A poche ore dalla mia partenza.. mi viene difficile descrivere le sensazioni, le emozioni, i dubbi e tutto quello che sto provando ora.
Parto con l’idea di vivere una grande avventura, è il mio primo viaggio in solitaria, tra l’altro fatto in una terra che sogno da visitare da tantissimo tempo.
Sono carico!
So che vedrò posti fantastici e altri meno interessanti, incrocerò belle persone e faccendieri di ogni tipo che cercheranno di spelarmi più soldi possibili, passerò momenti felici e momenti di solitudine, incrocerò compagni di viaggio improvvisati, amicizie di poche ore, gente che mi rimarrà nel cuore e altri nei miei incubi, ci saranno cose di “casa” che mi mancheranno e altre a cui non ci penserò neanche per un minuto…
Insomma… sarà una gran bella storia!
E allora, se in queste 3 settimane vi chiederete “chissà obe dov’è in questo momento”… la risposta ve la dico già.. “sono a “vivere”
Ecco il programma indicativo
01-nov-11 M Partenza Volo
02-nov-11 M Arrivo e volo per Salta - città
03-nov-11 G Salta - Treno delle Nuvole
04-nov-11 V Quebrada de Humahuaca
Partenza Salta mattina per Purmamarca
Escursione Grandes Salinas - strada Cuesta de Lipan
Notte a Tilcara
05-nov-11 S Quebrada de Humahuaca
Visita Tilcara (Pucarà de Tilcare)
Purmamarca - visita Cerro e paese (mattina, consigliato per luce)
Bus fino a Humahuaca - con soste a Maimara (cimitero) / Jueva (roccia) /
Huacalera (tropico capricorno) / Volcan
Visita a Humahuaca e notte lì
06-nov-11 D Ritorno a Salta
Partenza da Humahuaca (camminata) mattina e bus fino a Jujuy
Bus per Salta
07-nov-11 L Salta giorno - partenza bus notturno
08-nov-11 M San Juan (arrivo 13.45 - visita cittadina - escursione vino? Www.algarroboturismo.com.ar)
09-nov-11 M San Juan (escursione valle Luna / 40km 5 punti /museo ) ritorno - santuario Difunta Correa )
10-nov-11 G San Juan - Mendoza (mattina - arrivo 10.15) - Bus notturno per Bariloche
11-nov-11 V Bariloche (arrivo 13.40 - lago nahuel huapi)
12-nov-11 S Bariloche (dia de la Tradicion)
13-nov-11 D Bariloche - volo
14-nov-11 L El Calafate (perito Moreno)
15-nov-11 M El Calafate (perito Moreno)
16-nov-11 M Volo per B.a.
17-nov-11 G Buenos Aires
18-nov-11 V Buenos Aires
19-nov-11 S Buenos Aires
20-nov-11 D Buenos Aires
21-nov-11 L Partenza
lunedì 31 ottobre 2011
domenica 30 ottobre 2011
Madrid - il ritorno parte seconda
Sabato 24 settembre
Il risveglio è abbastanza tranquillo e ce la prendiamo con tutta calma visto che il programma diurno è molto leggero.
Il bel tempo (sole con 30 gradi) però ci spinge fuori dalla camera e così già a mezzogiorno scendiamo in Puerta del Sol.
E’ sabato e la piazza, a confronto di ieri, è ancora più piena di gente; come prima cosa tento ancora di fare la foto con la targa km 0 ma anche in questo caso la coda è lunghissima e così demordo facilmente.
Non solo la piazza è piena, ma tutte le vie del centro lo sono.. turisti, giovani e meno giovani che fanno shopping, venditori ambulanti o semplicemente gente che si gode il sole e lo struscio.
Ci mangiamo il classico bocadillo e torniamo verso Plaza Mayor; anche oggi Spiderman non manca all’appello ma il nostro obiettivo non è lui.. ma l’antico negozio di “espadrillas” nella vicina calle Toledo.
Nonostante sia centrale, il negozio sembra non essersi snaturato e continua nella sua tradizione di classica bottega spagnola.
Casa Hernanz (così si chiama il negozio) vende una serie di prodotti fatti con la corda, quindi non solo le classiche calzature che andavano tanto di moda negli anni 80 ma anche borse, cappelli e altre diavolerie.
A differenza del giorno precedente, c’è una lunga coda per entrare e davanti a noi c’è un po’ di tutto… giapponesi che entrano –fotografano e poi scappano, una coppia inglese che avrà comprato almeno una 20ina di paia di scarpe, 3 ragazze romane e infine una vecchietta spagnola mezzasorda che cerca di comprare un paio di nuove espadrillas color Arancione fuoco.
Dopo quasi 45 minuti, anche per l’andatura dei commessi molto molto rilassata, riusciamo finalmente a fare i nostri acquisti e a portarmi a casa un paio originale a soli 10 euro….
Sono già pronto per la prossima estate!!
Dopo questa fatica ci meritiamo una bella birra fresca per poi proseguire sulle vie “del commercio” e più precisamente in calle Fuencarral, una traversa della Gran Via.
Probabilmente questa strada una volta aveva parecchi posti alternativi e molto interessanti ma ora, un po’ per la moda e un po’ per la vicinanza dal centro, ci si trovano le principali marche mondiali.
I negozi comunque non sono niente male, sono molto giovanili (trovi Camper, New Balance, Disegual, Billabong,ect) e devo che il giro guardando le vetrine (e le ragazze…) è stato veramente piacevole.
Arriviamo fino alla fermata metro “Tribunal” e la stanchezza per la serata passata inizia a farsi sentire… così altra sosta birra.
Qui il cameriere ci porta anche del Jamon Serrano intimandoci di finirlo tutto per non offenderlo; ovviamente lo assecondiamo mentre vediamo che il clima partita si sta scaldando.
Infatti alle ore 20 gioca il Real Madrid, tra l’altro contro un’altra compagine cittadina, il Rayo Vallecano; sono le 4 e mezza ma già si vedono numerosi gruppi con le magliette delle due squadre che scendono in metro e vanno verso lo stadio.
Un paio di giorni prima di partire, abbiamo preso i biglietti via internet... quindi saremo anche noi della partita ed entreremo nel mitico Santiago Bernabeu.. l’entusiasmo è ai massimi!
Finita la birra torniamo in hotel per riposare un poco e prepararci per la partita e per il sabato sera; proviamo a dormicchiare una mezz’oretta ma i rumori che vengono dalla vicina camera non ce lo consentono.. ci sono due che stanno “facendo all’amore” e la ragazza è particolarmente urleggiante.
Alle 6 e mezza siamo pronti e ci avviamo per lo stadio, la metro è stracolma.. cori, tifosi con le magliette originali (Ronaldo la più gettonata, anche se regge bene il confronto la bandiera Raul), genitori con i figli, coppie.. un po’ di tutto.
L’atmosfera ci piace e, quando arriviamo, rivediamo il S. Bernabeu; 5 anni fa avevamo fatto il classico tour guidato ma questa volta entriamo per vedere la partita.. tutta un’altra storia.
Prima operazione recuperare i biglietti: trovati i gabbiotti della Caixa, senza nessuna coda, inseriamo la carta di credito nella fessura e in un minuto vengono stampati…
Niente biglietti nominativi e niente tessere del tifoso.. così si che è bello andare allo stadio.
I biglietti sono nel settore basso del 3° anello, nella zona laterale tra i centrali e la curva.
Superiamo il rapido controllo e saliamo verso il nostro settore; ci sorprendiamo nel vedere che i tifosi del Rayo (il settore ospiti sarà proprio sopra di noi) salgono tranquillamente insieme ai tifosi del Real … giusto qualche coro di sfottò ma tra i due la tranquillità regna sovrana.
La partita finirà 6 a 2 per il Real ma di questa esperienza, più che i goal, mi rimarranno altre cose..
Lo stadio semivuoto fino a 5 minuti prima dell’inizio; il continuo sgranocchiare dei simil-pistacchi e buttare il loro guscio per terra (a fine partita le gradinate ne saranno piene); il mio vicino che urlerà per tutta la partita “Ronaldo.. putaneros”; il bar tra il primo e il secondo tempo dove i tifosi del Rayo bevevano insieme a quelli del Real; aver visto dal vivo la famosa Panolada per protestare con l’arbitro; gli applausi dello stadio ai tifosi del Rayo che sul 6-2 continuavano ad incitare la loro squadra cantando “Remuntada”.
