Alla fine anche Guilin ci ha regalato una vera pazza notte in salsa cinese.
Eppure, quando siamo usciti, visto il venerdì sera a dir poco deludente, non eravamo molto carichi e fiduciosi.
A cena siamo andati in un ristorante consigliato dalla guida, l’abbiamo trovato a fatica in quanto più che un ristorante è una cucina con dei tavolini fuori dove sedersi e mangiare.
Be, abbiamo preso i famosi Dumpling ed erano fantastici.. ne abbiamo ordinati di diversi tipi per poterli assaggiare un po’ tutti e si scioglievano in bocca.
Il tutto innaffiato da birra e in una situazione molto particolare.
Infatti i tavoli all’esterno erano bassissimi, quasi per bambini e poi tutt’intorno potevamo osservare come la via si animava durante il sabato sera.. con ragazzini in giro con i cellulari, i vecchi che giocavano a mahjong, i ristoranti che buttavano avanzi nel cassonetto arrugginito, biciclette e motorini che strombazzano.. un po’ di tutto.
Poi quando avevamo quasi finito, un signore, nostro vicino di tavolo, si mette a far due parole con noi.. si parla delle solite cose ma è bello sentire la sua voce curiosa e divertita.
Finito di cenare torniamo sulle vie principali che sono pienissime di gente.. nella piazza centrale poi sembra di essere ai baracconi.. ci sono ambulanti di caramelle, venditori di pupazzi e poi delle macchine simil-autoscontro con i genitori che fanno fare un giro ai bambini più piccoli; praticamente di sera la piazza diventa una pista e la gente ci cammina in mezzo tranquillamente.
Verso le 10 e mezza dobbiamo decidere dove andare, passiamo davanti alla birreria Paulaner ma non ci sembra molto movimentata così proviamo ad andare in locale che avevo trovato su internet mentre ci preparavamo.. il Joyce.
Entriamo dentro e finalmente troviamo il posto che fa per noi.. è la classica discoteca cinese, con tavoli e divani ai lati, tanti tavolini con sgabelli, bancone e il cubo rialzato che fa da pista da ballo.
La musica non è martellante, un giusto mix di disco commerciale e così ci piazziamo al bancone ad aspettare gli eventi.
Iniziamo a bere una serie di birre e prendendo quelle di importazione l’iter è complicato.
Noi la ordiniamo al cameriere al bancone, questo chiama un collaboratore che poi manda un galoppino a prenderle nel retro per poi riportarle al cameriere che ce le apre.
Nel frattempo vediamo che il locale si riempie e l’ambiente si surriscalda.
I Cinesi per il momento fanno solo una cosa.. giocano a dadi ai tavolini e bevono.. bevono e giocano.. giocano e bevono.. si interrompono solamente quando parte la famosa canzone Gangnam style per i quali vanno a dir poco pazzi.
Tra un ballo e qualche birra passiamo la serata lì.. e verso le 2 arrivano anche gli occidentali visti al Paulaner, son tutti in maschera anche loro per halloween.
Proseguiamo poi anche in un altro locale fino alle 5 quando si va a mangiare qualcosa in una via piena di venditori di cibo da strada.
28 ottobre – Guilin e arrivo a Shanghai
E’ domenica e dopo aver fatto le 6 di mattina la sveglia è obbligatoriamente suonata tardi.
Poi la giornata odierna è dedicata al trasferimento in aereo verso Shanghai ed avendo il volo alle 7 di sera e non dovendo fare nessun escursione abbiamo potuto prendercela veramente comoda.
Così ci svegliamo, commentiamo la pazza notata precedente, prepariamo i bagagli e liberiamo la camera poco prima di mezzogiorno.
Facciamo una rapida colazione ed andiamo a visitare la città di Guilin, visto che finora l’avevamo vista solo di sfuggita.
Il tempo non è granché, è tutto nuvolo e a volte scende una leggere pioggerella.. siamo stati fortunati, fare oggi la crociera o le colline di risaie non sarebbe stato molto bello, buon per noi.
Come anche a Chengdu, la domenica le città sembrano prendersi un po’ una pausa, il traffico, qualche negozio chiuso ma soprattutto l’atteggiamento della gente è più rilassato e solo le varie comitive animano un po’ le vie centrali e i luoghi d’interesse turistico.
Prima meta del nostro giro odierno è stata la Collina della Proboscide dell'Elefante, che è un po’ il simbolo della città di Guilin.
Entriamo al parco (anche questo abbastanza caro) e scaliamo senza fretta la collina che termina con la famosa proboscide.
Dall’alto osserviamo come si sviluppa tutta la città, le case e gli hotel la fanno da padrone e sono interrotti solamente dal fiume (che tra l’altro ha uno strano colore verde).
Quando scendiamo arriviamo finalmente nel lato migliore per osservare questo famoso scorcio.. effettivamente ha una forma un po’ da elefante e le foto che facciamo penso rendano un po’ l’idea.
Intorno a noi si alternano diversi gruppi di Cinesi e a volte osserviamo le foto che fanno.. son troppo assurde, chi con la proboscide tagliata, quelli a mezzo busto, quelli che coprono la collina con il loro corpo.. spettacolari.
