martedì 5 febbraio 2013

La mia Cina - parte 8

24 ottobre Leshan – ritorno a Chengdu

Ore 19.00
Oggi siamo tornati a Chengdu concludendo il nostro tour nella provincia dello Sichuan.
Incredibile è stata l’accoglienza ricevuta al nostro ritorno in ostello; c’erano i ragazzi/e della reception che ci chiedevano com’era andato il giro, se ci era piaciuto tutto.. veramente bello, è stato un po’ come tornare a casa.
Ora, dopo aver ritirato la biancheria pulita, ci rilassiamo un po’ in camera in attesa di uscire a cena e poi andare allo Shamrock per passare l’ultima serata qui.

Stamattina siamo partiti presto per andare dall’Emei a Leshan.
Quando prendiamo il bus delle 9 veniamo subito svegliati a modo.. appena saliti la signora di fianco a noi rutta, l’autista litiga con due vecchi perché vuole decidere lui dove loro devono sedersi, il ragazzo vicino a Teri si mette a scatarrare di continuo e l’antica televisione ci propone canzoni romantiche cinesi con video assurdi dove il cantante è in mezzo alla natura più selvaggia.
Benvenuti in Cina!
L’ora di viaggio scorre via veloce, il cielo è un po’ grigio.. ma non è per il brutto tempo, dietro alla cappa si nota un pallido sole.
Ad una fermata intermedia ci scontriamo nuovamente con alcune assurdità di questo paese.
C’è una signora che sta pulendo una ringhiera arrugginita.. Probabilmente le avranno detto di farlo e lei rispetta gli ordini, ma che utilità ha questo lavoro??

Leshan è una città moderna, a bordo fiume ci sono anche qui dei nuovi grattaceli ma non è questo quello che ci interessa, noi vogliamo andare a vedere il Buddha gigante.
Dalla stazione degli autobus prendiamo un taxi.. tutto tranquillo, anche se l’autista sembra essere Jos Verstappen (un vecchio pilota di F1 più famoso per gli incidenti che per i suoi risultati); ad un certo punto si mette a sorpassare un bus in curva, io son sul posto davanti e in un attimo vedo un Suv che va in derapata per evitarci … incredibilmente il nostro taxi riesce a rientrare tra bus e suv e ridendo il taxista ci alza il pollice come per dire tutto ok.
Superata la paura, arriviamo ai piedi del Buddha e possiamo iniziare la visita.


Anche qui è pieno di comitive con la guide che urlano al microfono, però inserendoci tra un gruppo e l’altro riusciamo a goderci questo parco.
Camminiamo un po’ e poi lo vediamo.. o meglio vediamo parte della testa; e’ enorme, del resto è alto 82 metri e noi siamo sulla terrazza ad altezza fronte.
Ci appoggiamo alla ringhiera, facciamo foto ma soprattutto lo osserviamo con calma, cerchiamo di captare ogni singolo particolare.




Il bello del Buddha è che si vede che è ha migliaia di anni, non è ricostruito come tante attrazioni religiose qui in Cina.
Immaginiamo a come sia stato costruito, al lavoro che c’è dietro e soprattutto rimaniamo sbalorditi dalla sua dimensione. E’ spettacolare, la forma, i particolari comunque dettagliati e anche il colore un po’ rossiccio.. ci piace e siamo contenti di essere venuti fino a qui.
Poi scendiamo anche la scalinata per arrivare nello spiazzo a bordo fiume, dove potremmo stare ai piedi del Buddha.
La coda è lunghissima, ma ne vale la pena; mentre scendiamo notiamo che parecchia gente ci osserva, è incuriosita e ovviamente qualcuno ci chiedere di fare le classiche foto con loro.
Una cosa negativa invece è che nei blocchi dove c’è il “fuoco” per accendere le candele, per tenere viva la fiamma, mettono dell’immondizia.. pensiamo alla schifezza che si respira lì vicino e che nessuno dice nulla.





