Finalmente dopo un periodo un po’ così, con le cose che non girano come si vorrebbe, c’è la possibilità di staccare da tutto e da tutti andando a Udine per il concerto degli Ac Dc.
Con Giorgiao (il famoso Siculo-Brasiliano) partiamo presto da Verbania, verso le 9 di mattina direzione Friuli.. quasi 500 km sotto un sole estivo.
Il viaggio va via tranquillo (benedetto sia il passante Veneto!) così verso le 14 siamo già al nostro hotel
Alloggio prenotato in città il giorno dopo aver preso i biglietti del concerto, consci del fatto che presto non si sarebbe trovato più un buco libero.
L’hotel è il peggiore di Udine, l’hotel alle 2 palme, un due stelle molto italiano… cioè con i mobili e i letti comprati nel dopoguerra.
Però la chicca dell’hotel è il ristorante-pizzeria a piano terra fatto come l’interno di un antico vascello (troppo kitsch); vista l’ora ce la prendiamo con calma, ci facciamo una pizza con tavolo vista “figlia della proprietaria” che ci aveva accolto con una scollatura prominente.
Andiamo a piedi verso lo Stadio Friuli (un paio di km) e incominciamo a sentire l’ambiente rock.
Arriviamo, i cancelli non son ancora aperti, ma la folla sta già festeggiando l’avvenimento.
Si può vedere di tutto, dal fan vecchio stampo degli Ac Dc con maglietta nera lercia e pantaloni in pelle da motociclista, ai fans dell’ultima ora come ragazzini di 20anni che con la chitarra in mano improvvisano i pezzi più famosi.

E’ alta anche la presenza di padri e figli… chissà che goduria è stata per il vecchio padre dire alla moglie di turno “Lo accompagno io, mi sacrifico…”.
Il gran caldo ci impone di ordinare le prime birre in attesa di entrare.. dove scambiamo due parole con gli altri fans e tutti concordiamo che siamo venuti lì per “Le Vibrazioni”… altro che Ac dc.

Alle 5 siamo dentro allo Stadio, il palco è il classico del gruppo con ai lati le corna di Angus.

Ci piazziamo poco fuori dalla zona riservata al fans club.
In attesa del gruppo prendo le corna che si illuminano (un must!) e ci facciamo qualche birra; nello stadio vendono solo la “ottima” Castello, tipica birra friulana mai sentita prima; peccato che a volte l’abbiano fredda a volte calda…
Mentre son in coda in bagno becco anche il compaesano Paul, e guardandomi intorno vedo finalmente qualcuno vestito da scolaretto come Angus.
I nostri vicini di posto sono un gruppo misto di ragazzi e ragazze sulla 40ina e padre e figlio Sloveni.

Con questi due si parla del più e del meno…il ragazzo è simpatico a parte alcune sparate fin troppo grosse (es… gli Sloveni ormai vengono a far spesa in italia perché risparmiano…. Oppure racconti sull’aggressività dei Serbi).
L’attesa è lunga e quando salgono le Vibrazioni sul palco ricevono di tutto…carta igenica, bottiglie di vetro e anche noi partecipiamo al coro “Le Vibrazioni… fuori dai Coglioni”…
Ma ci siamo… son le 9.15 quando prendiamo la 6 birra.. e alle 9.30 precise inizia il concerto!
Il maxischermo dietro al palco inizia con un cartone molto “ironico”.. dove i ragazzi sono su un treno e si coglie un ragazza che finisce di fare un fellatio a Brian Johnson.
Si parte con ROCK ‘N ROLL TRAIN e a seguire tutti gli altri successi.
E’ un esplosione rock, che ci fa saltare cantare e ballare tutti insieme.
E’ Fantastica l’atmosfera nel guardarsi intorno, con tutta la gente e la tribuna illuminata dal rosso delle corna.
Giorgiao non capisce più nulla..

beve birra rovesciandosela addosso ed è un delirio
Lo spettacolo è il loro classico, collaudato ma sempre efficace.. con le campane di Hells Bells, the jack fatta lunghissima ma che non vorresti che finisse mai, l’assolo di Let There Be Rock.

Energia pura… anche se si sente un po’ che gli anni passano, il cantante in particolare a volte fa fatica a finire la strofa… e mi viene da pensare “chissà che botta sarebbe stato vederli 20anni fa..!”

Si chiude il concerto dopo 2 ore esatte con i cannoni che sparano e fuochi d’artificio (anche se su questo hanno risparmiato parecchio….. quasi si facevano fatica a notare).

Stanchi ma carichi usciamo lentamente dal concerto..dove ci fermiamo a parlare con altri Sloveni che stavolta ci/si chiedono come mai gli italiani del posto li guardano con superiorità…

E così torniamo in hotel mangiandoci una pizza e continuando a cantare come se il concerto non fosse finito.
Il giorno dopo approfittiamo dell’intera giornata a disposizione per fare un giro per la città di Udine.
Prima mi trovo con un mio collega di filiale con cui ci sentiamo spesso al telefono, oltre a suggerirmi la trattoria per il pranzo mi ha regalato una bottiglia di grappa in segno dell’ospitalità friulana.
Poi ci troviamo con Cozzi con cui commentiamo il concerto mentre passeggiamo per le vie centrali della città.

La città è piccolina ma tenuta molto bene; passiamo per la piazza del 1 maggio, piazza della libertà, per il Duomo e ci facciamo uno spritz con tagliere di salumi locali.
Sempre con Cozzi pranziamo in un’osteria e poi andiamo allo Spaccio della grappa Nonino in un paesino fuori Udine.
Attraversiamo piccoli paesi, dove notiamo la cura delle case e della campagna; si vede che la zona è abbastanza ricca.
Alla Nonino ci riforniamo di bottiglie e poi torniamo a casa soddisfatti di questa due giorni.
In poco più di 5 ore (dopo aver lasciato Cozzi in stazione a Milano) siamo a casa… 1.000 km per un gran concerto e quella sensazione di allegria e contentezza.
Ce ne fossero di giornate così!