giovedì 19 giugno 2014

Marocco: la mia porta sull’Africa II

20 maggio
Ore 22.00

E rieccomi, in una camera d’albergo nel mezzo delle gole dei Dades, che mi rilasso ascoltando l’ultimo cd dei Coldplay.
Son contento, anche oggi è stata una gran bella giornata, una di quelle che non hanno l’avvenimento di grande impatto ma che ti danno un continuo flusso di piccoli stimoli ed emozioni che unite tutte insieme la fanno diventare una giornata ricchissima.

Già ieri sera la serata non si era chiusa con l’aperitivo ma mi ero fatto trascinare dalla piazza Jemaâ El Fna.
In mezzo ai vari spettacoli di danze berbere, di giostre improvvisate, di donne che dipingono disegni hennè sulle mani di alcune turiste.. son finito a mangiare in uno dei baracchini lì in mezzo; calamari ottimi (freschi e leggeri) e cous cous con merguez, la tipica salsiccia locale.
Dopo cena ho seguito il flusso della gente e son tornato fuori dalla moschea che con la sua torre illuminata faceva un effetto scenico notevole; tra l’altro al di fuori della moschea era pieno di venditori di scarpe.. l’ho trovato curioso, come se uscendo dopo la preghiera non trovi più le tue scarpe e devi comprarne delle altre.
Per il resto, anche se era un lunedì sera, in giro era strapieno di gente e non solo di turisti; chi intento a comprare qualcosa, chi a mangiare un gelato, gente di ogni età, bambini, vecchiette a spasso con marito, ragazzi che corteggiano qualche coetanea .. un po’ come avviene in tutto il mondo.
Era a Marrakech ma poteva essere Milano, Parigi, Londra… ma solo con i rumori e gli odori tipici di qui.

Stamattina, dopo una prima sveglia alle 5 con il Muezzin (il richiamo alla preghiera), verso le 7 mi son trovato con quelli del tour che mi porteranno verso Est, da Marrakech fino al deserto di Merzouga, passando per vallate, vecchie fortezze, città in forte espansione e paesini sperduti.
Per questi 3 giorni ho scelto di appoggiarmi ad un tour per limitare le spese e star dentro nei tempi.. solo di noleggio auto mi sarebbe costato parecchio di più e poi alla fine sulla 4X4 siamo solo in 4.. io, l’autista, la guida e un’inglese molto simpatica e alla mano.
Alla fine questi tour fanno più o meno tutti lo stesso giro e bene o male le soste son negli stessi punti.. ma ci sta dai, almeno non sono in uno di quei pulmini da 10-12 persone ed il rapporto è più diretto.
Anche oggi fino alle 10 c’era brutto tempo, pioggia e nuvole la facevano da padrone ma dopo sole e un bel caldo.

Nei tanti Km macinati abbiamo passato paesaggi particolarissimi, all’inizio la salita fino a 2.200 mt con la strada che dalla vetta sembrava uno di quei serpenti che trovi in piazza Jemaâ e poi con il continuo cambio di vegetazione…
Prima roccioso ma verde con arbusti di circa 1 metro, poi sempre più secco, dove i cespugli bassi prendono il posto degli alberi, ed infine tutto diventa rosso fuoco senza alcuna vegetazione ad eccezione delle oasi verdissime che generalmente sono in mezzo alle vallate.
Son rimasto un po’ deluso dalla Valle delle Rose, mi aspettavo tutto colorato ed in fiore, invece tante piante e tanto verde ma niente di più.
Solo i bambini ai bordi delle strade che vendevano cuori fatti con i petali freschi mi hanno fatto capire che eravamo lì.
Ecco, qui è più “differente” che da noi.. vedo questi villaggi sparsi qua e là con bambini che vendono souvenir, donne che raccolgono il grano/fieno a mano, uomini che trasportano carretti strapieni.. cioè è proprio zona rurale.
A volte poi incroci delle persone in mezzo al nulla che camminano tra due paesi distanti anche un 10/20 km, cioè è normale farsi tutti questi km sotto il sole cocente.

Una cosa che ho notato è il rispetto, o forse soggezione, dei ruoli; come quando la giuda tratta con modi bruschi chi serve ai bar o la riverenza nei confronti della polizia o nei confronti del padrone della ditta o del negozio… i ruoli mi sembrano ben marcati e sicuramente chi lavora con i turisti ha parecchi vantaggi.
Però la solidarietà tra di loro è notevole; si aiutano con indicazioni, passaggi in auto, se c’è qualcuno che ha bisogno non si tirano indietro.. bho, forse è solo apparenza ma mi è sembrato così.
Tra le cose curiose di questi paesini c’è che le case magari son fatte con mattoni di paglia-fango ma quasi tutte hanno la parabola mentre per il resto solite cose che però colpiscono sempre.. le pecore libere di pascolare e fermarsi in mezzo alla strada, le carne esposta all’aperto nelle macellerie di paese, ect.
La parte clou della giornata è stata la kasbah Ait Benhaddou, la vecchia fortezza sulla riva di un fiume ormai a secco.
Prima di arrivarci, divertente fuoristrada nel deserto roccioso e sosta pranzo con insalata marocchina, polpette speziate e frutta fresca.
La kasbah è particolare, a guardarla dal basso ti sembra che sia parte stessa della roccia, non è come se ci avessero costruito sopra ma come se fosse un proseguimento della roccia stessa.
Poi con le sue case di mattoni dello stesso colore rosso c’è un’armonia incredibile.
Il giro in mezzo alla kasbah è un po’ rovinato dai venditori ambulanti ma una volta in cima, tra la vista spettacolare ed il silenzio interrotto solo dal vento il panorama è bellissimo; in lontananza si vede il verde delle oasi, il rosso fuoco delle rocce, colline dai colori differenti che vanno senza fine verso l’orizzonte.
Tra l’altro qui hanno girato parecchi film, anche il Gladiatore! Infatti una volta scesi e girando intorno si arriva nel punto in cui Massimo Decimo combatte prima di arrivare a Roma.
Nel momento in cui stavo facendo la foto alla Kasbah, passa 1 signore con 3 cammelli.. chissà da dove stava tornando e cosa pensa di questo trambusto creato dai turisti

Tra le varie soste, una veloce per vedere come fanno l’olio di Argan e poi l’alternarsi di paesini con paesaggi che verso la fine diventano un po’ ripetitivi.
Per fortuna la musica “dance” berbera alza il morale e quando molliamo l’inglese al suo hotel io e l’autista parliamo di tipe dandoci il 5 mentre cantiamo e balliamo queste canzoni e l’immancabile Eros Ramazzotti.
Il finale di strada delle gole dei Dades però cambia totalmente.. qui le rocce hanno forme particolarissime, il lavoro del vento e della pioggia le rende prima sinuose e poi di colpo frastagliate… rocce interrotte solamente da qualche casa e da qualche minuscola Kasbah ormai in rovina.

Per concludere la giornata, cena con zuppa e un tajine saporitissimo con prugne, mandorle, agnello e zafferano.
Ora aspetto la notte nel deserto di domani; son curioso e non vedo l’ora di quel tramonto.
E’ presto, ma vado a dormire che son un po’ stanco, anche perché non ho avuto un momento di relax tutto per me… troppi stimoli, sensazioni nuove, paesaggi incredibili.
Viaggiare regala sempre grandi emozioni anche se finora non son ancora riuscito a “lanciarmi” totalmente nell’avventura come al solito.. in un paio di situazioni son rimasto un po’ bloccato.. ma anche negli altri viaggi son serviti un paio di giorni per buttarmi a capofitto in ogni situazione.

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