Finite le classiche foto di fianco ai piedoni del Buddha, ci tocca risalire e proseguire il giro nel parco.
Qui sentiamo la stanchezza fisica che un viaggio del genere porta.. abbiamo le gambe dure, anche la scalinata più semplice ci sembra come una tappa del Giro d’Italia.
Passiamo per un tempio e puntiamo ad andare a vedere quello più lontano, ma quando vediamo la strada e la salita ci rinunciamo.. siamo cotti.

Così verso le due cerchiamo l’uscita e una volta trovata andiamo nel primo ristorante che troviamo.
Il pranzo è anche questa volta ottimo, maiale con funghi e maiale con bamboo, tutto accompagnato da un paio di birre (che qui non ti danno mai fredde o gelata ma sempre a temperatura ambiente).


E’ uscito anche il sole e dopo la mangiata abbiamo recuperato un po’ di forze; torniamo così alla stazione degli autobus e prendiamo il primo per Chengdu.

Nell’ora e mezza di viaggio abbiamo tempo per riflettere un po’.
Penso a tutti questi nuovi grattacieli in costruzione, a chi ci andrà abitare e a come potrà permettersi di acquistarli… al traffico pazzesco che si trova in ogni città e a come usino il clacson preventivo.. alla campagna coltivata ancora a mano, con la gente che si spezza la schiena.. alle costruzioni di strade sopraelevate e futuristiche.

Una volta risistemati e docciati, visto che era ancora presto decidiamo di fare un giro per negozi a Chendgu.
Ovviamente il centro commerciale è vuoto mentre la via pedonale è stra-piena.
Venditori che urlano, musica a palla che esce dai negozi, gente che mangia, belle ragazze e soprattutto i bazar di vestiti economici presi d’assalto.
Giriamo anche un supermercato che vende prodotti occidentali… è così strano vedere le marche italiane in questi scaffali, ovviamente a prezzi esorbitanti.

Vabbè, si fa tardi, andiamo a fare questa serata.. lo Shamrock ci aspetta.
Aeroporto di Chengdu, velocemente scrivo sull’andamento della serata.
A cena siamo andati allo Shamrock, ogni tanto un po’ di cibo all’occidentale ci vuole, e una buona bistecca è il meglio che si può volere.

Comunque era mercoledì sera e capitiamo nella classica “latin night”, quindi musiche e balli latinoamericani.
Il posto lentamente si riempie; oltre ai “ballerini” cinesi ci sono i soliti occidentali.. Chuck Norris, De Jong e i soliti già beccati nel weekend.
Alla 2a birra vengo rapito da una tipa tigrata con un bel fisico; a ballare ci son anche altre tipe ma io ho occhi solo per lei.
Però vengo frenato dal professionismo che c’è in pista, non son i classici balli da dilettanti ma le movenze e i passi son eseguiti bene, quasi da scuola di latino-americano.
Così io e Teri decidiamo le tattiche di gioco; io cercherò di inserirmi in pista con la tigrata mentre Teri si metterà a scandagliare le retroguardie e a trovare qualcosa tra le tipe sedute ai tavoli.
Il conto delle birre bevuto aumenta anche perché a metà serata non son ancora riuscito ad agganciare la tipa.. vengo sempre anticipato da quello che potrebbe essere il maestro di ballo.

Quando vado a prendere al bancone a prendere una birra, faccio un’altra mossa alla Kansas city.. al bancone c’è seduta una ragazza da sola che sembra essere interessante, così con una scusa attacco bottone e in un attimo son seduto sullo sgabello vicino al suo.
Si parla del più e del meno, ci si conosce, ordiniamo da bere e alla fine passo la serata con lei.

25 ottobre Chengdu – arrivo a Guilin

L’ultima mezza giornata a Chendgu è dedicata a una delle attrattive principali della città, la visita ai Panda!

Per arrivare alla Riserva naturale dei panda giganti abbiamo optato per il tour proposto dall’ostello.
Sveglia alle 7, un’oretta di viaggio in modo da arrivare lì di prima mattina quando i panda si son appena svegliati e sono un po’ più attivi.

Ovviamente, vista la serata precedente, il risveglio è stato abbastanza pesante però con una colazione da campioni da starbucks recuperiamo le energie per affrontare la giornata.
Il tragitto verso la Riserva lo facciamo su un’auto privata di gran lusso.. sedili in pelle, televisore che trasmette il film “I mercenari 2”, comodità assoluta ed insieme a noi ci sono anche un paio di ragazze che viaggiano da sole.

