7° giorno – 26 marzo
E’ così.. siamo alla partenza… l’aereo per Foz do Iguacu parte nel primo pomeriggio e quindi abbiamo tutta la mattinata per noi.
La giornata è fantastica, il sole splende, non c’è neanche una nuvola.. peccato aver avuto i primi due giorni di tempo incerto…
e così, tra chi dorme collassato (Fede), chi va in giro da solo (Vare) e chi fa un po’ di shopping di ricordi e souvenir vari (io, Vale ed il Rosso) lasciamo una Rio nella sua veste migliore.. un po’ come quelle ragazze che dopo la prima uscita ti sorridono maliziose e sembrano dirti “guarda che il meglio devi ancora scoprirlo..”
Io e Vale non rinunciamo a fare un tutto nell’oceano.. sembrerà strano ma è il primo bagno che facciamo a Rio… quasi incredibile a raccontarlo.
A mezzogiorno arriva lo strafatto dell’olandese a prendere le chiavi.. lo salutiamo con il suo slang da fumato e andiamo verso l’aeroporto.
Qui il bomba incomincia a non sentirsi bene, ha problemi di stomaco ed intestino… la maledizione, dopo Vare e Vale ha colpito anche lui!
E’ bianco come una mozzarella di bufala e a metà strada fa accostare l’autista per sboccare… operazione che ripeterà anche in aeroporto.
Il volo per Iguacu dura un paio d’ore, in cui cadiamo in un sonno profondo fino al nostro arrivo a tarda serata.
Iguacu ci accoglie con un caldo umido pazzesco; la città è organizzata per il turismo.. infatti in aeroporto ci sono una marea di depliant, cartine, mappe, pubblicità e cosa ancor più triste due ragazze vestite da “ballerine native” che pubblicizzano una ciurrascheria..
Ormai è già buio così prendiamo un taxi per portarci al nostro Hotel, il Taroba Express, un 3stelle che per 16 euro a testa al giorno ci darà una doppia ed una tripla.
Siamo parecchio stanchi così ci facciamo un hamburger veloce ed andiamo a dormire.
Domani sveglia alle 7, sarà una giornata piena ed intensa.
8° giorno – 27 marzo
E’ il primo dei due giorni che passeremo ad Iguacu, per oggi il programma prevede la visita della Diga di Itaipu e la visita del parco dal lato più panoramico, quello brasiliano.
Alle 8 ci troviamo con Victor, un amico di Mario, che per una spesa ridicola ci farà da taxista per l’intera giornata.
In una ventina di minuti siamo all’ingresso della diga.. .per chi ha poco tempo da dedicare alle cascate (cioè un solo giorno) non consiglio di andare ma se invece ce la fate la suggerisco. Non tanto per quello che c’è da vedere ma per farsi un opinione su questa costruzione.
In pratica è una diga enorme costruita nelle mezzo della foresta che regola il flusso del fiume Iguassù; ovviamente, di base, immagino nessuno sia favorevole ad una costruzione del genere però bisogna anche considerare che soddisfa il fabbisogno energetico del Paraguay ed il 30/40% dell’intero Brasile.
La visita, sotto un solo cocente, risulta composta prima dalla visione di un filmato che “sponsorizza” gli effetti benefici della diga, e da un pulmino che si avvicina passando di fianco alle enormi turbine fino ad arrivare al lago artificiale che si è creato.
Nulla di incantevole, ma comunque interessante.
Così alle 9 e mezza siamo per strada, su suggerimento di Victor facciamo una deviazione in Paraguay, dove attaccato al confine c’è un mercato dove trovi di tutto a prezzi bassissimi.
Dal finestrino osservo ciò che mi circonda.. vedo le case basse senza piani superiori, cavalli che mangiano nei prati, i vari negozietti con le tipiche insegne sudamericane tutte colorate dipinte sulle pareti, gente seduta sulle loro sedie all’ombra all’esterno delle case, vegetazione varia…
Il confine con il Paraguay praticamente non esiste, se si vuole solo andare a fare un giro in città si passa senza controllo passaporto.
Visto i prezzi convenienti i brasiliani hanno un limite nella spesa mentre i “turisti” possono comprare di tutto.
