Cina?
Prima di questo viaggio quando pensavo alla Cina mi venivano in mente poche cose, giusto quelle che si percepiscono da una svogliata lettura dei quotidiani italiani..
I ristoranti con il pollo alle mandorle e involtino primavera, le Chinatown sparse nel mondo, i negozi “tutto a 5 euro” , i massaggi cinesi, le notizie economiche che ne parlano come della nuova locomotiva mondiale, la grande Muraglia, la limitazione della libertà d’espressione..
Sarà forse anche per queste poche e superficiali conoscenze che quando ho avuto la possibilità di prendere tre settimane di ferie la Cina è balzata prepotentemente in testa alle mie preferenze.. e così, dopo una fase di studio e confronto con chi c’era già stato (un grazie particolare ad Andrea), la scelta è diventata definitiva.
Scelto l’itinerario base, a luglio scatta la prenotazione dei voli e, sfruttando un’offertona di Air China, compro biglietto di andata-ritorno dall’Italia più due voli interni.
L’idea inziale era di partire in solitaria, ma per fortuna un paio di settimane si aggiunge a me il grande Teri… toccherà a noi due affrontare il Dragone Cinese!
Nei precedenti alla partenza decido di approfondire la conoscenza del posto che visiterò e lentamente scopro una nazione con una storia a dir poco affascinante e soprattutto mi convinco di una cosa….
Siamo fortunati perchè in questo particolare momento storico la Cina è nel massimo fermento; di conseguenza i posti che visiteremo e che vivremo sono differenti da come erano qualche anno fa e sicuramente nel giro di pochi altri anni subiranno altri grandi cambiamenti.
Nel nostro piccolo potremo toccare e vivere di persona un momento cruciale della storia mondiale e quindi partiamo con un grande obiettivo… cercare di capire che direzione sta prendendo la Cina…
L’itinerario è questo:
Arrivo a Pechino domenica 14 ottobre
14 – 17 ottobre Pechino (treno notturno per Xi’an)
18 – 19 ottobre Xi’an (aereo tardo pomeriggio per Chengdu)
19 – 25 ottobre Chengdu (con nel mezzo trasferte nella regione dello Sichuan – Emei Shan, Leshan)
26 – 28 Guilin
29 – 02 novembre Shanghai
Siamo pronti a partire...
Sabato 13 ottobre - ore 21.00
Siamo sull’aereo, son parecchio emozionato e spero di dormire un po’ in queste 10 ore di volo; io e Teri ci guardiamo intorno per vedere chi sono i nostri compagni di viaggio.. l’80% saranno cinesi che tornano a casa, pieni di borse Gucci-Hermes..son i nuovi ricchi; gli altri invece son italiani, tutti imprenditori o faccendieri che sperano di trovare fortuna o l’affare del secolo.
Poco dopo il decollo abbiamo scambiato due parole con il vicino.. è il tipico imprenditore milanese che andrà al nord delle Cina per controllare la qualità di alcune fabbriche di borse, che ovviamente finiranno nei nostri negozi con il marchio Made in Italy.
Si parla del più e del meno e sottolinea le dimensioni delle città cinesi, enormi.. tanto che prima di metterci le cuffie ci lascia con una perla.. “quando torni a Milano e in 30 minuti l’hai già girata tutta.. pensi.. Tutto qui?”
Domenica 14 ottobre
A Pechino siamo accolti come si deve, entriamo in bagno e uno sputa mentre l’altro scoreggia a un passo da noi.. benvenuti in Cina!
Il controllo passaporti è rapido e usciti dal moderno aeroporto prendiamo un taxi verso il nostro alloggio
La sua conoscenza dell’inglese è pari alla nostra del cinese, quindi per farci capire gli forniamo una stampa in cinese con l’indirizzo.
Il percorso verso l’ostello ci vede come due bambini all’interno di un negozio di giocattoli.. è un continuo “guarda qua… guarda là”..tutto è nuovo, tutto è particolare.
L’ostello si trova all’interno di un antico Hutong.
Gli Hutong sono dei piccoli quartieri abitati dalla gente comune formati da delle viuzze e con case tradizionali; quelli più vecchi hanno anche 1000 anni e quindi rappresentano in pieno lo stile di vita e la storia cinese.
Purtroppo nell’ultimo decennio molti di questi quartieri vengono abbattuti e sostituiti con anonimi e giganti palazzoni e grattacieli.
Il taxista ci molla ci all’ingresso del nostro quartiere, il Nanluoguxiang, ci parla in cinese e ci indica con la mano dove andare.. noi, senza aver capito, con le valigie e gli zaini iniziamo a percorrere la strada per l’ostello.
Ci sembra di essere stati catapultati in un altro mondo, la sensazione è proprio quella di essere presi e buttati qui senza spiegazioni né manuale d’istruzione.
