
Un po’ stanchi e con la schiena a pezzi dalle ore di cavallo del giorno precedente andiamo verso la California!
Primo obbiettivo è la Death Valley, uno dei punti più caldi della terra.

A cena ci fermiamo a mangiare nei pressi di Las Vegas, da “Alfredo’s”, una tavola calda con casinò
Sono quasi le 9 e subito il gestore, un uomo sui 50, prima ci dice che non si può più mangiare e poi cambia idea ci porta in un tavolo
Noi speriamo venga a servirci la ben più giovane e carina cameriera.. ma niente, a prendere l’ordinazione viene lui, si siede sul tavolo vicino e, mentre ordiniamo una bistecca, inizia a succhiarsi una pustola che ha sul braccio dai cui si vede tutto il sangue
L’appetito ci passa di colpo e lui, con un colpo da maestro inizia a cantare in italo-americano “That’s Amore”
Lo assecondiamo con battiti di mani e dopo arriva la bistecca.. ne abbiamo mangiata ben poca

Usciamo e alle slot del casino vediamo un vecchio con attaccato l’ossigeno che gioca; anche questa e America

9 Maggio

Le strade della California sono tutte a gobbe e mentre ci avviciniamo alla Death Valley fa sempre più caldo
Sono le 10 di mattina ma stiamo già sudando come cammelli, lentamente ci imbattiamo in una distesa desertica ricoperta di sale, poi nel punto più basso degli Stati Uniti, ben 85 metri sotto il mare!
I posti sono talmente strani che sembrano finti




Il Caldo non ci lascia tregua e ovviamente come pranzo scegliamo di stare leggeri, cheeseburger e birra ghiacciata.
E’ tutto veramente affascinante, la “Valle della Morte” ci ha veramente conquistato con le sue forme bizzarre






Usciamo dal parco e le strade sono sempre più deserte, il panorama intorno muta in continuazione.. guidiamo con calma senza frenesia e ci gustiamo tutto il paesaggio
L’impressione che abbiamo è che la zona sia isolata ma non del tutto, infatti notiamo segni di attività umana nel terreno deserto, sembra quasi zona militare
A un certo punto prendiamo una stradina alla ricerca di una città fantasma; ci sentiamo quasi come controllati e poco dopo ci incrocia un furgoncino che poi torna indietro, noi proseguiamo ma ci è sembrato perlomeno strano
Bhò, magari abbiamo solo visto troppi film

Mentre ci avviciniamo al Pacifico la strada taglia la California, è ben diversa da quella da noi sognata; ci sono cittadine desolate, una fabbrica di sale e pompe di benzina ormai diroccate

La guida è lenta e il giorno seguente ci aspetta l’ultimo parco, il Sequoia

Sveglia presto e partenza per l’ultimo parco Americano; la strada per arrivarci ci fa passare in mezzo a tutte le piantagione di frutta, aranci e ciliegi la fanno da padroni e noi ci fermiamo per comprare un po’ di fragole fresche da mangiare mentre saliamo
La strada per il Sequoia è la tipica strada di montagna, con tanti tornati ma neanche troppo tortuosa
Entrati nel parco notiamo subito le Sequoie giganti, effettivamente di fronte a noi sono veramente enormi, andiamo a vedere il più grosso “The General Sherman”
Ammazza che base!





Passiamo anche sotto la pianta caduta e poi ci avviciniamo alla costa; domani sera è Friday night!