E comunque Ronaldo non ha corso un cazzo per tutta la partita….
Seguendo il consiglio di Nanni non torniamo in centro, ma scendiamo con la metro alla fermata Tribunal in modo da poter essere nella zona meno turistica, quella dei veri madrileni.
Per strada c’è parecchia gente, l’ambiente è diverso dal Puerta del Sol tanto che di turisti non se ne vedono o comunque si mimetizzano bene.
Giriamo un po’ a caso alla ricerca di un ristorante e finiamo a “La Camocha”.
In molti sono ancora alle “tapas” aspettando che si liberino i tavoli, così ci mettiamo in fila anche noi fino a quando non ci si siede.
Son le 10 e mezza quando ordiniamo da mangiare e alla fine il cibo, innaffiato da vino rosso, non era niente male.
I vicini sono più che altro compagnie di amici; alcuni tavoli sono di un addio al celibato con il futuro sposo vestito da carcerato, ma è quello di fianco a noi che più mi fa venire voglia di imbucarmi visto che hanno ordinato una serie di assaggi come antipasti… tortilla, sanguinaccio, polpo, calamaretti, ect . ect.
Finita cena ci avventuriamo nella zona per tastare la nightlife, è ancora abbastanza presto, però capiamo lo stile dei locali.
Sono principalmente club in stile un po’ alternativo, quello che l’insegna Ramones, quello con le luci basse, quello tutto colorato, quello in stile orientale.. insomma ce né per tutti i gusti.
Arrivati in Plaza dos de Mayo rimaniamo un po’ spiazzati, è quasi mezzanotte e non c’è molta gente.. anzi a parte qualcuno con il classico botellon e un paio di compagnie non c’è altro.
Entriamo al bar “El 2D” per farci un mojto… il bar è carino e la frequentazione è varia, c’è un gruppo di ragazze, un paio di omosex.. comunque tutti in versione tranquilla.. optiamo per sederci e fare il punto su come proseguire la serata.
Chiediamo anche alla barista cosa ci consiglia qui in giro, ci spiega che tra un’oretta inizieranno a popolarsi tutti i locali un po’ alternativi che abbiamo visto per strada e che la disco Pacha (non molto lontana) è più che altro frequentata da ragazzini.
Non siamo molto convinti di rimanere qui.. così prendiamo il taxi è andiamo nella zona delle disco.. iniziando con il riprovare ad entrare al Liberata.
Ci facciamo lasciare dal taxi di fronte il club però, vista l’ora, andiamo in un baretto dove parecchi giovani stanno scaldando la serata.
Entriamo dentro e al bancone ordiniamo un giro di vodka; mentre il Rosso va in bagno vengo avvicinato da due donne… diciamo non molto belle e una comincia a chiedermi di dove sono, come passerò la serata, ect.. in pratica ci sta provando con me.
Io cerco di divincolarmi ma il Rosso se la ride di brutto, soprattutto quando la tipa riempe il mio bicchierino con la sua birra e vuole brindare con me.
Vista la situazione, finito il secondo giro di vodka, scappiamo fuori dal baretto e proviamo ad entrare al Liberata.
Anche questa sera non riusciamo a entrarci, senza lista non si passa; ma non demordiamo e così studiamo la zona e vediamo che nel giro di 200mt ci sono altri due locali.
Proviamo al club di fianco, questa volta per andare sul sicuro e grazie al fluente spagnolo del Rosso chiediamo alle prime due che passano di entrare con noi..
Stavolta siamo vittima di puro razzismo e nonostante fossimo con camicia, scarpe nere ed accompagnati veniamo rimbalzati senza troppe spiegazioni.
E’ l’una passata e il rischio di dover girare a vuoto è alto, ma siamo fortunati, proviamo a entrare nel club di fronte, il Petalos69, e qui superiamo l’ingresso senza problemi.
Come il Serrano, anche questo club è al piano sotterraneo, è abbastanza grande (cioè non è un buco..) con un paio di banconi, un palco rialzato per le cubiste e dj, pista centrale e parecchio spazio tutto intorno.
La particolarità sono gli specchi che la fanno da padrone sulle pareti.
All’1 e mezza il locale è praticamente vuoto, ma ce l’aspettavamo così e quindi con calma iniziamo a fare la prima consumazione.. ovviamente vodka lemon.
Alle 2 di botto il posto si riempe e finalmente possiamo iniziare a tastare il terreno mentre il dj spara buona musica non troppo pesante.
La gente ci piace, non ci sono ragazzini, tendenzialmente sui 30anni, vestiti bene ma senza essere troppo “blagoni”, insomma l’ambiente ideale.
Alla fine passeremo tutta la serata qui e tra le varie situazioni divertenti ricordo…
In pista con un gruppo di ragazze… ed ad un certo punto rubo a loro 2-3 paia d’occhiali da sole e me li metto su ballando alla Usher (anche se devo ammettere che subisco ancora la batosta presa a Verbania contro Jena..); a fine serata il 4° vodka lemon ordinato giusto per capire che tipo di lemon usavano (una marca mai sentita prima); la cubista mezza nuda a cui mi presento con un “Jo soy de Torre Annunziata”… e scoprendo che la tipa era di Napoli; i due gay che mentre facevamo delle foto con alcune tipe di passaggio si sono mezzi in mezzo e più precisamente abbracciati ad Ago...ect ect
Quindi la serata è volata via tanto veloce che, al contrario di quanto previsto in partenza, non siamo tornati al Bourbon cafè.. visto che alle 5 eravamo ancora lì dentro.
Ma la scena migliore è accaduta alle 3 e mezza… quando siamo usciti a prendere una boccata d’aria e il Rosso ha uno dei suoi lampi di genio.
Mi dice di seguirlo al club dove prima ci avevano rimbalzato… arrivati all’ingresso Ago gli fa vedere il timbro del 69Petalos e fa per entrare deciso.
Il tipo all’ingresso prende la torcia per vederlo meglio, non capisce che timbro sia… è quasi tentato di farci entrare ma poi si accorge che è quello dell’altro club.
Scoppiamo tutti in una risata e torniamo nel nostro club… però da Ago ci si può aspettare di tutto!
Alle 6 passate seguiamo l’onda e torniamo in centro… mangiucchiamo qualcosa e rientriamo in camera poco prima che la sveglia suoni le 7… siamo stanchi..ma che serata!
Domenica 25 settembre
La domenica, ovviamente non vogliamo più alzarci.. quelli dell’Hostal capiscono la situazione e nessuno ci viene a bussare/svegliare.
Restiamo a letto fino a mezzogiorno e liberiamo la camera una mezzoretta dopo; il volo è alle 9 e mezza di sera, così abbiamo un’intera giornata da sfruttare.
Iniziamo con colazione sottocasa.. io, giusto per alleggerirmi un po’, proverò i famosi Churros con cioccolata.. mentre ago si spara un bocadilio.
Prima tappa è il Parco Retiro.. il sole è quasi estivo ed è un piacere camminare nel polmone verde cittadino.
Il parco è pienissimo, ci sono tanti bambini e tanta gente affitta la barchetta per rilassarsi nel laghetto artificiale.
Visitato un po’, ci rilassiamo prima vicino al Monumento Alfonso XIII e poi al baretto di fronte al lago. L’ideale dopo il lungo sabato sera!
Ultima tappa è lo stadio dell’Atletico Madrid, il Vincente Calderon.
Arriviamo in metro e troviamo la zona deserta, sarà la domenica, il caldo o chissà cos’altro ma in giro non c’è una persona.
Giungiamo all’ingresso giusto in tempo per fare il tour guidato del campo e del museo.
Lo stadio mi sembra più sudamericano che europeo, la struttura è abbastanza vecchia, gradinate “storiche”, tabellone stile anni 80… ma ha un forte fascino, di vissuto.. di reale.
Capisco le esigenze della squadra e la speculazione immobiliare però sarebbe un peccato venisse demolito.
Finito il giro torniamo in centro a prendere i bagagli e in metro andiamo in aeroporto.