Arriviamo nella Riserva una decina di minuti prima che i panda si sveglino e così abbiamo il tempo di piazzarci ed aspettarli.
Quando li vediamo arrivare ci scappa una risata… son troppo buffi, si muovono goffamente e vanno verso le piante di bamboo per mangiare.
Ovviamente ci scateniamo in foto ed osserviamo i vari movimenti che fanno.
C’è quello che rotola, quello che si sdraia mangiando, quello che salta sopra l’amico, quello che cade ma non per questo smette di mangiare… troppo forti.










Proseguiamo poi all’interno della riserve e ne vediamo di tutte le forme ed età..
Molto particolari sono quelli rossi, sembrano quasi delle volpi e camminano tranquillamente in mezzo alla gente.


Dopo un oretta capiamo come mai la partenza per il tour era prevista così di prima mattina, dopo aver mangiato i panda vanno in quasi in catalessi.. li vedi sdraiati e mezzi addormentati in posizioni assurde e troppo comiche; quelli che sono sui rami delle piante potrebbero quasi cadere da un momento con l’altro.
Alla fine andiamo anche a vedere, attraverso una vetrata, i piccoli neonati che vengono allattati da un’infermiera.. troppo teneri!

Ultimo step del giro è il museo in cui parlano della storia e dell’evoluzione dei Panda e in particolare del rischio estinzione che corrono (anche per via del fatto che le femmine sono molto selettive nella scelta del partner)
Verso mezzogiorno torniamo indietro, soddisfatti e contenti di aver visto dal vivo questi buffi animali.

Lasciati al nostro ostello abbiamo ancora qualche ora da passare a Chengdu visto che il volo per Guilin è previsto per la tarda serata e così torniamo nella via pedonale per goderci lo struscio cittadino; è uscito anche un po’ di sole e si sta benissimo.


Dopo aver mangiato una cosa veloce ci piazziamo sulle panchine al centro della piazza… siamo veramente stanchi, i polpacci ci fanno male e quasi non abbiamo più le forze.. l’unico pensiero è che dobbiamo fare una bella dormita.
Intorno a noi vediamo gli ultimi spunti che ci offre questa città.. i vecchi che si siedono vicino a noi e ci fanno le foto con il cellulare… i ragazzini vestiti alla “giapponese” che martellano tutte le tipe che passano senza ottenere grandi risultati, le tante ragazze che girano con la gonna e le calze basse per cui si vede la parte alta delle autoreggenti (mi sa che è una moda).
Per tornare al nostro ostello ripassiamo dalla piazza moderna e centrale; vedere la statua di Mao così piccola intorno a tutto il resto mi fa quasi tenerezza.. la storia non guarda proprio in faccia a nessuno.

Alle 5 lasciamo questa città, con il suo inquinamento acustico e le sue polveri che coprono il sole ma che in fondo ci ha un po’ conquistato.
All’aeroporto arriviamo in taxi dando il passaggio a una signora svizzera che proseguiva verso l’India e, come al solito, l’aeroporto è gigante e ipermoderno.
Tra poco ci imbarchiamo, di fronte a me c’è una tipa da sola niente male, alla destra di Teri due giovani turiste americane; arriveremo a Guilin alle 9 e mezza passate.. sinceramente non vedo l’ora di andare a dormire.

Cavolo mi stavo dimenticando di una scena molto importante.. tornati dal tour, andiamo in banca a cambiare un po’ di soldi; finalmente hanno un bancomat che li cambia in automatico, quindi niente attese chilometriche.
Mentre studiamo come fare si avvicina a noi un signore.. ci propone di cambiarci lui i soldi ma lo mandiamo via, però il tipo torna alla carica e ci fa capire che avrebbe prelevato dal bancomat e che quindi che non ci avrebbe dato soldi falsi o simili…
Qui capiamo l’importanza che può avere il fatto di possedere valuta estera come dollari o Euro.
Ovviamente noi abbiamo rifiutato e anzi è anche arrivato un poliziotto ad allontanarlo da noi.

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