27 ottobre ore 21. Martedì
2 giorni di assenza ma Ny è talmente viva che non ti fermi mai...ma ora è finita e son quasi sull’aereo.
Mamma mia che settimana, ci metterò 3 giorni a riprendermi.. ma mi mancherà.
La sto lasciando un po’ come quando son arrivato, con il buio della notte e guardando Manhattan illuminata a giorno.. come una moderna sexy sirena che richiama Ulisse.
E’ forse una delle poche città in cui so già che ci tornerò.. perché in 6 giorni ne ho visto solo una minima parte e poi è in continua evoluzione.
Ora torniamo a casa, riordiniamo le idee, carichiamo le batterie che sarà un lungo inverno a Verbania, in particolare dopo un ottobre così.. con Libano, Istanbul ed ora New York.. così stimolante e ricco di input.
Stamattina ho provato a metter giù due righe sulla giornata di sabato ma il richiamo della città era più forte.
Cosa ho fatto il sabato? A si.. prima cosa colazione al solito posto; con la cheesecake al cioccolato le ho provate tutte… classic, burberry e quest’ultima che però è una botta di calorie assurda.
Prima, come sempre, ho “salutato” i barboni che pernottano nella strada sotto l’ostello e nella missione di fronte e dopo son andato a vedermi la città dall’alto.
Giornata splendida, senza una nuvola e la vista dal Top of the Rock che è veramente mozzafiato.
Poi è equilibrata bene, c’è gente ma non ne fanno entrare troppa e così si ha tutto il tempo per godersi il panorama e fare foto in tutta tranquillità.
Dall’alto si vede quanto sia lungo Central Park.. camminandoci non mi aveva dato questa impressione, mentre sulla vista dell’Empire State Building e del Financial District possono solo parlare le immagini! Peccato che il Chrysler building risulti un po’ coperto.
Con tutta calma scendo e vado agli incroci dove sono presenti le scritte “Love” e “Hope” e al vicino Moma.
Era giornata da cuffie, ascoltando la musica mentre cerco di assorbire tutto il più possibile prendendomi il mio tempo per godere al massimo quello che sto visitando… non voglio fare solo il fotografo e basta… A me piace viaggiare così, meglio una cosa in meno che tante fatte veloci e che alla lunga non ti lasciano nulla.
Detto questo vado corto con il tempo e arrivo al ponte di Brooklyn a mezzogiorno; cosa che mi costringe a fare una dolorosa rinuncia.. Coney Island.
Alla fine del viaggio posso dire che saranno due i rimpianti.. questo e quello di non essere andato al Moma.. chissà, se avesse fatto bello i primi due giorni.. ma non importa e comunque son contento di aver visto la città anche con la pioggia.. i disagi, il vento che piega gli ombrelli, i taxi presi d’assalto.. son cose che meritano di essere vissute.
La camminata sul ponte di Brooklyn offre squarci grandiosi dove i grattacieli sembrano spuntare come i funghi in autunno.
Il parco di Brooklyn è stato totalmente rinnovato ed è già uno dei punti più belli della città, non solo per la vista su Manhattan ma è per come l’hanno sistemato rendendolo un posto ideale per le famiglie.
Con i prati dove la gente si può sdraiare a prendere il sole, a far passeggiate, far attività fisica in un vecchio molo attrezzato per gli sport (basket, calcio, ect), fare barbecue in spazi con la griglia già presente.. è veramente vivibile.
A pranzo essendo in quartiere molto italo-americano provo la pizza e devo ammettere che non era male, forse la pasta un po’ dura ma condimento equilibrato e saporito… e poi mentre cammino non resisto nel provare un tacos da uno dei food truck presenti.
Sarà poi l’influsso italico ma qui vedo anche le ragazze più belle di Ny.
Essendo saltata Coney Island ho tempo per passeggiare per il quartiere… le vie tranquille con le case residenziali in mattoni rossi, il mercato agricolo nella piazza (con l’immancabile venditore di zucche visto la vicinanza ad Halloween), la via pedonale Fulton Mall dedicata allo shopping e dove compro due magliette della Brooklyn Industry.
Per avere una visione completa vado anche a Williamsburg, il nuovo quartiere cool di Ny che effettivamente è un po’ più particolare.
Per strada trovo signore con i capelli colorati d’azzurro, vecchie auto anni 50, centri d’arte in vecchie fabbriche dove gli artisti creano a porte aperte.
Poi c’è il Wythe hotel, la Brooklyn brewery e il bowling fatto in legno come quelli di una volta e dove entro a farmi una pinta guardando il check sound della band che suonerà poche ore dopo.
Ma la parte più bella sarà il tramonto in riva al fiume Hudson con i piedi nella spiaggia guardando il sole che cade su Manhattan.. poi io vado matto per i tramonti, sarà che tirano fuori il mio lato romantico.
La via principale, Bedford Av, alterna momenti di vecchio stile (i murales, i venditori ambulanti hippy) a negozi di settore finto alternativi.. gli stessi che hanno invaso Camden Town a Londra; del resto le grandi marche hanno fiuto per queste cose, occupano i posti che “tirano”.. in attesa che venga scoperto il nuovo posto cool.
Nonostante i km macinati, una volta rientrato in ostello, con una doccia calda mi rigenero ed esco.. del resto è sabato sera!
Mi faccio un ottimo hamburger in un ristorante lì vicino che avevo già adocchiato prima e qui capisco che sto invecchiando…al tavolo di fianco avevo due bionde, 20-23 anni, ed per tutto il tempo della cena non mi hanno mai scambiato lo sguardo.. io ero pronto all’abbordo ma son stato ignorato totalmente.
Così dopo cena prendo la metro e vado al Meatpacking distr… entrambi i posti consigliati erano lì.. quindi.
La zona è parecchio “in”, ristoranti e club alla moda, gente vestita elegante, auto costose… e poi mi chiedo come la gente faccia a mangiare all’aperto a fine ottobre.
Prima vado al Biergarten dello Standard Hotel, dove si conferma la mia opinione del quartiere con la gente tutta in tiro.. diciamo un posto alla “milanese” come direbbero da noi, e poi vado all’Hogs & Heifers.
Questo posto, in questa zona, è un po’ un pugno nell’occhio.. non c’entra nulla ma forse è il resto che si sta imponendo nel quartiere e il locale diventa uno degli ultimi baluardi.
Comunque è effettivamente un posto particolare.. musica rock giusta e cantabile, bariste come nel film Coyote Ugly, biliardo, reggiseni e foto appese alle pareti, spettacolo con balli sul bancone dove salgono anche tipe prese all’improvviso, bariste che ti urlano nell’orecchio con il megafono, harleysti come clientela..
Insomma, questo è l’American Bar!.. e starò qui a divertirmi fino a quasi alle 2.
Uscendo, abbastanza stanco anche per la giornata intesa, ripasso davanti ai locali eleganti e poi in metro tra barboni che parlano da soli sotto l’effetto di chissà quale droga, gente in canottiera o vestita come se fosse a una parata militare… this is Ny, baby.
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