Sfortuna vuole che l’aereo sia in ritardo di 2 ore, così stanchissimi, e ci addormentiamo ancora prima che il volo decolli... atterriamo a Malpensa all’1 e, anche se distrutti, pensiamo che in fin dei conti una due giorni a Madrid vale sempre la pena farla.
Il risveglio è abbastanza tranquillo e ce la prendiamo con tutta calma visto che il programma diurno è molto leggero.
Il bel tempo (sole con 30 gradi) però ci spinge fuori dalla camera e così già a mezzogiorno scendiamo in Puerta del Sol.
E’ sabato e la piazza, a confronto di ieri, è ancora più piena di gente; come prima cosa tento ancora di fare la foto con la targa km 0 ma anche in questo caso la coda è lunghissima e così demordo facilmente.
Non solo la piazza è piena, ma tutte le vie del centro lo sono.. turisti, giovani e meno giovani che fanno shopping, venditori ambulanti o semplicemente gente che si gode il sole e lo struscio.
Ci mangiamo il classico bocadillo e torniamo verso Plaza Mayor; anche oggi Spiderman non manca all’appello ma il nostro obiettivo non è lui.. ma l’antico negozio di “espadrillas” nella vicina calle Toledo.
Nonostante sia centrale, il negozio sembra non essersi snaturato e continua nella sua tradizione di classica bottega spagnola.
Casa Hernanz (così si chiama il negozio) vende una serie di prodotti fatti con la corda, quindi non solo le classiche calzature che andavano tanto di moda negli anni 80 ma anche borse, cappelli e altre diavolerie.
A differenza del giorno precedente, c’è una lunga coda per entrare e davanti a noi c’è un po’ di tutto… giapponesi che entrano –fotografano e poi scappano, una coppia inglese che avrà comprato almeno una 20ina di paia di scarpe, 3 ragazze romane e infine una vecchietta spagnola mezzasorda che cerca di comprare un paio di nuove espadrillas color Arancione fuoco.
Dopo quasi 45 minuti, anche per l’andatura dei commessi molto molto rilassata, riusciamo finalmente a fare i nostri acquisti e a portarmi a casa un paio originale a soli 10 euro….
Sono già pronto per la prossima estate!!
Dopo questa fatica ci meritiamo una bella birra fresca per poi proseguire sulle vie “del commercio” e più precisamente in calle Fuencarral, una traversa della Gran Via.
Probabilmente questa strada una volta aveva parecchi posti alternativi e molto interessanti ma ora, un po’ per la moda e un po’ per la vicinanza dal centro, ci si trovano le principali marche mondiali.
I negozi comunque non sono niente male, sono molto giovanili (trovi Camper, New Balance, Disegual, Billabong,ect) e devo che il giro guardando le vetrine (e le ragazze…) è stato veramente piacevole.
Arriviamo fino alla fermata metro “Tribunal” e la stanchezza per la serata passata inizia a farsi sentire… così altra sosta birra.
Qui il cameriere ci porta anche del Jamon Serrano intimandoci di finirlo tutto per non offenderlo; ovviamente lo assecondiamo mentre vediamo che il clima partita si sta scaldando.
Infatti alle ore 20 gioca il Real Madrid, tra l’altro contro un’altra compagine cittadina, il Rayo Vallecano; sono le 4 e mezza ma già si vedono numerosi gruppi con le magliette delle due squadre che scendono in metro e vanno verso lo stadio.
Un paio di giorni prima di partire, abbiamo preso i biglietti via internet... quindi saremo anche noi della partita ed entreremo nel mitico Santiago Bernabeu.. l’entusiasmo è ai massimi!
Finita la birra torniamo in hotel per riposare un poco e prepararci per la partita e per il sabato sera; proviamo a dormicchiare una mezz’oretta ma i rumori che vengono dalla vicina camera non ce lo consentono.. ci sono due che stanno “facendo all’amore” e la ragazza è particolarmente urleggiante.
Alle 6 e mezza siamo pronti e ci avviamo per lo stadio, la metro è stracolma.. cori, tifosi con le magliette originali (Ronaldo la più gettonata, anche se regge bene il confronto la bandiera Raul), genitori con i figli, coppie.. un po’ di tutto.
L’atmosfera ci piace e, quando arriviamo, rivediamo il S. Bernabeu; 5 anni fa avevamo fatto il classico tour guidato ma questa volta entriamo per vedere la partita.. tutta un’altra storia.
Prima operazione recuperare i biglietti: trovati i gabbiotti della Caixa, senza nessuna coda, inseriamo la carta di credito nella fessura e in un minuto vengono stampati…
Niente biglietti nominativi e niente tessere del tifoso.. così si che è bello andare allo stadio.
I biglietti sono nel settore basso del 3° anello, nella zona laterale tra i centrali e la curva.
Superiamo il rapido controllo e saliamo verso il nostro settore; ci sorprendiamo nel vedere che i tifosi del Rayo (il settore ospiti sarà proprio sopra di noi) salgono tranquillamente insieme ai tifosi del Real … giusto qualche coro di sfottò ma tra i due la tranquillità regna sovrana.
La partita finirà 6 a 2 per il Real ma di questa esperienza, più che i goal, mi rimarranno altre cose..
Lo stadio semivuoto fino a 5 minuti prima dell’inizio; il continuo sgranocchiare dei simil-pistacchi e buttare il loro guscio per terra (a fine partita le gradinate ne saranno piene); il mio vicino che urlerà per tutta la partita “Ronaldo.. putaneros”; il bar tra il primo e il secondo tempo dove i tifosi del Rayo bevevano insieme a quelli del Real; aver visto dal vivo la famosa Panolada per protestare con l’arbitro; gli applausi dello stadio ai tifosi del Rayo che sul 6-2 continuavano ad incitare la loro squadra cantando “Remuntada”.
E comunque Ronaldo non ha corso un cazzo per tutta la partita….
Seguendo il consiglio di Nanni non torniamo in centro, ma scendiamo con la metro alla fermata Tribunal in modo da poter essere nella zona meno turistica, quella dei veri madrileni.
Per strada c’è parecchia gente, l’ambiente è diverso dal Puerta del Sol tanto che di turisti non se ne vedono o comunque si mimetizzano bene.
Giriamo un po’ a caso alla ricerca di un ristorante e finiamo a “La Camocha”.
In molti sono ancora alle “tapas” aspettando che si liberino i tavoli, così ci mettiamo in fila anche noi fino a quando non ci si siede.
Son le 10 e mezza quando ordiniamo da mangiare e alla fine il cibo, innaffiato da vino rosso, non era niente male.
I vicini sono più che altro compagnie di amici; alcuni tavoli sono di un addio al celibato con il futuro sposo vestito da carcerato, ma è quello di fianco a noi che più mi fa venire voglia di imbucarmi visto che hanno ordinato una serie di assaggi come antipasti… tortilla, sanguinaccio, polpo, calamaretti, ect . ect.
Finita cena ci avventuriamo nella zona per tastare la nightlife, è ancora abbastanza presto, però capiamo lo stile dei locali.
Sono principalmente club in stile un po’ alternativo, quello che l’insegna Ramones, quello con le luci basse, quello tutto colorato, quello in stile orientale.. insomma ce né per tutti i gusti.
Arrivati in Plaza dos de Mayo rimaniamo un po’ spiazzati, è quasi mezzanotte e non c’è molta gente.. anzi a parte qualcuno con il classico botellon e un paio di compagnie non c’è altro.
Entriamo al bar “El 2D” per farci un mojto… il bar è carino e la frequentazione è varia, c’è un gruppo di ragazze, un paio di omosex.. comunque tutti in versione tranquilla.. optiamo per sederci e fare il punto su come proseguire la serata.
Chiediamo anche alla barista cosa ci consiglia qui in giro, ci spiega che tra un’oretta inizieranno a popolarsi tutti i locali un po’ alternativi che abbiamo visto per strada e che la disco Pacha (non molto lontana) è più che altro frequentata da ragazzini.
Non siamo molto convinti di rimanere qui.. così prendiamo il taxi è andiamo nella zona delle disco.. iniziando con il riprovare ad entrare al Liberata.