Il mercato è un insieme di venditori ambulanti e magazzini a 3 piani con dentro centinaia di negozi di elettronica, vestiti, scarpe di “marca”.
Per strada invece ci sono improvvisati baracchini che vendono cibo.. è tutto molto movimentato attivo.. più che essere in un mercato sud americano mi sembra di essere nel sud est asiatico.. con le moto che ti sfrecciano a poca distanza senza rispettare precedenze e limiti.
Così ci addentriamo nella fase del mercato più famosa.. la contrattazione..
FASE A - non appena guardi un articolo si avvicina il venditore che ti esalta il prodotto che stai guardando.. anche se magari in quel momento pensavi a tutt’altro…
FASE B – dopo aver chiesto il prezzo, il venditore spara un prezzo così assurdo che non lo compreresti neanche se fossi in Italia.
FASE C – appena vedono la tua faccia di reazione al prezzo…. Il venditore lo abbassa subito di un buon 30%... Solo perché hai una faccia simpatica o perché da quel momento sei diventato il suo miglior amico
FASE D – o rimani lì’ a contrattare e tiri come minimo un altro buon 20%... oppure te ne vai.. e di colpo non sei più il miglior amico del venditore.
Alla fine di tutto questo.. lasciamo perdere l’elettronica per mancanza di fiducia.. e prendiamo qualche souvenir Inca.
Così si riparte verso il parco, l’ultima immagine del Paraguay è un edificio in sistemazione dove ci sono degli operai che lavora su un’improbabile impalcatura di legno…
Mentre il termometro tocca i 32°… facciamo il nostro ingresso nel parco, prendiamo il pulmino che ci porterà all’inizio del sentiero che ci porterà alle cascate.
Il sentiero non è lunghissimo, poco più di un km, così lasciamo andare avanti tutta la gente e rimaniamo in coda a goderci tutto.
Lentamente ci avviciniamo alle cascate che si mostrano a noi poco alla volta.. prima lontane e poi sempre più vicine…
Mentre camminiamo volano tranquillamente intorno a noi farfalle colorate… arancioni, azzurre, gialle… e poi un’animale strano.. diciamo uno scoiattolo un po’ più grosso.
Siamo quasi a fine sentiero e qui ho l’immagine più bella della giornata.. tutte le cascate con la loro ampia grandezza e un arcobaleno che va a spegnersi all’interno.
Come per il Gran Canyon, queste bellezze naturali non si possono spiegare… bisogno solo viverle.
Abbrustoliti dall’umidità e dal sole.. lasciamo le cascate e andiamo al “parco degli uccelli”.. che non è un parco per gay… ma una ricostruzione della fauna presente nell’intero brasile.
Così ci muoviamo tra uccelli coloratissimi, fenicotteri, struzzi, centinaia di tucani… e poi con coccodrilli, boa, il cobra, l’iguana.. perfino una tarantola ect ect
Il massimo è stato quando siamo entrati in una gabbia piena di uccelli coloratissimi.. all’esterno c’era un cartello che diceva “Entrate a vostro rischio e pericolo”… qui il Rosso fa partire una foto con flash… e di colpo 5-6 pappagalli son partiti a razzo e per poco non tranciavano via la testa a me e al Bomba.
Dopo 1 e mezza.. torniamo da Victor.. e stremati ci porta in Hotel dove ci piazziamo in veranda e ci facciamo una birra in pieno relax.
E’ venerdì e per mangiare andiamo a “El Capitan”.. posto straconsigliato non per la cucina ma per come è frequentato.
Effettivamente il movimento di tipe è ottimo… gran belle fighe, in percentuale anche meglio di Rio… però la stanchezza avrà il sopravvento.
Due cose caratterizzeranno le due serate ad Iguacu… la composizione dei tavoli nei bar (in genere 3-4 tipe e 1-2 uomini) e le auto da tamarro che continuano a sfrecciare su e giù per la via principale con la musica a palla.
La stanchezza però la farà da padrone.. e dopo una passeggiata suona il gong della 12ima ripresa… e ci manda tutti a dormire…
Domani ci aspetta l’Argentina..
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