Quello che invece sorprende è il loro modo spontaneo di essere.. non si fanno problemi a girare in canotta bianca o perfino con la maglietta alzata in modo da mostrare la pancia gonfia.. in Italia sarebbe impensabile trovare una comitiva così, tutti sarebbero precisi o comunque posati. Qui invece ognuno fa quello che si sente.
Ma la scena migliore accade quando una bambina si avvicina a noi e ci chiede se può far una foto con noi.. i genitori con un sorrisone mai visto prima ci fotografano con lei e poi ci chiedono se possono farla anche loro.
Una volta dato il via, poi si sono susseguiti altri a chiederci di fotografarci insieme.. eravamo quasi più ricercati noi che la proboscide dell’elefante.
Finita la visita proseguiamo verso le 2 pagode presenti nel laghetto artificiale, ci camminiamo intorno ed essendo domenica troviamo sono parecchie coppie che fanno il giro romantico sulle barche a remi che si possono affittare.
Il tempo scorre veloce così chiudiamo la nostra visita andando a cambiare dei soldi in banca e a mangiare nella “street food”, dove ci sediamo e prendiamo del riso con pesce e verdure.
Verso le 4 torniamo in ostello a prendere i bagagli ed in taxi andiamo verso l’aeroporto.. nel durante vediamo un incidente tra un’auto e un motorino, la tipa in moto cade, si rialza, non guarda neanche i danni e riparte.. incredibile.
Arriviamo a Shanghai alle 21.30 passate; appena sceso dall’aereo Teri si fionda sui pc che danno connessione internet presenti in aeroporto per controllare il risultato della Juve.. che purtroppo ha vinto.
Visto l’ora non possiamo prendere il treno super-veloce Maglev che viaggia a 350 km/h e dobbiamo affidarci ai taxisti di turno; a parte il fatto che facciamo una coda della madonna il problema è che ci tocca forse il taxista più pazzo di Shanghai.
In autostrada viaggia a una velocità pazzesca sorpassando a destra e a sinistra, il tutto mentre tiene il finestrino abbassato e la radio che spara musica house a palla.
Di colpo poi, abbassa la radio e chiede se ci disturba se risponde al telefono.. ma che cavolo.. fino ad ora ci hai rotto i timpani con l’autoradio e ora ci chiedi se ci disturba una telefonata???
Vabbè, comunque in 30 minuti esatti siamo davanti al nostro hotel, l’Astor House Hotel.
Infatti per il gran finale avevamo deciso di alloggiare comodi e un po’ sopra il nostro budget e quindi avevamo prenotato questo storico hotel a due passi dal famoso Bund.
L’Astor House oltre ad essere un ottimo hotel è anche una attrattiva turistica, infatti tutte le guide fanno partire l’itinerario consigliato del Bund da qui, visto che in passato ci avevamo dormito Charlie Chaplin e Albert Einstein.
Entriamo nella hall e andiamo alla reception, la sala bar è elegante e curata e di fronte a noi c’è un cartello con scritto che è richiesto un abbigliamento decoroso.
Noi arriviamo così.. Teri con jeans semi-strappati ed io con pantaloni north face e maglietta con la lingua dei famosi Rolling Stone che quasi mi sembro Mike Jagger.
Comunque facciamo il check-in e saliamo in camera accompagnati dal fattorino che porta le nostre valigie.. in pochi giorni siamo passati dal puzzolente ostello di Xi’an a questo antico ma semi-lussuoso hotel.
Sistemati, andiamo a dormire.. domani è lunedì ed andremo alla scoperta di Shanghai, la città più moderna e cosmopolita della Cina.
29 ottobre – Shanghai
Eccoci a Shanghai… città che ci ha sorpreso ma finora anche un po’ deluso.. perché alla fine è come ce l’aspettavamo ma allo stesso tempo è diversa da quello che in fondo pensavamo/speravamo di trovare.
Alla fine Shanghai è forse l’emblema della Cina moderna, la città più occidentale, lo specchio da mostrare al mondo con orgoglio, il luogo più all’avanguardia e futuristico, ma anche il posto più “freddo” e sicuramente quello meno diverso dal nostro mondo.
Diciamo che Shanghai, in questa prima giornata, ci ha dato quella sensazione di atterraggio morbido che ci farà ritornare nel “nostro” mondo con calma, una tappa intermedia tra la Cina visitata finora e l’Europa.
La giornata inizia di prima mattina, il tempo è bellissimo, sole e zero nuvole.
Facciamo colazione da Starbucks e poi possiamo dedicarci all’intera visita del Bund.
Effettivamente il valore scenografico di questa zona è notevole, la lunga camminata sul lungofiume ci consente di vedere l’altra sponda da tutte le sue angolazioni con i suoi famosi grattacieli colorati che fanno gara a chi è più alto.
All’inizio il Bund ci lascia un po’ spaesati, è tutto pulito… preciso.. non sembra quasi di essere in Cina.