Ci facciamo lasciare dal taxi di fronte il club però, vista l’ora, andiamo in un baretto dove parecchi giovani stanno scaldando la serata.
Entriamo dentro e al bancone ordiniamo un giro di vodka; mentre il Rosso va in bagno vengo avvicinato da due donne… diciamo non molto belle e una comincia a chiedermi di dove sono, come passerò la serata, ect.. in pratica ci sta provando con me.
Io cerco di divincolarmi ma il Rosso se la ride di brutto, soprattutto quando la tipa riempe il mio bicchierino con la sua birra e vuole brindare con me.
Vista la situazione, finito il secondo giro di vodka, scappiamo fuori dal baretto e proviamo ad entrare al Liberata.
Anche questa sera non riusciamo a entrarci, senza lista non si passa; ma non demordiamo e così studiamo la zona e vediamo che nel giro di 200mt ci sono altri due locali.
Proviamo al club di fianco, questa volta per andare sul sicuro e grazie al fluente spagnolo del Rosso chiediamo alle prime due che passano di entrare con noi..
Stavolta siamo vittima di puro razzismo e nonostante fossimo con camicia, scarpe nere ed accompagnati veniamo rimbalzati senza troppe spiegazioni.
E’ l’una passata e il rischio di dover girare a vuoto è alto, ma siamo fortunati, proviamo a entrare nel club di fronte, il Petalos69, e qui superiamo l’ingresso senza problemi.
Come il Serrano, anche questo club è al piano sotterraneo, è abbastanza grande (cioè non è un buco..) con un paio di banconi, un palco rialzato per le cubiste e dj, pista centrale e parecchio spazio tutto intorno.
La particolarità sono gli specchi che la fanno da padrone sulle pareti.
All’1 e mezza il locale è praticamente vuoto, ma ce l’aspettavamo così e quindi con calma iniziamo a fare la prima consumazione.. ovviamente vodka lemon.
Alle 2 di botto il posto si riempe e finalmente possiamo iniziare a tastare il terreno mentre il dj spara buona musica non troppo pesante.
La gente ci piace, non ci sono ragazzini, tendenzialmente sui 30anni, vestiti bene ma senza essere troppo “blagoni”, insomma l’ambiente ideale.
Alla fine passeremo tutta la serata qui e tra le varie situazioni divertenti ricordo…
In pista con un gruppo di ragazze… ed ad un certo punto rubo a loro 2-3 paia d’occhiali da sole e me li metto su ballando alla Usher (anche se devo ammettere che subisco ancora la batosta presa a Verbania contro Jena..); a fine serata il 4° vodka lemon ordinato giusto per capire che tipo di lemon usavano (una marca mai sentita prima); la cubista mezza nuda a cui mi presento con un “Jo soy de Torre Annunziata”… e scoprendo che la tipa era di Napoli; i due gay che mentre facevamo delle foto con alcune tipe di passaggio si sono mezzi in mezzo e più precisamente abbracciati ad Ago...ect ect
Quindi la serata è volata via tanto veloce che, al contrario di quanto previsto in partenza, non siamo tornati al Bourbon cafè.. visto che alle 5 eravamo ancora lì dentro.
Ma la scena migliore è accaduta alle 3 e mezza… quando siamo usciti a prendere una boccata d’aria e il Rosso ha uno dei suoi lampi di genio.
Mi dice di seguirlo al club dove prima ci avevano rimbalzato… arrivati all’ingresso Ago gli fa vedere il timbro del 69Petalos e fa per entrare deciso.
Il tipo all’ingresso prende la torcia per vederlo meglio, non capisce che timbro sia… è quasi tentato di farci entrare ma poi si accorge che è quello dell’altro club.
Scoppiamo tutti in una risata e torniamo nel nostro club… però da Ago ci si può aspettare di tutto!
Alle 6 passate seguiamo l’onda e torniamo in centro… mangiucchiamo qualcosa e rientriamo in camera poco prima che la sveglia suoni le 7… siamo stanchi..ma che serata!
Domenica 25 settembre
La domenica, ovviamente non vogliamo più alzarci.. quelli dell’Hostal capiscono la situazione e nessuno ci viene a bussare/svegliare.
Restiamo a letto fino a mezzogiorno e liberiamo la camera una mezzoretta dopo; il volo è alle 9 e mezza di sera, così abbiamo un’intera giornata da sfruttare.
Iniziamo con colazione sottocasa.. io, giusto per alleggerirmi un po’, proverò i famosi Churros con cioccolata.. mentre ago si spara un bocadilio.
Prima tappa è il Parco Retiro.. il sole è quasi estivo ed è un piacere camminare nel polmone verde cittadino.
Il parco è pienissimo, ci sono tanti bambini e tanta gente affitta la barchetta per rilassarsi nel laghetto artificiale.
Visitato un po’, ci rilassiamo prima vicino al Monumento Alfonso XIII e poi al baretto di fronte al lago. L’ideale dopo il lungo sabato sera!
Ultima tappa è lo stadio dell’Atletico Madrid, il Vincente Calderon.
Arriviamo in metro e troviamo la zona deserta, sarà la domenica, il caldo o chissà cos’altro ma in giro non c’è una persona.
Giungiamo all’ingresso giusto in tempo per fare il tour guidato del campo e del museo.
Lo stadio mi sembra più sudamericano che europeo, la struttura è abbastanza vecchia, gradinate “storiche”, tabellone stile anni 80… ma ha un forte fascino, di vissuto.. di reale.
Capisco le esigenze della squadra e la speculazione immobiliare però sarebbe un peccato venisse demolito.
Finito il giro torniamo in centro a prendere i bagagli e in metro andiamo in aeroporto.
Sfortuna vuole che l’aereo sia in ritardo di 2 ore, così stanchissimi, e ci addormentiamo ancora prima che il volo decolli... atterriamo a Malpensa all’1 e, anche se distrutti, pensiamo che in fin dei conti una due giorni a Madrid vale sempre la pena farla.
mercoledì 19 ottobre 2011
Madrid 2011 - Il ritorno
Il weekend a Madrid è nato quasi per caso.. un po’ come tutti del resto.
Sinceramente dopo un’estate totalmente passata al lavoro sentivo l’esigenza di fare un paio di giorni via, anche perché il viaggio di Novembre è ancora lontano e dal punto di vista mentale staccare un paio di giorni era fondamentale.
Così parte il solito sondaggio su chi è disponibile o meno…. E alla fine risponde positivamente solamente il Rosso, probabilmente perché anche lui ha passato l’estate al lago.
A poco più di un mese dalla partenza ci mettiamo alla ricerca di un volo a buon prezzo; le alternative sono poche.. e così alla fine optiamo per tornare a Madrid a distanza di 5 anni e in più coglierò l’occasione per ripassare anche un po’ di spagnolo!!
Volo Easyjet comprato a 67 euro, che nel giro di due giorni schizza a più di 100.. e così soddisfatti ci prepariamo a partire.
Il ritorno a Madrid ha un senso di dejavù, ripercorriamo mentalmente posti in cui siamo già stati, situazioni vissute, serate pazze, vie e monumenti che ci avevano colpito positivamente.
L’idea ci piace e programmiamo, al contrario del solito, di prendercela comoda… dedicando la parte diurna alla visita delle cose che non avevamo visto la volta precedente.. e per la parte notturna ci sacrificheremo e testeremo se la movida risente della crisi economica che attanaglia l’Europa.
VENERDI’ 23 SETTEMBRE
Sveglia alle 4 e mezza per poter prendere il volo Easyjet delle 7 di mattina.
Aereo strapieno, anche per la presenza di una comitiva aziendale over 60 che faceva più casino di una scolaresca, ma volo regolare e puntuale così che alle 9 e mezza siamo già atterrati a Madrid.
Tempo di organizzarci e poi ci muoviamo in metro verso il centro città.
La metro di Madrid risulterà essere ultra-efficiente; ci porterà un po’ ovunque e sarà sempre pulita e ben organizzata. Per sfruttarla in pieno facciamo l’abbonamento turistico valido 3 giorni (al costo di 13 euro) che include anche il tragitto da/verso l’aeroporto.
Dopo 45 minuti e due cambi stazione arriviamo a Purta del Sol.