Intorno a noi una marea di gente, venditori ambulati che propongono di tutto, biciclette e motorini elettrici che sfrecciano e suonano il clacson per passare tra le persone, giovani alla moda con vestiti sportivi dai colori assurdi e poi le bancarelle del cibo, vendono un proprio di tutto e soprattutto emanano degli odori a noi nuovi..
Son le 15 e siamo in ostello, ci stiamo sistemando e organizzando per i prossimi giorni.. dobbiamo prendere l’escursione alla grande muraglia e i biglietti del treno per Xi’an.. ma non so io non vedo l’ora di uscire e vivere questa città.. siamo in un Hutong pazzesco.
….
Ore 23… siamo appena tornati dalla cena, abbiamo subito giocato il jolly andando a mangiare l’anatra laccata.. che buona!
Per mangiarla siamo andati in un altro Hutong, in un ristorante consigliato da un paio di guide.. il posto è proprio spartano, all’esterno non c’è neanche l’insegna, il nome è scritto sul muro con la vernice; ma lo stesso quartiere è ancora più “reale” del nostro.
Mentre aspettiamo che si liberi un posto, osserviamo la preparazione e il forno in cui vengono cucinate le anatre e tra le altre cose, sulla parete, c’è anche la foto di AlGore in visita qui.
Il locale è paragonabile alla peggiore bettola italiana; tavoli tutti diversi tra loro, frigoriferi che fanno un rumore assurdo, fazzolettini al posto dei tovaglioli, scantinato con la porta semiaperta dove è meglio non guardare dentro.. però quando arriva l’anatra è uno spettacolo.
Prima ce la portano intera da visionare e poi ti viene servita già tagliata accompagnata da verdure di diverso tipo.
I sapori sono indescrivibili, ma il fatto che spazzoliamo via tutto dimostra la sua bontà.
Il primo pomeriggio a Pechino è stato più che altro di ambientamento; abbiamo girato il nostro quartiere, passeggiando nelle vie laterali (S.Luogu Alley, Maor Hutong) e andando verso il vicino laghetto Qinghai
Tra le cose che ci colpiscono di più spicca un cantiere edile dove nelle vicinanze hanno costruito delle case prefabbricate per gli operai che così non perdono tempo nel trasferimento e sono subito pronti ad iniziare a lavorare.
Oltre questo facciamo subito conoscenza della famosa burocrazia cinese.
Trovando una banca aperta (ebbene si… anche di domenica) entriamo per cambiare un po’ di denaro in modo da essere a posto per i prossimi giorni.
Entrati ci avviciniamo al banco informazioni dove un galoppino prende per noi il numero e ci porta vicino allo sportello.
Avremo davanti 2 o 3 persone, così pensiamo di sbrigarcela nel giro di 10 minuti… vabbè dopo mezz’ora tocca a noi, il galoppino che si era attaccato alle nostre costole ci indica dove andare e sparisce.
Allo sportello l’iter è stato più o meno questo:
- Compilazione di un modulo con indicati i nostri dati e l’importo
- Fotocopia del passaporto
- Consegna del denaro da cambiare
- La cassiera inizia a controllare il nostro modulo (leggendolo attentamente tutte le 3 copie) e timbra e sigla le singole copie.
- Conta i nostri soldi, li passa nella conta-soldi, ri-conta i nostri soldi e li ri-passa nella conta-soldi
- Prende un altro modulo, lo compila e ce lo fa firmare
- Lo controlla e lo timbra
- Prende i soldi da consegnarci.. li conta lei, li passa nella conta-soldi, li ri-conta e li ri-passa nella contasoldi.
- Finalmente riceviamo Yuan.
Comunque nel giro odierno abbiamo costeggiato il laghetto, c’erano molte persone a passeggio e i bar avevano quasi tutti un cantante che suonava canzoni poco allegre per intrattenere la gente.
Evitati di essere investiti dai vari risciò, ci confondiamo tra la folla e mentre viene buio ci buttiamo nell’assaggio del cibo da strada.
Proviamo un po’ di tutto, dal pesce fritto al raviolone ripieno e allo spiedino di carne.
Anche qui non bisogna badare molto all’igiene tanto che le scatarrate e gli sputi son la regola.. e poi qua buttano via tutto dove gli pare.
La via pedonale Yandaixie è piena di negozietti e prima di tornare in ostello passiamo anche per la Torre del Tamburo e per la Torre della Campana.
La prima impressione con Pechino è fortissima; i volti della gente, gli odori, il cibo, il traffico, la voglia di essere alla moda occidentale dei giovani, i rumori.. se cercavamo qualcosa di diverso, l’abbiamo trovato!
Andiamo a dormire, ma non vedo l’ora di svegliarmi per vivere tutto questo.
Ps. Oggi tutte le ragazze indossavano delle mollette per capelli con le orecchie in peluche… ovviamente le ho comprate anch'io, non si sa mai che possano servire nel prosieguo del viaggio..
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