Veniamo poi subito colpiti da una bella scena; superato il Waibaidu Brigde arriviamo al Monumento agli Eroi del Popolo e qui troviamo una scolaresca che sta effettuando una commemorazione.. è stupendo vedere questi giovani ragazzi che, tutti ordinati e precisi, recitano frasi e poesie in onore dei soldati che hanno perso la vita in battaglia.
Con l’aiuto della guida proseguiamo poi nella parte bassa del Bund, osservando meglio i vecchi palazzi coloniali che ora son diventati banche o boutique di lusso.
Sul fiume invece è incredibile vedere il continuo passaggio di navi cargo, ogni 5 minuti ne passa una piena di merci.. di certo non si può dire che la Cina sia un paese non in movimento.
Ce la prendiamo talmente con calma che in un attimo arriva mezzogiorno e così decidiamo di farci birra e sandwich dalla baretto in cima all’osservatorio dal quale abbiamo una doppia visuale.
Se guardiamo da una parte vediamo gli “antichi” palazzi di fine 1800 che hanno in cima almeno una sventolante bandiera della nazione, mentre se voltiamo lo sguardo dall’altra troviamo il moderno skyline famoso in tutto il mondo.
Ormai abbiamo quel clima da fine viaggio, lo percepisco da come ci muoviamo con calma, senza fretta, ci prendiamo i nostri tempi senza correre.. ma non per questo siamo meno attratti ed interessati da quello che vediamo.
Dopo proseguiamo presso la via commerciale, la Nanjing Road.
Per prima cosa entriamo nell’appena ristrutturato Peace Hotel dove la sua eleganza signorile ci riporta un po’ indietro nel tempo a quando faccendieri e signore in abiti eleganti frequentavano questi posti.
Poi torniamo alla modernità camminando per la strada pedonale che ha ai suoi lati i negozi delle marche più famose.. (ci colpisce la vetrina di un centro commerciale che è un grosso acquario con dentro un piccolo squalo).
Anche qui i centri commerciali con marchi occidentali sono semi-vuoti, anzi direi proprio vuoti.. finora il consumismo non ha ancora attaccato la classe medio-bassa.
Per curiosità entriamo anche nel negozio sportivo della Li-Ning.. la sua linea sportiva è uguale identica alle più famose Nike, Adidas e perfino alle Diadora.
Usciti di poco dalla via principale facciamo uno spuntino di ravioli e involtini comprati da un venditore di strada e poi, quando è buio, torniamo verso il Bund.
La cosa fastidiosa durante la camminata in Nanjing Road è il continuare a venire agganciati da personaggi che ti propongono di tutto.. si avvicinano e iniziano a sparare a raffica le seguenti proposte “orologi? Borse? Vestiti? Massaggi? Sex massage? Sex?”.. non fai in tempo a cacciarne uno che subito si avvicina un altro.
Alle 5 e mezza è già buio e puntiamo ad andare in uno dei bar del Bund per vedere il Pudong e i suoi grattacieli tutti illuminati.
Prima di entrare al Bar Rouge veniamo avvicinati da un ragazzo e da una signora.. ci parlano del più e del meno in inglese fino a quando non scappa la classica proposta dell’andare in una casa da Thè con spettacolo.. non poteva proprio mancare il tentativo di truffa! Ovviamente liquidiamo i due ed andiamo al Bar Rouge..
L’ambiente è moderno e si trova sopra ad una galleria d’arte.. si vede che Shanghai sta spingendo parecchio da questo punto di vista.
Bè di notte la vista è a dir poco spettacolare, le luci la fanno da padrone e penso che anche solo per questo valga la pena di venire a Shanghai.
Noi ci beviamo il nostro Negroni mentre il locale lentamente si riempie.. più che altro ci son turisti o occidentali che lavorano qui e che si bevono una cosa dopo il lavoro.
Quando scoccano le 7 torniamo in hotel per rilassarci un attimo per poi uscire a cena, è lunedì sera e sinceramente non ci aspettiamo molto.
Poi quando siamo usciti a cena, troviamo anche il tempo cambiato.. ora c’è una leggera pioggerellina che da anche un po’ di fastidio.
Per mangiare andiamo in un ristorante consigliato dalla guida dentro una traversa del Bund; il posto è giovanile e ben frequentato tanto che dietro di noi c’è tavolata di 6-7 tipe americane di cui alcune niente male
Finalmente prendiamo il famoso granchio peloso di shanghai con riso e gamberi; cena veramente ottima e comunque a buon prezzo (30 euro in 2, pur essendo a due passi dal Bund).
Usciti dal ristorante la pioggia è ancora più intensa e così optiamo per tornare in hotel.
Non so domani che giornata ci aspetta, anche perché le previsioni danno brutto tempo e decideremo appena svegli cosa fare, però son curioso.. voglio vedere se tutta Shanghai è così.. o se nascosta da qualche parte c’è ancora la sua anima storica, dove ritrovare il vero stile di vita cinese.
Anche perché secondo me questa occidentalizzazione non può durare e soprattutto non potrà mai conquistare l’intera nazione.
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