Quando eravamo stati 5 anni prima la piazza era tutto un cantiere, ora la troviamo in ordine, pulita, con la moderna stazione della metropolitana e ovviamente piena di gente (Troveremo sempre gente a P. del Sol a qualunque ora del giorno siamo passati.. dalle 3 di pomeriggio fino alle 7 di mattina a fine serata).
Come prima cosa puntiamo a lasciare i bagagli in hotel per poi iniziare a girare la città.
Troviamo facilmente l’Hostal Adria Santa Ana, nella vicina calle Cruz, e in pochi minuti lasciamo i trolley al personale molto disponibile e alle 10 e mezza siamo già per strada.
L’Hostal l’abbiamo pagato 70 euro a camera a notte, in un palazzo attaccato a Plaza S.Ana, quindi in una posizione ultra strategica (a meno che uno non voglia dormire la notte..) ha camere appena ristrutturate e devo dire che ci tornerei volentieri.. Unica pecca le scale in legno con gradini differenti l’uno dall’altro… che quando torni a casa a fine serata possono essere difficoltosi.
Come prima cosa ci rifocilliamo, entriamo in uno dei “Museo del Jamon” presente a Madrid e per 2 euro ci facciamo un bocadillo e una Cañas.
Il locale, oltre che essere economico, ha il suo stile.. è pieno di prosciutti appesi e ha il classico bancone centrale alla “spagnola”, dove si mangia in piedi con il sottobancone pieno di “residui” dei pasti precedenti.
Soddisfatto l’appetito iniziamo a girare; torniamo in Puerta del Sol dove cerco di fare la classica foto con la targa km 0, foto che nei 3 giorni non riuscirò mai a fare in quanto c’era sempre una tremenda coda di gente che probabilmente aveva avuto la mia stessa idea.
Da qui imbocchiamo la Calle Mayor per arrivare nella molto bella Plaza Mayor.
Questa piazza mi è sempre piaciuta e così mi scateno in foto e cerchiamo di osservarne ogni particolare..
Peccato che veniamo distratti dai vari personaggi che si presentano a noi.
Prima lo spiderman ciccione che cerca invano qualcuno che voglia fare una foto con lui… (pensandoci bene, ma che cosa centra Spiderman in una piazza XV secolo???... e poi con 30 gradi non immagino come sarebbe puzzato a fine giornata dentro a quella maschera!)
poi ci sono due turiste “carine” che fanno foto in pose più da playboy che da viaggio culturale; ma il tocco di classe lo danno i 3 italiani nostri vicini in aereo che provano ad abbordare le due turiste con un inglese “oxfordiano” tanto che quando le due se ne vanno si interrogano “mi sembravano inglesi. Ma non ho capito nulla di quello che hanno detto”.
Effettivamente, guardando indietro nel tempo, tra mercanti, impiccagioni, giochi vari la piazza ne ha viste di peggio.. ma i tempi moderni regalano comunque soddisfazioni.
Da qui, con calma, proseguiamo verso Calle Toledo e giriamo nelle stradine verso il Palazzo Reale e la vicina cattedrale De Almudena.
Il loro interno l’avevamo già visitato l’altra volta e non ci aveva particolarmente colpito (in particolare la Cattedrale) ,così ce li gustiamo dall’esterno e, dopo un breve salto ai Jardines de Sabatini, ci piazziamo nell’interessante Plaza de Oriente.
Lo stile con cui giriamo la città è molto tranquillo, non vogliamo correre ma osservare i posti senza fretta prendendoci tutto il tempo che vogliamo.
Infatti arrivati nella piazza del Teatro (che troviamo anche questa “ammodernata” rispetto a 5 anni fa) ci fermiamo per la prima delle tante soste “birra e stuzzicata” che ci faremo nella giornata.
Il sole, la birra, salmone olive e prosciutto ci fanno godere dello struscio cittadino che si rileva alquanto interessante.. e mi viene da chiedere “chi è che diceva che le spagnole non sono fi**e??” e rispondere “a già.. ero io, che pirla”.
Anche se non volevamo più alzarci da lì, decidiamo di andare a vedere la moderna “porta d’Europa”, in pratica due torri inclinate l’una verso l’altra, situate nella zona finanziaria della città.….
L’effetto scenico è notevole e anche qui, ovviamente, ci si scatena in foto.
Tornando in metro decidiamo di scendere sulla Gran Via, una delle principali strade di Madrid, piena di negozi e gente.
Lo struscio è sicuramente più interessante delle varie vetrine, anche se ago si fa prendere dalla “sindrome australiana” che lo porterà ad entrare nei vari negozi e a provare e ri-provare alcuni capi all’infinito.
Tornando indietro dalla via dei negozi, verso le 18, prima di andare a fare un riposino preserata, ci facciamo trascinare per l’ultima birra nel peggiore locale della zona.. dove ovviamente approfittiamo facendoci fare un piatto di calamari fritti.
Mentre ci gustiamo birra e calamari, il tavolo di fianco ci da dentro con il mangiare; sono due nonne con nipoti che mangiano di tutto.
Il loro tavolo è pieno di piatti e bicchieri di birra, ma il bello avviene quando la nonna attacca bottone dicendoci che son di Tenerife e ci suggerisce di andare lì in vacanza per le spiagge, il tempo ect…. Questa cosa sveglia Ago che chiederà alla nonna info più dettagliate.
Salutate le nonne e le nipoti, torniamo in hotel e ci rilassiamo in attesa della serata.
La serata inizia verso le 9 con il giro di Tapas; la plaza Sant’Ana è strapiena di gente, per la maggior parte sono turisti, però l’ambiente è vivace.
Ci beviamo una cosa in un locale della piazza (tra l’altro a prezzi “molto” turistici..) e ci godiamo un po’ di bello struscio.
Dopo mezz’oretta cerchiamo un posto dove mangiare; giriamo un po’ a caso nelle viuzze lì intorno alla ricerca di un posto che ci convinca, però i ristoranti sono tutti pieni e così entriamo in uno e in attesa del tavolo ci mettiamo al bancone.
Ci danno il tavolo migliore del locale… non il più grande, ma quello affacciato alla finestra dalla quale possiamo monitorare il flusso di gente.
La paella ordinata non è niente male ma durante la cena la nostra attenzione non tanto rivolta al cibo ma al primo piano dell’edificio di fronte.
Sul balcone di destra ci sono due vecchi, moglie e marito, che al posto di guardare la tv osservano il flusso di gente e il casino che produce… questa situazione mi fa venire in mente che in contemporanea a Verbania i frequentatori di un Bar stanno celebrando il funerale della vita notturna, in quanto i vicini hanno ottenuto il divieto di mettere i tavolini in strada e di limitare il rumore provocato dai clienti.. (da notare che il bar era già obbligato a chiudere alle 2 di notte il w.e. e a mezzanotte in settimana)… che tristezza.
Ma è la balconata di sinistra quella più interessante, ci sono una serie di ragazze che scaldano la serata prima di uscire.. bevono, fumano, bevono, parlano, bevono…
All'uscita dal ristorante provo anche a citofonare per farmi aprire ma niente da fare..
E’ ancora presto, così optiamo per stare in centro a bere qualcosa nei vari baretti nelle vie intorno a Puerta del Sol.
In uno di questi, mentre ci facciamo un paio di amari, riusciamo anche a incrociare il sosia ubriaco di Mourinho.
Chiediamo un po’ a un gruppetto di ragazzi e ragazze il migliore club della serata, ma la maggior parte non sono di Madrid, ma sono qui per il W.end e alla fine riceviamo un po’ da tutti la stessa risposta.. cioè che sarebbero rimaste in questa zona a girare i vari disco-pub e a ballare.
E’ mezzanotte ma è ancora presto.. i locali iniziano a far entrare gente dall’una… così seguiamo il suggerimento di Nanni e andiamo in metro a fare una bevuta pre-disco a “Casa America”.
Casa America si vende come luogo di esposizione culturale, di promozione dell’arte e di idee… l’ambiente non è niente male, un giardino con tanto verde, gente alla moda, tavolini, età medio alta..
Forse un po’ troppi tavolini, quindi che favorisce poco la conoscenza di altre persone e per questo optiamo per sederci sugli sgabelli al bancone.