11 Maggio

Dopo una bella dormita ci svegliamo a Santa Barbara
Nelle nostre menti eravamo già pronti a fare il bagno, ma il vento e la stagione estiva non ancora iniziata ci porta presto a ritirare costume e a coprirci
Dopo un giro per la via principale, dove iniziamo a vedere la California dei film, fatta di mare, belle auto e belle ragazze
Prima della serata ce la spassiamo nella Jacuzzi dell’hotel e dopo, volendoci fare una birra in piscina, chiediamo al bar vicino cinque birre da portare via.. la bella barista bionda ci dice “Where you come from? Amsterdam? You cannot drink outside the bar”
E ci vien da pensare… son proprio strani questi americani

La serata promette bene e infatti non ci deluderà
Ci sono parecchi bar/club nella via principale, l’alcool scorre a fiumi (forse fin troppo)
Il Rosso e il Bomba provano a convincere la ragazze dicendo loro se vogliono provare la Jacuzzi dell’hotel
Si balla, si beve si conosce tanta gente
Come ogni serata americana alle 2 ti buttano fuori dal locale e chiude tutto
Causa troppe bevute, torniamo a fatica all’hotel (in particolare io…)


I tre giorni seguenti ci serviranno per ricaricare un po’ le pile e salire lentamente fino a San Francisco
Qui passiamo da Morro Bay, città di pescatori con un vento pazzesco, da Montery, cittadina ben tenuta dove passiamo la domenica pomeriggio, e da Santa Cruz
Da Santa Cruz ci aspettavamo molto, in quanto è famosa località di surfisti e con un’università abbastanza conosciuta
Il primo giorno siamo rimasti un po’ sconvolti dal deserto che c’era per strada e perchè la zona del molo era piena di barboni
Ovviamente avevamo sbagliato strada, infatti il giorno dopo scopriamo la via principale e vediamo la vera Santa Cruz
Molto viva, librerie aperte fino le 10, bar, locali un po’ underground.. peccato sia lunedì sera!
In questi giorni cogliamo l’occasione di andare al largo a vedere le balene


15 - 19 Maggio

Finalmente arriviamo a San Francisco, l’unica città di cui tutti parlano bene
Effettivamente Frisco è come te la raccontano, ma anche molto di più

Come inizio seguiamo la Scenic Drive in auto, che ci porta in tutti i punti della città
E’ tutto un sali-scendi, di strade discese e salite ripide, mi sembra di essere M. Douglas nel telefilm “Le Strade di S.F.”





Andiamo a mangiare un pranzo orribile da Hooters (non potevamo non farlo!)
Notiamo le continue differenze della città, dal quartiere per hippy tutto colorato, a quello gay con il bandierone arcobaleno che sventola, al centro commerciale con i suoi negozi, al porto con dietro Alcatraz, a Chinatown e per finire a Little Italy
E’ questo che ci piace, tanta diversità in poco spazio

La sera giriamo vicini al nostro albergo,nella zona di Union Square; è martedì sera, ma entriamo in una festa organizzata dalla sezione legale di Princeton
Ma la stanchezza vince e torniamo a dormire

Il giorno dopo passiamo il mitico Golden Gate, con tappa a Sausalito
E’ solo un ponte, ma è affascinante



Giro al porto, e poi tristemente lasciamo quella che è stata la nostra casa per parecchi giorni.. la mitica Mitsubishi Ende

Ovviamente per muoverci useremo i turistici Cabs, e poi andremo a visitare Alcatraz, che io suggerisco anche solo per il gusto di entrare in qualche cella.
Per il resto ci muoveremo a piedi un po’ senza meta, giusto per gustarci la città in tranquillità
Finiremo a mangiare a Chinatown un ottimo cinese (sei portate senza neanche una cosa fritta!, ma era cinese???) e a intravedere le code per entrare nei dormitori per barboni

Per le serate, anche se in mercoledì e giovedì, ci siamo sempre divertiti
Il mercoledì finiamo in una disco al 50° piano di un hotel; anche qui c’è una presenza femminile che sembrava surreale (ma chi lo dice che le americane sono ciccione???)

Il giovedì proviamo un paio di club nella zona nuova di S.F., il “Soma” dove si trova un ambiente meno elegante, più underground
Qui le consumazioni costavano la metà.. e quindi ne bevevi il doppio!

Il sabato abbiamo l’aereo per il ritorno, la città ci saluta alle 6 di mattina con la sua nebbia bassa, i nostri volti sono un po’ tristi ma soddisfatti

E come diceva Mikey all’inizio del nostro viaggio “Take it easy”

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