Ci guardiamo intorno e la gente sembra molto “in”; ordiniamo due mojito….. e qui riceviamo una sorpresa!.. sono ottimi… ma non è questo quello che colpisce.. ma è piuttosto il prezzo.. 12 euro a mojito.
Finiamo di bere e cerchiamo di sfruttare la location, chiediamo un po’ in giro (anche al cameriere gaio) dove si può proseguire la serata.. qualcuno non risponde ma alla fine salta fuori un nome… “Club Liberata”
Ci convinciamo che dobbiamo andare lì… così usciti da Casa America chiediamo a tutti i taxisti di portarci al Liberata… ma nessuno lo conosce, sembra un nome totalmente sconosciuto ai madrileni e di conseguenza siamo costretti a tornare in centro.
In centro ormai è un bordello assurdo e decidiamo di entrare, a distanza di 5 anni, al Samsara.
Il club rimane interessante, con la sua pista sotterranea piena di gente, ma purtroppo è il target d’età che ormai non fa più per noi. (mentre può risultare ottimo fino ai 25)
Principalmente sono ventenni universitari, molti americani che stanno principalmente tra loro.
Beviamo un vodka lemon e poi andiamo in pista ma la serata non sta decollando e prendiamo la decisione drastica di uscire e cercare un nuovo posto.
E’ passata da poco l’una, è ancora presto preso ma non bisogna sbagliare…
Proviamo a chiedere all’ennesimo taxista di portarci al Liberata e finalmente troviamo uno che lo conosce.. allora esiste!
Arrivati all’ingresso notiamo un paio di cose… Il parcheggiatore del club ha appena finito di sistemare l’ennesima Porsche di fianco a una Ferrari e poi c’è una bella coda per entrare.
Ci accodiamo e la fila scorre veloce.. ma non perché entrano tutti ma perché la maggior parte della gente viene rimbalzata…. Cosa che ovviamente avverrà anche per noi, in quanto “non accompagnati”.
Proviamo ad entrare accodati a un gruppo che aveva il tavolo, peccato che il selezionatore ci riconosce e, almeno in modo non arrogante, ci dice che non entreremo.
Un po’ frettolosamente non ci guardiamo neanche intorno (il giorno dopo scopriremo che la zona è piena di locali) e, dando fiducia di nuovo a Nanni, ci facciamo portare al club Serrano41, dove invece entreremo senza problemi.
Diciamo la verità, come location il posto non ci sembra granchè.
All’esterno c’è una baretto, un tendone che fa da mini pista e il solito spazio per prendere una boccata d’aria e fumare; mentre il resto del club è al piano sottoterra.
Ha una gran pista con due banconi laterali dove la gente si ferma un po’ a parlare mentre più lontano ci si può scatenare nelle danze.
Classica ricognizione, primo giro di vodka lemon e studiamo un po’ la situazione.
Il locale non è pienissimo ma la musica è bella.
Ci lanciamo in pista e aggancio una giovane ragazza.. si inizia a ballare e parlare un po’ con loro fino a quando non si avvicina un’altra donzella un po’ più grande.
Si presenta a noi e, tra grandi risate, scopriamo che è la madre che è venuta in disco con lei.
Tra l’incredulo e il sorpreso parliamo ancora un po’ con loro… io cerco allora cerco di abbordare la mamma... chiedendo tra le altre cose se il marito è nei paraggi.
Continuiamo la serata cazzeggiando a destra e sinistra.. e dopo un paio d’ore, alle 4 passate, il locale inizia un po’ a svuotarsi.. così optiamo per tornare in centro e andare al Bourbon cafè (locale che era sempre stato una certezza).
Quando arriviamo alla porta del Bourbon sono le 5 di mattina, e vogliono ancora i 10 euro d’ingresso.
Poco fiduciosi, prima di pagare l’obolo, ci facciamo aprire la porta per vedere la gente che c’era dentro….. E’ un carnaio assurdo.. pienissimo per l’ora!
All’interno, come immaginavamo, sono più che altro turisti o giovani spagnoli.. ma l’ambiente ci piace subito.
Ordiniamo whiskey-cola e giriamo un po’ per il locale.
Arrivato a bordo pista mi faccio trascinare dalle danze.. e inizio sono a fare un ballo ravvicinato con una colombiana.. La tipa è più fuori di me.. tanto che è incontrollabile.
Dopo averla conosciuta velocemente la perderò in mezzo alla pista e tornerò a prendere un po’ di acqua con il Rosso che rideva a bordo pista guardandomi.
Alle 6 il locale chiude, usciamo e in giro per le stradine è ancora pieno di gente ma visto che siamo in piedi da 26 ore optiamo per tornare a dormire.
Ripensando alla serata, forse ci siamo impuntati troppo per volere entrare al Liberata, perdendo tempo prezioso.. però abbiamo visto un po’ di zone, senza fermarci a quella centrale.
Sia al Serrano che al Bourbon ci siamo veramente divertiti… un po’ una delusione il Samsara (ma come ho detto prima, più che altro per l’età media) e Casa America come pre-serata.
Alla fine dei conti.. serata ampiamente promossa!
Sinceramente dopo un’estate totalmente passata al lavoro sentivo l’esigenza di fare un paio di giorni via, anche perché il viaggio di Novembre è ancora lontano e dal punto di vista mentale staccare un paio di giorni era fondamentale.
Così parte il solito sondaggio su chi è disponibile o meno…. E alla fine risponde positivamente solamente il Rosso, probabilmente perché anche lui ha passato l’estate al lago.
A poco più di un mese dalla partenza ci mettiamo alla ricerca di un volo a buon prezzo; le alternative sono poche.. e così alla fine optiamo per tornare a Madrid a distanza di 5 anni e in più coglierò l’occasione per ripassare anche un po’ di spagnolo!!
Volo Easyjet comprato a 67 euro, che nel giro di due giorni schizza a più di 100.. e così soddisfatti ci prepariamo a partire.
Il ritorno a Madrid ha un senso di dejavù, ripercorriamo mentalmente posti in cui siamo già stati, situazioni vissute, serate pazze, vie e monumenti che ci avevano colpito positivamente.
L’idea ci piace e programmiamo, al contrario del solito, di prendercela comoda… dedicando la parte diurna alla visita delle cose che non avevamo visto la volta precedente.. e per la parte notturna ci sacrificheremo e testeremo se la movida risente della crisi economica che attanaglia l’Europa.
VENERDI’ 23 SETTEMBRE
Sveglia alle 4 e mezza per poter prendere il volo Easyjet delle 7 di mattina.
Aereo strapieno, anche per la presenza di una comitiva aziendale over 60 che faceva più casino di una scolaresca, ma volo regolare e puntuale così che alle 9 e mezza siamo già atterrati a Madrid.
Tempo di organizzarci e poi ci muoviamo in metro verso il centro città.
La metro di Madrid risulterà essere ultra-efficiente; ci porterà un po’ ovunque e sarà sempre pulita e ben organizzata. Per sfruttarla in pieno facciamo l’abbonamento turistico valido 3 giorni (al costo di 13 euro) che include anche il tragitto da/verso l’aeroporto.
Dopo 45 minuti e due cambi stazione arriviamo a Purta del Sol.
Quando eravamo stati 5 anni prima la piazza era tutto un cantiere, ora la troviamo in ordine, pulita, con la moderna stazione della metropolitana e ovviamente piena di gente (Troveremo sempre gente a P. del Sol a qualunque ora del giorno siamo passati.. dalle 3 di pomeriggio fino alle 7 di mattina a fine serata).
Come prima cosa puntiamo a lasciare i bagagli in hotel per poi iniziare a girare la città.
Troviamo facilmente l’Hostal Adria Santa Ana, nella vicina calle Cruz, e in pochi minuti lasciamo i trolley al personale molto disponibile e alle 10 e mezza siamo già per strada.
L’Hostal l’abbiamo pagato 70 euro a camera a notte, in un palazzo attaccato a Plaza S.Ana, quindi in una posizione ultra strategica (a meno che uno non voglia dormire la notte..) ha camere appena ristrutturate e devo dire che ci tornerei volentieri.. Unica pecca le scale in legno con gradini differenti l’uno dall’altro… che quando torni a casa a fine serata possono essere difficoltosi.
Come prima cosa ci rifocilliamo, entriamo in uno dei “Museo del Jamon” presente a Madrid e per 2 euro ci facciamo un bocadillo e una Cañas.
Il locale, oltre che essere economico, ha il suo stile.. è pieno di prosciutti appesi e ha il classico bancone centrale alla “spagnola”, dove si mangia in piedi con il sottobancone pieno di “residui” dei pasti precedenti.
Soddisfatto l’appetito iniziamo a girare; torniamo in Puerta del Sol dove cerco di fare la classica foto con la targa km 0, foto che nei 3 giorni non riuscirò mai a fare in quanto c’era sempre una tremenda coda di gente che probabilmente aveva avuto la mia stessa idea.
Da qui imbocchiamo la Calle Mayor per arrivare nella molto bella Plaza Mayor.
Questa piazza mi è sempre piaciuta e così mi scateno in foto e cerchiamo di osservarne ogni particolare..
Peccato che veniamo distratti dai vari personaggi che si presentano a noi.
Prima lo spiderman ciccione che cerca invano qualcuno che voglia fare una foto con lui… (pensandoci bene, ma che cosa centra Spiderman in una piazza XV secolo???... e poi con 30 gradi non immagino come sarebbe puzzato a fine giornata dentro a quella maschera!)
poi ci sono due turiste “carine” che fanno foto in pose più da playboy che da viaggio culturale; ma il tocco di classe lo danno i 3 italiani nostri vicini in aereo che provano ad abbordare le due turiste con un inglese “oxfordiano” tanto che quando le due se ne vanno si interrogano “mi sembravano inglesi. Ma non ho capito nulla di quello che hanno detto”.
Effettivamente, guardando indietro nel tempo, tra mercanti, impiccagioni, giochi vari la piazza ne ha viste di peggio.. ma i tempi moderni regalano comunque soddisfazioni.
Da qui, con calma, proseguiamo verso Calle Toledo e giriamo nelle stradine verso il Palazzo Reale e la vicina cattedrale De Almudena.
Il loro interno l’avevamo già visitato l’altra volta e non ci aveva particolarmente colpito (in particolare la Cattedrale) ,così ce li gustiamo dall’esterno e, dopo un breve salto ai Jardines de Sabatini, ci piazziamo nell’interessante Plaza de Oriente.
Lo stile con cui giriamo la città è molto tranquillo, non vogliamo correre ma osservare i posti senza fretta prendendoci tutto il tempo che vogliamo.
Infatti arrivati nella piazza del Teatro (che troviamo anche questa “ammodernata” rispetto a 5 anni fa) ci fermiamo per la prima delle tante soste “birra e stuzzicata” che ci faremo nella giornata.
Il sole, la birra, salmone olive e prosciutto ci fanno godere dello struscio cittadino che si rileva alquanto interessante.. e mi viene da chiedere “chi è che diceva che le spagnole non sono fi**e??” e rispondere “a già.. ero io, che pirla”.
Anche se non volevamo più alzarci da lì, decidiamo di andare a vedere la moderna “porta d’Europa”, in pratica due torri inclinate l’una verso l’altra, situate nella zona finanziaria della città.….
L’effetto scenico è notevole e anche qui, ovviamente, ci si scatena in foto.
Tornando in metro decidiamo di scendere sulla Gran Via, una delle principali strade di Madrid, piena di negozi e gente.
Lo struscio è sicuramente più interessante delle varie vetrine, anche se ago si fa prendere dalla “sindrome australiana” che lo porterà ad entrare nei vari negozi e a provare e ri-provare alcuni capi all’infinito.
Tornando indietro dalla via dei negozi, verso le 18, prima di andare a fare un riposino preserata, ci facciamo trascinare per l’ultima birra nel peggiore locale della zona.. dove ovviamente approfittiamo facendoci fare un piatto di calamari fritti.
Mentre ci gustiamo birra e calamari, il tavolo di fianco ci da dentro con il mangiare; sono due nonne con nipoti che mangiano di tutto.
Il loro tavolo è pieno di piatti e bicchieri di birra, ma il bello avviene quando la nonna attacca bottone dicendoci che son di Tenerife e ci suggerisce di andare lì in vacanza per le spiagge, il tempo ect…. Questa cosa sveglia Ago che chiederà alla nonna info più dettagliate.
Salutate le nonne e le nipoti, torniamo in hotel e ci rilassiamo in attesa della serata.
La serata inizia verso le 9 con il giro di Tapas; la plaza Sant’Ana è strapiena di gente, per la maggior parte sono turisti, però l’ambiente è vivace.
Ci beviamo una cosa in un locale della piazza (tra l’altro a prezzi “molto” turistici..) e ci godiamo un po’ di bello struscio.
Dopo mezz’oretta cerchiamo un posto dove mangiare; giriamo un po’ a caso nelle viuzze lì intorno alla ricerca di un posto che ci convinca, però i ristoranti sono tutti pieni e così entriamo in uno e in attesa del tavolo ci mettiamo al bancone.
Ci danno il tavolo migliore del locale… non il più grande, ma quello affacciato alla finestra dalla quale possiamo monitorare il flusso di gente.
La paella ordinata non è niente male ma durante la cena la nostra attenzione non tanto rivolta al cibo ma al primo piano dell’edificio di fronte.
Sul balcone di destra ci sono due vecchi, moglie e marito, che al posto di guardare la tv osservano il flusso di gente e il casino che produce… questa situazione mi fa venire in mente che in contemporanea a Verbania i frequentatori di un Bar stanno celebrando il funerale della vita notturna, in quanto i vicini hanno ottenuto il divieto di mettere i tavolini in strada e di limitare il rumore provocato dai clienti.. (da notare che il bar era già obbligato a chiudere alle 2 di notte il w.e. e a mezzanotte in settimana)… che tristezza.
Ma è la balconata di sinistra quella più interessante, ci sono una serie di ragazze che scaldano la serata prima di uscire.. bevono, fumano, bevono, parlano, bevono…
All'uscita dal ristorante provo anche a citofonare per farmi aprire ma niente da fare..
E’ ancora presto, così optiamo per stare in centro a bere qualcosa nei vari baretti nelle vie intorno a Puerta del Sol.
In uno di questi, mentre ci facciamo un paio di amari, riusciamo anche a incrociare il sosia ubriaco di Mourinho.
Chiediamo un po’ a un gruppetto di ragazzi e ragazze il migliore club della serata, ma la maggior parte non sono di Madrid, ma sono qui per il W.end e alla fine riceviamo un po’ da tutti la stessa risposta.. cioè che sarebbero rimaste in questa zona a girare i vari disco-pub e a ballare.
E’ mezzanotte ma è ancora presto.. i locali iniziano a far entrare gente dall’una… così seguiamo il suggerimento di Nanni e andiamo in metro a fare una bevuta pre-disco a “Casa America”.
Casa America si vende come luogo di esposizione culturale, di promozione dell’arte e di idee… l’ambiente non è niente male, un giardino con tanto verde, gente alla moda, tavolini, età medio alta..
Forse un po’ troppi tavolini, quindi che favorisce poco la conoscenza di altre persone e per questo optiamo per sederci sugli sgabelli al bancone.
Ci guardiamo intorno e la gente sembra molto “in”; ordiniamo due mojito….. e qui riceviamo una sorpresa!.. sono ottimi… ma non è questo quello che colpisce.. ma è piuttosto il prezzo.. 12 euro a mojito.
Finiamo di bere e cerchiamo di sfruttare la location, chiediamo un po’ in giro (anche al cameriere gaio) dove si può proseguire la serata.. qualcuno non risponde ma alla fine salta fuori un nome… “Club Liberata”
Ci convinciamo che dobbiamo andare lì… così usciti da Casa America chiediamo a tutti i taxisti di portarci al Liberata… ma nessuno lo conosce, sembra un nome totalmente sconosciuto ai madrileni e di conseguenza siamo costretti a tornare in centro.
In centro ormai è un bordello assurdo e decidiamo di entrare, a distanza di 5 anni, al Samsara.
Il club rimane interessante, con la sua pista sotterranea piena di gente, ma purtroppo è il target d’età che ormai non fa più per noi. (mentre può risultare ottimo fino ai 25)
Principalmente sono ventenni universitari, molti americani che stanno principalmente tra loro.
Beviamo un vodka lemon e poi andiamo in pista ma la serata non sta decollando e prendiamo la decisione drastica di uscire e cercare un nuovo posto.
E’ passata da poco l’una, è ancora presto preso ma non bisogna sbagliare…
Proviamo a chiedere all’ennesimo taxista di portarci al Liberata e finalmente troviamo uno che lo conosce.. allora esiste!
Arrivati all’ingresso notiamo un paio di cose… Il parcheggiatore del club ha appena finito di sistemare l’ennesima Porsche di fianco a una Ferrari e poi c’è una bella coda per entrare.
Ci accodiamo e la fila scorre veloce.. ma non perché entrano tutti ma perché la maggior parte della gente viene rimbalzata…. Cosa che ovviamente avverrà anche per noi, in quanto “non accompagnati”.
Proviamo ad entrare accodati a un gruppo che aveva il tavolo, peccato che il selezionatore ci riconosce e, almeno in modo non arrogante, ci dice che non entreremo.
Un po’ frettolosamente non ci guardiamo neanche intorno (il giorno dopo scopriremo che la zona è piena di locali) e, dando fiducia di nuovo a Nanni, ci facciamo portare al club Serrano41, dove invece entreremo senza problemi.
Diciamo la verità, come location il posto non ci sembra granchè.
All’esterno c’è una baretto, un tendone che fa da mini pista e il solito spazio per prendere una boccata d’aria e fumare; mentre il resto del club è al piano sottoterra.
Ha una gran pista con due banconi laterali dove la gente si ferma un po’ a parlare mentre più lontano ci si può scatenare nelle danze.
Classica ricognizione, primo giro di vodka lemon e studiamo un po’ la situazione.
Il locale non è pienissimo ma la musica è bella.
Ci lanciamo in pista e aggancio una giovane ragazza.. si inizia a ballare e parlare un po’ con loro fino a quando non si avvicina un’altra donzella un po’ più grande.
Si presenta a noi e, tra grandi risate, scopriamo che è la madre che è venuta in disco con lei.
Tra l’incredulo e il sorpreso parliamo ancora un po’ con loro… io cerco allora cerco di abbordare la mamma... chiedendo tra le altre cose se il marito è nei paraggi.
Continuiamo la serata cazzeggiando a destra e sinistra.. e dopo un paio d’ore, alle 4 passate, il locale inizia un po’ a svuotarsi.. così optiamo per tornare in centro e andare al Bourbon cafè (locale che era sempre stato una certezza).
Quando arriviamo alla porta del Bourbon sono le 5 di mattina, e vogliono ancora i 10 euro d’ingresso.
Poco fiduciosi, prima di pagare l’obolo, ci facciamo aprire la porta per vedere la gente che c’era dentro….. E’ un carnaio assurdo.. pienissimo per l’ora!
All’interno, come immaginavamo, sono più che altro turisti o giovani spagnoli.. ma l’ambiente ci piace subito.
Ordiniamo whiskey-cola e giriamo un po’ per il locale.
Arrivato a bordo pista mi faccio trascinare dalle danze.. e inizio sono a fare un ballo ravvicinato con una colombiana.. La tipa è più fuori di me.. tanto che è incontrollabile.
Dopo averla conosciuta velocemente la perderò in mezzo alla pista e tornerò a prendere un po’ di acqua con il Rosso che rideva a bordo pista guardandomi.
Alle 6 il locale chiude, usciamo e in giro per le stradine è ancora pieno di gente ma visto che siamo in piedi da 26 ore optiamo per tornare a dormire.
Ripensando alla serata, forse ci siamo impuntati troppo per volere entrare al Liberata, perdendo tempo prezioso.. però abbiamo visto un po’ di zone, senza fermarci a quella centrale.
Sia al Serrano che al Bourbon ci siamo veramente divertiti… un po’ una delusione il Samsara (ma come ho detto prima, più che altro per l’età media) e Casa America come pre-serata.
Alla fine dei conti.. serata ampiamente promossa!
lunedì 17 ottobre 2011
In attesa
In attesa di partire (-14.. sempre se quei "fenomeni" dei sindacati francesi sospendano lo sciopero dei voli...) e mentre inizio il puzzle che mi avete consigliato di fare.. una domanda sorge spontanea..
Cosa c'è che non va in questa foto estratta da una disco in cui son stato???
...
...
...
...
Ma chi gliel'ha fatta quell'otturazione alla ragaza di destra???
Cosa c'è che non va in questa foto estratta da una disco in cui son stato???
...
...
...
...
Ma chi gliel'ha fatta quell'otturazione alla ragaza di destra???
lunedì 3 ottobre 2011
le 100 cose da fare prima di morire
Un pò di musica
Per sbaglio ho girato su radio Deejay e mi è capitato di ascolare Nikki.. e mi è venuta in mente la sua vecchia canzone.. "L'ultimo bicchiere"..
Troppo vera!
Ecco il testo
**************************************************
Dentro al buio del locale
musica che è sempre uguale
Luci basse che mi danno un po'
fastidio
Quelle gambe un po' intriganti
con le calze trasparenti
Qui si fanno tutte belle ma
chi sa per chi?
Forse io dovrei andare
quasi l'ora di dormire
se mi guarda ancora un po' mi sa
che vado lì
Sì ma tanto cosa dico?
Hai un ragazzo o un marito?
Studi o fai un lavoro interessante e unico?
Io non voglio più sprecare una parola
perchè il gioco proprio non lo reggo più
Cose della serie "Tu sei quì da sola?"
Sono anni che mi urtano
mi rovinano da troppo tempo
L'ultimo bicchiere e me ne andrò
che non se ne può più
di tutte queste storie finte
che si basano sui film
ma non ti danno mai
qualcosa più di un freddo vuoto
Quante storie storie vere
lui che le offrirà da bere
come se non si capisse che
intenzioni ha
Forse non per amicizia
e neanche con dolcezza
ma poi le dira "tu che cos'hai capito?"
Io non voglio più sprecare una parola
perchè il gioco proprio non lo reggo più
Cose della serie "Tu sei quì da sola?"
Sono anni che mi urtano
mi rovinano da troppo tempo
L'ultimo bicchiere e me ne andrò
che non se ne può più
di tutte queste storie finte
che si basano sui film
ma non ti danno mai
qualcosa più di un freddo vuoto
L'ultimo bicchiere e me ne andrò
che non se ne può più
di tutte queste storie finte
che si basano sui film
ma non ti danno mai
qualcosa più di un freddo vuoto
**************************************************
Troppo vera!
Ecco il testo
**************************************************
Dentro al buio del locale
musica che è sempre uguale
Luci basse che mi danno un po'
fastidio
Quelle gambe un po' intriganti
con le calze trasparenti
Qui si fanno tutte belle ma
chi sa per chi?
Forse io dovrei andare
quasi l'ora di dormire
se mi guarda ancora un po' mi sa
che vado lì
Sì ma tanto cosa dico?
Hai un ragazzo o un marito?
Studi o fai un lavoro interessante e unico?
Io non voglio più sprecare una parola
perchè il gioco proprio non lo reggo più
Cose della serie "Tu sei quì da sola?"
Sono anni che mi urtano
mi rovinano da troppo tempo
L'ultimo bicchiere e me ne andrò
che non se ne può più
di tutte queste storie finte
che si basano sui film
ma non ti danno mai
qualcosa più di un freddo vuoto
Quante storie storie vere
lui che le offrirà da bere
come se non si capisse che
intenzioni ha
Forse non per amicizia
e neanche con dolcezza
ma poi le dira "tu che cos'hai capito?"
Io non voglio più sprecare una parola
perchè il gioco proprio non lo reggo più
Cose della serie "Tu sei quì da sola?"
Sono anni che mi urtano
mi rovinano da troppo tempo
L'ultimo bicchiere e me ne andrò
che non se ne può più
di tutte queste storie finte
che si basano sui film
ma non ti danno mai
qualcosa più di un freddo vuoto
L'ultimo bicchiere e me ne andrò
che non se ne può più
di tutte queste storie finte
che si basano sui film
ma non ti danno mai
qualcosa più di un freddo vuoto
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